Follia di una notte in cui non riuscivo davvero a smettere di
scrivere.
Non avrei voluto postare questa one-shot,
per essere sincera, perché volevo preservarmi questi pensieri di Harry per quando
avrò l’opportunità di inserirli in una fan fiction più lunga, che mi è più
congeniale, e forse da loro anche un po’ più di giustizia… Ma alla fine mi è
piaciuto scriverla, e penso che un poco di quello che avrei voluto trasmettere,
riesce a passare anche così.
Così, per voi: quello di cui, secondo me, Harry Potter dovrebbe
essere consapevole.
*Inserto importante a
seguito di modifica*
Sono rimasta sinceramente sconvolta nel comprendere che avevo
dato adito all’incertezza sul partner di Hermione: ASSOLUTAMENTE NO.
Il senso di questa fan fiction è solo uno, o
almeno speravo che lo fosse: Hermione ha sempre amato solo Ron, per
Harry ha sempre nutrito un grandissimo affetto, e il nodo da sciogliere
era che Harry non ha mai ringraziato Hermione per essersi presa cura di
lui come una madre.
Madre, non possibile
ragazza. Mai possibile ragazza. Né
agli occhi dell’una, né a quelli dell’altra.
DOVEVO assolutamente escludere
questo dubbio.
Scusatemi comunque: la correzione è minuscola, ma al posto di
un “potuto” c’è un “sempre voluto” che sta sintatticamente
peggio, lo so, ma almeno è inequivocabile.
*Fine Inserto*
***
Thank you for loving
me
For being my eyes
When I couldn't see
[Thank you – Bon Jovi]
***
“Si può sapere perché ci mette tanto?!”
Mi volto verso Ron: farebbe davvero più impressione se non
fosse così pallido.
“Calma, Ron: è appena
entrata”
“Non è appena
entrata!”
Farebbe anche molto più impressione se, tutto bianco, non gli
diventassero rosse solo la punta delle orecchie e le lentiggini.
Tu saresti d’accordo con me.
George – anche lui abbastanza d’accordo, scommetto – mi si
appressa scuotendo il capo.
“Grazie a dio ha troppa fifa di entrare. Con la sua isteria
l’avrebbe indotta a schiantarlo” Allarga un sorriso burlesco, incrociando le
braccia sul petto “E nonostante le condizioni, scommetto che non l’avrebbe
ridotto bene”
Gli sorrido: da come Ron si sta nello stesso tempo alterando e
preoccupando, cominciando a delirare, sicuramente l’avresti ridotto male.
Perciò, davvero, grazie a dio.
Già, grazie.
Non credo nemmeno di avertelo mai detto…
So quanto si può essere sciocchi da piccoli, il punto è che io
mi sono sempre sentito abbastanza grande anche quando avevo 11 anni, eppure non
sono mai riuscito a capire fino a che punto si stava ingrandendo il mio debito
verso di te ogni volta che non ti stavo dicendo quello che invece avrei dovuto
dirti.
Mai detto un solo grazie per esserci stata sin dall’inizio.
Né uno per essere rimasta anche dopo la fine.
Mai detto grazie per quel cervello senza prezzo che, davvero,
forse nessuno saprà mai che ha salvato il mondo, ma l’ha fatto: senza di te
dubito che io e Ron saremmo anche solo riusciti a
uscire vivi dal matrimonio di Fleur.
E da lì, sai, non sarebbe stato facile recuperare il vantaggio
che Voldemort si sarebbe preso su di me, immagino.
Francamente non so come Ron abbia potuto stupirsi che tu sia
diventata la più giovane strega ad accedere al Wizengamoth.
Se non fossi stata tu non lo sarebbe diventato davvero nessuno.
“Dico solo che non ha il
carattere per farlo!”
Bella risposta che dai sempre, amico: chi è che a 17 anni
teneva testa al Ministro della Magia in materia di legge?
“Oh Harry! Lo sai cosa
voglio dire! E’ troppo buona!”
E questo si, Ron: questo è vero.
Così se dovessi scegliere per cosa dirti grazie, dopo tutti
questi anni, forse davvero dovrei evitare di farlo per tutte le volte che hai
rischiato la vita per me, per tutte le volte che senza la tua testa, e il tuo
coraggio, non sarei mai riuscito a cavarmela nemmeno la metà delle volte.
E dovrei evitare perché, davvero, forse quello è il minor
regalo che tu mi abbia fatto.
Perché forse, se sono vivo, io lo devo soprattutto alla tua pazienza.
Pazienza di ingoiare la frustrazione di litigi furibondi e
sferzanti che ti hanno fatto più male di quanto poi tu non ne abbia dimostrato,
perdonandomi senza chiedermi mai una spiegazione…
Ad ogni richiesta di tregua, o anche solo ad ogni gemito di
paura, o angoscia, sempre un sorriso gentile, come se le scuse non dette, e
forse nemmeno pensate, alla fine non fossero altro che un convenevole che tra
loro non aveva più alcun significato
Pazienza di mettere da parte i tuoi genitori e i tuoi sogni per
seguirmi in una missione suicida.
Con l’inattaccabile fermezza di chi ha fatto una scelta che ha amato.
Pazienza di restare salda, almeno tu, quando a crollare ero io.
E crollavo addosso a te.
Nelle lacrime che alla fine sembravano velarle gli occhi giorno
e notte, e nel tremore di una voce e di una mano sottili
che armeggiavano nell’aria per proteggerli da tutto il resto del mondo, non
aveva mai smesso di credere in quello in cui lui aveva smesso di credere forse
da anni.
Pazienza di pensare che quello che stavi
facendo per me non fosse semplicemente miracoloso, ma solo normale.
Gli occhi luminosi di una giovane donna che non potrebbe essere
in nessun altro posto, se non al suo fianco.
E ora so perché Ron allora abbia dubitato.
Che tu potessi scegliere me…
Per un attimo, anche io l’ho temuto.
“Ehi Harry” Mi chiama desolato, guardando con angoscia prima il
pavimento e poi me “E se mentre è dentro ha bisogno di me? E
se… e se…”
Il tuo amore.
Gli occhi luminosi di una giovane donna che è pronta a morire,
per lui.
Temevo che tu potessi davvero non amare Ron abbastanza: che tu
fossi rimasta imprigionata nel mistero che mi avvolge, nell’abitudine di avermi
sempre vicino, nella magia che creano le leggende…
Temevo di poter perdere il mio migliore amico e la mia migliore
amica in un solo momento, solo perché tu ti eri, improvvisamente, innamorata
del Prescelto.
Ed è buffo pensarci adesso.
Adesso che tu sei lì dentro ad aspettare il secondo bambino da
tuo marito, mentre io sono fuori a cercare di consolarlo sul fatto che,
sicuramente, è più utile fuori, in piedi, piuttosto che dentro, svenuto.
“Credimi, quello di cui
ha bisogno adesso è una brava medimaga che la faccia
partorire in santa pace” Gli garantisco sicuro e tranquillo, mettendogli una
mano sulla spalla.
Non preoccuparti, non te lo mando dentro in questo stato.
Mi occupo io di lui mentre tu ti occupi del puffo.
Il tuo primo maschietto, amica mia.
Sappiamo già tutti quanti, e Ron prima di tutti, che lo
adorerai… e forse lui ne è anche un po’ intimamente impensierito: è sempre
stato un tipo geloso.
Ma, in fondo, anche io ho capito da poco cosa voglia dire un
bene incondizionato.
Mentre tu, incompresa e comprensiva fino alla commozione,
aspettavi da anni, pazientemente, il giorno in cui io e Ron avremmo entrambi
capito che avevi sempre voluto sposare solo uno di noi due, anche se l’altro
sarebbe sempre rimasto più del
testimone di nozze di entrambi.
Un di più che ho capito per la prima volta solamente
quando è nato James…
“Meno male che ci sei
tu, Harry” Scuote il capo che si tiene tra le mani, forse in procinto di
piangere dal nervoso.
Mi trattengo dal sorridere solo perché, solidalmente, so cosa
vuol dire diventare padre la seconda volta: ti ricordi la prima.
E il ricordo di uno svenimento non è mai troppo edificante.
Così tra fratelli ci si copre un po’ a vicenda, insabbiando
questi piccoli incidenti che fanno a pezzi l’orgoglio.
Tra me e te però questo non è mai
successo.
Tu il mio orgoglio non l’hai mai toccato, e io non ho mai
toccato il tuo, e lo so con assoluta certezza che non è solo perché tu sei una
ragazza – anche perché di orgoglio, lo sappiamo bene, ne hai sempre avuto più
di tutti noi messi insieme.
D’altronde, se ti avessi detto grazie, anni fa, sarebbe stato
perché sotto tortura tu hai scelto di proteggere me al posto di te stessa:
l’avrei fatto pensando che non avrei potuto fare nemmeno un passo nella
direzione giusta, senza che tu fossi lì a guidarmi.
Ma ora sono cresciuto un po’ anche io.
Ora mi rendo conto che posso solo sperare che basti il tempo
che mi rimane per dirti grazie di avermi voluto bene con tutta la cura con cui una madre vuole bene al
proprio figlio.
E anche questo è buffo pensarlo proprio adesso, me ne rendo
conto.
“Signor Weasley?”
La medimaga lo chiama, con un sorriso
davvero inequivocabile, eppure è come se
Lo sento deglutire mentre lentissimamente si alza.
Lo spingo avanti – una piccola spinta che ovviamente lo fa
quasi cadere.
Ma vai a farti valere, scemo, che tua moglie ora si che ha
bisogno di te!
Si gira contrariato, con un sopracciglio vagamente inarcato:
Ron riesce ad essere tremendamente puntuale nel sbagliare a dare le priorità
alle sue emozioni.
Fortunatamente, si riprende in fretta.
Lo vedo che si decide ad ammettere che c’è solo una cosa da fare,
però si, se dovessi dire a Ron che quello che mi trasmetti è tanta pace, credo che mi guarderebbe un po’ in
tralice, un po’ sorpreso, prima di darmi una pacca sulla spalla, dicendomi che
prima di dirlo dovrei vederti quando torni a casa la sera e trovi ancora i suoi
calzini del mattino buttati sulla sponda del letto.
Mi alzo, e mi appoggio sulla soglia della sala parto.
Non ho mai visto Ron preoccuparsi di usare tanta attenzione nel
prendere in braccio un esserino che non fosse Rose.
Ma forse è solo perché tu sei troppo grande per essere presa in
braccio.
Eppure, a giudicare dalla mano che non riesce a lasciare la tua
nemmeno a rischio di non tenere Hugo ermeticamente bloccato nella sua presa – e
a tal proposito basta davvero una sola mano – farebbe lo stesso anche con te in
questo momento, anche a costo di prenderti in braccio inclusiva di letto.
Sollevi lo sguardo su di me.
Mi rivolgi un sorriso stanco, ma felice.
Uno sguardo che, ora lo so, ha sempre saputo fare la magia più
grande che io abbia mai visto fare: la magia di farmi sentire di appartenere a
qualcosa di prezioso, a cui nessuno rinuncerebbe mai.
La magia di sentirsi a casa.
E così ti ringrazio, alla fine dei conti, perché in quello
specchio dove io ho visto i miei genitori, tu hai visto me.
Grazie.
***
“Guarda! Sembra che voglia dire papà!”
Scuoti il capo vagamente esasperata, e nonostante tu sia
esausta, riesci a sbuffare.
“Oh, non essere ridicolo, Ronald”
Sorrido.
Hermione Jane Granger, tu sei meravigliosa.
***
Finish. Che ne dite?
Spero nei vostri commenti.
Un bacione!