Salve a tutti, prima di
leggere il capitolo, spero il più
intenso di questa storia avrei un desiderio.
Per la
scrittura di questo testo ho
ascoltato delle canzoni che mi potessero in qualche modo ispirare,
vorrei che
voi leggeste questo capitolo con le stesse emozioni che ho provato io
nello
scriverlo, ma come fare? Bene ad un certo punto della storia troverete
un link
di you tube ad una canzone, schiacciate quel link aprite la canzone
(Ovviamente
se prima della canzone c’è della
pubblicità fatela saltare sennò sfasa tutto.
XD) e poi
continuate la lettura. Quel
che ho scritto segue il ritmo della canzone, perciò cercate
un posto
tranquillo, mettetevi un paio di cuffiette e godetevi questo capitolo!
Spero
sia di vostro Gradimento.
Clara
P.S. fatemi sapere
nelle recensioni se questa cosa ha funzionato oppure no ! :D
P.P.S. ognuno legge con una velocità differente, spero che
quest’esperimento
funzioni!
Capitolo
10: Battaglia finale
“Non
permetterò ad una strega decrepita di rovinare il
mio matrimonio!”
Arren
fissò la sua Ariel
basito, era coraggiosa forte e determinata, pareva brillare di una luce
propria…eppure
pensava di esserci riuscito, di averla persuasa della sua messa in
scena, ma a
quanto pare non era così.
“Cosa
fai qui! Vattene
Ariel!” le gridò battendo i pugni per richiamare
la sua attenzione.
La rossa si
girò con un
sorriso lieve sul viso, “mi avevi quasi ingannata,
c’eri quasi riuscito Arren,
ho veramente creduto di poterti perdere, ma sapevo che c’era
qualcosa che mi
stavi nascondendo, me lo sentivo.”
Lui rimase senza
parole
guardandola estasiato, l’aveva sottovalutata e aveva fatto il
più grande errore
della sua vita, lei era la sirena di cui si era innamorato, era
speciale sotto
tutti i punti di vista.
“e per
la cronaca, è stato il bacio
più bello della mia vita.”
La strega
puntò le lunghe
dita scheletriche contro di lei. “Tu, misera principessina!
Che speranze credi
di avere contro di me!” guardò Undertown
facendogli un segno. “catturala e
mettila sotto ghiaccio, sarà una splendida scultura per la
mia nuova collezione
di statue!” rise come se avesse fatto la battuta
più divertente del secolo. Lo
squalo si diresse con tutta la sua mole gigantesca verso Ariel. Una
serie di
grida risuonarono nella grotta.
“Ariel
spostati!” un’altra
sirena era arrivata e l’aveva spinta verso la parete, facendo
andare lo squalo
a sbattere il muso contro una stalattite, facendogli perdere
momentaneamente i
sensi.
“Casside!”
Core era
meravigliato, Casside stava aiutando Ariel come una buona amica, eppure
dopo
tutto quello che era successo non lo credeva possibile.
La sirena si
voltò in
tempo verso Core, giusto una frazione di secondo per dirgli poche
parole. “ho
sbagliato Core, ho sempre commesso errori nella mia vita, ma adesso
basta.”
“Casside
che dice che ha
sbagliato?” guardò Arren sconvolto.
“siamo morti, vero fratello? Siamo morti e
questo è il paradiso.”
Arren lo
guardò a sua
volta, “non siamo ancora morti Core, ma se non ti riprendi e
facciamo subito
qualcosa lo saremo presto.”
Casside e Ariel
si
guardarono per un breve istante prima che la strega potesse organizzare
un
contrattacco.
“Qual
è il piano?” chiese
Casside fiduciosa.
“dobbiamo
liberarli, io
distraggo la strega, tu cerca qualcosa che possa rompere il ghiaccio,
qualche
filtro, non so!” disse disperata scansando un nuovo attacco
lanciatole dalla
strega.
Le due si
separarono.
“perché
hai rapito
Arren?!” tentò di prender tempo la sirena
muovendosi a scatti avvicinandosi
sempre più alla strega.
“Tradimento!
Quel vile
non ha mai rispettato i patti!” gridò con voce
rauca la strega sospendendo i
suoi attacchi.
“Arren
non ha mai fatto
nulla di simile!” Lo difese lei a spron battuto, mentre
copriva la sirena dai
capelli arancio che afferrava bottigliette a caso dietro
l’antro della strega.
“Oh
stupida principessa,”
sogghignò quella “non parlo mica del tuo
principino… io parlo di una storia
vecchia, vecchia quanto me…”
Ariel strinse i
pugni
sperando in un miracolo, stavano prendendo tempo per liberare i ragazzi.
“Quando
il generale Arren
Versiv, allo stremo delle sue forze bussò alla mia porta per
chiedere aiuto, stipulammo
un patto.”
“perché
mai avrebbe
dovuto fare una cosa del genere?”
“I
predoni del mare
avevano dimezzato il suo esercito, la sua fine era vicina. Mi chiese
una
pozione che fosse in grado di rendere invincibile il suo esercito per
sbaragliare
così il nemico. Ma io non ero mica una sciocca…
volevo qualcosa in cambio,
qualcosa che non aveva a che fare con gioielli o denaro.”
* https://www.youtube.com/watch?v=IJWgUUc-oNE
*
“cosa
chiedesti?” chiese
Ariel interessata alla storia ma altrettanto timorosa della risposta,
sapeva
bene che i patti con le streghe non portavano a nulla di buono.
“la
sua vita, ovviamente;
o meglio, la sua anima. Il prezzo per quel filtro era alto, e lui
decise di
stipulare il patto, non appena avrebbe vinto la battaglia mi avrebbe
consegnato
la sua anima.”
“ma le
cose non andarono
in quel modo” sussurrò la sirena.
“no,
infatti. Si sposò
con una giovane ed ebbe una figlia, ma la mia maledizione, quella che
scagliai
nel momento in cui capì che non sarebbe tornato, colpiva
solo le discendenze
dei figli maschi; giurai sulla mia vita che l’avrebbero
pagata. Avrebbero
pagato il debito del loro amato nonno con la loro stessa anima,
pareggiando i
conti.”
Il discorso non
faceva
una piega, si trattava di questioni antiche, un patto mai saldato, un
prezzo da
pagare.
“non puoi punire Arren e Core per gli sbagli del loro nonno,
non è giusto!”
“Perché
invece uccidere
una strega a sangue freddo è giusto, principessina? Sono
anche in collera con
te, hai ucciso mia sorella! Tutta la mia famiglia è
distrutta!! E adesso distruggerò
anche la tua!” la sua risata riecheggiò in tutta
la grotta come un gracchiare
assordante, ma ormai era troppo tardi, si era distratta dando il tempo
a
Casside di liberare i tritoni.
La strega
lanciò una
potente scarica di ghiaccio verso Ariel, Arren nuotò
velocemente verso di lei,
l’afferrò per la vita attirandola a sé
per poi rifugiarsi dietro una
stalattite.
Core e Casside
erano
nascosti dietro l’altra.
“Sei
una pazza.” Esordì
lui con il cuore che batteva a mille per la scarica di adrenalina.
“dovevi
andartene e salvarti.”
La ragazza dagli
occhi
azzurrissimi sollevò lo sguardo, nonostante la situazione in
cui si trovassero
era di nuovo felice, lui era lì con lei, le cose potevano
solo migliorare
adesso che si erano ritrovati.
“nella
buona e nella
cattiva sorte Arren” gli ricordò accarezzandogli
una guancia. “ e adesso era
venuto il mio turno di salvarti” gli sorrise, aveva il cuore
che gli scoppiava
di gioia, il sangue le pulsava nelle vene, sentiva tutto in subbuglio
dentro
sé. Poi all’improvviso, i crampi alla pancia
l’avvisarono dell’impossibile.
Stava succedendo
qualcosa
al bambino.
****
Core guardò preoccupato dall’altra parte mentre
una scarica di ghiaccio continuava
a ricoprire la loro stalattite. Qualcosa non andava, Ariel era piegata
in due
con le mani sulla pancia con l’espressione poco felice mentre
Arren la
sorreggeva parlando concitatamente.
“Il
bambino!” esclamò
Casside vedendo la ragazza in difficoltà.
“Cosa…
cosa sta
succedendo??”
“non
è ancora pronto per
nascere, ma queste forti emozioni devono aver influito sulla sua
salute,
potrebbero essere delle doglie premature, o…”
“o,
cosa Cassy?!” diceva
sempre più allarmato lui.
“O un aborto…” disse
quella parola con estremo
timore, difficilmente capitava alle sirene di arrivare a quello stadio,
le
condizioni della madre non arrivavano mai a sfiorare la
possibilità di perdere
il bambino, ma era comunque una possibilità viste le sue
condizioni. La sirena
dopotutto non era nemmeno di 3 mesi.
“Che
facciamo?” chiese
ancora più allarmato facendosi prendere dal panico.
“Core,”
la ragazza fissò
i suo occhi in quelli di lui tentando di rassicurarlo.
“Intanto calmati! Se ti
fai vedere in preda al panico che aiuto pensi di dare a tuo fratello?
Come
pensi si possa sentire Arren vedendoti fare così?”
la sirena appariva molto
calma e pragmatica ma anche lei aveva parecchia paura per la situazione
in cui
si trovavano.
“Dobbiamo
andarcene tutti
di qui. Subito.”
“giocate a nascondino? Siete dei bambini
cattivi” gracchiò la strega
avvicinandosi al nascondiglio di Arren e Ariel.
“NOOOOO!”
Un urlo
squarciò l’aria,
un bagliore accecò tutti per un istante.
La strega era
veloce, ma lei non era da meno.
Arren si era
messo davanti ad Ariel per proteggerla.
La strega aveva
scagliato il suo incantesimo più
potente.
Non avrebbe
permesso che succedesse qualcosa a loro
due. Avevano già sofferto abbastanza. La sua vita era
inutile, non sarebbe
mancata a nessuno.
E mentre questi
pensieri la convincevano che la sua
era la scelta migliore, la strega lanciò il suo incantesimo
e Casside ne rimase
vittima.
“stupida
sirena” insultò
la statua di ghiaccio davanti a lei aggirandola minacciosa per
continuare la
sua opera.
I due nemici
mortali erano
davanti a lei, Arren Versiv e Ariel, quest’ultima si
stringeva la pancia
contorcendosi dal dolore. Lei magnanima le avrebbe fatto fare una fine
veloce,
aveva cambiato idea; niente ghiaccio per quella coppia di sfortunati
amanti, la
morte sarebbe stata più clemente con loro, sarebbe arrivata
rapida prima che
qualche altro intoppo le impedisse di compiere la sua vendetta.
“Siete in trappola, non uscirete vivi di qui.”
Puntò la sua mano ossuta verso i
ragazzi, i muscoli erano tesi al massimo, il suo indice scheletrico si
puntò
verso la coppia che si stringeva stretta l’uno
all’altro.
Era la loro
fine, Ariel
alzò lo sguardo stringendosi stretta ad Arren, si stavano
parlando con lo
sguardo
Perdonami per
tutto quello che ti ho fatto passare.
Non importa,
adesso siamo insieme, e resteremo insieme
fino alla fine.
Arren
posò il capo sul
suo poi l’abbracciò stretta, era questione di
istanti ormai.
“Addio
Versiv!” l’indice si tese a scoccare
l’incantesimo.
I due chiusero
gli occhi avvicinandosi ancora di più.
*
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*
*
“addio
Morgana” la
voce potente di Re tritone squarciò l’aria, il
tridente puntato sulla strega
emanò un bagliore di luce calda che accecò tutti.
Il mondo attorno
a loro
divenne giallo e caldo.
“siamo morti?” Ariel chiese in
un sussurrò stringendo ancora Arren.
“va
tutto bene amore,
siamo insieme. Non ti lascerò mai più”
Le lacrime
iniziarono a
solcarle il viso, i dolori alla pancia si fecero più
insistenti.
Poi tutto
divenne buio.