Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: _odietamo_    13/10/2015    2 recensioni
Salve! Questa è la mia prima ff su questo fandom, spero vi piaccia ^^
Dopo la sconfitta del kishin Ashura i nostri eroi vivono decenni di tranquillità: chi si è sposato, chi se ne è andato, chi ha avuto dei figli... Parlando dei figli dei nostri protagonisti, come sono? Uguali ai genitori? Totalmente diversi? E se fossero tutti... Folli? Una cosa è certa, alla Shibusen è arrivata una nuova classe di eroi.
Tratto dal prologo:
Stein sospirò, sentendosi insolitamente empatico nei confronti di quel piccolo gruppetto, soffiò il fumo lasciando che una sottospecie di illuminazione s’insediasse nella sua testa. Ghignò.
Una borderline, un sadico, una bipolare, una dipendente di personalità, un paranoico, una depressa e un istrionico: quei bambini, così giovani, così folli, sarebbero stati la salvezza dalla pazzia stessa.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Franken Stein, Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Inizio: Una nuova classe di eroi?

 
                                                              Image and video hosting by TinyPic  
 
Era un’uggiosa giornata di settembre a Death City, quelle mattinate cupe, ma con l’aria frizzante, una malinconica nota estiva rimasta impigliata in quei rari giorni. La Shibusen, che s’innalzava imponente nel centro della città era ancora deserta, ma, a breve, si sarebbe riempita di meister e buki in trepida attesa d’iniziare il nuovo anno.
In una piccola casa urbana, poco lontana dall’importante edificio, in una oscura e caotica stanza, una ragazza dormiva beata, i suoi lunghi capelli era d’un bianco smorto e ricadevano sulle sue sottili spalle, il grazioso viso era sporco di trucco, le labbra sottili inarcate in un ghigno. Sognava, perché non le restava altro da fare, sognava un mondo migliore, si sognava migliore. Solo in quel mondo inesistente aveva un’aria serena.
-Hikari!- una dolce voce femminile non sembrò turbarla nonostante la suo interno vi fosse una nota scocciata che avrebbe messo in allarme qualsiasi adolescente- Soul và a svegliare Hikari, farà tardi!-
-Tesoro arrivare presto il primo giorno di scuola non è affatto cool- rispose una voce apatica, scialba, ancora impastata dal sonno.
-Soul Eater Evans!!-
-Su amore… Posa quel libro, anche quel coltello: ora mando su Ryuji a…-
S’udì un urlo, susseguito dalle più variopinte imprecazioni, ma nemmeno quello sembrò smuovere l’esile ragazza che dormiva, ignara di cosa sarebbe successo da lì a poco.
Dei passi in lontananza, la porta scricchiolò mentre faceva la sua apparizione un biondo dall’aria stanca. Il suo volto era preoccupato, i suoi occhi erano color sangue.
-Hikari!-urlò, senza avvicinarsi temendo una reazione violenta da parte della sorella, la quale si limitò a ficcare la testa sotto il cuscino, maledicendolo- Okay, l’hai voluto tu…-
S’avvicinò cautamente all’enorme stereo da parete, afferrando un cd di Marilyn Manson, alzò il volume al massimo, sorridendo sadico. L’albina scattò a sedere con uno sguardo omicida mentre una mano afferrava un tomo posto pericolosamente in bilico sul comodino.
-Ryuji Evans…- sibilò minacciosamente, squadrandolo disgustata- Non sporcare la mia stanza con la tua presenza-
Il fratello abbassò per un piccolo istante lo sguardo, sentendosi male, per l’ennesima volta, quando una donna magra e snella apparve sulla porta.
-Ryuji! Mi aspettavo di trovare il tuo cadavere!- esclamò sarcastica- Tesoro sei in ritardo, Stein non perdona-
-Nessuno potrebbe punire la miglior allieva della Shibusen- fece arrogante la ragazza- Nemmeno se incendiassi di nuovo i capelli di Samantha Ford…-
Maka alzò gli occhi al cielo, facendo un respiro profondo- Ti prego… Questo è il tuo primo anno da senior, non rovinare tutto… Non vorrei essere costretta a trasferirti nei Not…-
Hikari era una delle più promettenti allieve nell’indirizzo Eat, poteva vantare i punteggi più alti in qualsiasi test, fisico o teorico, non aveva nemmeno fatto la gavetta nel Not, ma era anche uno dei soggetti più problematici: il suo atteggiamento irritava non poco i professori e, più tra tutti, Maka che aveva assistito in prima persona a quel suo cambiamento radicale.
-Arriverei puntuale a scuola se tu e l’essere vi levaste di torno- ribattè acida l’albina, afferrando una canotta viola.
Appena i due uscirono dalla stanza Hikari volse lo sguardo verso l’orologio appeso al muro, era rientrata un’ora prima ed era riuscita a non farsi beccare. Ghignò. Era proprio un genio.
 
Al piano di sotto nell’ampio soggiorno Maka Albarn osservava stregata il marito giocherellare con la loro figlia più piccola, Cristina. Quella era una loro piccola abitudine, la preferita della meister che ogni volta si stupiva di quanto Soul fosse bravo con i bambini, quanto fosse portato a fare il padre e, ogni volta, si doveva ricredere di fronte al suo scetticismo iniziale, formatosi alla nascita di Ryuji. Sorrise pensando che, alla fin fine, era davvero il padre più cool al mondo.
-… E nel pomeriggio, piccolina, ti porto a in biblioteca e se vuoi anche a prendere un gelato- sussurrava l’uomo con tono dolce, un moto di gioia lo pervase quando la figlia iniziò a ridere contenta, stringendosi forte al padre.
-Sì! E c’è anche la mamma?-
Maka accarezzò la testa della bambina, stampandogli un bacio in fronte- Ovvio, l’ultima volta che siete andati solo voi due ti ha portato nel negozio di dischi lasciandoti fuori ad aspettarlo- commentò la donna con l’intento di stuzzicare un po’ il compagno, quest’ultimo alzò gli occhi al cielo esortando la figlia ad andare a fare colazione.
-Prima il Maka-Chop, ora mi rinfacci i miei errori…- sbuffò l’uomo- Questa giornata si preannuncia eclatante-
La bionda s’avvicinò all’uomo, baciandogli le labbra- Dopotutto ti ho sposato, nonostante tu sia un irresponsabile-
Soul ghignò, erano insieme da quasi vent’anni, ma il loro amore era rimasto invariato. Ricordava il giorno in cui, dopo una missione in Oceania, l’aveva baciata e le aveva detto che l’avrebbe sposata, consenziente o meno.
-Maka Albarn questa frase non è cool- rispose l’uomo ridendo per poi riprendere a baciare la moglie.
-Puah! Prendetevi una stanza!-
Il gelo calò nella stanza, accadeva spesso quando Hikari era presente, aveva un talento naturale per mettere a disagio le persone. I suoi genitori non capivano il motivo di tanto odio e d’infelicità della ragazza, o meglio, Maka non lo capiva, Soul fingeva di non sapere, volendo evitare certi ricordi.
-Tesoro ti vorrei far notare che stai andando a scuola, non ad un rave party- commentò la madre stancamente, sapendo che qualsiasi cosa non le avrebbe fatto cambiare idea sul suo look. La figlia aveva ereditato il tipico fisico delle Albarn, magro, esile e poco sviluppato, ma, a differenza di Maka Hikari lo esaltava, lo rendeva sexy, provocante. Per lo meno dimostrava pienamente i suoi sedici anni con quella canotta lilla che scendeva morbida appena sotto il sedere, le calze a rete strappate le fasciavano le lunghe gambe affusolate, mentre per dare aggressività al suo look era solita abbondare con l’eye liner e portare delle scomode Dottor Martens ai piedi.
-Non è cool vestirsi da santarellina come facevi tu!- sibilò l’albina legando i capelli in due lunghe codine- Diglielo papà!-
-Ti stupirebbe sapere quanto tua madre fosse cool e sexy con l’uniforme-
-Puah! Lecchino!-
-No sorellina, innamorato-
Hikari si voltò in direzione del fratello, incrociando il suo sguardo cremisi… Per l’ennesima volta l’odiò con tutta se stessa, avrebbe voluto ucciderlo seduta stante. Violentemente.
-Non hai voce in capitolo…- ringhiò stringendo i pugni.
Feccia, feccia umana…
Maka inarcò  le sopracciglia, mentre Soul alzò gli occhi al cielo: entrambi i loro figli erano la perfetta combinazione tra loro due: Ryuji era identico al padre, ma con i capelli e il sorriso della madre. Inoltre da Soul aveva ereditato le doti musicali, la pigrizia nello studio e la premurosità in combattimento. Hikari invece era albina, con dei brillanti occhi smeraldini sottili e sospettosi, aveva l’irascibilità della madre, ma anche la sua memoria e il suo coraggio. Era cinica, ribelle ed innamorata della parola cool, come il padre, purtroppo era anche dotata d’una arroganza sovraumana. Inutile dire che Hikari non poteva tollerare il fratello, per qualche oscuro motivo.
In quella famiglia di biondi e d’albini c’era solo Cristina che risaltava con i suoi brillanti capelli rossi, così come gli occhi, la gioia di nonno Spirit.
-Bah, io vado- continuò la ragazza- Papà uso la moto-
Ryuji alzò gli occhi al cielo, seguendo la sorella a ruota mentre Maka sospirò, poggiando il capo sulla spalla di Soul.
-Quindi…- sussurrò maliziosa- quanto sarei sexy con l’uniforme?-
 
 
Hikari Eater Evans odiava le matricole, insomma era solita a detestare tutto e tutti a prescindere, ma le matricole del Not erano particolarmente irritanti, così come la gente e i loro stupidi stereotipi. Fumava distratta nella piazza principale dell’istituto, tenendosi in disparte senza ascoltare il breve ed allegro discorso di Shinigami-Sama. Sorrise, provando un brivido di piacere alla vista dei genitori sulle scalinate, l’avrebbero potuta scoprire con molta facilità e la cosa la eccitava. Dopotutto amava essere la pecora nera della famiglia, sentirsi un soprammobile troppo volgare per fare pandan con il resto del mobilio, le piaceva stare male senza ragione… Tutti elogiavano la sua perfezione, dicevano che sarebbe diventata una buki con il coraggio della madre e la forza del padre, ma a lei non andava bene, non voleva vivere assieme a quello spettro: non voleva essere la figlia della Falce della Morte e della meister che aveva sconfitto il Kishin. Hikari desiderava libertà, desiderava trovare la sua strada, capire davvero chi fosse.
 
Death the Kid prese posto sul palco, camminando con aria solenne, iniziò subito un lungo e noioso discorso, persino gli innumerevoli professori persero interesse, Hikari rimase ancora una volta stupida dai molteplici corsi disponibili: Kid, il vicepreside, insegnava ai meister a potenziare le proprie buki, assieme a Liz e Patty, Maka e Soul corsi per maestri della falce e le rispettive, inoltre la donna  gestiva un corso extrascolastico per combattere la paura, Stein era il miglior insegnante in materia d’anime, Black*Star si occupava dell’allenamento fisico e forza di volontà, infine Tsubaki teneva i corsi per le armi demoniache. E queste erano solo le lezioni obbligatorie.
-Hikari!- una voce mite e dolce la distrasse dai suoi futili pensieri, facendole cadere la sigaretta di bocca: una ragazza dai lunghi capelli celesti stava correndo nella sua direzione. Il suo fisico formoso fece voltare tutte le teste maschili in piazza… Sul braccio sinistro vi era tatuata una stella, mentre il suo abbigliamento ricordava una Marilyn moderna.
-Fuyumi!-sussurrò l’altra, lasciandosi abbracciare- Come sta la mia meister preferita?-
-Bene! Ti rendi conto?! Sarò la Eat più figa e popolare al mondo!- esclamò l’altra ridendo, mentre Hikari s’irrigidiva.
Fuyumi Star era la secondogenita di Black*Star e Tsubaki, aveva ereditato il bell’aspetto della madre, il suo carattere dolce, ma anche la sua autolimitazione o, come lo definiva Maka, “il complesso della Camelia”
Inutile dire che essere l’unica nella sua famiglia ad aver frequentato per un anno il Not non l’aiutava.
-Zitto Kid! Ora è il mio turno!- urlò una voce stridula che fece voltare le due ragazze.
-Oh no…- sussurrò l’azzurra, diventando rossa.
-Sono Black*Star! Colui che trascenderà gli dei! E quelli laggiù sono i miei figli!- urlò da uno dei numerosi spuntoni dell’edificio, indicando sia Fuyumi che Red*Star, detto questo prese a sproloquiare qualche insulso discorso, assai imbarazzante.
-Ogni anno è il solito… Madonna che vergogna- sussurrò ancora Fuyumi, appoggiandosi all’amica che si limitò a ghignare. L’attenzione dell’albina, però, si fece distrarre da due figure in lontananza, due ragazze dall’aspetto fastidiosamente familiare.
-Guarda chi arriva- commentò mentre percepiva Fuyumi irrigidirsi- Sorelle Death-
-Star! Evans!- squittì una voce flautata mentre le due ragazze ancheggiarono nella loro direzione.
Che faccia tosta pensò Fuyumi irritata, le avrebbe prese volentieri a pugni.
Amelia e Violet Death erano le figlie gemelle di Death the Kid ed Elizabeth Tompson, erano entrambe magre, entrambe castane e, cosa più importante, perfettamente simmetriche. L’unica differenza? La prima dominava letteralmente la seconda: Amelia era la classica e perfetta figlia di papà, snob e viziata, Violet invece… Era Violet, nessuno la conosceva, nessuno era suo amico, nessuno era mai riuscito ad avvicinarla. Insomma erano gli antipodi per eccellenza.
-Eater, mi chiamo Eater- aggiunse Hikari quando le due si avvicinarono, ma Amelia non la considerò: i suoi occhi gialli erano carichi d’ira e squadravano Fuyumi che, l’anno prima, le aveva rubato il titolo di regina del ballo.
-Come state tu e la tua sgualdrinella? Mi sorprende il fatto che esci ancora con lei-
Hikari la squadrò con astio- Fuyumi non c’entra nulla in questa faccenda, lasciala fuori-
-Non t’azzardare a darle della troia- aveva commentato acida la diretta interessata nello stesso istante.
Ci fu un breve istante in cui le quattro ragazze si squadrarono a vicenda, chi disinteressata come Hikari, chi a disagio come Violet o con odio, come Amelia e Fuyumi.
La maggiore delle gemelle ghignò, aprendo la bocca per sputare veleno, come suo solito, ma venne fermata da una voce perentoria e ferma che fece gelare le tre litiganti.
-Amy noi dobbiamo andare- ricordò Violet alla sorella lanciando un’occhiata insicura da dietro i pratici occhiali da vista.
-Giusto, hai ragione, lasciamo in pace le nostre due lesbicucce- rise Amelia con tono ingenuo, sistemandosi sul capo i suoi pacchiani occhiali da sole a forma di cuore- Eater, Star, ci vediamo a lezione-
Le due si allontanarono di gran classe, o meglio, Amelia inscenò una teatrale uscita, godendosi la sensazione di essere al centro dell’attenzione sentendosi euforica, Violet invece si trascinava dietro la sorella, a testa bassa, cercando di evitare gli sguardi di tutti, cercando di reprimere l’istinto di uccidere la gemella. Odiava quei momenti in cui si credeva al centro dell’universo: sapeva che subito dopo sarebbe susseguita una depressione totale.
Ancora ferme nello stesso punto, invece, Fuyumi e Hikari stringevano i pugni, tentate di prendere a falciate quella principessina snob che era Amelia Death.
-Che odio! Come se non sapesse che sono fidanzata da secoli e che tu… Beh dubito che sappia di Hiro, ma di tutti gli altri…- l’azzurra lanciò alla migliore amica uno sguardo di scusa- Capisci cosa intendo no?-
Troia, mi stai dando della troia pensò l’albina, ma la sua mente era concentrata su tutt’altro in quel momento, le succedeva spesso quando si parlava di Hiro Death, fratello maggiore delle gemelle, futuro erede di Kid, nonché suo ex partner. Hikari era persa di quel ragazzo, se ne era infatuata dalla prima volta che lo aveva visto, da quando erano bambini e lui sgridava Red*Star perché le tirava i codini, quando entrambi erano entrati nell’Eat avevano deciso di fare coppia, ma inutile dire che tra loro non c’era sintonia, l’uno non aveva la minima percezione dell’altro. Avevano tentato in tutti i modi, dai corsi speciali di Stein a metodi meno convenzionali, poi c’era stato lo scandalo e Hiro, paranoico fatto e finito, aveva preferito allontanarsi da lei, per evitare di essere coinvolto. I soli ricordi di quelle giornate le mettevano i brividi, gli occhi le pungevano insistentemente. Socchiuse gli occhi.
-Susu, andiamo-
 
Ryuji seguiva distrattamente la lezione tenuta dal professor Franken Stein, tutti quegli argomenti gli risultavano… Ripetitivi, anzi, erano ripetitivi, in quel momento il ragazzo si maledì per aver accettato con tanta facilità la bocciatura. Ovviamente non era stata colpa sua, ma della sua buki, Lana Moore l’anno prima si era assentata per parecchi mesi così Shinigami aveva deciso di far ripetere l’anno ad entrambi. Spostò los guardo verso Hiro, seduto alla sua sinistra, per fortuna non era l’unico ripetente.
-Si può sapere che hai?- gli domandò Lana, alla sua destra, storcendo le labbra, facendolo sorridere: Lana era sexy, decisamente, una delle più belle ragazze di tutta la scuola, brillava con quei capelli rossi slavati e le labbra piene. Era la sciabola più provocante dal mondo.
-Ryuji! Smettila di guardarmi con quella faccia maniaca!- sbottò irritata la ragazza, tirandogli un calcio da sotto il banco.
-Signorina Moore vuole essere vivisezionata? No? Allora mi dica il concetto che stavo spiegando- li interruppe Stein caustico, ghignando lievemente.
La rossa si morse il labbro, abbassando lo sguardo umiliata.
-Idiota! È il concetto base- sputò una voce arrogante e roca dal fondo dell’aula, lievemente divertita, tormentare Lana e Ryuji era uno spasso- Un’anima forte risiede in un corpo forte e in una mente forte…-
Ryuji sobbalzò, quella voce sprezzante, fredda, glaciale, solo una persona poteva comportarsi in quella maniera.
-Hikari apprezzo la tua preparazione ma nessuno ti ha interpellato-
L’albina sedeva nell’ultima fila, circondata da svariati ragazzi, speranzosi di portarsela a letto, oh e ovviamente a Fuyumi. Hikari era bella, nonostante la pessima reputazione si poteva definire una delle ragazze più sexy dell’istituto e non era per i suoi capelli bianchi smorti, né per i suoi profondo occhi verdi ormai spenti, il suo abbigliamento era a dir poco scandaloso, ma il suo viso, il suo atteggiamento, il suo carattere. Diciamo che era il sogno di molti ragazzi, ma nonostante questo era considerata una squallida sgualdrina dalla maggior parte degli studenti, senza principi morali né dignità.
-Come fa quella lì a essere in questa classe? Dovrebbe rifare il primo anno! Anzi dovrebbe stare nel Not!- rise insolente l’albina che quel giorno era in vena di chiacchiere, Stein sospirò irritato sibilando un “prima o poi la vivisezionerò”
Ryuji lanciò un’occhiata stanca alla sorella minore, odiava essere in classe con lei, detestava quel suo sguardo glaciale che lo faceva sentire in colpa. Non sopportava quel suo ghigno beffardo, ma dopotutto aveva ragione lei, era tutta colpa sua, socchiuse gli occhi cupo.
Nei banchi intermedi Amelia era intenta a farsi le unghie mentre Violet nascondeva il telefonino dentro un libro, così da poter controllare il suo Death Space. Ovviamente vi erano milioni di notifiche, gente che invitava lei e sua sorella alle feste: perché sempre di questo si trattava, Amelia la magnifica, Amelia la popolare, poi c’era lei, Violet l’asociale, quella insicura e silenziosa. Lo zerbino di Amy, ma dopotutto a lei non dispiaceva, meglio essere ignorati che fare il conto con il mondo reale e il comportamento della sorella nei suoi confronti era più che legittimo.
-Mi hai fatto i compiti?-
-Certo Amy…-
-Brava! Vedi che quando mi ascolti sei utile a qualcosa?-
La lezione terminò bruscamente e i nostri protagonisti si sparpagliarono, ognuno aveva il proprio corso.
 
-Allora ragazzi per ottenere un potenziamento avanzato bisogna prima di tutto imparare a eseguire quelli normali- Kid passeggiava nervosamente avanti e indietro, mentre una quarantina di ragazzi lo fissavano curiosi- Oggi ci concentreremo sui potenziamenti delle buki, nelle prossime lezioni invece ci separeremo in due gruppi dove io e le mie due armi vi insegneremo le parti teoriche…-
Un boato di protesta si levò nell’aula, facendo contrarre il viso di Kid in una smorfia- Oggi essendo il primo giorno di scuola non voglio massacrarvi, Liz! Patty!-
Le due donne, rimaste fino a quel momento in disparte si trasformarono entrando immediatamente in risonanza con il proprio meister.
Gli occhi gialli da dea della morte di Amelia osservavano la scena tristemente, Violet, vicino a lei invece sorrideva orgogliosa, un moto d’odio pervase la ragazza castana che strinse i pugni, detestando dal profondo del cuore la gemella, quella stupida palla al piede.
-Smettila con quella faccia idiota, nessuno ti vorrà mai con quell’espressione- sputò velenosa a bassa voce, mentre Violet tornava seria, chinando il capo.
Lurida sgualdrina… Tu, Fuyumi e quella Eater mi fate schifo…  pensò Amelia, facendo un respiro profondo.
-Chi vuole provare?- domandò lo Shinigami che aveva appena eseguito un perfetto Death Cannon.
-Io e Violet!- squittì la castana alzando il braccio per poi rivolgersi furiosa alla sorella- Su idiota! Renditi utile!-
-Amelia Death ti ricordo che sia tua madre che tuo padre sono in ascolto- sbraitò Liz tornando in forma umana, ma la figlia si limitò a calarsi in viso i suoi fedeli occhiali da sole per poi afferrare Violet, divenuta una rivoltella, socchiuse gli occhi.
Nonostante i loro diverbi le loro anime erano sempre in una perfetta sintonia.
Eco dell’anima!
Fu un istante, Amelia ghignò compiaciuta, aveva imparato a potenziare la sua buki ormai anni prima.
-Death Bazooka!- urlò poi mentre Violet mutava nuovamente. Kid si scambiò un’occhiata con Liz, la quale osservava ammirata la meister è forte come il padre… pensò sorridendo malinconica ma sa essere crudele come la madre…
 
Gli studenti attraversavano in tutta fretta la porta dell’infermeria tentando di essere i più rapidi possibili e di non udire quei versi animaleschi che irrompevano in tutto il corridoio.
Fuyumi era di vedetta a pochi metri dalla porta, i muscoli tesi a scattare nel caso la professoressa Albarn o la Death Schyte Evans avessero avuto la brutta idea di passare per quel corridoio. In quei momenti s’odiava con tutto il cuore, detestava il suo carattere accondiscendente, ma dopotutto si scioglieva solo con Hikari, raramente avrebbe fatto qualche favore ad un’altra persona.
Sospirò, chiudendo gli occhi mentre poggiava il capo contro il muro, l’ennesimo gemito da donnicciola giunse alle sue orecchie, facendola ghignare ricordandole che dopotutto quelli appartenevano ad un ragazzo.
Hikari odiava Michael Ford, figlio di alcuni professori, amici dei suoi genitori, lo odiava con tutto il cuore, non sopportava quegli stupidi capelli rosa e quegli occhiali insignificanti, ma aveva superato la sua prova senza barare, quindi le toccava.
Chiuse gli occhi al suo ennesimo strilletto acuto del ragazzo, dando un ultimo colpo di anche. Finalmente quel tipo aveva finito, il sesso peggiore al mondo. Si sfilò dal coetaneo, rimettendosi le mutande e le calze-Muoviti… Tra poco la tipa tornerà- sibilò fissando l’espressione beata del ragazzo.
-Beh mia cara per questo la punizione di Stein è nulla-
Hikari alzò gli occhi al cielo cercando nella sul lettino il suo accendino, nonostante la sua fama di sgualdrina i ragazzi, per averla, dovevano superare un piccolo test: infrangere una regola della Shibusen che come minimo doveva costare una settimana di punizione: da lì divideva automaticamente i ragazzi in due categorie, quelli che si facevano beccare in rapporti da una botta e via, gli altri, quelli più furbi, li teneva come compagni occasionali per due settimane, ma ciò era raro e nonostante sembrasse una cosa stupida un notevole numero di ragazzi venivano messi in punizione a causa sua.
-Fila Michael- ribattè l’altra intenta a sistemarsi i due lunghi codini, ma qualcosa la distrasse, tre colpi alla porta. Il segnale di Fuyumi.
-Sbrigati deficiente!- sputò irritata, non aveva voglia di venir umiliata pubblicamente di nuovo, nonostante tutti sapessero dei suoi loschi rapporti.
Fu così che il ragazzo si nascose dietro la tenda, appena in tempo prima che Soul spalancasse la porta.
-è tutto okay Hikari?- domandò squadrando sospettoso la figlia- Black*Star mi ha detto che hai saltato la sua lezione perché ti sentivi poco bene, sei in ritardo anche al mio corso…-
-Sto bene e sai quanto me ne frega di questi stupidi corsi!- rispose Hikari, ma nella sua voce non vi era arroganza, non riusciva ad essere stronza con Soul, si sentiva troppo simile a lui.
Soul rise mentre usciva accompagnato dalla figlia da quella stanza- Sai il tuo problema? Hai ereditato i tratti migliori sia da me che da tua madre e questo ti rende troppo perfetta-
Hikari rimase pensosa, trattenendo a stento una smorfia: suo padre aveva ragione, era l’esatta combinazione tra meister e buki, questo non toglieva però che su tutto il resto della sua vita era un perfetto fallimento.
 
-Fuyumi impegnati di più! I tuoi colpi sono fiacchi!- la voce di Maka era dolce, ma decisa, fece stringere i denti all’azzura. Doveva farcela.
Al corso di falci e maestri della falce vi erano pochi studenti, solo nove coppie, ovvero diciotto persone.
Fece roteare sopra la testa la sua buki, stringendo forte l’asta, colpì rapidamente il suo avversario con tutta la sua forza. Il suo corpo carico d’adrenalina era ormai alleato con un fisico da ninja. Per un momento ricordò la delusione della madre quando, l’anno prima, aveva scelto di non essere più maestra di lame oscure, ricordò di come il padre aveva riso, di come il fratello l’aveva abbandonata per essere una buki solitaria. Il suo dolore aumentò, così come la sua anima e il secondo colpo fu ancora più violento. Lei e la sua buki non erano nemmeno in risonanza.
La falce del suo avversario roteò in aria, atterrando con un rumore metallico alle sue spalle, ma Fuyumi non se ne curò.
-Colpo finale- sussurrò stringendo la sua arma, ma qualcosa di diverso accadde. Di colpo si trovò a mani vuote, disarmata, il professor Eater esultò, mentre lo sfrigolio delle lame la fece voltare. Hikari era tornata in forma umana e stava bloccando con il braccio, punta della falce, un colpo sleale che l’avversaria le avrebbe altrimenti sferrato addosso.
Soul sorrise- Questo si che è stato un combattimento cool!-
Di tutta risposta ricevette un’occhiataccia da parte di Maka, che grugnì in segno di disapprovazione, Hikari è già montata di suo… Non c’è bisogno d’esaltarla troppo pensò sperando che il marito la capisse al volo, cosa che, ovviamente, accadde.
-Quello che stava cercando di dire il professor Eater…- proeseguì Maka incrociando le braccia- è che la massima sintonia tra una buki e un meister si raggiunge quando l’arma è disposta a dare la vita per proteggere il proprio maestro… Star, Evans voi s…-
-Eater, prof, lo sa che il mio cognome è Eater- sibilò Hikari, scostandosi i sottili capelli bianchi.
Maka sospirò rassegnata- Eater, Star siete un ottimo esempio per la classe… Ora potete riposarvi, la prossima volta voglio che tentiate l’eco dell’anima-
La figlia ghignò con i suoi denti da squalo, osservando di sottecchi la figura sinuosa di Fuyumi sciogliersi i capelli per poi rifarsi la treccia.
Ecco perché è la regina del ballo.
 
-Stasera ci troviamo al Death Café?- propose Hiro stringendo a sé la propria fidanzata. Era una situazione buffa, quella in cui tutti loro si trovavano, nonostante alla Shibusen e nella vita reale molti si sopportassero a stento in quel breve tragitto che li separava dalle rispettive case tutti erano amici. Hiro adorava quei minuti, vedeva una nuova classe di eroi, come i rispettivi genitori.
Questo, ovviamente, scartando Lana e Cassandra. Cassie era la sua fidanzata, nonché partner, era solare, era bionda, sicura di sé. L’opposto della sua precedente buki.
-Io ci sto- esclamò esaltato Red*Star mentre saltava in spalla a Ryuji, il quale annuiva.
-Io anche! E ovviamente Lana tu sei obbligata- cinguettò allegra Cassandra.
All’estremo del gruppo una voce sospirò stancamente- Ragazzi vorrei, ma devo studiare e allenare la mia wave… Oggi sono stata una superstar!-
Amelia fissò scettica Fuyumi, calando di qualche centimetro i suoi occhiali da sole- Immagino… Con la tua falcetta insignificante! Non sapete nemmeno fare il majogari! Io ho eseguito il mio primo Death Bazooka a dieci anni… Comunque non vengo nemmeno io, devo uscire… Violet tu mi farai i compiti-
-Sempre a tirartela! E lascia vivere tua sorella- rispose piccata l’azzurra voltandosi dall’altra parte. Le due presero a battibeccare, come al solito, facendo sorridere Hiro, si assomigliavano di più di quanto sembrasse. Lo sguardo gli cadde su Hikari che fumava distrattamente con lo sguardo perso, glaciale. Un brivido lo percorse mentre i sensi di colpa riaffioravano, non si sarebbe dovuto fidare, non avrebbe dovuto avvicinarla così tanto. Era tutta colpa sua.
-Hikari?- sussurrò timidamente, arrossendo.
-No, ho una festa- rispose secca, senza degnarlo di uno sguardo- Sai che non mi piacciono i pub-
Amelia alzò gli occhi al cielo mentre Ryuji la fissava irritato- mamma ha detto che non puoi uscire quando c’è scuola!-
-Sì, ma ho parlato con zia Charlotte, che si sta attivando e provvisoriamente quell’idiota di Blair mi copre-
Charlotte era la sorella maggiore di Soul, la pecora nera della famiglia Evans, inutile dirlo, l’Evans preferita da Hikari. Blair invece era semplicemente una stregatta ninfomane.
-Blair? Sul serio?- ribattè l’altro scettico- Hikari quando…-
-Non mi puoi dire nulla okay? Taci, fai silenzio, la merda non parla- gli occhi verdi della ragazza erano glaciali, spietati- La mia moto è qui-
Hiro sospirò, voltandosi  nella direzione di casa. Tutto era finito.
 
Maka Albarn camminava per i corridoi della Shibusen, i libri stretti al petto, come uno scudo, lasciava che gli studenti la fissassero ammirati, indicandola e mormorando parole meravigliate, parole cariche d’adorazione e d’odio. Dopotutto era la professoressa più temuta di tutto il corso Eat. La maestra con l’onda anti-demone, colei che aveva sconfitto da sola il kishin. La leggenda vivente. Maka cercava di farsi piacere tutte quelle scomode attenzioni, ma dopo anni erano solo diventate un ulteriore fastidio. Tsubaki, in lontananza, raggiunse l’amica sorridente.
-Maka! Anche tu sei stata convocata da Kid?!-
La bionda annuì, immaginava il motivo di tale incontro e il solo pensiero la metteva in ansia. Possibile che sua figlia non la lasciasse un po’ tranquilla?
Hikari Evans stava diventando ingestibile, il suo comportamento, il suo abbigliamento… Maka non capiva e si odiava per questo, ma era tutto inutile, qualunque cosa facesse Hikari non le parlava, non le diceva nulla.
Non sapeva cosa fare perché era troppo diversa da se stessa, o forse troppo uguale.
-Sono felice che Fuyumi e Hikari siano partner, tua figlia ha un’ottima influenza sulla mia- commentò cortese la donna, cercando di mostrarsi affabile. Tsubaki, di tutta risposta, rise forzatamente, non era felice di quel duo, Fuyumi sarebbe dovuta diventare maestra d’armi oscure, come il padre, avrebbe dovuto fare squadra con il fratello maggiore, non piantare tutto di punto in bianco.
-Almeno quello! Red*Star è tornato a scuola dopo l’anno di studi privati con Justin- spiegò la mora, aprendo la porta dell’aula insegnanti.
-Maka, Tsubaki… Vi attendevo- commentò pacato lo shinigami- Dobbiamo parlare di Hikari e Fuyumi-
 
Hiro chiudeva convulsivamente tutte le finestre di casa, controllando per l’ennesima volta le videocamere e gli antifurti. Tutto doveva essere perfetto.
-Paranoico del cazzo, muoviti, mi farai arrivare tardi!- strillò Amelia all’ingresso, rimirandosi nell’enorme specchio antico. Era davvero stupenda con quell’abito rosso e i capelli lisciati, senza quei pacchiani occhiali da sole.
-Eccomi- il fratello apparve all’ingresso, vestito in modo casual, all’opposto della sorella- Pronto per uscire…-
Si guardarono titubanti, entrambi preoccupati l’uno per l’altro, Amelia era nella sua fase euforica, ma lui sapeva perfettamente che, a breve, quell’euforia si sarebbe ben presto trasformata in tristezza, inoltre essendo un paranoico fatto e finito si preoccupava per tutto. Amy, invece, semplicemente sperava che il fratello non desse più di matto, non aveva voglia di farsi carico di un’altra zavorra.
-Hiro…- la madre apparve sulla porta con aria accigliata- Perché hai praticamente blindato la casa?-
-Io, papà e Amy siamo fuori, non c’è nessun meister a difendere te e Violet, non mi fido-
Liz alzò le sopracciglia allibita, ma, come al solito, lasciò correre- Beh, divertitevi, e mi raccomando, non voglio casini-
I due uscirono allegri, salendo nella lussuosa auto di famiglia, nera come la pece, marchiata con il simbolo dei Death.
-Non puoi evitare in eterno la terapia sai?- sussurrò Hiro, rivolto alla sorella, ma quest’ultima lo ignorò, studiandosi distratta le unghie.
Lei stava bene, era felice, poteva fare di tutto. Era invincibile, lei, era una dea.
Sospirò stancamente, nel suo inconscio sapeva che quelle erano tutte bugie.
 
-So am I still waiting, for this world to stop hating…- canticchiava distrattamente  Ryuji, strimpellando senza una precisa melodia la chitarra.- I can’t find a good reason, I can’t find hope to belive in…-
Un rumore sordo, il tonfo di una porta, dei passi rapidi, pesanti. Da lì a poco sarebbe avvenuta l’apocalisse, Ryuji ghignò sadico, non voleva perdersela.
-Hikari Chiyuki Eater Evans!- la voce furiosa di Maka non lo colse di sorpresa, la sorella era anch’essa seduta sul divano, a debita distanza, intenta a leggere una qualche patinata rivista. Ignorò l’urlo della madre, indifferente.
Ryuji sapeva che Hikari si divertiva a fare la ribelle, a provocare e ad istigare, lo faceva per colmare il suo enorme senso di noia. Per lei era cool e, dopo tutto quello che le era successo non aveva molta scelta.
-Cosa c’è mamma?- domandò disinteressata l’albina, alzando gli occhi dal giornaletto, apatica.
Maka era in piedi, un libro in mano, lo sguardo di fuoco. Chiunque altro di fronte a quella scena avrebbe abbassato i toni, ma non Hikari, non colei che aveva ereditato quella stessa espressione.
-Fare sesso a scuola? Sul serio?! Hai sedici anni bontà di Dio!- ringhiò con voce non troppo alta, lasciando la figlia stupita.
-Cosa? Come diavolo…-
-Come?! Kid ha fatto installare delle telecamere nell’infermeria!- proseguì l’altra- Non ne farò parola con Soul, ma, in compenso, tu non metterai piede fuori casa se non per andare a scuola-
Ryuji fissò la madre lievemente deluso per due semplici motivi, primo non era una punizione adeguata al comportamento della sorella, secondo era proprio a scuola che Hikari dava il peggio di sé.
-E tu, figlio ingrato, dovrai scortare la tua dolce sorellina ovunque-
A quelle parole anche Hikari protestò indignata- Manco morta! Non ho fatto l’antitetanica!-
-Fai meno la spiritosa signorinella!- ribattè Maka acida- Inoltre, questo sabato, il professor Stein ti vuole parlare-
Hikari strinse i pugni irritata, alzandosi dal divano- Perfetto… Buonanotte!-
L’albina salì di corsa le scale, gli occhi le pungevano furiosamente, ma si trattenne, anche sua madre la stava allontanando, come tutti del resto. Solitamente avrebbe fatto l’impossibile per evitarlo, ma ormai era stanca, non ce la faceva più.
Entrò nella sua caotica stanza, chiudendo a chiave la porta, raggiungendo il computer.
Aprì sia Youtube che DeathSpace, la sua bacheca era, come al solito, piena di commenti poco gentili e svariati insulti, ormai erano il suo pane quotidiano. Non aveva nessuno per cui difendersi.
Passò al secondo social, digitando rapidamente il suo nome. Cliccò sul video.
-Somebody mix my medicine, somebody is in my head again-
La sua voce, distorta, roca al microfono era perfettamente intonate, nonostante quella sera avesse bevuto tre bottiglie di vodka e avesse abusato di svariate sostanze.
Era sul palco, statuaria, imponente, i capelli sciolti e uno striminzito abito addosso, perse subito fama, venendo lanciato al pubblico.
Il corpo di Hikari era in bella mostra sullo schermo, la ridotta lingerie di pizzo bianca, i vertiginosi tacchi a spillo, il peggio doveva ancora arrivare. Raggiunse uno dei numerosi pali sul palco, gemendo e ansimando, le urla di incitamento coprivano la musica che usciva dalle casse del computer, apparve Ryuji, suo fratello, il suo protettore.
-Questa è la mia sensualissima sorellina!- urlava sbronzo marcio. Di tutta risposta lei gli era saltata addosso, baciandolo.
-Chi ha voglia di scopare?!- strillava la Hikari del video, avvinghiandosi al chitarrista.
Chiuse il computer, le lacrime le solcavano il volto, fredde, implacabili. Non provava nulla, era vuota.
Tre milioni di visualizzazioni.
Tre milioni di persone l’avevano vista in quello stato.
I pensieri andarono a Ryuji che dormiva beato nella camera accanto, felice della sua fidanzata perfetta, della sua vita agiata e degli amici a scuola.
No, non l’avrebbe perdonato. Mai.
 
 
Angolino Autrice
 
Buon salve ^^ Chiedo scusa per il ritardo, la scuola è un suicidio e credo che sia il capitolo più lungo che abbia mai scritto, ho voluto presentare un po’ tutti i personaggi e man mano li approfondirò tutti con le loro storie :3 Spero che questo primo capitolo vi piaccia, segnalatemi se trovate qualche errore c:
Alla prossima,
Gwoww
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: _odietamo_