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Autore: Vavvola    17/02/2009    1 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

Quando l'amore diventa un gioco pericoloso...sei abbastanza coraggioso per andare avanti?
Prefazione
Tum tum tum…ovunque andassi, ero sempre accompagnata dal battito frenetico del mio cuore. Tum tum tum… eppure di missioni ne avevo già fatte tante! Ero sempre agitata quando mi arrivava il fax dal capo con sopra scritta l’impresa da compire. Ormai dovevo esserci abituata! Forse era perché in gioco non c’era solo la mia vita, ma quella della persona alla quale tenevo più in assoluto. Avrei fatto di tutto per proteggerla. Non m’importava della fine del mondo; della criminalità spaventosamente alle stelle; non m’importava di niente. L’importante era proteggere il mio amato da qualsiasi male. Ecco la mia missione. Una missione fallita fin dal principio...
Genere: Romantico, Azione, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Grazie mille per la recensione Ladywolf!!
mi fa piacera che questa storia ti piaccia!
bhe ho ascoltato le canzoni che mi hai segnalato e devo dire che credo ci stiano proprio bene!
non hai assolutamente un cattivo gusto! e ti svelo un segreto...anche a me piace moltissimo ascoltare la
musica quando scrivo e soprattutto quando leggo! la ascolto persino quando faccio i compiti!
insomma la musica è la mia vita!:P...bhe adesso lascio la parola al nostro amato James
....

James

Passeggiavo allegramente per i prati di Central Park. Quella mattina non ero stato convocato per lavorare perciò avevo deciso di fare due passi. Peccato che a ogni passo che facevo mi trovavo sempre più vicino a casa sua. Uffa ero proprio andato! David aveva proprio ragione. Continuando a fare avanti e indietro tra Central Park, ripensai alla nostra conversazione.
Quella mattina andai in ufficio e incontrai il mio collega David. Chi non altro se lui mi poteva capire meglio? Noi eravamo gli unici a permetterci ancora una vita sociale anche se questo comportava avere punti deboli. Non volevo fare finire tutto come l’ultima volta. L’altra volta aveva pagato per un mio errore solo una vita. Certo era stata colpa mia però non ho dovuto soffrire molto dal punto di vista emotivo. Questa volta sentivo che era diverso.
“se è veramente importante non rischiare inutilmente!” mi aveva consigliato il mio amico/collega preferito. “pensa sempre al peggio…riusciresti a sopportarlo?” aveva ragione. E più passava il tempo e più me ne rendevo conto.
Era già una settimana che la conoscevo e già non potevo togliermela dalla testa. Forse era arrivato il momento di riportarle i vestiti ormai asciutti da almeno una settimana. Risi. Come avrei fatto a spiegarle la situazione? Gliela avrei dovuta spiegare? Oppure era meglio tenerla nascosta? No con lei avrei dovuto essere sincero fin dall’inizio. Avrei dovuto dargli un opportunità. Adesso mettevo il nostro destino nelle sue mani. Da una parte speravo che scappasse, ma dall’altra avrei voluto che sfidasse la morte per stare con me. Afferrai i suoi vestiti. Li misi in una busta. Stavo per uscire quando mi arrivò un fax. Sapevo già che cosa diceva, ma per quel giorno l’avrei ignorato. Solo per quella mattina. Me ne sarei occupato per il pomeriggio e se fosse stato qualcosa d’urgente se ne sarebbe occupato David.
Strada facendo mi fermai da un fiorista e comprai un mazzo di gigli bianchi. Era incredibile come mi sentivo. Mi sembrava di essere un bambinetto tra i banchi di scuola alla prese col suo primo amore. Mamma mia! Se continuo così va a finire che ci rimango secco!
Arrivai sotto casa sua e meno male che la porta d’entrata era già aperta. Mi precipitai su per le scale controllando in tutti i pianerottoli se ci abitasse una certa Kelly Ann. All’ultimo piano di 10, finalmente la trovai. Non abitava da sola. Condivideva l’appartamento con una certa Christin bla bla bla… particolari poco importanti! Bussai con la speranza che venisse ad aprire lei. La faccenda dei vestiti poteva indurre a conclusioni sbagliate e non mi andava di dare spiegazioni inutili. Aprì la porta e il mio cuore ebbe un tuffo molto alto quando la vidi in tutto il suo splendore. Indossava ancora il pigiama e aveva l’aria ancora un po’ assonnata. Di sicuro si era appena svegliata.
“ciao” mi salutò con un cenno della mano
“ ciao…scusa sono venuto in un momento sbagliato?”
“ oh no!!” si affrettò a rispondere invitandomi ad entrare. Le porsi i fiori e in un secondo momento anche i vestiti. “ mi dispiace se ci ho messo tanto. È stata una settimana un po’ infernale”
“ah si? Qualche problema?”
“ no no…niente di interessante” si e per fortuna che dovevi essere sincero! Mi rimproverò la mia testa. La verità è che mi piaci da morire Kelly. Voglio stare con te. L’unico problema è che potresti essere uccisa da un momento all’altro se stai con me. Scappa fin che puoi! Rimani con me per sempre…
Scossi la testa nel tentativo di mandare via tutte quelle voci contrastanti che mi facevano impazzire.
“sicuro di stare bene?” mi chiese dalla cucina dove stava mettendo i fiori in un vaso con dell’acqua.
“ si, no, forse…e tu?
“ tutto a posto…ti dispiace se vado un attimo in bagno? Fai come se fossi a casa tua. È solo che non mi aspettavo questa visita.”
“no fai con comodo…sono venuto a un orario un po’ balordo”
“le dieci e trenta non sono certo un orario balordo!” guardai l’orologio. In effetti aveva ragione.
Il cellulare mi vibrò in tasca. Guardai il display. Era David. Forse c’era qualcosa che non andava? Magari eravamo stati attaccati dagli alieni e non me n’ero nemmeno accorto. In fondo quando stavo con lei era come se fossimo isolati dal mondo intero. Non mi andava di rispondere. Se avessi risposto molto probabilmente mi avrebbe convinto a occupare l’incarico che mi era arrivato per fax questa mattina. Se, invece, non avessi risposto, ed era qualcosa di importante, avrebbe potuto farsi male qualcuno. Io ero il migliore e proprio per questo non potevo permettermi punti deboli. Tra l’incudine e il martello decisi di rispondere.
“cos’è successo David?”
“dove diamine sei furbacchione?”
“c’è qualche problema?”
“si. Il capo vuole sapere dove tu sia e voglio essere sicuro di mentire per una giusta causa”
“lo sai che impossibile mentire con… quel genere di persone” non potevo parlare liberamente con Kelly nei paraggi.
“Ehy così mi smonti l’entusiasmo! Lo sai che da un premio a chiunque riesca a mentirgli senza essere beccato”
“ed è proprio per questo che è impossibile! Comunque non ti serve il mio aiuto per questo”
“aspetta bello aspett…tu.. tu…tu.. tu...”
David era un grande amico, ma una cosa che mi faceva veramente arrabbiare era quando si impicciava degli affari miei. Un conto era se glieli raccontavo io i fatti miei, un conto era quando ci metteva liberatamene il naso senza chiedere permesso.
“tutto okay?” non mi ero neanche accorto che Kelly era uscita dal bagno e mi stava studiando. Adesso aveva decisamente un aspetto migliore. Si era pettinata i capelli e si era cambiata d’abito. Aveva messo una camicetta colore blu cobalto. Quel colore le stava veramente bene. Oltre alla camicetta, aveva indossato un paio di jeans. Se erano bastati pochi minuti per renderla così radiosa non potevo nemmeno immaginarmi il risultato di ore e ore di make-over.
“ in verità no.”
“ se vuoi ti ascolto…”
“ il punto è che ho un amico veramente…poco intelligente, che mi fa prendere dei colpi esagerati per veramente delle cavolate.”
“ uhm posso capire…” di sicuro stava rimestando dentro i suoi ricordi. Chissà quante volte le poteva essere successo.
“ti è mai capitato?”
“eh se fossero questi i problemi della vita…”
“si hai ragione…e quali sarebbero i problemi della vita?”
“ mah…la morte di qualcuno, problemi di salute,… tutto ciò che riguarda l’amore…”
“ non sai quanto hai ragione riguardo quest’ultimo punto!” la frase mi venne fuori come un sospiro. ma che cosa ti salta in mente! Così sbagli tutto! in effetti la mia coscienza non aveva tutti i torti! Come conquistare una donna se le confesso che l’amore crea soltanto dei problemi? Però…è stata lei a cominciare…
La sua espressione mutò velocemente e la vidi fissarmi con occhi brucianti di curiosità. Cercava di capirmi, di capire la mia affermazione. Faceva quasi male. Magari si credeva la più brava in quel campo. La più brava a capire le persone con problemi e se fosse stato così io sarei stato per lei una sfida, la sfida più complicata che avesse mai affrontato!
“avuto così tanti problemi” disse quando finalmente si spense il fuoco che c’era nei suoi occhi verdi. Non era una domanda. Era un’affermazione. Okay, in fondo era brava. Molto probabilmente esperienza personale.
“ piuttosto complicati…”.
Riuscivo quasi a sentire la sua mente che si ripeteva quest’ultima frase come un cd incantato e riuscivo quasi a percepire le varie strade che le si aprivano nella testa collegandosi con le mie parole

ma che è? Un computer?.
Non ci avevo ancora fatto molto caso, ma aveva gli occhi di una bella tonalità di verde. Erano molto espressivi. Quello che si sul dire essere un libro aperto.
“se vuoi ti ascolto”. Era già le seconda volta che sentivo dirle quella frase in una mattinata e la cosa non mi piaceva. Odiavo parlare di me. Soprattutto quando si toccavano temi personali sui quali dovevo tenermi sul vago per non tralasciare troppe indicazioni.
“no…in fondo è colpa mia. È sempre colpa mia!” dalla sua espressione dedussi che dovevo essere stato piuttosto duro. Adoravo il mio lavoro, ma per una volta avrei voluto tanto farla finita.
Quando finii la scuola ero super emozionato. Non ero mai stato il tipo da legarsi sentimentalmente a una persona. Mi bastava qualche sventola sotto le lenzuola e via così. Vivevo solo per il lavoro, lavoro e lavoro. Adesso come non mai, sentivo forte il bisogno di una compagna stabile, una compagna che mi aspettasse a casa finito il lavoro e mi chiedesse come fosse andata. Che mi coccolasse e mi riempisse di tanti piccoli baci come le avessi detto che ero stanco da morire.
“Scusa. Sono stato scortese prima”
“non fa niente” si alzò dalla sedia dove si era seduta e venne a sedersi di fianco a me. Forse non era pronta per sapere la verità su di me. Forse sarebbe stato meglio se se aspettassi almeno qualche settimana. “ si…rosoliamole la taste prima che sappia la verità! Facciamo che si innamori perdutamente e che ormai sia scontato che vada contro tutto persino la morte pur di starti vicino!”
“ti va di uscire una di queste volte?” il suo viso si illuminò. Sfoggiò un sorriso perfetto e accettò l’invito.
“ti va bene questo sabato?” ti prego dì di sì, ti prego dì di sì… Il suo viso si trasformò in una smorfia.
“mi spiace. Ho già un impegno! Che ne dici di un altro giorno?”
“uhm…venerdì?”
“perfetto” e sul suo volto tornò quel fantastico sorriso che mi aveva già fatto perdere la testa.
“venerdì” diedi conferma alzandomi dal divano e avviandomi verso la porta di casa. Lei mi accompagnò sulla soglia e mi salutò col suo splendido sorriso.
Pochi minuti dopo mi trovavo a camminare per la strada con una voglia immensa di urlare e di saltare. Aveva accettato di uscire con me.

Ps: scusate se questo capitolo è un po' lofio...spero che andando avanti troverete tutto quanto molto più....interessante! A voi i commenti!!

  
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