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Autore: Kya_Smiler    15/10/2015    2 recensioni
Ben, 21enne con una grande passione per la musica, era stato invitato dal suo migliore amico Patrick al suo matrimonio.
Se c'era una cosa che Ben odiava erano proprio i matrimoni, e se c'era qualcosa che odiava di più erano i matrimoni a tema, e purtroppo per Ben quello del suo migliore amico era proprio uno di quelli.
Ben trovò la cerimonia ridicola, la location del ricevimento triste e la musica di sottofondo una vera noia; si stava annoiando a tal punto che lo sfiorò l'idea di fingere di sentirsi male per potersene andare, ma poi vide lei.
D'improvviso quel matrimonio non gli sembrò poi così male e rimase fino alla fine della serata, ma quello era solo l'inizio.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap.3 - Mai giudicare un libro dalla copertina


 
"Heaven is a place on earth with you."
Lana Del Rey - "Video Games"



-Gwen PoV





Non mi prendevo una sbronza del genere da tempo. Avevo la testa che scoppiava, un dolore lancinante che mi permetteva a malapena di pensare, ma la prima cosa che vidi appena aprii gli occhi fu il suo nome scritto sul mio braccio, 'BEN'.                                  
Non mi ricordavo molto di quello che era successo quella sera, avevo la memoria confusa e offuscata, ma ogni singolo ricordo era collegato a lui.                                  
A pensarci bene, io non sapevo quasi niente di Ben, praticamente era un perfetto estraneo, però il mio cuore non lo considerava tale, il mio cuore mi suggeriva che lui era molto di più. Che cosa era successo esattamente? Perchè mi ritrovavo a pensare così intensamente ad uno sconosciuto?                      
 Avevo bisogno di vederlo.                                              
Afferrai il telefono con la speranza di trovare una sua telefonata, ma al contrario ne trovai ben 37 da parte di Kevin. Erano le 16:42, e nell'arco di circa 9 ore Kevin aveva insistentemente cercato di contattarmi, ma al contrario io non avevo alcun interesse nel chiarirmi con lui, ero furiosa! Mi alzai faticosamente dal letto inciampando più volte prima di raggiungere il bagno. La mia immagine riflessa allo specchio era un disastro! Capelli arruffatissimi, trucco sbavato, occhiaie e, ciliegina sulla torta, come sfogo dello stress causatomi da Kevin mi si era formato un gigantesco brufolo sul mento. Mio Dio! Se qualcuno vi avesse vista in quello stato se ne sarebbe andato via correndo a più non posso, e nel caso Ben vi avesse contattata per vederci non mi sarei mai potuta presentare con un essere sovrannaturale sul mento, così, dopo essermi tolta dalla faccia l'eyeliner che ormai era ovunque tranne che sugli occhi, frugai in ogni cassetto e sportello alla disperata ricerca di qualche crema anti-brufoli e quel poco che trovai me lo spalmai su tutto il viso; ero ancora più spaventosa di quando mi ero alzata e ad un tratto suonarono alla porta. Mi assalì il panico. Ero in condizioni pietose.                                                        

E se fosse Ben?                                                                    

Un attimo... ma che stavo dicendo? Perchè ero così preoccupata che questo 'Ben', del quale ricordavo a malapena il bel faccino, mi vedesse in quelle condizioni? Perchè mi stavo facendo bella per qualcuno che probabilmente non avrei rivisto?                
Ero confusa. Che diavolo era successo?                        
Dopo essermi persa nei miei pensieri per alcuni secondi, venni riportata alla realtà dal rumore del campanello suonato con insistenza, mi avvicinai alla porta per aprirla, quando mi resi conto di indossare ancora il vestito a pois. Mi affrettai a sfilarlo, afferrai dal cassetto una larghissima t-shirt grigia e mi precipitai ad apripre. Kevin era sulla soglia con un espressione confusa che aleggiava tra la preoccupazione e la rabbia, e nel vedermi sussultò cacciando conseguentemente un sospiro di sollievo.                      
"Oh, cazzo Gwen! Ma dov'eri finita? E' tutto il giorno che ti chiamo." disse entrando irriverentemente in casa.                                                                                          
Era arrabbiato con me. Ma dico, scherziamo? Mi aveva lasciata sola ad un fottuto e noiosissimo matrimonio per andarsene in giro per locali con quei rincoglioniti che difinisce amici e si sentiva pure in diritto di essere arrabbiato con me? Avrei voluto picchiarlo. La rabbia della sera prima non se n'era andata del tutto e sentivo che sarei esplosa da un momento all'altro, ma decisi di mantenere la calma. Infondo il nostro rapporto è sempre stato così. Ci frequentavamo da due mesi, ma fin dall'inizio sapevo che non sarebbe potuta durare dato che lui non aveva mai mostrato reale interesse nei miei confronti, ma cosa potevo aspettarmi da un tipo come lui? Era il classico bellone sempre a caccia di nuove prede, e io alla fine non ero che una delle tante, niente di più niente di meno. Tutto ciò era durato anche troppo. Chiusi la porta alle mie spalle e con un cenno gli indicai di sedersi sul divano. Kevin aprì la bocca per ribattere ma lo zittii con un gesto stizzito che riuscì a ricacciargli le parole giù per la gola, e si lasciò cadere con riluttanza sul divano.                                                    
Presi un bel respiro e incominciai:                                          
"Beh, caro il mio Kevin, se forse tu avessi mantenuto la tua promessa di farmi da accompagnatore al matrimonio ti saresti risparmiato la fatica di cercarmi! Ma ovviamente tu hai sempre di meglio da fare, metti al primo posto gli amici, e io, che sono la tua ragazza, non conto un cazzo tanto per cambiare! Voglio essere sincera con te... non ho mai creduto in questa relazione che è basata sul niente, forse stavamo insieme solo per abitudine, ed è da un po' che questo pensiero mi balena nella testa, ma con ieri il vaso ha  traboccato e questa ipotesi si è consolidata. Sei la persona più egoista che abbia mai conosciuto e non posso stare con una persona che è in grado di amare solo sè stessa, perciò voglio che ti levi dalle palle e che non ti faccia mai più sentire."                                    
L'intenzione era quella di discutere con calma, ma la rabbia repressa ebbe la meglio e prese il sopravvento. Kevin mi guardava sbigottito, era la prima volta che veniva lasciato da una ragazza e il suo orgoglio di macho era stato ucciso dalle mie parole. D'un tratto la sua espressione divenne accigliata, si alzò dal divano e venne verso di me con irriverenza e mi afferrò un braccio. "E questo 'Ben' chi sarebbe?" sbraitò picchiettando insistentemente il suo indice contro la scritta. A quella domanda non sapevo esattamente cosa rispondere, lo ricordavo a malapena... l'unica cosa che sapevo era che il solo pensiero di lui mi rassicurava.                                                                            
"Uno che ho conosciuto al matrimonio, e di certo se tu fossi venuto con me non si sarebbe nemmeno avvicinato, quindi ancora una volta è tutta colpa tua e smettila di fingere gelosia perchè lo sappiamo bene entrambi che di me ti frega ben poco!"                                    
Mi divincolai dalla sua presa sul braccio, mi avvicinai alla porta e la aprii; con un cenno lo invitai ad uscire. Apriva e chiudeva la bocca in continuazione come se stesse per aggiungere qualcosa da un momento all'altro, ma infine si rassegnò e uscì rabbiosamente di casa con il senso di colpa dipinto in volto.                       Quando chiusi la porta fui pervasa da un enorme sollievo! Mi ero finalmente liberata di lui, che di certo non mi meritava, e adesso potevo finalmente concentrarmi su Ben.                                                             

Ma che mi è preso?
 
Perchè sono così ossessionata da Ben?
                          
Erano ormai le sette e mezzo di sera, ed erano passate 24 ore dal nostro primo incontro, ma lui non si era ancora fatto vivo. Di lui non c'era traccia. Per quel che mi ricordavo, apparentemente sembrava realmente interessato a me, ma soprattutto mi era sembrato dolce e disponibile, ma a qunto pare mi sbagliavo.                                                                              
Mai giudicare un libro dalla copertina.                                            

Era solamente uno dei tanti che abborda ragazze tristi alle feste? O gli piacevo davvero?                                     Questo pensiero mi martellò la mente quasi tutto il tempo finchè suonò il cellulare. Lo afferrai con fremito, ma quando diedi un'occhiata al display mi accorsi che non era la chiamata che aspettavo. Era Alycia, una delle mie migliori amiche, che mi invitava ad andare con lei, Jules, Meg, Debby e Hellen in un nuovo locale dove si sarebbe tenuto un concerto di una band esordiente. Ero così frustrata dal fatto che Ben non mi avesse chiamata che ero tentata di declinare l'invito, ma avevo decisamente bisogno di svagarmi, così mi feci una doccia e mi dedicai al restauro: mi truccai con fondotinta (concentrandomi per coprire quel brufolo sul mento), eyeliner, matita, mascara e rossetto, piastrai i miei lunghi capelli rossi, mi infilai in un vestito nero al ginocchio con maniche a tre quarti in pizzo e uscii di casa con il pensiero rivolto sempre e solo a Ben.                                                        
Mentre guidavo verso il locale, guardandomi distrattamente intorno mi accorsi che la doccia non aveva cancellato il suo nome dal mio braccio. Era come se quelle tre lettere fossero state assorbite dalla mia pelle. Mi era praticamente impossibile non pensare a lui!                                                                      
Arrivata a destinazione venni sommersa da un'atmosfera festosa che per un momento mi fece dimenticare di lui. Il locale era accogliente, ma piccolo, forse troppo piccolo, e al suo interno vi era molta gente, forse troppa gente... mi sembrava di soffocare ma preferivo di gran lunga annegare tra la folla anzichè starmene sul letto a fissare il soffito pensando a quell'estraneo così stranamente importante per me.
Sgomitando qua e là riuscimmo a farci spazio tra la folla così da essere proprio sotto il palco, per goderci un vista migliore. La band entrò in scena e infuse una grande energia nel pubblico. Meg, Debby e Jules erano decisamente le più scatenate e forse se mi fossi scatenata anche io avrei scacciato una volta per tutte quel maledetto pensiero, così mi misi a ballare come non avevo fatto mai.
Erano passate ore, ma il locale stava per chiudere di lì a poco, e la band suonava ancora; il batterista aveva un non so che di familiare, ma dato che avevo un misto di alcol e adrenalina in corpo, decisi di non farci caso. Stavo bene. Il pensiero di Ben non mi sfiorava più, erano ore ormai che non pensavo a lui. 
La serata era finita, la band stava per congedarsi, ormai eravamo quasi tutte andate e proprio quando stavamo per uscire dal locale mi sentii afferrare per il polso.

"Gwen!"




CONTINUA...



Nota dell'autrice: Ciao a tutti cari lettori! Mi scuso per averci messo così tanto a pubblicare ma non trovavo le parole giuste e beh... spero che questo capitolo vi piaccia! Posterò il prossimo il prima possibile, promesso :3
Vi chiedo perfavore di lasciare una recensione, positiva o negativa che sia, è molto importante per me, soprattutto per capire se e cosa vi piace *-* 

Un bacio
- Kya_Smiler :*
   
 
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