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Autore: Lady Moonlight    13/10/2015    1 recensioni
Sequel di “Cicatrici”.
Precipitata su Midgard per volere di Hela, Freya è trovata dallo SHIELD all’interno di una piramide. Creduta morta, su Asgard Frigga scruta il destino in un nuovo quadro mentre Thor si appresta a sedare le rivolte nate dopo la sconfitta di Aster e degli elfi oscuri.
Sulla Terra si verificano strani eventi e al contempo sogni confusi popolano la mente di Freya. Tony Stark cerca un modo per dare vita al suo nuovo progetto, Ultron, e, in un punto remoto dell’universo, Nebula porta a compimento il volere del padre, Thanos.
Loki, convinto che la guerriera sia ancora viva, tenta di scoprire cosa le sia successo, rischiando però di far piombare Asgard nuovamente nel caos.
[…]Il Collezionista è un essere strano. Freya lo conosce da cinquecento anni ormai e sebbene il suo corpo sia parzialmente invecchiato nel tempo, è chiaro che in realtà quella forma sia una mera finzione.
Freya preferisce evitare di contrariarlo quando ha a che fare con lui.
“Mi piacerebbe averti nelle mia collezione un giorno, tu e la collana” le dice indicando il monile dei nani. “Amo le cose luccicanti” confessa. “Naturalmente avresti una gabbia tutta per te.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 01: Piuma

 
 
 
 
Lo schianto è terribile e doloroso. Le pietre si sono sbriciolate sotto l'impatto del suo corpo e Freya sente perfettamente i punti in cui le ossa hanno ceduto come legni spezzati.
I gemiti di dolore si susseguono uno all'altro, mentre tenta di capire cosa le sia accaduto. Tossisce la polvere di quel luogo mentre la luce proveniente dal foro che lei stessa ha creato le fa individuare resti di ossa umane. Due dei corpi presenti sono mummificati e lei distoglie lo sguardo per puntarlo sulla creatura che sta sgranocchiando quelle spoglie con gusto.
Freya spalanca gli occhi alla vista del cucciolo che stava nel regno di Hela e alle labbra le salgono una serie di imprecazioni che non ha nemmeno la forza di esprimere.
“Si è sbarazzata di due seccature in un colpo soltanto” gracchia con la voce altalenante.
Il flareon drizza le orecchie appuntite, poi torna a dedicarsi con gusto al suo pasto. Quando uscirà di lì, la guerriera è certa che la prima cosa da fare sarà procurare del cibo a quell'animale.
Freya si prende la testa tra le mani e zoppicando sfiora le superficie di quella tomba primitiva. Ci sono strani disegni lì dentro: uomini alati, uomini con la testa di animale, uomini che si prostrano davanti alla raffigurazione di un occhio. Non riesce a individuarne una trama precisa e molti dipinti sono rovinati o ne mancano delle parti.
La polvere è ovunque, spessa diversi strati, tanto che smorza il riflesso degli oggetti d'oro abbandonati alla rinfusa. La tomba, considera, deve essere molto antica e probabilmente è sopravvissuta ai saccheggiatori di tesori. Fino al suo arrivo.
Doveva aspettarsi che Hela non l'avrebbe inviata in qualche posto carino, ma a far compagnia a qualcuno dei suoi adorati morti.
Si chiede quanto tempo sia passato dalla sua scomparsa: uno, due giorni? Asgard è ancora vittima degli incendi e degli scontri con gli elfi?
Ricorda la voce di Odino che la chiamava mentre lei si dirigeva su Hel e...
Si accascia su quello che sembra una sorta di altare e si aggrappa ai bordi per rimettersi, barcollante, in piedi.
Quando è certa di non svenire come una delle ancelle di Frigga nota una strana piuma racchiusa sotto una campana di vetro. È grigia, alta quasi metà del suo braccio ed è di una bellezza straordinaria. La polvere non l'ha intaccata e sembra quasi brillare ai raggi del sole. Le ricorda un po’ quella che prese da bambina al cadavere di un grifone.
All'esterno, Freya sente giungere i primi suoni sospetti che le indicano la presenza dei mortali. La femmina di flareon alza la testa e la guarda. Ha gli occhi blu e argentei e lei ne rimane affascinata.
Si riprende da quell'osservazione infantile pochi secondi dopo, nell'istante in cui la terra trema. L'oggetto di vetro trasparente cade al suolo, frantumandosi in mille schegge, e lei si china per raccogliere la piuma.
Non appena le sue dita entrano in contatto con quella strana reliquia la testa le si appesantisce, riempiendosi di immagini sconosciute. Urla e ansima, maledicendo il giorno in cui Loki è tornato ad Asgard... Il cucciolo emette dei bassi ringhi inferociti e Freya tenta di allontanarlo con foga.
Il dolore cessa all'improvviso e lei cade a faccia in giù nella sabbia con il battito del cuore impazzito. Prima di svenire ha solo il tempo di accorgersi che la piuma è scomparsa.
 

 
 
Nel cielo infuria una tempesta di fulmini. Loki osserva le nuvole plumbee come se da un momento all'altro Freya possa comparire e cadere come una stella cadente. Un lampo fa luce nell'oscurità della sera.
Sono due giorni che il dolore di Thor si scatena su Asgard e perfino Odino sembra incapace di far notare al figlio i danni che la sua rabbia incontrollata sta provocando.
Mentre l'erede al trono fluttua nel cielo, spezzato dalla perdita, il Padre degli Dei passa il tempo nella cripta di suo fratello, chino su un cadavere ormai inanimato.
La Cittadella Celeste è in parte distrutta e ancora non si conosce il numero esatto di morti, dispersi e feriti.
Loki ha passato il pomeriggio a fissare il dipinto creato da Frigga, tormentandosi di fronte al cadavere di una Freya bambina. Ha analizzato la tela da ogni angolazione possibile mentre dalla stanza adiacente sentiva i gemiti sommessi di sua madre.
Ora che è notte è immobile davanti alla finestra della sua camera. In lontananza il ponte del Bifrost riluce di mille colori, pattugliato da una squadra di guerrieri.
Loki volge le spalle a quel paesaggio e fa per sedersi su una poltrona quando percepisce la presenza di Thor.
“Ti invidio, fratello. Riesci ad essere così...” il dio del tuono si slaccia il mantello e sospira. “Sembra quasi che tu non sia turbato, che la sua scomparsa non significhi nulla.”
Lui stringe i pugni e fa dei respiri profondi. Freya è una mancanza che si fa continuamente largo nei suoi pensieri, il tormento infinito di qualcosa che poteva essere e mai sarà. Si odia per averla lasciata andare. Ma come può dire a Thor che la sogna mentre dorme e la vede mentre è sveglio?
Con il Seiðr ha creato delle farfalle blu che ora stanno svolazzando accanto a loro.
“Padre ha tentato di parlare con Hela, ma lei si rifiuta!” tuona la voce possente del principe di Asgard.
Loki raddrizza le spalle e piega la testa di lato. “Hela non parla?” Il dubbio si insidia nei suoi pensieri e si sforza di non pensare alla possibilità che...
“È in collera con nostro padre.”
Il dio degli inganni non si premura di corregge Thor. “Non intendo sposare quella... cosa” sibila Loki.
“Non la sposerai” asserisce l'altro. “Ma Sigyn è un'altra questione.”
Lui vorrebbe strozzarlo. “Ah, sì? Perché tu non sposi Sif, allora?”
“Non essere ridicolo, fratello!” esclama in risposta.
L'ottusità di Thor non ha confini e Loki gli volta le spalle, incapace di proseguire simili discorsi. Alla fine si costringe a chiedergli il motivo per cui è andato a fargli visita nei suoi appartamenti.
“Padre vuole celebrare una commemorazione privata per Freya e... nostro zio.” spiega il dio del tuono.
“Vuole salutarla insieme a...” Loki freme di rabbia, incapace di pronunciare quel nome. “Mai” dichiara dando un pugno alla parete.
“Comprendo il tuo risentimento, Loki, ma nostro padre è ferito. Ha perso due volte un fratello e anche una nipote. Lui la amava, esattamente come ha amato te.”
“Prima dei nostri reciproci tradimenti vuoi dire.”
“Freya...” Thor si blocca e deglutisce. “Odino non mangia e non dorme da due giorni. Madre dice di averlo sentito chiedere perdono più e più volte. Si rimprovera di essere lui la causa di quanto accaduto.”
“E non è forse così?” ribatte Loki.
“Abbiamo sbagliato tutti. Io, tu, Padre... anche lei.”
“Potrebbe essere viva” sussurra.
“La speranza è una malattia” ribatte Thor. “L'ho provato quanto tu sei precipitato dal Bifrost e-”
Loki sobbalza. “E sono vivo” obietta di rimando.
“Pensi di essere l'unico che tenesse a lei? Solo perché hai scoperto prima di altri il suo segreto... Gli avvenimenti accaduti hanno messo in subbuglio i Nove Regni, presto dovrò partire per sedare delle rivolte e tu...”
Il dio degli inganni sorride, amaro. “Cosa? Mi rimetterete in prigione o nuovi bracciali forgiati dai nani? Non può essere morta. Se è sfuggita una volta alla morte può averlo fatto ancora.”
Thor deglutisce e sembra sfinito. “Allora trovala, fratello.” Si congeda con quella frase, volando nuovamente tra le nubi della tempesta.
 
 

La testa le scoppia e prima di aprire gli occhi percepisce di non essere sola. Gli umani l'hanno trovata e il cucciolo di flarion ringhia in prossimità degli intrusi. Apre gli occhi e fa per alzarsi, ma è bloccata da una voce maschile.
“Io non farei mosse azzardate se fossi in lei, signorina.”
Sopra di lei emerge la figura di un uomo: ha la pelle scura come quella di Heimdall e come Odino ha perso un occhio. Un guerriero di Midgard, comprende.
L'illuminazione di chi sia le giunge improvvisa, così come le parole di Thor quando le raccontava delle avventure avute su quel mondo.
“Sei circondata da venti dei miei uomini migliori, prova a scappare e potrai dire addio alla testa” spiega l’uomo con calma, mimando un gesto di decapitazione sulla gola.
Freya annuisce con lentezza, muovendosi piano e calibrando ogni gesto. Alla fine riesce a rimettersi in piedi, toccandosi la fronte dolorante.
“Hai provocato parecchi danni, signorinella. Incalcolabili” aggiunge, ma sembra più divertito che realmente preoccupato, come se fosse certo di avere la situazione sotto controllo.
“Posso pagare.” È la prima cosa che le viene in mente da dire, ma si rende conto di non essere più su Asgard e di non possedere nulla di valore lì.
Nick Fury-era così che lo aveva chiamato Thor?- inarca il sopracciglio destro. “Non è quel genere di danni” si limita a replicare. Poi si rivolge alla sua squadra. “Trovate il modo di mettere a tacere quell'animale” sbotta. “Mi sta facendo venire l'emicrania.”
“Signore” annuisce una donna che fa per avvicinarsi al flareon.
Freya decide che è meglio intervenire prima che il cucciolo le stacchi una mano. “Pan” chiama, facendo un cenno al flareon che si accuccia dietro le sue gambe. Non ha tempo per stupirsi di quell'atto di sottomissione, ne del nome ridicolo che ha scelto di affibbiarle.
“Quindi...” l'uomo avanza verso di lei ed è allora che Freya nota il pendente che stringe tra le mani.
La guerriera abbassa lo sguardo sul suo petto e le mani corrono al collo nudo. Deglutisce, preda di un timore sconosciuto. Brísingamen è sempre stata al suo colla da quando è... morta. Si incupisce al pensiero e non ha idea dell'espressione che mostra quando torna a fissare il mortale, ma alcuni dei suoi sottoposti puntano le armi su di lei, prendendo bene la mira.
“Sei un ladro” lo accusa, tentando invano di tenere a freno la rabbia. Deve avergli sottratto la collana quando era priva di sensi e poi ha atteso il suo risveglio.
“Mi hanno accusato di essere molto cose, ma un ladro? Potrebbe essere un nuovo punto di vista, lei che ne dice agente Hill?”
La donna al suo fianco si limita ad una scrollata di spalle. “Che facciamo, signore?”
“L'ultima volta che un alieno è giunto sulla Terra pensava di riuscire a dominare il mondo. Non è finita bene. Per lui.”
Parla di Loki e Freya rimane zitta, la mano appoggiata sulla testa di Pan.
“Parli la nostra lingua.”
Ovviamente sì, la parlava. Quando si attraversava il bifrost si otteneva automaticamente il dono di saper comprendere e parlare la lingua di popoli differenti. Bastava varcarlo una volta sola nella vita e lei aveva utilizzato il ponte che collegava i Nove Regni più di una volta.
“E il tuo aspetto è simile al nostro.”
“Un'asgardiana” interviene la donna.
Nick Fury annuisce. “Possibile.” Fa dondolare Brísingamen da destra a sinistra e Freya ne studia i movimenti.
“Non voglio conquistare il vostro mondo. I mortali non hanno attrattive, siete retrogradi e limitati” annuncia con estrema sincerità. Tanto vale mettere subito le carte in tavola.
“Parole forti dette da una ragazza che precipita dal cielo. Perché sei qui, dunque?”
“Un errore.” Ed è vero, perché fosse stato per lei non avrebbe mai messo piede su Midgard. “Non ho interesse né per la vostra vita né per la vostra morte.”
“Ma lo hai per questo oggetto, vero?” interviene Fury, lanciando in aria la collana e riprendendola al volo.
Freya si sforza di mantenere un'espressione distaccata. “È un cimelio di famiglia.” Abbozza un sorriso.
“Ricapitoliamo. Sei precipitata sulla punta della piramide di Cheope mandando il mondo nel panico, sei accompagnata da una specie di leone e affermi che noi terrestri siamo un popolo di... Qual era la parola, agente Hill?”
“Retrogradi, signore.”
“Giusto, retrogradi... Ora, mi sembra chiaro che abbiamo un problema. O stai mentendo o, per quanto assurdo, stai dicendo la verità. Ma sei qui. Qual è il tuo obiettivo?”
“Posso aiutarvi” le parole le muoiono sulle labbra. Si da dell'idiota da sola, ma quello è probabilmente il modo più semplice e rapido per esaudire la richiesta di Hela.
“Aiutarci? Mi sfugge il motivo.”
“So combattere, sono in grado di utilizzare... voi la chiamereste magia... Posso trovare i vostri nemici, ucciderli se occorre.”
Nick Fury si porta una mano alla benda che copre l'occhio perduto e sembra quasi riflettere sulla proposta.
“Signore!” esclama l'agente Hill, che le lancia occhiate furibonde. “Non vorrà davver-”
L'uomo alza la testa. “E in cambio cosa vorresti?”
“Thor.” Freya socchiude gli occhi e l'altro la guarda perplesso.
“Intendi-”
“Intendo dire che farò quello che vorrete a patto che l'erede al trono di Asgard, il principe Thor, non scopra mai la mia presenza su questo mondo.”
“E per quale motivo dovrei accettare?”
“Perché vi servo” precisa Freya. “Quando vi potrebbe ricapitare un'occasione simile? Una guerriera che si offre spontaneamente a voi?”
“Chi mi assicura che tu non stia tramando qualcosa?”
“Nessuno, avete solo la mia parola.”
La donna fa un passo in avanti. “E perché non dovremmo dire a Thor che uno dei suoi è qui? Chi sei tu?”
Chi era?
“Una valchiria. C'è stata una battaglia ad Asgard.” Freya chiude gli occhi e scuote la testa. “Ed io sono scappata.” Non era nemmeno troppo lontano dalla verità. “C'è la morte per chi abbandona l'esercito di Odino. Non è certo Midgard, la terra protetta dal principe, il luogo in cui sarei voluta fuggire. Come ho detto la mia presenza qui è un errore, ma non dispongo dei mezzi per andarmene.”
Uno dei soldati si toglie il caso, rivelando un volto femminile e capelli rossi come rame. Freya osserva la nuova arrivata e qualcosa le dice che è quella che Loki appellava come “vulvetta lamentosa”.
“Non mente” dichiara lanciando un'occhiata a Fury.
“Romanoff, ne sei certa?”
Maria Hill volte le spalle a tutti e preme una mano all'orecchio, parlando sottovoce. “Abbiamo un problema. Tony Stark sarà qui fra pochi minuti, quindici al massimo.”
L'uomo di metallo, collega Freya.
Fury avanza, posizionandosi a pochi centimetri da lei, ma non le incute alcuna paura. “Ti terrò d'occhio. Un solo passo falso e Thor saprà ogni cosa” la ammonisce.
Freya non batte ciglio e Pan scodinzola mentre si avvicina all'umano. “Abbiamo un accordo?” chiede.
Il direttore dello S.H.I.E.L.D. le volta le spalle e la ignora. “Ripulite tutto e sgomberiamo il campo!” grida per farsi sentire da tutti. “Natasha, ti affido...”
“Freya.”
“Molto bene. Romanoff, pensaci tu.”
 

 
Loki bussa alle stanze di sua madre, sorpreso di aver ricevuto l'ordine di recarsi da lei. Quando varca la porta non trova nessuna ancella ad attenderlo, mentre Frigga è ferma davanti ad una tela coperta.
Si avvicina cauto perché fra tutte le cose che si aspettava di trovare quella è l'ultima.
Sua madre ha le mani sporche di pittura e un'espressione assorta del viso. Sembra riscuotersi solo quando lui la supera e si ferma in attesa di qualche spiegazione.
“Loki” chiama con un filo di voce.
“State bene, madre?”
Frigga annuisce, ma non sembra convinta nemmeno lei della risposta. “Ho disegnato e dovevo mostrartelo. Non posso farne parole con Odino e Thor ha troppi problemi per aggiungerci anche questo” spiega prima di strappare con violenza il velo che protegge il quadro.
Loki alza la mano e si avvicina di uno, due passi. Espira bruscamente mentre osserva il dipinto.
Freya è uguale all'ultima volta che l'ha vista. Indossa un abito bianco, i capelli sono intrecciati e al collo manca Brísingamen. Ma non sono quei dettagli ad avergli fatto trattenere il respiro.
Ci sono della ali, enormi, splendide e terribili che si distendono dietro la schiena della guerriera. Frigga ne ha tratteggiato le piume una per una con una tale precisione che si notano anche le variazioni cromatiche. Le più esterne sono grigie, mentre le altre virano verso il bianco.
Alle sue spalle, Freya è circondata da una distesa infinita d'acqua ed è impossibile capire dove si trovi.
“Cosa significa?” domanda Loki, sfiorando gli occhi della guerriera. La pittura è ancora fresca e del colore gli rimane sulle dita.
“Non lo so” gli risponde Frigga con la voce spezzata.
“È una premonizione?”
Sua madre scuote la testa. “Non so nemmeno questo, Loki.”
Tacciono entrambi, immobili mentre continuano a studiare il quadro.
 
 
 
 

 

 

Note: ed ecco Fury, la Hill, Romanoff e di nuovo Stark… Che dite, accettabili? xD
Il banner è provvisorio! ù.ù Vedo se riesco a farne uno più decente!
Loki, Freya e Thor... ecco cosa sta accadendo loro! :P
 

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