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Autore: Dharma    17/02/2009    1 recensioni
Per scriversi da soli la propria vita è necessario fare delle scelte. Eppure, non sempre si ha ben chiara la meta desiderata e la voglia di libertà ti porta a fuggire verso un futuro incerto. A volte basta allontanarsi dalla realtà che è sempre stata per scoprire che al di là dei propri orizzonti vi è un mondo completamente diverso… [ Fanfiction 3° classificata a pari merito con SonSara al concorso “FLASH CONTEST - NARUTO - Il Treno” indetto da DarkRose86]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Akasuna no Sasori , Kisame Hoshigaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: binky
Titolo: Per questo lui mi odierà
Personaggi/Pairing: Itachi, Sasuke, Kisame, Sasori
Genere: generale, introspettivo
Rating: giallo
Avvertimenti: one shot, AU, Spoiler

Introduzione: Per scriversi da soli la propria vita è necessario fare delle scelte. Eppure, non sempre si ha ben chiara la meta desiderata e la voglia di libertà ti porta a fuggire verso un futuro incerto. A volte basta allontanarsi dalla realtà che è sempre stata per scoprire che al di là dei propri orizzonti vi è un mondo completamente diverso… 

[ Fanfiction 3° classificata a pari merito con SonSara al concorso “FLASH CONTEST - NARUTO - Il Treno” indetto da DarkRose86]


Per questo lui mi odierà

 

- Itachi, cosa stai facendo?-

Il ragazzo si voltò per incontrare, nel buio della stanza avvolta dalla notte, gli occhi assonnati del fratello minore. Non seppe cosa rispondere ed attese che Sasuke avesse terminato di osservare incuriosito la valigia colma di vestiti poggiata sul letto alle sue spalle.

- Dove vai?- Aveva un tono innocente, ma vi risuonava una nota allarmata.

Itachi si voltò nuovamente e continuò a sistemare i propri effetti nel borsone. Non riusciva a trovare il coraggio per guardare quelle aridi così simili alle proprie mentre la verità gli si riversava fuori dalle labbra come veleno, qualcosa da cui non poteva più fuggire – Non lo so, mi basta uscire da questa casa. Qualunque posto è meglio di qui.-

Lo aveva detto.

- Quando torni?-

Una domanda la cui risposta era chiara ad entrambi.

- Non torno, Sasuke.-

Due mani si aggrapparono disperatamente alla felpa del più grande.

- Allora non partire.-

Solo allora Itachi si volse per abbracciare il fratellino, che affondò il volto nel suo petto per soffocare il proprio pianto. Non voleva che il maggiore lo vedesse in quel momento di debolezza, tuttavia lo terrorizzava l’idea di perdere l’unica persona che riusciva a comprenderlo realmente.

Itachi si sedette sul letto con Sasuke – No, non me ne vado.-

Ma la paura appena provata era ancora viva nel piccolo Uchiha, che si addormentò con la maglia del maggiore ancora stretta nelle mani.

 

Quando si destò, Sasuke continuava a stringere la felpa del fratello, ma Itachi non c’era più e lui era solo, in una casa vuota e buia che gli appariva inquietante come mai prima di allora.

E non gli servì più soffocare il pianto, nessuno poteva udirlo.

Accoccolato sul letto che fino a quella notte era appartenuto al maggiore, rimase aggrappato a quella maglia che ancora sapeva di lui.

 

Trovò uno scompartimento vuoto e stancamente si abbandonò su uno dei sedili. Itachi poggiò il viso sul freddo vetro che ancora si affacciava sulla stazione. Si sentiva in colpa per aver lasciato solo Sasuke ed avergli mentito, ciononostante non avrebbe sopportato oltre la convivenza con un padre che non aveva mai smesso di crescerlo a sua immagine. Quell’impegno improvviso che avrebbe impegnato i genitori fino al giorno seguente si era rivelato un’opportunità assai favorevole.

Da quel momento avrebbe dedicato la propria vita nel divenire il nemico più grande della sua stessa famiglia.  Di quelle persone che, in tutto quel tempo, non si erano mai preoccupate dei suoi sogni, travolgendoli nel tentativo di far nascere in lui un nuovo potenziale discendente.

Non sapeva ancora come, ma sarebbe riuscito nel suo intento. Per il momento, l’unica cosa certa era che, per il passo appena compiuto, suo fratello avrebbe ben presto iniziato ad odiarlo.

Nessun rancore, conosceva bene il carattere di Sasuke così simile al proprio. Solo un rimpianto il cui unico rimedio sarebbe stato il tempo.

Si concentrò sul presente, su quel treno come tanti del quale non conosceva neppure la destinazione e che lo stava conducendo verso un futuro incerto, allontanandosi sempre più da quella stazione che per l’Uchiha rappresentava l’ultimo scoglio di un’esistenza ormai conclusa.

 

Il tempo continuava a scorrere, eppure la notte non avesse ancora ceduto il posto al sorgere del sole.

Ormai Itachi aveva smesso di contare il susseguirsi ininterrotto delle fermate del treno, incurante dei paesaggi che si alternavano con ritmo incostante fuori dal finestrino.

L’ennesima sosta, maledettamente uguale alle precedenti.

Tuttavia, poco dopo che il treno ebbe ripreso la sua corsa, il ragazzo sentì delle voci farsi sempre più vicine. Erano entrambe profonde, ma in una risuonava una nota maggiormente gutturale.

Tacquero poco prima di giungere dinnanzi alla sua cabina.

La porta fu aperta e un individuo alto e robusto si fece avanti per domandare – Quei posti sono liberi?-

Itachi  annuì, studiando poi i due uomini sedersi in silenzio di fronte a lui.

Il primo, quello più robusto, aveva una carnagione olivastra, corti capelli tinti di blu e piccoli occhi verdi. All’Uchiha parve un tipo alquanto particolare, ma si affrettò a spostare lo sguardo sul secondo nuovo arrivato per non far notare la propria curiosità. Quest’ultimo era più basso e magro e sembrava avere pochi anni più di lui. Capelli rossi ed occhi scuri. Sarebbe parso un ragazzo normale, non fosse stato per il suo sguardo innaturalmente gelido e distaccato.

Itachi tornò a fissare il panorama al di là del vetro: il cielo buio si stava lentamente rischiarando.

Fu distratto dalla suoneria di un cellulare a cui rispose prontamente l’uomo dai capelli tinti

- Sì, dovremmo essere alla fermata tra qualche minuto…calmati, abbiamo preferito prendercela comoda…sì…a dopo.-

Solo allora l’Uchiha notò un grosso anello alle dita dell’individuo. Subito controllò le mani dell’altro estraneo e vi scorse lo stesso gioiello. L’unica differenza stava nei simboli sopra incisi.

Itachi ricordò di aver letto di segni simili ritrovati sul luogo di alcuni delitti avvenuti negli ultimi mesi. Aveva scoperto qualcosa a proposito nei database segreti della polizia, attraverso il computer di suo padre. Vi era scritto che, con tutta probabilità, quegli omicidi erano stati compiuti da una setta ristretta di assassini nascosti nel Giappone, ma dei quali si conosceva poco o nulla.

Gli tornò alla mente una foto scattata in uno dei luoghi dove era stato compiuto uno dei delitti: su un muro vicino, con della vernice vermiglia, era stata scritta la parola “ sfera”. La stessa incisa sull’anello del ragazzo dai capelli rossi.

La prima sensazione che assalì l’Uchiha fu un improvviso timore. Distolse lo sguardo.

Eppure, un’idea folle iniziò a farsi strada nella sua mente.

Voleva vendicarsi di un padre che lo aveva cresciuto a propria immagine come un manichino?

Desiderava farla pagare alla propria famiglia per tutte le delusioni che gli aveva procurato?

Allora, quale modo migliore vi era, se non divenire il nemico numero uno di coloro che odiava dal più profondo di se stesso?

Sorrise.

Trasformarsi nell’opposto di ciò che avevano sempre preteso da lui. Diventare un assassino e scontrarsi con il corpo di polizia più importante del Giappone: quello della famiglia Uchiha.

Il treno rallentò, per poi fermarsi dinnanzi ad un paesello come tanti.

I due uomini si alzarono in silenzio per apprestarsi a scendere. Itachi non perse tempo a riflettere su quale importanza potesse rappresentare un luogo come quello per due criminali. Quel viaggio dalla meta ignota si era rivelato la svolta decisiva nella sua vita.

Velocemente afferrò la propria valigia e discese dal treno, per poi seguire i due uomini fin fuori dalla stazione deserta. Percorsero alcune strette strade sterrate, fino a giungere dinnanzi ad un’immensa distesa di prati e campi coltivati. Lì i due individui si fermarono improvvisamente e il ragazzo dai capelli rossi, senza voltarsi, alzò la voce per farsi udire – Non avevi in mente nessuna destinazione migliore prima di salire su quel treno?-

Solo allora Itachi uscì dall’ombra in cu si era nascosto per pedinare gli assassini e si avvicinò loro – Non avevo in mente nulla. Ma adesso ho capito cosa voglio davvero.-

- sarebbe?- Quella domanda risuonò priva di alcuna curiosità, eppure l’Uchiha non si abbatté e rispose con decisione – Desidero una vita nuova.-

Qualche attimo di silenzio, prima che i due uomini riprendessero nuovamente a camminare.

- Vieni con noi, ragazzo.-

L’Uchiha prese un profondo respiro.

Cosa doveva temere?

Ormai aveva già segnato il proprio destino, salendo su quel treno dal capolinea sconosciuto.

Iniziò a seguirli.

“ Renderò la tua vita migliore della mia, fratellino.”

E, mentre si incamminava verso il futuro che si era deciso, all’orizzonte nasceva una nuova alba.

Spazio Autore:

Che dire? Spero vivamente che vi sia piaciuta e ringrazio anticipatamente tutti coloro che leggeranno, recensiranno e, magari, lasceranno un posticino nella loro lista dei preferiti per questa storia!

Inoltre faccio un grande saluto alle altre partecipanti al concorso, con cui mi complimento sinceramente, e alla giudice che mi ha ispirato a scrivere questa ff!

Grazie

Alla prossima!

Binky

 

  
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