13/10/2015
1 recensioniTutto iniziò per caso, per puro caso, sotto la Tour Eiffel. Un ragazzo le cadde addosso. Fu subito odio profondo: era una di quelle persone che anche se non conosci non ti va di frequentare... in ogni caso il destino aveva in serbo altri piani per loro due. Il ragazzo si rivelò essere inglese, anche lui in gita con la scuola. Proprio questa scuola era in contatto con quella della ragazza: avevano organizzato una gita incrociata, in modo tale che gli studenti italiano fossero costretti a parlare anche in inglese. Le coppie furono formate in maniera casuale e ad Alice spettò il peggior compagno, proprio quel ragazzo. Avrebbero dovuto stare insieme per tutta la settimana.
La loro esperienza insieme cominciò. Alice mise subito le cose in chiaro, ma il ragazzo sembrava comunque entusiasta di averla come compagna e, per farsi perdonare, cominciò a corteggiarla. Harry, così si chiamava.
Ogni giorno era una sorpresa con quel ragazzo: ne era bastato uno per non farsi più odiare, due per essere ottimi amici. L'unico timore di Alice era che quell'amicizia potesse trasformarsi in qualcosa di più. No! Non poteva correre il rischio... era qualcosa di impensabile, ma quella strana sensazione iniziava a farsi sentire.
Una mattina la aveva svegliata all'alba e portata sulle rive della Senna; una sera l'aveva portata a mangiare fuori e a camminare sugli Champs Elysées. Lei aveva già capito tutto, ma non poteva permettere che lui le rivelasse i suoi sentimenti, soprattutto perché dopo tre giorni avrebbero dovuto dirsi addio.
Il momento più speciale fu davanti alla cattedrale di Notre Dame. In quel luogo i loro sentimenti reciproci presero il sopravvento: i due si baciarono appassionatamente, prima che Alice potesse rendersi conto di ciò che stava facendo. Nonostante tutto, lei non si sentiva in colpa per quel bacio, lei provava qualcosa per lui, ma non poteva permettersi di ammetterlo.
Mancavano solo due giorni alla partenza, quando i due andarono di fronte al "muro dell'amore". Lui le propose di scrivere i loro nomi, me lei rifiutò. Passarono il resto della giornata a passeggiare mano nella mano e a farsi diverse fotografie. Lui accennò un "Ti a...", ma lei lo interruppe. Non voleva che entrambi soffrissero a causa della distanza. Tutto sarebbe tornato alla normalità in poco tempo.
Il giorno seguente Harry andò da lei. Aveva in mano un sacchettino con all'interno sei souvenir a forma di tour Eiffel: avrebbero lasciato ciascuna statuetta nei luoghi in cui si erano trovati meglio.
Si recarono sulle rive della Senna, dove insieme cedettero alle acque il simbolo del loro puro, ma impossibile amore. Andarono agli Champs Elysées, incisero su un albero le loro iniziali e seppellirono, in una piccola buca, un'altra statuetta, quasi come se il loro amore dovesse rimanere segreto, custodito dalla natura stessa. Arrivarono davanti alla cattedrale di Notre Dame, dove si scambiarono un secondo "primo bacio". Entrarono nella chiesa e lasciarono la statuetta, quasi a simboleggiare che il loro amore era qualcosa di divino, qualcosa che sarebbe stato custodito dalla fede stessa. Tornarono al "muro dell'amore", ma non per scrivere i loro nomi... quell'amore impossibile avrebbe dovuto rimanere il loro piccolo, mai confessato, segreto. Anche in quel luogo dove il sentimento prevale sulla ragione, abbandonarono il simbolo del loro amore, cosicché tutti potessero, anche se inconsapevolmente, vedere quanto si amassero. Rimanevano solo due statuette e così tanti luoghi importanti. Ovviamente scelsero il luogo da cui tutto era cominciato: la tour Eiffel, il simbolo della loro avventura.
Depositata questa penultima statuetta, Harry si rivolse ad Alice e le diede l'ultimo souvenir dicendo: "Parigi è una città magnifica, ma il luogo in cui mi sono trovato meglio è stato tra le tue braccia. Ti amo."
Lei non rispose, non ne ebbe il coraggio, ma lo baciò con passione.
Il fatidico giorno era arrivato. Stavano già tutti scambiando gli ultimi saluti con i compagni inglesi per poi salire sull'aereo che li avrebbe riportati a casa. Loro due erano lì, in disparte. Sembrava che ognuno dei due cercasse di non piangere solo per non far stare peggio l'altro. Il momento era giunto: i due si dissero semplicemente "addio". Lei si voltò e si diresse verso il resto della classe, stessa cosa per lui. Tuttavia, all'improvviso, lei si rese conto che non poteva abbandonarlo in questo modo, così tornò indietro e:
"Ti amo, ti amo, ti amo!". Queste furono le sue parole, seguite da un appassionato bacio, l'ultimo.
Hola a todoss. Sono un ragazzo e questa storia risale a circa due anni fa. L'ho scritta sia per il mio esame di terza media(il quadro scelto per arte era appunto "La tour Eiffel" di Seurat) sia in onore della mia migliore amica, Alice, directioner e amante di Harry. Sarei molto contento se voi che la leggerete mi diceste cosa ne pensate. Non è assolutamente un obbligo, ma almeno così potrei prendere seriamente in considerazione l'idea di scrivere un'intera ff (magari direttamente come sequel). Vi aspetto in molti... scrivetemi cosa ne pensate. Ciaoooo.
Il momento più speciale fu davanti alla cattedrale di Notre Dame. In quel luogo i loro sentimenti reciproci presero il sopravvento: i due si baciarono appassionatamente, prima che Alice potesse rendersi conto di ciò che stava facendo. Nonostante tutto, lei non si sentiva in colpa per quel bacio, lei provava qualcosa per lui, ma non poteva permettersi di ammetterlo.
Mancavano solo due giorni alla partenza, quando i due andarono di fronte al "muro dell'amore". Lui le propose di scrivere i loro nomi, me lei rifiutò. Passarono il resto della giornata a passeggiare mano nella mano e a farsi diverse fotografie. Lui accennò un "Ti a...", ma lei lo interruppe. Non voleva che entrambi soffrissero a causa della distanza. Tutto sarebbe tornato alla normalità in poco tempo.
Il giorno seguente Harry andò da lei. Aveva in mano un sacchettino con all'interno sei souvenir a forma di tour Eiffel: avrebbero lasciato ciascuna statuetta nei luoghi in cui si erano trovati meglio.
Si recarono sulle rive della Senna, dove insieme cedettero alle acque il simbolo del loro puro, ma impossibile amore. Andarono agli Champs Elysées, incisero su un albero le loro iniziali e seppellirono, in una piccola buca, un'altra statuetta, quasi come se il loro amore dovesse rimanere segreto, custodito dalla natura stessa. Arrivarono davanti alla cattedrale di Notre Dame, dove si scambiarono un secondo "primo bacio". Entrarono nella chiesa e lasciarono la statuetta, quasi a simboleggiare che il loro amore era qualcosa di divino, qualcosa che sarebbe stato custodito dalla fede stessa. Tornarono al "muro dell'amore", ma non per scrivere i loro nomi... quell'amore impossibile avrebbe dovuto rimanere il loro piccolo, mai confessato, segreto. Anche in quel luogo dove il sentimento prevale sulla ragione, abbandonarono il simbolo del loro amore, cosicché tutti potessero, anche se inconsapevolmente, vedere quanto si amassero. Rimanevano solo due statuette e così tanti luoghi importanti. Ovviamente scelsero il luogo da cui tutto era cominciato: la tour Eiffel, il simbolo della loro avventura.
Depositata questa penultima statuetta, Harry si rivolse ad Alice e le diede l'ultimo souvenir dicendo: "Parigi è una città magnifica, ma il luogo in cui mi sono trovato meglio è stato tra le tue braccia. Ti amo."
Lei non rispose, non ne ebbe il coraggio, ma lo baciò con passione.
Il fatidico giorno era arrivato. Stavano già tutti scambiando gli ultimi saluti con i compagni inglesi per poi salire sull'aereo che li avrebbe riportati a casa. Loro due erano lì, in disparte. Sembrava che ognuno dei due cercasse di non piangere solo per non far stare peggio l'altro. Il momento era giunto: i due si dissero semplicemente "addio". Lei si voltò e si diresse verso il resto della classe, stessa cosa per lui. Tuttavia, all'improvviso, lei si rese conto che non poteva abbandonarlo in questo modo, così tornò indietro e:
"Ti amo, ti amo, ti amo!". Queste furono le sue parole, seguite da un appassionato bacio, l'ultimo.
Hola a todoss. Sono un ragazzo e questa storia risale a circa due anni fa. L'ho scritta sia per il mio esame di terza media(il quadro scelto per arte era appunto "La tour Eiffel" di Seurat) sia in onore della mia migliore amica, Alice, directioner e amante di Harry. Sarei molto contento se voi che la leggerete mi diceste cosa ne pensate. Non è assolutamente un obbligo, ma almeno così potrei prendere seriamente in considerazione l'idea di scrivere un'intera ff (magari direttamente come sequel). Vi aspetto in molti... scrivetemi cosa ne pensate. Ciaoooo.