Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: gateship    14/10/2015    3 recensioni
Un quindicenne con il sogno di diventare medico, un altro che, ne è sicuro, diventerà il primo consulente investigativo al mondo. Dei fumetti che diventano realtà, un'esagerata incomprensione nei confronti della chimica, un Natale freddo, e un inverno che si preannuncia ancora più gelido.
[Teen!Lock] [John!Lock]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Gelati Cifrati

 

La flebile luce solare iniziava a tramontare dietro le colline inglesi, e John, con un sorriso stanco, mise finalmente via il libro di inglese per tirare fuori un portatile.

Sabato. Il giorno più bello della settimana, a detta di un poeta italiano.

L'aspettativa dello svegliarsi tardi, per una mattina ogni sette giorni. Fare le cose con calma, bere una tazza di thè e iniziare i compiti verso le dieci.

Sabato, il giorno della pregustazione.

Stava cercando un film da vedere quella sera quando Sherlock Holmes si precipitò in camera sua, un sacchetto di plastica in mano.

“La tua stanza non la puoi usare proprio mai, vero?” chiese John con un piccolo sorriso, mentre continuava tranquillamente la sua ricerca.

“Oh, è noioso! Tieni”, disse secco, tendendogli il sacchettino.

John lo fissò, “C'è una bomba dentro?”

Sherlock gli rispose con un'occhiataccia.

Watson aprì la borsa di plastica e ci guardò dentro, poi sbuffò, “Siamo a fine ottobre, Sherlock!” commentò cercando di sembrare seccato, quando invece un sorriso gli si faceva strada sulla faccia.

“Non ti piace?” gli chiese l'amico innocentemente.

 

Come Holmes fosse riuscito a procurarsi mezzo chilo di gelato con quel freddo era un mistero.

Con i loro gusti preferiti, provvisto di coni e per di più artigianale.

Crema e bacio per John, menta e frutti di bosco per Sherlock.

 

“Sai, dovremmo farlo più spesso”, disse Watson, dando un primo morso “Giusto per farti mangiare qualcosa di tanto intanto.”

Sherlock gli sorrise leggermente, “Nelle ultime settimane sembrava avessi perso interesse per il cibo della mensa.”

Lui annuì leggermente: nessuno di loro lo avrebbe mai confessato, ma era bello restare così, a godersi gli ultimi spiragli del Sole, in camera a vedere un qualche film, invece che in una affollata sala con centinaia di studenti.

“È buffo come mangi il gelato”, commentò Sherlock con un mezzo sorriso dopo qualche minuto, quando, sotto lo strato di crema del gelato di John, iniziava finalmente a intravedersi anche il cioccolato.

Il ragazzo arrossì, “Come?”

“Il modo in cui lo mangi è buffo. Consumi prima tutta la parte superiore, quella alla crema in questo caso, quando il livello arriva ad un centimetro dall'inizio del cono smetti e inizi a spingere giù il gelato con il cucchiaino, in modo che la parte inferiore, quella al bacio, tocchi il fondo. Poi inizi a mangiare la parte di cono dove prima c'era il gelato, ora sprofondato. In questo modo riesci a fare durare il sapore per tutta la degustazione. È strano. Non lo fa mai nessuno.”

John passò lo sguardo dal cono a Sherlock, “Come hai fatto a notarlo?” sussurrò.

“Semplice, ti guardavo.”

“Ma noi stavamo vedendo The Imitation Game”, contestò, occhieggiando il televisore.

“No, tu lo stavi facendo, io l'ho visto con Mycroft.”

John lo guardò, leggermente imbarazzato, “Vuoi che cambiamo?”

Sherlock scosse la testa, “Non mi sto annoiando.”

“Oh, beh, sai… io… suppongo che a guardare il resto della stanza non ci si diverta poi tanto.”

“Non stavo facendo quello”, rispose Sherlock, nella voce una nota leggermente più fredda.

“Tu stavi… oh. Guardavi me, mentre io guardavo il film?”

Sherlock annuì, del tutto incurante delle varie tonalità di rosso che stavano passando sul vido dell'amico.

“Avresti potuto non farlo, sai? Se me lo avessi detto...”

“Sei interessante da osservare, John. In apparenza sembri così normale… eppure hai qualità che tieni nascoste persino a te stesso.”

“Come mangiare il gelato in modo buffo?”, chiese l'altro, cercando di alleggerire la tensione.

Sherlock gli sorrise. “Sì, anche quello.”

 


 

 

Il primo vero problema nella sua vita liceale, John lo ebbe qualche settimana dopo, durante l'ora di storia. Quando il suo compagno di banco gli recapitò un messaggio:

 

PL DQQRLR

 

Si voltò verso Sherlock, seduto qualche banco dietro il suo, l'unico in tutta la classe che fosse in grado di fare qualcosa del genere. L'amico gli ghignò leggermente, tornando poi a rivolgere la sua attenzione alla professoressa.

 

John voltò il biglietto, a caratteri minuscoli c'era scritto: “A proposito di Cesare...”

Ma Watson non riuscì proprio a vedere cosa quelle lettere avessero a che fare con l'argomento della lezione.

Aveva ripreso ad ascoltare Mrs. Ride quando Greg gli mollò una gomitata nello stomaco, passandogli seccato un altro bigliettino di Sherlock.

 

OD SURIHVVRUHVVD KD XQD UHODCLRQH FRQ OD ILJOLD GHOOD SUHVLGH

 

Cercò di decifrarlo, ma tra Cesare e degli ammassi di lettere senza senso non trovava decisamente il nesso. Fissò il bigliettino per qualche altro minuto fino a quando una poderosa gomitata, ben più forte della precedente, gli arrivò dritta nel fianco.

John alzò lo sguardo, incontrando, contro ogni aspettativa, quello torvo della professoressa.

“Sì?” chiese, la voce ridotta ad un sussurro spaventato.

“Cos'è quello, Watson?”

Il ragazzino iniziò a bofonchiare qualcosa di confuso, il volto in fiamme, quando la donna gli strappò i due biglietti di mano, “Crittografia?”, commentò lei.

Watson aprì la bocca per confessare qualcosa di campato in aria, quando si accorse che l'insegnante non era più china su di lui, ma su Sherlock. Che la guardava con lo stesso interesse di cui avrebbe degnato un moscerino, “Davvero, Holmes? Crittografia?” ripeté incredula, “Ha qualche spiegazione in proposito?”

Sherlock si fece angelico, “Lei non lo vuole sapere.”

E fu in quel momento che John si rese conto che la sua reputazione da studente modello sarebbe crollata ancora prima di nascere.

Chiuse gli occhi, pizzicandosi la coscia.

“Oh, sì che voglio.”

Holmes diede una scrollata di spalle, “La lezione è noiosa, lei insegna cose palesemente errate, e devo informarla che il libro che stiamo usando è...”

 

 

“Io l'avevo avvertita”, si lamentò Sherlock, mentre ritagliava come punizione l'ennesimo pezzo di buccia di cipolla per la lezione di chimica.

“Non avresti dovuto, e lo sai.” lo rimproverò John asciugandosi gli occhi lacrimanti con un fazzoletto. I cinque bicchieri di acqua non era bastati, evidentemente. [1]

Non che Sherlock se la stesse passando meglio anzi, delle lacrime gli stavano scendendo dalle gote.

“Oh, John, ammettilo. È stato divertente.” provocò lui con un ghigno, riponendo il quadrato di buccia su un vetrino del microscopio.

Watson gli sorrise complice.

Perché quel ragazzo riusciva sempre a farla franca, con lui? “A proposito, cos'hai scritto in quei foglietti? Era davvero crittografia?”

Mi annoio.” rispose Holmes.

“Oh, anche io, se è per questo.”

“No. Sul biglietto. C'era scritto 'mi annoio'.”

“Come scusa?”

“Non sapevo a chi altro dirlo. Ah, ed era il cifrario di Cesare.” aggiunse con una punta di orgoglio nella voce.

John lo guardò sorpreso, “Davvero?”

“Ovviamente.”

Watson posò il vetrino che aveva in mano sul tavolo dell'aula vuota, “Hai usato un cifrario vecchio di 1900 anni per comunicarmi che ti annoiavi?”

Holmes diede una scrollata di spalle, asciugandosi gli occhi con la manica della camicia, “Anche per informarti che la professoressa ha una relazione con la figlia della preside.”

 




Notemie

Il Codice di Cesare viene utilizzato anche sul “blog” di Sherlock, The Science of Deduction, ogni parola viene spostata di tre posizioni verso destra.

Le traduzioni sono rispettivamente, “Mi annoio” e “La professoressa ha una relazione con la figlia della preside.”
In prima liceo, e soprattutto agli inizi, non si studia Cesare, lo so, ma... ma ormai mi sono innamorata di questo codice qui, quindi... quindi resta. Ecco.

[1] Utilizzare bicchieri d'acqua quando si taglia la cipolla è utile per non far lacrimare gli occhi, o almeno, ho sempre fatto così!

 

Ed eccomi qui! Mi dispiace davvero per il mesetto di ritardo (il tempo vola quando si studia eh?), ma non ho avuto un attimo di tempo per aggiornare. Prometto che risponderò alle vostre stupenderrime recensioni al più presto, appena ho un altro attimo (no, susu, non sarà tra un mese, si spera), e ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno letto, recensito, preferito, seguito e ricordato... non pensavo che questa schifezzuola potesse davvero piacere a qualcuno!

Detto questo, sono troppo eccitata per la puntata di domani di SPN, che vedrò senza sottotitoli e capendoci poco, come al solito. Ma l'importante è vedere il visino di Cas.

See you soon (-ish)!

Si, l'ho presa da Moffat, ma ehi, dicembre si avvicina!!



 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: gateship