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Autore: Andrws    14/10/2015    2 recensioni
Ai tempi dell'antica Grecia, era di grandi eroi e di epiche battaglie, l'equilibrio tra le divinità iniziò ad incrinarsi quando la custodia della Terra venne affidata ad Athena.
Da sempre quel dominio allettava molti tra gli Dei Olimpici, che quindi approfittarono del "passaggio di potere" per tentare la loro Sorte. Il primo come racconta l'Ipermito fu Poseidone, con inondazioni e assedi da parte dei suoi dei suoi seguaci, i Marine. L'assedio dei Marine arrivò ben presto al Tempio di Athena, che nonostante le numerose perdite, reagì prontamente. Creò quindi le Armature, affidandole ai suoi fedeli guerrieri, da allora in poi chiamati Cavalieri. Così ebbe inizio la "prima" Guerra Sacra, che terminò con la disfatta del Dio dei Mari, grazie alle gesta dei Dorati Cavalieri che raggiunta Atlantide, sconfissero i generali Marine e Poseidon in persona.
Non passò molto tempo perché la situazione si facesse propizia per altri contendenti. Alcuni anni dopo, difatti, il "Ratto di Elena", sconvolse l'intero mondo, tanto da influenzare persino gli schieramenti Divini. La Guerra di Troia esplose e con essa nacquero leggende, alcune narrate da Omero ancora oggi ampiamente note, altre invece solamente sussurrate, riservate alla conoscenza di pochi.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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XVIII – Kamui

Ippolito, finito per caso nella stanza sospesa di Ares, riuscì a comprendere e a sbloccare il meccanismo a protezione della preziosa reliquia, un anello dall’aspetto simile ad una gemma preziosa, in parte trasparente ma di un rosso brillante misto al nero più oscuro. Appena il giovane indossò il gioiello appena rinvenuto, una violenta esplosione scaturì da esso, annichilendo ogni cosa intorno. Solo desolazione e macerie erano rimaste sull’isola, quando il Dio della Guerra riapparve su essa.
“Per fortuna sono riuscito a teletrasportarmi all’ultimo istante, altrimenti avrei potuto subire danni seri! Dannato Ippolito!” – Ares era infuriato al solo pensiero di essere stato costretto alla fuga, ma si trattava di potere aldilà di qualunque immaginazione.
“Considerando le capacità di Ippolito, mi aspettavo che l’energia emanata dall’anello distruggesse completamente l’isola e che devastasse le coste limitrofe, invece è stata contenuta.” – commentò osservando la devastazione assoluta che dominava su tutta l’isola, e nonostante ciò, il Dio era sorpreso perché secondo le sue previsioni, tutta l’isola non doveva essere che un mero ricordo.
“Com’è possibile?” – si chiese – “Che Ippolito abbia celato le sue vere capacità affinché lo sottovalutassimo? Per riuscire a equilibrare la potenza dell’anello in questo modo deve aver come minimo un’ottima comprensione del settimo senso… o forse addirittura…! Deve essere così! È da escludere lo zampino di Athena, non poteva limitare così i danni con il poco preavviso, considerando che la dislocazione spaziale della stanza ha disperso l’energia dell’anello fin quando non è stato completamente liberato!”
“Ahahahah! Il Fato… il Destino è piuttosto divertente!” – commentava tra sé e sé – “I Cavalieri hanno distrutto la barriera al teletrasporto dei piani superiori e ciò ha praticamente condannato ogni essere umano sull’isola! Non appena Ippolito ha sbloccato il meccanismo che manteneva nascosto l’anello anche la dislocazione della stanza è cessata e non essendoci più la barriera al teletrasporto è tornata nella sua originaria posizione al secondo piano del palazzo! Così l’esplosione ha ucciso tutti i presenti, Cavalieri e Berserkers compresi! Forse solo quelli alle prigioni si sono salvati! Ma mentre a me rimangono ancora più di tre legioni a disposizione, di Cavalieri credo a questo punto che ne siano rimasti ben pochi!”
“A proposito, dove sono i loro cadaveri? Ne vedo molti di Berserkers, ma non ne vedo di quegli sporchi seguaci di Athena!”
Il Dio, intuì in quel momento cosa effettivamente fosse successo e ciò lo mandò su tutte le furie.
 
Poco prima che l’esplosione distruggesse tutto sull’isola, nella sala del trono Athena cominciava infatti a vederci chiaro sulle intenzioni del Dio della guerra. I due gemelli, figli della pura bellezza e della pura furia, avevano riacquistato le Hauberks e lo scontro era tutt’altro che chiuso.
«Io? Traditrice del mio sangue?» – Athena mantenendo sempre la sua calma divina rispose all’offesa di Deimos
«O vostro padre, che pure Zeus, per le immonde nefandezze che ha compiuto sul mondo, l’ha cacciato dall’Olimpo!»
«Tu non sai niente! Sei sicura di conoscere la verità? O solo il raccontino che Zeus ha usato per giustificare l’espulsione di nostro padre da quello che era un suo diritto?»
Un brivido, scorse lungo la schiena della Dea, così come anche nei due gemelli: era un’energia oscura, appena percettibile.
«Divina Athena, che succede?» – Amida, che insieme agli altri compagni si era avvicinato alla Dea, notò la sua espressione turbata.
“Questa Energia…” – rifletteva dubbiosa la Dea
“L’ho percepita anche prima, ma ora è più forte… sembra molto familiare! No non è possibile!”
«L’anello di Lios!» – sussurrò la Dea
 
Nello stesso istante anche Efesto, nonostante fosse semicosciente, riuscì a percepire quel fremito nel Cosmo, mentre osservava Gyon combattere con tutte le sue forze contro l’avversario.
“Non è possibile… Ares l’ha rubato! Se usasse quel potere… Athena non avrebbe speranza di vincere, anche se il suo giovane Cavaliere è qui davanti a me, a combattere per la mia libertà! Devo escogitare un modo per rompere queste catene, anche se io più di tutti so che è impossibile!”
Gyon si difendeva a stento dai colpi di Sköll, a lui superiore probabilmente in tutto.
«Che succede Cavaliere? Dove è finita tutta la spavalderia di prima?»
Gyon non rispose troppo impegnato a parare e a schivare i velocissimi pugni dell’avversario.
Ad un certo punto, tra la raffica di attacchi di Sköll, Gyon riuscì a vedere un’apertura all’altezza del pettorale destro, così concentrando la sua forza in un pugno, colpì l’avversario mettendo così una certa distanza tra di loro.
«Complimenti Cavaliere! Allora non sei completamente inutile! Non ti trattenere, perché ora si fa sul serio!»
Sköll si scagliò come una furia contro Gyon, scaraventandolo con un calcio contro la parete della cella di Efesto. Allora il Berserker concentrò il suo Cosmo sulle punte delle dita, poco prima di sferrare il suo colpo letale.
«Subirai uno dei destini più crudeli della morte, la prima delle tre vie di Ker: la via dell’Ytre Smerter»
«Fiery Sker!»
Sköll generò così dalle sue dita, centinaia, se non migliaia, di piccoli artigli di fuoco che colpirono il Cavaliere lacerando e contemporaneamente ustionando la sua carne.
 
Le urla di dolore di Gyon, giunsero perfino alle orecchie di Equos e Hati che poco distante lottavano quasi alla pari.
«Ti vedo stanco, Cavaliere! È qui tutta la tua forza? Non lasciarti distrarre dalle urla del tuo infimo compagno, mio fratello lo starà arrostendo per bene!» – lo provocò Hati
«Non cantare vittoria, Berserker! E non pensare che il dolore o la stanchezza basti a sconfiggere un Cavaliere! Dorato o Bronzeo che sia!» – anche se co il fiatone, Equos difendeva l’onore dei guerrieri di Athena con grande convinzione.
«Prepara piuttosto la tua difesa! Rozan Shoryuha!»
L’onda di smeraldea energia divampò in un istante travolgendo Hati, che tuttavia riuscì a resistere, anche se con l’Hauberk piuttosto malconcia.
 
Nel frattempo Athena, avendo appena percepito il Cosmo sprigionato dall’anello, era rimasta sbalordita, perché il fatto che lo avesse Ares comportava un pesante tradimento, non tanto nei suoi confronti ma di tutto l’Olimpo, e ogni tradimento dell’Olimpo, secondo le leggi di Zeus, andava punito con una punizione di egual peso. In quanto vicaria di Zeus sulla terra era difatti suo compito, punire tale tradimento.
«L’anello della distruzione, uno dei sette tesori, l’avete avuto per tutto questo tempo voi!» – disse stupefatta, rivolgendosi ai due gemelli.
«Ma certo! Ora capisco! Ares l’ha rubato affinché uno di noi venisse bandito dall’Olimpo e lui reintegrato! Hestia, quindi, era innocente! Ma chi tra gli Olimpici gli ha permesso di entrare! Chi è stato?» – pochi attimi di silenzio seguirono alla domanda, anche se Athena sapeva già la risposta.
«Quindi è stata davvero Aphrodite!» – con amarezza Athena giunse a quella conclusione, sarebbe stato un suo dovere punire Aphrodite, cosa che andava contro alla sua natura gentile e onesta, provocandole un certo dissenso.
«Il vostro piano, comunque, non ha funzionato perché il posto di Hestia è stato donato a Dioniso»
«Non hai capito ancora molte cose Dea della saggezza!» – disse una voce soave, poco prima che la bellezza incarnata apparisse.
«Figli miei, ci sarà tempo per lottare contro Athena, ma abbiamo cose più urgenti di cui occuparci»
«Madre, che succede?» – le chiese Deimos
«Dovete portare questa a vostro padre! – disse porgendo loro una delle folgori che portava sulla schiena
«Allora hai trovato il modo in cui distruggere il sigillo? – chiese Phobos
«Sì! È già calibrata per farlo!
«Come puoi tradire così nostro padre? – Athena era amareggiata difronte al tradimento di Aphrodite, e la vista delle armi del padre accese il suo senso di giustizia. Solo a Zeus, infatti, era consentito usare le folgori e approfittando della mancanza del padre dal pianeta, Aphrodite aveva rubato quelle rimaste sul Sacro Monte. Tale gesto aggravava di molto il suo tradimento, già imperdonabile.
«Tu che da Dea hai scelto di vivere come mortale, come una creatura inferiore, quale diritto hai di poter fare prediche? Tu che da sempre sei ritenuta la divinità più saggia, non riesci a vedere aldilà della gentilezza del tuo animo! Ingenua come un infante, lasci che certi eventi accadano, accontentandoti di spiegazioni al limite del plausibile, solo in nome della fiducia in colui che chiami padre!»
«Basta Deimos!» – intervenne Aphrodite – «Non c’è tempo da perdere, andate!»
«Madre per adesso, è impossibile, nostro padre si trova nella stanza sospesa!»
«Non può essere!» – esclamò la Dea – «Lo percepisco perfettamente, se fosse nella stanza non potremmo percepirlo così distintamente!»
«Allora chi c’è nella stanza? Chi ha tale potere?» – chiese Deimos
«Non è possibile, Ippolito!» – Phobos capì in quel momento il pericolo incombente, tanto che Athena e i Cavalieri, sparirono ai suoi occhi, come se non importassero più – «È lui che sta liberando l’anello! L’esplosione deve aver interferito con il teletrasporto di quel Cavaliere, catapultandolo lì!»
«Ma come è possibile?» – chiese il fratello.
«È l’unica spiegazione! E se è così…»
«Fra poco questo posto sarà ridotto in cenere» – disse Aphrodite interrompendo il figlio
In un istante, madre e figli scomparvero nel nulla lasciando Athena e i suoi cavalieri piuttosto confusi.
Eiren visibilmente turbata, come se non riuscisse a credere a ciò che aveva appena sentito, si voltò indietro e fece qualche passo.
«Va oltre ogni mia immaginazione!» – esclamò la giovane, appena fermatasi.
Allargò le eleganti braccia, con il suo scettro alla mano destra espandendo il suo Cosmo oltre ogni limite visto in passato dai Cavalieri. Una barriera apparve intorno ai dorati lì presenti, così come intorno a tutti i Cavalieri lì al palazzo.
«Divina Athena, che sta succedendo?» – chiese Asclepio
«Non c’è tempo per le spiegazioni adesso! Ho già dato a Neven troppo tempo, ora la situazione è cambiata non potete stare qui!»
«No! Non può rimanere da sola!» – urlò Keren, ma nell’istante in cui pronunciò l’ultima sillaba si trovava già al Tempio, insieme a tutti i suoi compagni. Tutti i Cavalieri partecipanti all’assedio al palazzo vennero teletrasportati da Athena al Tempio. La Dea rimasta nella sala del trono, sapeva ciò che di lì a poco sarebbe successo. Dopo qualche secondo, infatti, la furia dell’anello si percepì distintamente e un’onda d’urto scosse il pavimento e ciò che restava delle pareti, che tremando cadevano in pezzi.
“Ci siamo!” – pensò
“Se Ippolito indossasse l’anello, non riuscendo a controllare la sua energia, quella in eccesso verrebbe rilasciata, causando probabilmente un’esplosione di dimensioni immani che potrebbe coinvolgere le popolazioni che abitano intorno alle coste, non posso permettere che accada!”
Continuò ad espandere il suo Cosmo cercando di coprire tutta l’area, quando all’improvviso, l’onda di energia oscura spazzò via ogni cosa, lasciando solo detriti e cenere.
 
Al Tempio Kleiros e Kitalpha impazienti per l’esito dello scontro, erano di guardia sull’altura che dava sul villaggio di Rodorio ormai semideserto dopo che la maggior parte della gente lo lasciò. Il buio e il silenzio della notte accentuavano l’estenuante tensione dell’attesa cui si aggiungeva la possibilità di un nuovo attacco dei Berserker. Dopo ore di guardia, la luce dell’alba indicava la fine del loro turno e i due quindi presero il sentiero verso il villaggio per poi tornare all’accampamento di fortuna costruito dopo la distruzione del Tempio. Erano ormai a pochi metri dalle tende, quando un’immensa luce bianca si diffuse in tutta la zona e non appena si disperse, i due rividero i compagni, teletrasportati da una preoccupatissima e saggia Athena.
«Nobile Polluce!» – urlò Kitalpha avvicinandosi ai dorati.
«Sono contento di rivedervi! Ci ha fatto prendere uno spavento con quella Galaxian Explosion! Ma che è successo? E dov’è la Divina Athena?»
Il dorato, inizialmente non rispose scambiandosi sguardi preoccupati con i compagni dorati altrettanto in apprensione. Si guardavano attorno alla ricerca del loro Generale, ma di lui e di altri nessuna traccia. Quando tuttavia gli altri Cavalieri, disorientanti e confusi dall’essersi ritrovati al Tempio senza Athena, si radunarono attorno ai dorati pretendendo spiegazioni, Polluce intervenne.
«Allora, la situazione è piuttosto complessa! Non sappiamo di preciso perché Athena ci abbia riportato al Tempio, prima del previsto, ma la missione non poteva essere più portata avanti! La nostra missione, difatti non era solo liberare la Divina Athena, perché vi posso assicurare che non è mai stata in pericolo. Abbiamo pungolato Ares per fargli mostrare le sue carte, o meglio i suoi obiettivi, perché nonostante mi fossi infiltrato tra le sue fila, insieme al giovane Ippolito, non avevo scoperto granché! L’unica cosa di cui ero certo, è che Ares tenesse imprigionato Efesto nel suo palazzo, tenutomi sconosciuto fino a due giorni fa! Per questo abbiamo inscenato, su suggerimento della stessa Dea Athena, il suo rapimento, perché fosse portata al palazzo del Dio della Guerra, e avere la possibilità di liberare Efesto! Tuttavia durante la battaglia sono emerse delle informazioni che non abbiamo capito in fondo! Solo la Divina Athena sa di che si tratta e ha ritenuto che fosse troppo pericoloso per noi affrontare la situazione attuale! Sul perché ha deciso di rimanere non ho spiegazioni, quello che vi posso dire è che comunque ci sono ancora Cavalieri, con lei! Il Nobile Neven, Equos, Ippolito, Chirone e Gyon sono rimasti lì e cercheranno in tutti modi di proteggere la Divina Athena! Quello che adesso possiamo fare, è seguire la decisione della nostra Dea, fidandoci, come abbiamo sempre fatto, del suo giudizio! Grazie a lei i nostri compagni, caduti in battaglia, sono tornati con noi, quindi per prima cosa seppelliamo i valorosi Cavalieri e riorganizziamoci, disponendo una solida linea di difesa e un’eventuale squadra di soccorso!»
Le domande e i commenti dei Cavalieri si sommavano creando il caos, fin quando Asclepio e Polluce non urlarono insieme – «Basta!»
«Se avete delle domande, vi prego di farle una alla volta!» – intervenne Amida
«Perché Athena non ha riportato indietro anche loro? Regor, quando il nobile Neven ha riportato qui alcuni feriti, tra cui appunto lui, ha riferito che Chirone era in grave difficoltà contro Bia, e aveva già perso un braccio, quindi perché scegliere lui invece che voi, che seppur stanchi siete ancora in grado di combattere? Lo stesso dicasi per Gyon, che per quanto possa essere determinato, è ancora inesperto!» – chiese Kleiros
«Non credo che Athena, abbia scelto volontariamente di non teletrasportare anche loro! Anzi sono convinto che il suo obiettivo fosse di riportare tutti Cavalieri al Tempio, lo testimonia il fatto che ha riportato anche i caduti in battaglia!» – rispose Keren.
«Da questo e da ciò che mi riferisci tu riguardo le condizioni di Chirone, possiamo dedurre che probabilmente il nucleo anti-teletrasporto che Ippolito ha distrutto non fosse l’unico, e che le prigioni, luogo in cui si trovavano mio padre, Equos e Gyon, intenti a cercare il Dio del Fuoco, fosse effettivamente protetto da un altro nucleo a parte, o da un altro meccanismo che blocchi il teletrasporto! Considerando le condizioni di Chirone, non è da escludere che sia stato fatto prigioniero e per questo anche a lui è stato impedito di tornare! Per quando riguarda l’assenza di Ippolito, sono proprio le circostanze in cui si è trovato che hanno indotto Athena a riportarci qui!»
«Ora basta con le spiegazioni, abbiamo dei doveri da compiere!» – intervenne Polluce – «Chi è gravemente ferito vada con Kitalpha e Asclepio alle tende, si occuperanno di voi. Chi invece riesce ancora a stare in piedi, segua Keren per l’organizzazione di una linea di difesa, chi ha ancora forza in corpo, mi aiuti a seppellire i nostri compagni e a ampliare l’accampamento. Non è ancora il momento di riposarsi, su a lavoro!»
 
Intanto Ares, furioso per la beffa subita dalla Sorte, cercava tra le macerie il cadavere di Ippolito, per recuperare il prezioso gioiello che tanta morte aveva disseminato.
«Sommo Ares!» – Kratos e Bia, protetti dalle loro Hauberks ancora intatte, erano apparsi al cospetto del loro comandante.
«Sono lieto di vedere che siete riusciti a sfuggire all’esplosione indenni!»
Subito dopo apparirono anche Phobos, Deimos e Aphrodite.
«Oh, finalmente, ma dove sei stata?» – chiese alla Dea
«Ho trovato il modo di distruggere il sigillo, o meglio, di annullarlo! Le folgori hanno il potere di distruggere e sigillare, ma lo stesso potere che permette di sigillare permette anche di annullare i sigilli, solo che per farlo occorre una destrezza nell’usarle che solo il padre degli Dei possiede, ma nonostante ciò ci sono riuscita!»
«Allora dovremmo fare in fretta, perché se, come temo, l’esplosione abbia liberato Efesto, non c’è molto tempo!»
Un rumore, in quel momento, attirò la loro attenzione, così Phobos con una perturbazione di energia, spostò le macerie alla sua destra, rivelando Gyon ricoperto di tagli profondi e brutte ustioni, con l’Armatura in frantumi, che a stento riusciva a muoversi.
«Ah ma guarda!» – esclamò Phobos – «Quella mezza cartuccia che era nelle prigioni è sopravvissuta, non solo al tuo attacco Deimos, ma anche all’esplosione!»
I suoi gemiti di dolore sembravano quasi divertire Phobos, quando da sotto le macerie a qualche metro di distanza uscirono due Berserker, con in spalla un altro.
«Sköll, Fenrir! Che è successo ad Hati?» – chiese Ares
«Un Cavaliere è riuscito a sconfiggerlo, ma per fortuna non è morto, solo svenuto» – rispose Fenrir
«Capisco!»
«Sommo Phobos, mi concede il permesso di finire quel Cavaliere?» – chiese Sköll riferendosi al povero Gyon gemente a terra – «Abbiamo iniziato uno scontro e vorrei che finisse con la sua morte!»
«Non vedo perché no! Uccidilo, ma fallo lentamente, mi piace sentirlo urlare!»
«Ok!» – rispose Sköll e dopo essersi avvicinato, iniziò al colpire il giovane Cavaliere con forti pestoni, provocando urla di dolore che riecheggiarono in tutta l’isola, ormai semideserta.
«Lasciatelo in pace!» – disse Efesto apparso istantaneamente a qualche metro dai nemici, libero dalle catene anche se piuttosto malconcio.
Era affiancato da Equos, che portava in spalla Neven e Chirone, privi di sensi. Il Dio del Fuoco, indugiava lo sguardo verso Aphrodite che, ormai non più sua, ricambiava con un’espressione di sdegno. Fece quindi finta di niente, nonostante in realtà ancora gli pesasse il tradimento della moglie.
«Chi l’avrebbe detto? Vero fratello? L’arma più potente nelle tue mani mi ha liberato! L’esplosione generata dall’anello, ha distrutto le Catene dell’Esilio, liberando anche questo Dorato Cavaliere! Non è esilarante che un umano abbia indossato quel gioiello, quando nessun Olimpico, ha mai osato farlo? Anzi proprio voi, fratello, moglie, nipoti, e voi miei aguzzini, che avete fatto per non farti coinvolgere nell’esplosione? Scommetto che ve la siete data a gambe!»
«Sono stupito che tu abbia ancora la forza di reggerti in piedi, fratello!» – rispose spavaldo il Dio della guerra
«Beh… Quando secoli orsono, costruii il tuo palazzo, per rinforzare le pareti delle prigioni, usai una lega, ancora in fase di perfezionamento all’epoca, ma che poi si rivelò la più resistente del Cosmo! Quella che poi divenne la base delle Kamui! Se sono quasi illeso, lo devo a quel materiale, così come questi Cavaliere devono ad esso la loro vita, e ora di al tuo Berserker di togliere il piede dal petto di quel giovane…»
«Perché? Cosa pensi di fare?» – lo interruppe Ares – «Sei piuttosto in svantaggio, non credi? Arrenditi e sarò clemente!»
«Clemente? Tu? Ah! Stavo per ridere!» – rispose Efesto, nonostante la sua espressione non fosse stata mai così seria. «Mi hai già sottratto la moglie, la libertà, i miei apprendisti, trucidati o messi in fuga dalle loro terre, invase dai tuoi invasati soldati! Mi hai ricattato affinché costruissi per loro le Hauberks e pensi davvero che ora che sono libero mi arrenda?»
«Hai ragione un vero Dio non lo farebbe! Ma tu non lo sei mai stato, non è vero? E giusto per la cronaca Aphrodite non è mai stata tua!»
«Basta!» – urlò Athena, logora e affaticata, con il vestito strappato in diversi punti che lasciava intravedere la sua candida pelle. Era distante una decina di metri alle spalle del Dio della Guerra e si avvicinava sempre più ai nemici, appoggiandosi al suo scettro che usava quasi come un bastone.
«Athena! Quindi non te sei andata con tutti i tuoi sporchi Cavalieri?» – disse Ares
«Divina Athena non si avvicini a loro!» – urlò Equos
Aphrodite scagliò in quel momento una delle Folgori sul marito, disintegrando la sua Hauberk. Una miriade di scariche elettriche si generarono dal sigillo di Zeus sul petto di Ares colpendo tutta l’area circostante. Fu in quell’istante che Gyon, con uno scatto che fece quasi cadere Sköll, difese la sua Dea facendole scudo con il proprio corpo.
«Gyon!» – sussultò Eiren, che lo vide resistere a decine si scariche fin quando Equos, non lanciò il suo scudo sulla schiena del giovane, che cadde, urlante dal dolore, tra le braccia della Dea.
Le scariche si erano ormai disperse quando accanto ad un sorridente Ares, apparve la sua Kamui.

Note
Per chi non lo sapesse, Kurumada con l'ipermito e le puntate finali della saga di Hades (Elysion chapter) ha rivelato che gli Dei dell'Olimpo possiedono armature perfette chiamate Kamui; tuttavia non sono mai state usate nelle vicende del manga e Kurumada non ha pubblicato un disegno di Kamui, se non la parte superiore di quella di zeus. Gli Dei nel manga, infatti, non hanno le Kamui ma armature simili a quelle forgiate per i loro guerrieri, anche se più forti e resistenti: Athena ha una cloth, Hades un surplice e Poseidon una Scale.
Riguardo l'anello di Lios beh è una mia creazione e come potete vedere è ben diverso da tutti gli anelli magici o leggendari esistenti, lo dico solo per non ricevere messaggi della serie "ah vabbè ma è l'anello di Sauron!" perchè è chiaro che è completamente diverso e non solo di aspetto.
Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto e come al solito vi invito a recensire, soprattutto se avete delle critiche da fare.
Al prossimo capitolo :)     
   
 
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