Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: silverwings    17/02/2009    10 recensioni
Così se dovessi scegliere per cosa dirti grazie, dopo tutti questi anni, forse davvero dovrei evitare di farlo per tutte le volte che hai rischiato la vita per me, per tutte le volte che senza la tua testa, e il tuo coraggio, non me la sarei cavata nemmeno la metà delle volte.
E dovrei evitare perché, davvero, forse quello è il minor regalo che tu mi abbia fatto.
Perché forse, se sono vivo, io lo devo soprattutto alla tua pazienza.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Grazie

Follia di una notte in cui non riuscivo davvero a smettere di scrivere.
Non avrei voluto postare questa one-shot, per essere sincera, perché volevo preservarmi questi pensieri di Harry per quando avrò l’opportunità di inserirli in una fan fiction più lunga, che mi è più congeniale, e forse da loro anche un po’ più di giustizia… Ma alla fine mi è piaciuto scriverla, e penso che un poco di quello che avrei voluto trasmettere, riesce a passare anche così.

Così, per voi: quello di cui, secondo me, Harry Potter dovrebbe essere consapevole.

 

*Inserto importante a seguito di modifica*

Sono rimasta sinceramente sconvolta nel comprendere che avevo dato adito all’incertezza sul partner di Hermione: ASSOLUTAMENTE NO.

Il senso di questa fan fiction è solo uno, o almeno speravo che lo fosse: Hermione ha sempre amato solo Ron, per Harry ha sempre nutrito un grandissimo affetto, e il nodo da sciogliere era che Harry non ha mai ringraziato Hermione per essersi presa cura di lui come una madre.

Madre, non possibile ragazza. Mai possibile ragazza. Né agli occhi dell’una, né a quelli dell’altra.

DOVEVO assolutamente escludere questo dubbio.

Scusatemi comunque: la correzione è minuscola, ma al posto di un “potuto” c’è un “sempre voluto” che sta sintatticamente peggio, lo so, ma almeno è inequivocabile.

*Fine Inserto*

 

 

***

 

Thank you for loving me
For being my eyes
When I couldn't see

[Thank you – Bon Jovi]

 

***

 

“Si può sapere perché ci mette tanto?!

Mi volto verso Ron: farebbe davvero più impressione se non fosse così pallido.

“Calma, Ron: è appena entrata”

“Non è appena entrata!” 

Farebbe anche molto più impressione se, tutto bianco, non gli diventassero rosse solo la punta delle orecchie e le lentiggini.

Tu saresti d’accordo con me.

George – anche lui abbastanza d’accordo, scommetto – mi si appressa scuotendo il capo.

“Grazie a dio ha troppa fifa di entrare. Con la sua isteria l’avrebbe indotta a schiantarlo” Allarga un sorriso burlesco, incrociando le braccia sul petto “E nonostante le condizioni, scommetto che non l’avrebbe ridotto bene

Gli sorrido: da come Ron si sta nello stesso tempo alterando e preoccupando, cominciando a delirare, sicuramente l’avresti ridotto male.

Perciò, davvero, grazie a dio.

Già, grazie.

Non credo nemmeno di avertelo mai detto…

So quanto si può essere sciocchi da piccoli, il punto è che io mi sono sempre sentito abbastanza grande anche quando avevo 11 anni, eppure non sono mai riuscito a capire fino a che punto si stava ingrandendo il mio debito verso di te ogni volta che non ti stavo dicendo quello che invece avrei dovuto dirti.

Mai detto un solo grazie per esserci stata sin dall’inizio.

Né uno per essere rimasta anche dopo la fine.

Mai detto grazie per quel cervello senza prezzo che, davvero, forse nessuno saprà mai che ha salvato il mondo, ma l’ha fatto: senza di te dubito che io e Ron saremmo anche solo riusciti a uscire vivi dal matrimonio di Fleur.

E da lì, sai, non sarebbe stato facile recuperare il vantaggio che Voldemort si sarebbe preso su di me, immagino.

Francamente non so come Ron abbia potuto stupirsi che tu sia diventata la più giovane strega ad accedere al Wizengamoth.

Se non fossi stata tu non lo sarebbe diventato davvero nessuno.

“Dico solo che non ha il carattere per farlo!”

Bella risposta che dai sempre, amico: chi è che a 17 anni teneva testa al Ministro della Magia in materia di legge?

“Oh Harry! Lo sai cosa voglio dire! E’ troppo buona!”

E questo si, Ron: questo è vero.

Così se dovessi scegliere per cosa dirti grazie, dopo tutti questi anni, forse davvero dovrei evitare di farlo per tutte le volte che hai rischiato la vita per me, per tutte le volte che senza la tua testa, e il tuo coraggio, non sarei mai riuscito a cavarmela nemmeno la metà delle volte.

E dovrei evitare perché, davvero, forse quello è il minor regalo che tu mi abbia fatto.

Perché forse, se sono vivo, io lo devo soprattutto alla tua pazienza.

Pazienza di ingoiare la frustrazione di litigi furibondi e sferzanti che ti hanno fatto più male di quanto poi tu non ne abbia dimostrato, perdonandomi senza chiedermi mai una spiegazione…

Ad ogni richiesta di tregua, o anche solo ad ogni gemito di paura, o angoscia, sempre un sorriso gentile, come se le scuse non dette, e forse nemmeno pensate, alla fine non fossero altro che un convenevole che tra loro non aveva più alcun significato

Pazienza di mettere da parte i tuoi genitori e i tuoi sogni per seguirmi in una missione suicida.

Con l’inattaccabile fermezza di chi ha fatto una scelta che ha amato.

Pazienza di restare salda, almeno tu, quando a crollare ero io.

E crollavo addosso a te.

Nelle lacrime che alla fine sembravano velarle gli occhi giorno e notte, e nel tremore di una voce e di una mano sottili che armeggiavano nell’aria per proteggerli da tutto il resto del mondo, non aveva mai smesso di credere in quello in cui lui aveva smesso di credere forse da anni.

Pazienza di pensare che quello che stavi facendo per me non fosse semplicemente miracoloso, ma solo normale.

Gli occhi luminosi di una giovane donna che non potrebbe essere in nessun altro posto, se non al suo fianco.

E ora so perché Ron allora abbia dubitato.

Che tu potessi scegliere me…

Per un attimo, anche io l’ho temuto.

“Ehi Harry” Mi chiama desolato, guardando con angoscia prima il pavimento e poi me “E se mentre è dentro ha bisogno di me? E se… e se…”

Il tuo amore.

Gli occhi luminosi di una giovane donna che è pronta a morire, per lui.

Temevo che tu potessi davvero non amare Ron abbastanza: che tu fossi rimasta imprigionata nel mistero che mi avvolge, nell’abitudine di avermi sempre vicino, nella magia che creano le leggende…

Temevo di poter perdere il mio migliore amico e la mia migliore amica in un solo momento, solo perché tu ti eri, improvvisamente, innamorata del Prescelto.

Ed è buffo pensarci adesso.

Adesso che tu sei lì dentro ad aspettare il secondo bambino da tuo marito, mentre io sono fuori a cercare di consolarlo sul fatto che, sicuramente, è più utile fuori, in piedi, piuttosto che dentro, svenuto.

 “Credimi, quello di cui ha bisogno adesso è una brava medimaga che la faccia partorire in santa pace” Gli garantisco sicuro e tranquillo, mettendogli una mano sulla spalla.

Non preoccuparti, non te lo mando dentro in questo stato.

Mi occupo io di lui mentre tu ti occupi del puffo.

Il tuo primo maschietto, amica mia.

Sappiamo già tutti quanti, e Ron prima di tutti, che lo adorerai… e forse lui ne è anche un po’ intimamente impensierito: è sempre stato un tipo geloso.

Ma, in fondo, anche io ho capito da poco cosa voglia dire un bene incondizionato.

Mentre tu, incompresa e comprensiva fino alla commozione, aspettavi da anni, pazientemente, il giorno in cui io e Ron avremmo entrambi capito che avevi sempre voluto sposare solo uno di noi due, anche se l’altro sarebbe sempre rimasto più del testimone di nozze di entrambi.

Un di più che ho capito per la prima volta solamente quando è nato James…

 “Meno male che ci sei tu, Harry” Scuote il capo che si tiene tra le mani, forse in procinto di piangere dal nervoso.

Mi trattengo dal sorridere solo perché, solidalmente, so cosa vuol dire diventare padre la seconda volta: ti ricordi la prima.

E il ricordo di uno svenimento non è mai troppo edificante.

Così tra fratelli ci si copre un po’ a vicenda, insabbiando questi piccoli incidenti che fanno a pezzi l’orgoglio.

Tra me e te però questo non è mai successo.

Tu il mio orgoglio non l’hai mai toccato, e io non ho mai toccato il tuo, e lo so con assoluta certezza che non è solo perché tu sei una ragazza – anche perché di orgoglio, lo sappiamo bene, ne hai sempre avuto più di tutti noi messi insieme.

D’altronde, se ti avessi detto grazie, anni fa, sarebbe stato perché sotto tortura tu hai scelto di proteggere me al posto di te stessa: l’avrei fatto pensando che non avrei potuto fare nemmeno un passo nella direzione giusta, senza che tu fossi lì a guidarmi.

Ma ora sono cresciuto un po’ anche io.

Ora mi rendo conto che posso solo sperare che basti il tempo che mi rimane per dirti grazie di avermi voluto bene con tutta la cura con cui una madre vuole bene al proprio figlio.

E anche questo è buffo pensarlo proprio adesso, me ne rendo conto.

“Signor Weasley?”

La medimaga lo chiama, con un sorriso davvero inequivocabile, eppure è come se la Professoressa McGranitt gli avesse appena chiesto di ballare per la seconda volta.

Lo sento deglutire mentre lentissimamente si alza.

Lo spingo avanti – una piccola spinta che ovviamente lo fa quasi cadere.

Ma vai a farti valere, scemo, che tua moglie ora si che ha bisogno di te!

Si gira contrariato, con un sopracciglio vagamente inarcato: Ron riesce ad essere tremendamente puntuale nel sbagliare a dare le priorità alle sue emozioni.

Fortunatamente, si riprende in fretta.

Lo vedo che si decide ad ammettere che c’è solo una cosa da fare, però si, se dovessi dire a Ron che quello che mi trasmetti è tanta pace, credo che mi guarderebbe un po’ in tralice, un po’ sorpreso, prima di darmi una pacca sulla spalla, dicendomi che prima di dirlo dovrei vederti quando torni a casa la sera e trovi ancora i suoi calzini del mattino buttati sulla sponda del letto.

Mi alzo, e mi appoggio sulla soglia della sala parto.

Non ho mai visto Ron preoccuparsi di usare tanta attenzione nel prendere in braccio un esserino che non fosse Rose.

Ma forse è solo perché tu sei troppo grande per essere presa in braccio.

Eppure, a giudicare dalla mano che non riesce a lasciare la tua nemmeno a rischio di non tenere Hugo ermeticamente bloccato nella sua presa – e a tal proposito basta davvero una sola mano – farebbe lo stesso anche con te in questo momento, anche a costo di prenderti in braccio inclusiva di letto.

Sollevi lo sguardo su di me.

Mi rivolgi un sorriso stanco, ma felice.

Uno sguardo che, ora lo so, ha sempre saputo fare la magia più grande che io abbia mai visto fare: la magia di farmi sentire di appartenere a qualcosa di prezioso, a cui nessuno rinuncerebbe mai.

La magia di sentirsi a casa.

E così ti ringrazio, alla fine dei conti, perché in quello specchio dove io ho visto i miei genitori, tu hai visto me.

Grazie.

***

“Guarda! Sembra che voglia dire papà!”

Scuoti il capo vagamente esasperata, e nonostante tu sia esausta, riesci a sbuffare.

“Oh, non essere ridicolo, Ronald”

Sorrido.

Hermione Jane Granger, tu sei meravigliosa.

 

***

Finish. Che ne dite?

Spero nei vostri commenti.
Un bacione!

 

 

 

 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: silverwings