Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    15/10/2015    4 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre, in ritardo...
Sarete abituati, ma chiedo scusa ugualmente. 
Besos

 

Capitolo 10


Era il tramonto e, come spesso nell’ultimo periodo, Elsa ed Anna erano fuori per una passeggiata a cavallo. La principessa aveva speso buona parte dell’Estate a domare il meraviglioso stallone che la sorella le aveva regalato per il compleanno e adesso, approfittando degli ultimi giorni d’autunno, usava ogni occasione per portarlo fuori.
Elsa, in poco meno di un anno, era diventata un’ottima amazzone e vederla andare in giro per il parco reale, sulla groppa di Nàjera, era uno spettacolo bello come pochi. La Regina era u tutt’uno con la sua cavalla, aveva imparato ad essere temeraria quanto lei e non era insolito vederla galoppare giù dalle colline, o saltare degli ostacoli improvvisati.
« Direi che per oggi abbiamo fatto abbastanza ». Sorrise la platinata, dopo aver saltato un ultimo tronco. Scese al passo e diede due morbide carezze al collo sudato della meravigliosa puledra morella. La sorella minore fu al suo fianco dopo pochi minuti e sembrava avere zero intenzioni di tornare al castello.
« Anna, sta facendo buio. Tra non molto sarà l’ora di cena ».
« Oh, andiamo, Elsa! Ancora dieci minuti ». Piagnucolò la ragazza dai capelli fulvi, facendo finalmente fermare Leif.
« Passeranno mentre che torneremo alle scuderie, siamo comunque lontane un paio di miglia ».
Sbuffando, la principessa ubbidì e si portò alla stessa altezza della sorella, mantenendosi comunque a qualche metro di distanza, per evitare che i cavalli s’innervosissero.
Come previsto dalla Regina, impiegarono quasi un quarto d’ora per tornare nelle scuderie, l’uica struttura illuminata prima del castello. Le due ragazze si fermarono ognuna davanti il proprio box e, dopo aver legato i cavalli, iniziarono a dissellarli in silenzio. Silenzio che, prevedibilmente, venne spezzato da Anna, la quale ebbe finalmente il coraggio di toccare l’unico tasto ancora dolente per Elsa.
« Le cose tra te ed Alexander non vanno bene, vero? »
Alla Regina cadde il brusone dalle mani e la zona attorno a Nàjera iniziò rapidamente a congelarsi, così come lo strumento che teneva tra le mani.
« Elsa, va bene, puoi parlarmene. Io so che tu non sei entusiasta all’idea di sposarti » mormorò ancora la principessa, mentre si chinava a raccogliere la spazzola della sorella, le cui setole erano già ricoperte da un sottile strato di ghiaccio.
« Ecco, tieni » disse piano, porgendogliela.
« Grazie ». La risposta della platinata fu flebile e tirato venne fuori il sorriso che le rivolse. Lentamente, riprese a spazzolare il morbido manto di Nàjera e alla fine fu ancora una volta Anna a prender parola. « Perché non risponde alle tue lettere? » Domandò, catturando subito l’attenzione della sorella maggiore « L’ho notato ». Sorrise amara la ragazza più piccola, rimettendo a posto la sua sella « Ti ho visto scrivere tantissimo negli ultimi mesi, alcuni semplici resoconti e trattati erano per gli alleati… ma molte lettere erano indirizzate in un solo luogo: il Regno del Sole. Sai, quelle dirette lì vengono sempre imbarcate su una nave diversa; non so precisamente quante tu ne abbia inviate, ma so per certo che mai una risposta ti è giunta indietro. Vi sposerete tra meno di otto mesi e ancora non ti ho vista alle prese con un singolo preparativo ».
« Otto mesi sono tanti, Anna » sussurrò la Regina, senza staccare gli occhi di dosso dalla groppa di Nàjera, che stava ancora spazzolando.
« No, non è vero ».
Ed Elsa sapeva che sua sorella avesse ragione, perché era già quasi trascorso un anno da quando aveva visto Leanne per l’ultima volta.
« Ce ne vogliono cinque solo per far fare un abito da sposa. E questo se si hanno già le idee molto chiare » insisté la principessa.
« Potrò farlo da me ». Azzardò la Regina, pur sapendo che fosse molto scadente come affermazione.
« Certo e quando rivedrai l’intera legislatura di Arendelle? E darai indicazioni per la torta, stabilirai il menù, selezionerai la musica, scriverai gli inviti, farai sistemare i giardini, richiederai la carrozza, aggiungerai le- ».
« Va bene! Hai ragione! » L’urlo della Regina sovrastò la voce della sorella e l’interruppe bruscamente. Fuori, molto presto, iniziò a nevicare.
« Sto perdendo tempo » confessò la platinata, sedendosi sulla vecchia sedia di legno usata dagli stallieri per prendere le cose sulle mensole in alto « Non sono entusiasta all’idea di sposarmi per questioni politiche e in un certo senso, evitando i preparativi, speravo di riuscire da allontanare questo pensiero dalla mia testa ». Si abbandonò ad un sospiro stanco ed intrecciò le mani sul grembo, posando poi per la prima volta lo sguardo sul volto lentigginoso della ragazza dai capelli rossi « Che pensiero sciocco, non è vero? »
« Non è affatto un pensiero sciocco » mormorò la principessa, accovacciando di fronte a lei « Ma non puoi limitarti a scappare per sempre. A volte arriva il momento in cui bisogna affrontare le situazioni, che ci piaccia o meno ». Sorrise, prendendole dolcemente le mani.
« E dire che dovrei essere io a darti dei consigli » borbottò la Regina in risposta, sorridendo.
« Ormai siamo solite uscire fuori dagli schemi, no? ». Il risolino di Anna e l’occhiolino complice che le rivolse sortirono l’effetto sperato e la platinata si rianimò presto, alzandosi e tornando ad occuparsi della sua cavalla.
« Accidenti, non si asciugheranno mai con questo tempo ». Si lamentò Anna, passando una mano sul fianco sudato di Leif.
« Da domani rientreremo almeno mezz’ora prima, non possiamo permetterci di lasciarli così sudati, con l’inverno alle porte ». Stabilì Elsa, posando una coperta sulla schiena di Nàjera prima di ricondurla nel suo box.
« Sì, va bene ». La principessa sbuffò leggermente, nonostante sapesse già da settimane che non avrebbe potuto star fuori per tutto quel tempo durante i mesi più freddi. Fece entrare lo splendido stallone nel suo box e lo premiò per l’eccellente comportamento tenuto quel pomeriggio con una grande carota.
« Sei stato meraviglioso, oggi » disse, accarezzandogli affettuosamente il muso.
« Impara in fretta ». Considerò la Regina, avvicinandosi alla sorella, con i guanti e il frustino in mano.
« Buon sangue non mente! » Esclamò ridendo la più piccola, ricordando quanto fosse stato bravo Askel, a suo tempo.
« No, infatti! » La secchiata di acqua gelida fu l’ultima cosa che Anna si aspettava di ricevere. Da dove diavolo l’aveva presa, poi?
« Ma che diavolo! » Si voltò in direzione della sorella maggiore e, vedendola ridere a crepapelle, mentre teneva ancora il secchio in mano, la spinse a reagire.
« Ora ti faccio vedere io » ringhiò, correndole incontro. Vana fu la corsa della Regina fino le porte delle scuderie, nonostante avesse delle gambe più lunghe di Anna, la principessa era decisamente più abituata a correre: in pochi secondi la raggiunse, l’afferrò per la vita e la spinse a terra, in una pozza di fango.
« Anna! » Esclamò la platinata, contrariata.
« Che c’è? Occhio per occhio » Ripose con fermezza la sorella minore, mettendo su una finta espressione arrabbiata e incrociando le braccia davanti al petto.
« E allora dente per dente! ». Le mani sporche di fango di Elsa si posarono su entrambe le guance bagnate di Anna, lasciando lunghe striature scure.
« Sono spiacente, Vostra Maestà, ma questa è guerra » sentenziò la principessa, prima di tornare alla carica.

Le ragazze tornarono al castello quasi mezz’ora dopo, completamente bagnate, sporche di fango, con i capelli simili a due cespugli e i volti arrossati per le risate.
« Oh buon cielo, ma vi sembra il caso! » Le riprese Gerda, sorpresa e sconvolta dalle loro condizioni a dir poco pietose.
« Ha cominciato lei ». Si giustificò immediatamente Anna.
« Tuttavia non sono stata io a ricorrere al fango » rispose a tono la Regina, guardandola dall’alto in basso.
« A proposito di questo » iniziò la più piccola « L’ultima cosa che ti ho tirato contro non sono proprio sicura fosse fango ».
« Anna! » Il richiamo venne contemporaneamente sia da Elsa, che dalla stessa Gerda, che era più sconvolta ad ogni parola delle due.
« Dovresti vergognarti, sporcare di letame la tua Regina » sibilò la platinata, guardandola in malo modo. In cambio, ottenne una linguaccia.
« Dovreste vergognarvi Voi, Vostra Maestà! » Tuonò la vecchia balia, avvicinandosi a passo sostenuto alle reali, stringendo tra le mani una scopa « Alla Vostra età, poi. Filate a fare un bagno, tutte e due, immediatamente e vedete di rendervi presentabili per l’ora di cena ».
Le due accusarono il rimprovero ed abbassarono il capo, con sottomissione « Va bene ».
« E almeno abbiate l’accortezza di lasciare gli stivali fuori dalle vostre stanze! » Urlò infine la donna, mentre le sorelle salivano ridendo e spintonandosi le scale. Le due sparirono dietro l’angolo del corridoio e passarono pochi secondi prima che si udì il rumore di un vaso andare in frantumi.
« Sto bene! » gridò Anna, trattenendo a stento le risate.
« Che Dio ci aiuti » mormorò Gerda, ritornando rassegnata in cucina.


Elsa era stata abbastanza veloce a prepararsi per la cena ed era riuscita a ritagliarsi un po’ di tempo per scrivere una nuova lettera, questa volta, per la prima volta, indirizzata al principe Alexander.
Aveva riflettuto a lungo e, alla fine, non era stata in grado di trovare una soluzione diversa da quella. Era giunto il momento che cominciasse a riprendere in mano le redini della sua vita.

***

Il principe Alexander camminò a passo sostenuto attraverso i corridoi del grande castello, come unico obbiettivo quello di trovare la sorella minore. Lui e Leanne ancora non si parlavano.
La ragazza, da quando era tornata da Arendelle, si era chiusa in un silenzio che non le era proprio e il principe aveva deciso che, come minimo, doveva rispettarlo.
Avevano avuto rare occasioni di dialogo durante le cene con il Re, la Regina e loro fratello maggiore Iwan. Quest’ultimo aveva 27 anni ed era il legittimo erede al trono del Regno del Sole: aveva la stessa determinazione e audacia di Leanne e lo stesso spiccato senso del dovere di Alexander, ragion per cui nessuno dubitava sarebbe stato un grande sovrano, una volta giunto il momento. Gli abitanti dell’isola avevano gestito molto bene la notizia che la casata reale possedesse dei poteri magici: la maggioranza aveva mostrato la sua felicità - lieti di avere ulteriore certezza della loro incolumità, soprattutto ora che il paese si preparava ad uscire dallo stato di neutralità -, solo alcuni si erano detti scettici ma, anche questi, col passare delle settimane, stavano imparando ad apprezzare e a capire l’importanza di quegli straordinari poteri.
Il Re e la Regina erano stati molto fieri del figlio Alexander e avevano accolto con immenso piacere la notizia che questo presto sarebbe divenuto il Re di Arendelle e avrebbe seduto al fianco della meravigliosa regina Elsa, la cui fama era giunta persino oltreoceano.
Il ragazzo strinse la mascella nel ricordare la gioia nei loro volti quando era tornato dalla fredda Norvegia: aveva avuto la sua occasione ed era stato così preso dal seguire i suoi doveri che non si era reso conto di ciò che era letteralmente accaduto sotto i suoi occhi.
« Eccoti » disse con tono fermo, entrando in biblioteca e vedendo la sorella minore seduta a leggere un libro accanto il camino acceso - non che si stesse realmente riscaldando -, dove stava ancora bruciando una lettera.
« Diciotto » constatò con un debole sorriso rassegnato, arrivando a pochi passi da lei.
« Come, prego? » chiese la ragazza, alzando finalmente lo sguardo nella sua direzione. Il cuore del principe cadde quando si ritrovò a guardare il volto della mora davanti a lui: a guardarla così, sembrava essere invecchiata di almeno dieci anni.
« Diciotto. è il numero di lettere che ti ha scritto » spiegò il principe, prendendo posto di fronte a lei. La ragazza s’irrigidì vistosamente a quella constatazione e il suo sguardo indurito ne fu la prova.
« Non so di cosa tu stia parlando » sibilò, alzandosi in piedi e facendo per abbandonare la stanza.
« Leanne, è annullato! » Esclamò allora il fratello « Elsa ha rotto il fidanzamento ».
Nell’udire il nome della Regina, la mora si fermò repentinamente e si voltò a guardare il ragazzo alle sue spalle, con gli occhi colmi di stupore.
« Mi ha scritto questa lettera » mormorò Alexander, porgendo alla sorella minore il messaggio di Elsa. La ragazza lo afferrò con mani tremanti ed iniziò a scansionare con gli occhi quella calligrafia che ormai conosceva fin troppo bene.


8 Novembre 1843

Caro Alexander,
vi prego di perdonare, se potete, le parole che leggerete nelle righe che seguiranno.
Voglio essere sincera con voi, perché l’onestà è una cosa che senza alcun dubbio meritate: avete un animo gentile, un senso del dovere senza eguali, siete accorto, estremamente galante e il minimo che posso fare è augurarvi già da ora il meglio.

Ho vissuto tutta la mia vita in una gabbia dorata e solo da poco ho avuto la possibilità di riacquistare, almeno parzialmente - e con grande fatica -, la mia libertà. Da sempre sono stata spinta a nascondere le parti più importanti di me e, per quanto la nostra unione sarebbe proficua, forse una vera e propria benedizione, per Arendelle e il Regno del Sole… accettare di essere la vostra sposa significherebbe ancora una volta tradire me stessa.

Io non posso sposarvi, poiché il mio cuore apparterrà per sempre a qualcun altro.
Vi spedisco indietro l’anello, un giorno ne farete dono a qualche giovane dama e quella sarà davvero, davvero una donna fortunata.

All’interno della busta troverete anche dei trattati: se ancora lo vorrete, l’alleanza tra i nostri due regni verrà ugualmente portata a termine.

Avrei voluto avere il coraggio di dirvi queste parole fin dall’inizio,
Cordialmente

Elsa


Leanne iniziò a piangere senza nemmeno rendersene conto e si portò una mano alla bocca, per soffocare un singhiozzo. Alexander la osservò crollare davanti ai suoi occhi ed accorciò ancora di più le distanze tra lui e sua sorella.
« Vorrei dirti di averlo capito subito, sai? Che Elsa ti stava ricambiando, intendo. Ma sarebbe una bugia. L’ho capito la notte prima della nostra partenza, quando ti ho sentita uscire dalla tua camera da letto. Sapevo che stavi andando da lei. è stato quello il momento in cui ho realizzato che, anche se mi avesse sposato, non avrebbe mai potuto avere occhi che per te ».
La principessa si asciugò il volto con il dorso di una mano e trovò a fatica il coraggio di guardare il fratello negli occhi « Sei arrabbiato? » domandò con voce flebile.
« Come potrei? » disse piano il fratello, scuotendo la testa « Tu la ami ».
Leanne si abbandonò senza forze contro il petto muscoloso e scolpito del fratello, allungando le braccia sottili sulle spalle di quest’ultimo, alla ricerca disperata di appoggio e di un conforto che non le venne negato. Alexander si chinò appena per lasciarle un morbido bacio su una tempia e le mise poi una mano tra i ribelli capelli corvini.
« Va’ da lei ». Le intimò, accarezzandola dolcemente.
« …Come? Con che coraggio posso tornare? » Chiese flebilmente la sorella, staccandosi appena per poterlo guardare in volto.
« Ce lo devi, Leanne. Lo devi a me, per aver mandato a monte il mio matrimonio » iniziò, scherzosamente « E lo devi soprattutto a te stessa, per quello che ti sei fatta da quando ti sei rassegnata all’idea di averla persa. Vuoi averla? Sali sulla prima nave per Arendelle, corri da lei e chiedi la sua mano » concluse con serietà, guardandola con affetto e convinzione.
La principessa lo guardò con gli occhi sgranati « Ma siamo due donne! E i nostri genitori… ».
« Da quando tieni conto delle convenzioni, Leanne? » domandò il moro « Fa’ ciò che senti. Penserò io a parlare con nostro padre e nostra madre e a sistemare le cose, qui. Tu occupati solo di questo» accompagnò la frase con un lento gesto della mano, con cui estrasse il meraviglioso anello di fidanzamento dalla tasca della sua giacca e lo mise tra le mani calde della sorellina.
« Meriti di essere felice ».
Il volto della ragazza si illuminò, si illuminò così come non faceva da molto tempo. Un grande e genuino sorriso si dipinse sul suo volto e gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia. Concesse un ultimo rapido abbraccio al fratello maggiore e poi corse fuori dalla stanza, stringendo ancora tra le mani la lettera di Elsa.
« Lo meritate entrambe » mormorò poi il giovane principe, quando ormai lei era sparita.


***

« Sei sicura di non voler venire? » La voce di Anna era flebile mentre stringeva lentamente le mani della sorella maggiore.
« Ho delle importanti questioni da sbrigare, è meglio per me che rimanga qui ». Sorrise di rimando la Regina, facendo saltare poi il suo sguardo su Kristoff, che osservava la scena in silenzio.
« Non staremo via molto, Anna ». La tranquillizzò il biondo, facendo una morbida carezza a Sven.
« Sei certo che torneremo in tempo per il compleanno di Elsa? » Domandò la principessa, guardando il suo ragazzo con occhi supplicanti.
« Staremo via poco più di due settimane, non temere ».
« Ciò vuol dire che avrò appena due giorni per organizzare la festa, la torta e- ».
« Anna ». La morbida voce della Regina riuscì a far calmare la rossa « Non devi organizzare nulla. Non ho intenzione di dare altre feste sfarzose, quest’anno ».
« Ma… ».
« Goditi il viaggio ». Sorrise la platinata « Dove andrete, Kristoff? »
Il ragazzo non si aspettava di sentirsi chiamare da Elsa, tuttavia mascherò bene la sua sorpresa e le rispose con il tono più tranquillo e indifferente che era in grado di fare.
« Devo comprare delle cose da Oaken, dove immagino sosteremo la prima notte. Successivamente ci occuperemo di fare alcune consegne - può sembrare strano, ma ci sono regni qui vicino che hanno ancora bisogno di ghiaccio -, ci spingeremo fino al paese confinante, dove credo ci fermeremo per più tempo. Il viaggio di ritorno richiederebbe tre giorni, ma abbiamo deciso di prendere la strada più lunga così da fare un salto alla valle dei troll… è un po’ che non vedo la mia famiglia ».
« Molto bene. Sembra un programma interessante » constatò la Regina, guardando con affetto la sorella minore.
« Lo è ». Confermò Anna.
« E allora che fine ha fatto tutto il tuo entusiasmo? »
« Immagino che in gran parte si sia dissolto quando ho saputo che saresti rimasta ad Arendelle ».
« Non dire sciocchezze. Tu adesso andrai e ti godrai a pieno questa uscita! Hai sempre detto di voler viaggiare, a causa mia non ne hai avuto occasione per fin troppi anni. Quindi va’ e divertiti ».
« Mi prometti che starai bene? »
« Parola di scoiattolo! » Esclamò in risposta la platinata, mordendosi subito dopo la lingua.
« E che cosa vorrebbe dire? » Chiese la principessa, ridendo.
« Niente, è una sciocchezza ». Tagliò corto la Regina « Ci vediamo tra due settimane ».
La rossa spalancò gli occhi e tremò nell’udire quelle stesse parole che, quindici anni prima, ella stessa aveva rivolto ai suoi genitori, in partenza. Elsa notò il suo cedimento e ne comprese rapidamente il motivo.
« Andrà tutto bene ». La rassicurò, carezzandole maternamente una guancia tempestata di adorabili lentiggini, le stesse che, seppure in minor numero e di colore meno intenso, macchiavano anche il suo pallido volto.
« Quando tornerai sarò qui ad aspettarti ».
Anna parve essere rincuorata da quelle parole e con un pollice asciugò una lacrima sfuggita al suo controllo. Annuì con maggiore convinzione, finalmente montò in groppa a Leif e raggiunse Kristoff, qualche metro più dietro, vicino ai cancelli del castello.
« Sei pronta? » Chiese con dolcezza il ragazzo.
« Sì ».
I due si voltarono un ultimo momento per salutare la Regina, che li guardava allontanarsi dalla sua postazione, sui gradini d’ingresso.
« Ti voglio bene! » Urlò inaspettatamente Anna, prima di galoppare via, verso la montagna.
« Te ne voglio anch’io » boccheggiò Elsa, con una voce che a malapena ella stessa fu in grado di udire.
Era il 5 Dicembre.

   
 
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