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Autore: AlexVause    15/10/2015    1 recensioni
Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più.
È stato così anche con me Lexa?
I tuoi occhi freddi come il ghiaccio mi scrutano, mi feriscono ed io lì…a chiedermi ancora perché.
Una domanda a cui, forse, non potrò conoscer risposta.
CLEXA
(Scritta alla fine della seconda serie)
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8
 
Arrivammo alle porte della Polis, con i cavalli stanchi ma ancora veloci nella loro corsa verso ciò che sarebbe stato l’inizio del caos.
Varcammo  il pesante cancello, di una Capitale circondata da forti mura difensive, arrivando davanti ad un maestoso palazzo dal sentore antico.
Non parlasti. A dire la verità non avevi detto nulla da quando partimmo da Ton DC.
Scendemmo da cavallo. Una pesante porta di legno massiccio fu aperta da due guardie.
Un immenso atrio, illuminato da fiaccole, si stagliò davanti ai nostri occhi.
Statue di marmo adornavano le pareti.
Giungemmo a passo svelto al capezzale dell’Anziano ferito. La freccia che lo stava conducendo lentamente alla morte, aveva gli stessi colori di quella che ferì Indra e tentò di uccidere noi.
Una guardia m’impedì di andare oltre la soglia mentre tu ti avvicinasti a lui, inginocchiandoti accanto al letto su cui riposava.
- Vilhelm.
La tua voce bassa quasi timorosa di disturbarlo.
Stringesti la sua mano mentre lui, sorridendo, ti accarezzò la guancia.
- Mia dolce figlia...la sete di potere di Larion ci condurrà a una guerra. Agisci con saggezza. Il potere è...è legato alla percezione. Non hanno bisogno di ucciderti, hanno solo bisogno che tu pensi...che siano in grado di farlo. Ri...ricorda figlia mia che il...il panico ti uccide.
Detto ciò spirò, lasciando nei tuoi occhi tristezza e lacrime, rabbia e odio.
Lo sguardo fisso su di lui. Non ti muovevi di un millimetro.
Nessuno nella sala osò fiatare.
Alzasti il mento serrando la mascella. Sospirasti ed uscisti, lasciandomi alle tue spalle come un qualcosa di temporaneamente dimenticato.
Ti raggiunsi, seppur tentennante. Non sapevo come comportarmi con te.
Eri poggiata ad una colonna in marmo, sapientemente elaborata da antichi scultori di cui ora non v’è che il ricordo.
Ti sfiorai la mano che poggiava lungo il fianco. Tu l’afferrasti intrecciando le dita alle mie, senza voltarti a guardarmi.
- Era come un padre per me.
Mi dicesti tristemente.
- Mi dispiace Lexa.
Ti dissi stringendoti la mano e avvicinandomi ancor più per darti maggior contatto.
- Mi ha insegnato la saggezza.
- Ti ha insegnato bene. Non lasciarti corrompere dalla rabbia. Sai quanto me che non serve.
Ti dissi con cautela.
- Lo so.
- Posso farti una domanda?
In quel momento ti voltasti a guardarmi.
- Chiedi pure.
- Quando hai cominciato a ricordarti di me? Di tutto voglio dire.
Era un dubbio che non siamo mai riuscite a chiarire.
- Prima di svenire. Una miriade di immagini e ricordi m’investirono veloci come il vento e, in quell’istante, mi sono resa conto di ciò che avevo dimenticato.
Ascoltai annuendo per poi baciarti la guancia.
- Allora saprai che, anche se stai vivendo un momento difficile, sarò qui per te...sempre.
Sospirasti alle mie parole. Lo sguardo che dapprima era posato sulle mie mani, ora si legò ai miei occhi.
- Adesso lo so.
 
Avevamo atteso l’arrivo di mia madre, Indra, Nyko, Bellamy e gli altri giunti con noi a Ton DC il giorno precedente. In quel momento non sapevo minimamente qual pericolo si stesse avvicinando.
I generali dei 12 Clan erano stati avvertiti in precedenza.
Ti guardai. Nei tuoi occhi la rabbia e la tristezza presero il posto della dolcezza cui eri solita guardarmi.
Il tramonto illuminava il tuo viso, ma non era bello come quello che avrei voluto imprimere per sempre nella mia mente...sembrava fuoco liquido, brusco presagio di un futuro a noi sconosciuto.
L’aria sembrava pesare su tutti noi quando, qualcuno ti informò dell’arrivo di Larion alle porte della Polis.
Cercasti di controllare tutta la rabbia che, a quella notizia, crebbe a dismisura.
Alzasti il mento. Un sorriso si dipinse sul tuo volto prima che il cancello pesantissimo di legno si aprisse mostrandoti a Larion. Buon viso a cattivo gioco.
Dietro te i Generali della Coalizione.
- Benvenuto nella maestosa Polis. Siamo onorati della tua presenza.
Lo accogliesti facendo gli “onori di casa”
- Sono felice di osservare con i miei occhi che, ciò che dicono, è vero. La vostra bellezza lascia senza fiato.
- Parole gentili quanto inutili.
Rispondesti freddamente.
- Abbiamo molto di cui parlare, Larion.
Il vento si mise a soffiare prepotente, facendo danzare i tuoi capelli. Il mantello rosso sembrava accarezzare la terra.
- Parlami delle tue intenzioni. Cosa vuoi?
Una risata si levò dall’uomo a quella domanda.
- Perché, non è chiaro? Voglio queste terre e tu mi sei d’intralcio...a meno che non diventi la mia Regina. Sono qui per chiedere la tua mano. Sottomettiti a me e lascia che governi il popolo al posto tuo.
Larion ti guardò sorridendo.
- Ho grandi progetti per queste terre.
A quella proposta mi sentii morire, ma sapevo che la tua saggezza non aveva pari.
- Non vivrò incatenata a te per nulla al mondo.
Sibilasti disgustata.
Sembrò incassare il colpo con eleganza ma si vedeva benissimo che non si sarebbe mai arreso.
- I miei uomini, mi hanno riferito che avete fatto cadere Mount Weather.
- Gesta eroiche da attribuire ad altri, non a me.
Dicesti con tono fermo ed impassibile.
- Ad ogni modo, è un disturbo in meno.
- Non ci piegheremo mai al tuo volere, Larion.
Rimarcasti la tua decisione.
L’uomo fece un passo verso di te, pronto a fronteggiarti.
- Per ogni tuo uomo morto, devi ucciderne cento dei nostri. Abbiamo decine di navi in questo mare. Posso subire perdite per settimane. Tu, puoi fare lo stesso?
Una risata scaturì da quell’uomo spregevole.
- Io credo di no. Sai benissimo che i miei numeri ti sconfiggeranno. Voglio prendermi la vostra libertà.
- Dovrai fare i conti con noi, Larion.
Tuonò uno dei generali.
- Oh, voi non sarete di certo un problema. Senza la vostra Heda non valete nulla.
I Generali stavano per rispondergli a tono, ma alzasti una mano per zittirli.
- Mi stai chiedendo di negoziare una resa?
Larion ti sorrise.
- Proprio così. Poi, si sa che ti concederai a me con le buone o con le cattive.
A quell’ammissione un sorriso freddo e carico d’odio si dipinse sul tuo volto. In quel momento pregai di non vederlo mai rivolto a me.
- Ho una proposta migliore. Ti offro l’occasione di evitare un tormento e tornartene nelle tue terre senza troppe perdite.
Un’altra risata si levò dall’uomo così schifosamente pieno di sé.
Il suo viso, ora, era così vicino al tuo atto a schernirti pubblicamente.
- Ho passato l’intera vita con la mia flotta e il mio esercito per poter espandere il territorio. Fino a quando avrò vita combatterò per questo.
Sussurrò con odio nei tuoi confronti.
- Ed io, combatterò per la libertà del mio popolo.
Ringhiasti con cattiveria.
Con una velocità fulminea, Larion estrasse la sua spada posandone la lama sul tuo collo.
Evidente minaccia che fece saltare in gola il mio cuore.
- Muovi rapida la tua lama.
Lo sfidasti senza mai abbassare lo sguardo incatenato al suo.
Dopo quell’assordante silenzio che ne seguì, Larion la rinfoderò sorridendo stizzito.
Fece qualche passo indietro raggiungendo il suo cavallo.
- Non troverai la morte questa sera. In fondo, questa tua scelta, è colpa mia. Significa che non ti ho convinta abbastanza.
Disse poi mostrando una freccia dai colori dolorosamente noti ai nostri occhi e al tuo cuore.
- Sei stato tu!
Gridasti facendo un passo verso di lui.
Una delle sue guardie ti puntò la lancia al petto.
Larion rise divertito.
- Piaciuto il mio regalo?
Un sorriso compiaciuto sulle sue labbra.
- Oh, già che ci siamo, anche gli assassini erano miei. L’ho fatto per rendere più vive le vostre giornate. E poi sai...volevo testare il valore in battaglia della mia Regina.
Mi chiesi perché nessuno dei Generali, dava ordine di attaccarli. Alzai lo sguardo verso l’orizzonte e capii.
In lontananza decine di arcieri puntavano le proprie armi verso l’Heda e i Generali stessi.
- Ci rivedremo. Pensa alla mia proposta...sia mai che la notte porti consiglio.
Larion si allontanò ridendo e il possente cancello della Polis si chiuse alle tue spalle.


Nota di Alex: Ci siamo. Larion è arrivato da Lexa.
Cos'accadrà ora?
Riusciranno a contrastare il suo esercito oppure si arrenderanno?
Alla prox :)
  
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