mi fa piacera che questa storia ti piaccia!
bhe ho ascoltato le canzoni che mi hai segnalato e devo dire che credo ci stiano proprio bene!
non hai assolutamente un cattivo gusto! e ti svelo un segreto...anche a me piace moltissimo ascoltare la
musica quando scrivo e soprattutto quando leggo! la ascolto persino quando faccio i compiti!
insomma la musica è la mia vita!:P...bhe adesso lascio la parola al nostro amato James
....
James
Quella mattina andai in ufficio e
incontrai il mio collega David. Chi non altro se lui mi poteva capire
meglio?
Noi eravamo gli unici a permetterci ancora una vita sociale anche se
questo
comportava avere punti deboli. Non volevo fare finire tutto come
l’ultima
volta. L’altra volta aveva pagato per un mio errore solo una
vita. Certo era
stata colpa mia però non ho dovuto soffrire molto dal punto
di vista emotivo.
Questa volta sentivo che era diverso.
“se è veramente importante non
rischiare inutilmente!” mi aveva consigliato il mio
amico/collega preferito.
“pensa sempre al peggio…riusciresti a
sopportarlo?” aveva ragione. E più
passava il tempo e più me ne rendevo conto.
Era già una settimana che la
conoscevo e già non potevo togliermela dalla testa. Forse
era arrivato il
momento di riportarle i vestiti ormai asciutti da almeno una settimana.
Risi.
Come avrei fatto a spiegarle la situazione? Gliela avrei dovuta
spiegare?
Oppure era meglio tenerla nascosta? No con lei avrei dovuto essere
sincero fin
dall’inizio. Avrei dovuto dargli un opportunità.
Adesso mettevo il nostro
destino nelle sue mani. Da una parte speravo che scappasse, ma
dall’altra avrei
voluto che sfidasse la morte per stare con me. Afferrai i suoi vestiti.
Li misi
in una busta. Stavo per uscire quando mi arrivò un fax.
Sapevo già che cosa
diceva, ma per quel giorno l’avrei ignorato. Solo per quella
mattina. Me ne
sarei occupato per il pomeriggio e se fosse stato qualcosa
d’urgente se ne
sarebbe occupato David.
Strada facendo mi fermai da un
fiorista e comprai un mazzo di gigli bianchi. Era incredibile come mi
sentivo.
Mi sembrava di essere un bambinetto tra i banchi di scuola alla prese
col suo
primo amore. Mamma mia! Se continuo così va a
finire che ci rimango secco!
Arrivai sotto casa sua e meno
male che la porta d’entrata era già aperta. Mi
precipitai su per le scale
controllando in tutti i pianerottoli se ci abitasse una certa Kelly
Ann.
All’ultimo piano di 10, finalmente la trovai. Non abitava da
sola. Condivideva
l’appartamento con una certa Christin bla bla bla…
particolari poco importanti!
Bussai con la speranza che venisse ad aprire lei. La faccenda dei
vestiti
poteva indurre a conclusioni sbagliate e non mi andava di dare
spiegazioni
inutili. Aprì la porta e il mio cuore ebbe un tuffo molto
alto quando la vidi
in tutto il suo splendore. Indossava ancora il pigiama e aveva
l’aria ancora un
po’ assonnata. Di sicuro si era appena svegliata.
“ciao” mi salutò con un cenno
della mano
“ ciao…scusa sono venuto in un
momento sbagliato?”
“ oh no!!” si affrettò a
rispondere invitandomi ad entrare. Le porsi i fiori e in un secondo
momento
anche i vestiti. “ mi dispiace se ci ho messo tanto.
È stata una settimana un
po’ infernale”
“ah si? Qualche problema?”
“ no no…niente di interessante” si
e per fortuna che dovevi essere sincero! Mi
rimproverò la mia testa. La
verità è che mi piaci da morire Kelly. Voglio
stare con te. L’unico problema è
che potresti essere uccisa da un momento all’altro se stai
con me. Scappa fin
che puoi! Rimani con me per sempre…
Scossi la testa nel tentativo di mandare via tutte quelle
voci contrastanti che mi facevano impazzire.
“sicuro di stare bene?” mi chiese dalla cucina dove
stava
mettendo i fiori in un vaso con dell’acqua.
“ si, no, forse…e tu?
“ tutto a posto…ti dispiace se vado un attimo in
bagno?
Fai come se fossi a casa tua. È solo che non mi aspettavo
questa visita.”
“no fai con comodo…sono venuto a un orario un
po’ balordo”
“le dieci e trenta non sono certo un orario
balordo!” guardai l’orologio. In effetti aveva
ragione.
Il cellulare mi vibrò in tasca. Guardai il display. Era
David. Forse c’era qualcosa che non andava? Magari eravamo
stati attaccati
dagli alieni e non me n’ero nemmeno accorto. In fondo quando
stavo con lei era
come se fossimo isolati dal mondo intero. Non mi andava di rispondere.
Se
avessi risposto molto probabilmente mi avrebbe convinto a occupare
l’incarico
che mi era arrivato per fax questa mattina. Se, invece, non avessi
risposto, ed
era qualcosa di importante, avrebbe potuto farsi male qualcuno. Io ero
il
migliore e proprio per questo non potevo permettermi punti deboli. Tra
l’incudine e il martello decisi di rispondere.
“cos’è successo David?”
“dove diamine sei furbacchione?”
“c’è qualche problema?”
“si. Il capo vuole sapere dove tu sia e voglio essere
sicuro di mentire per una giusta causa”
“lo sai che impossibile mentire con… quel genere
di
persone” non potevo parlare liberamente con Kelly nei paraggi.
“Ehy così mi smonti l’entusiasmo! Lo sai
che da un premio
a chiunque riesca a mentirgli senza essere beccato”
“ed è proprio per questo che è
impossibile! Comunque non ti serve il mio aiuto per questo”
“aspetta bello aspett…tu.. tu…tu.. tu...”
David era un grande amico, ma una cosa che mi
faceva veramente arrabbiare era quando si impicciava degli affari miei.
Un
conto era se glieli raccontavo io i fatti miei, un conto era quando ci
metteva
liberatamene il naso senza chiedere permesso.
“tutto okay?” non mi ero neanche accorto che
Kelly era uscita dal bagno e mi stava studiando. Adesso aveva
decisamente un
aspetto migliore. Si era pettinata i capelli e si era cambiata
d’abito. Aveva
messo una camicetta colore blu cobalto. Quel colore le stava veramente
bene.
Oltre alla camicetta, aveva indossato un paio di jeans. Se erano
bastati pochi
minuti per renderla così radiosa non potevo nemmeno
immaginarmi il risultato di
ore e ore di make-over.
“ in verità no.”
“ se vuoi ti ascolto…”
“ il punto è che ho un amico
veramente…poco
intelligente, che mi fa prendere dei colpi esagerati per veramente
delle
cavolate.”
“ uhm posso capire…” di sicuro stava
rimestando
dentro i suoi ricordi. Chissà quante volte le poteva essere
successo.
“ti è mai capitato?”
“eh se fossero questi i problemi della
vita…”
“si hai ragione…e quali sarebbero i problemi
della vita?”
“ mah…la morte di qualcuno, problemi di
salute,… tutto ciò che riguarda
l’amore…”
“ non sai quanto hai ragione riguardo
quest’ultimo punto!” la frase mi venne fuori come
un sospiro. ma che cosa ti
salta in mente! Così sbagli tutto! in effetti la
mia coscienza non aveva
tutti i torti! Come conquistare una donna se le confesso che
l’amore crea
soltanto dei problemi? Però…è stata
lei a cominciare…
La sua espressione mutò velocemente e la vidi
fissarmi con occhi brucianti di curiosità. Cercava di
capirmi, di capire la mia
affermazione. Faceva quasi male. Magari si credeva la più
brava in quel campo.
La più brava a capire le persone con problemi e se fosse
stato così io sarei
stato per lei una sfida, la sfida più complicata che avesse
mai affrontato!
“avuto così tanti problemi” disse quando
finalmente si spense il fuoco che c’era nei suoi occhi verdi.
Non era una
domanda. Era un’affermazione. Okay, in fondo era brava. Molto
probabilmente
esperienza personale.
“ piuttosto complicati…”.
Riuscivo quasi a sentire la sua mente che si
ripeteva quest’ultima frase come un cd incantato e riuscivo
quasi a percepire
le varie strade che le si aprivano nella testa collegandosi con le mie
parole
ma che
è? Un computer?.
Non ci avevo ancora
fatto molto caso, ma aveva
gli occhi di una bella tonalità di verde. Erano molto
espressivi. Quello che si
sul dire essere un libro aperto.
“se vuoi ti ascolto”. Era già le seconda
volta
che sentivo dirle quella frase in una mattinata e la cosa non mi
piaceva.
Odiavo parlare di me. Soprattutto quando si toccavano temi personali
sui quali
dovevo tenermi sul vago per non tralasciare troppe indicazioni.
“no…in fondo è colpa mia. È
sempre colpa mia!”
dalla sua espressione dedussi che dovevo essere stato piuttosto duro.
Adoravo
il mio lavoro, ma per una volta avrei voluto tanto farla finita.
Quando finii la scuola ero super emozionato.
Non ero mai stato il tipo da legarsi sentimentalmente a una persona. Mi
bastava
qualche sventola sotto le lenzuola e via così. Vivevo solo
per il lavoro,
lavoro e lavoro. Adesso come non mai, sentivo forte il bisogno di una
compagna
stabile, una compagna che mi aspettasse a casa finito il lavoro e mi
chiedesse
come fosse andata. Che mi coccolasse e mi riempisse di tanti piccoli
baci come
le avessi detto che ero stanco da morire.
“Scusa. Sono stato scortese prima”
“non fa niente” si alzò dalla sedia dove
si era
seduta e venne a sedersi di fianco a me. Forse non era pronta per
sapere la
verità su di me. Forse sarebbe stato meglio se se aspettassi
almeno qualche
settimana. “ si…rosoliamole la taste
prima che sappia la verità! Facciamo
che si innamori perdutamente e che ormai sia scontato che vada contro
tutto
persino la morte pur di starti vicino!”
“ti va di uscire una di queste volte?” il suo
viso si illuminò. Sfoggiò un sorriso perfetto e
accettò l’invito.
“ti va bene questo sabato?” ti prego
dì di
sì, ti prego dì di sì…
Il suo viso si trasformò in una smorfia.
“mi spiace. Ho già un impegno! Che ne dici di
un altro giorno?”
“uhm…venerdì?”
“perfetto” e sul suo volto tornò quel
fantastico sorriso che mi aveva già fatto perdere la testa.
“venerdì” diedi conferma alzandomi dal
divano e
avviandomi verso la porta di casa. Lei mi accompagnò sulla
soglia e mi salutò
col suo splendido sorriso.
Ps: scusate se questo capitolo è un po' lofio...spero che andando avanti troverete tutto quanto molto più....interessante! A voi i commenti!!