Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Red_and_blue96    15/10/2015    4 recensioni
NOTE: Rileggendola ho notato che mancava un capitolo! Parlo del capitolo 25: Fino alla tappa di Verona. Se volete potete rileggerla e lasciare qualche recensione! Vi chiedo scusa se l ho notato solo ora.
Giulia Luzi, l’attrice che veste i panni di Giulietta nel famosissimo musical made in Italy “Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo”, a causa di un infortunio durante una replica dello spettacolo è costretta ad abbandonare il ruolo. Al suo posto viene scelta Martina, una diciottenne che ha sempre adorato i musical.
Questa è la sua storia: dalla vita comune al provino, dalle prove al debutto, dall’ infatuazione al vero amore.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Luca)
Per tutta la mattina, Martina mi trascinò nei negozi del suo paese, per fortuna che non era una grande città altrimenti non ne sarei uscito vivo; non che non mi piacesse girare per i negozi, ma dopo un po’ mi viene il mal di testa, specialmente se sono affollati come in questo periodo dell’anno: il Natale era alle porte e io mi stavo preparando per fare a Martina una sorpresa indimenticabile!
“Luca, pensi che piacerà a mio padre?” chiese mostrandomi un maglione bordeaux.
“Credo di si, ma forse è meglio se lo prendi blu scuro…gli si addice di più!”
avevamo già preso un profumo per sua madre, dei pensierini per i cugini e adesso era la volta del padre…
“Ecco fatto! Ci sono tutti!” esclamò guardando le buste che teneva in mano.
“Ehm ehm!!!” -feci finta di tossire- “E il mio?”
“Ovviamente lo comprerò senza di te!” e mi baciò velocemente.
“Piccola canaglia che non sei altro…e cosa mi regali?”
“Vedrai, vedrai, vedrai…”si allontanò canticchiando. Subito la raggiunsi e ci avviammo verso l’uscita quando…
“Ehi tu!” urlò una ragazza alle mie spalle
“Si?” chiesi. Si avvicinò squadrandomi dalla testa ai piedi e a bassa voce disse:
“Ma tu non sei Mercuzio? Romeo e Giulietta, il musical…”
“Veramente si…sono io!” dissi sorridendo.
“Oddio! Non ci credo…tu, qui…ma che ci fai qui? E’ impossibile…sto sognando” iniziò a dire a raffica. Martina la guardava e rideva divertita…
“Sono qui con Giulietta…volevo vedere la Calabria” mi giustificai.
“Posso avere un autografo con foto?” chiese speranzosa.
“Certo!” e così scattammo la foto con la ragazza e le feci l’autografo. La salutammo, tornammo alla macchina e chiesi a Martina:
“Ma qui da te non sanno che tu fai Giulietta?”
“Qui non sanno nemmeno cosa è un musical a momenti, per questo finora nessuno ti ha riconosciuto…”
“Ma il paese è piccolo, doveva almeno sapere di te, una loro compaesana…”
“Te l’ho detto: qui non esiste il musical o il teatro come lo intendi tu…qui per teatro intendiamo le recite scolastiche e quelle in dialetto calabrese!” disse dispiaciuta. Eravamo arrivati a casa, non avevamo impegni e così pensammo di fare l’albero di Natale! Ci impiegammo tutto il pomeriggio ma il risultato era eccellente: un enorme albero decorato in oro e rosso occupava un angolo del salone, accanto al caminetto acceso! Mancava solo il puntale:
“Mi prendi in braccio? Non ci arrivo fin lassù!” chiese
“Vieni qui!” le afferrai le cosce e la sollevai, mise il puntale e disse:
“Ecco fatto…ora mettimi giù”
“Non ci penso nemmeno!” dissi ridendo, allora iniziò a dimenarsi e a spingere le mie braccia per cercare di aprirle; camminai fino al divano e ce la buttai sopra, le bloccai i polsi con una mano e le gambe con le mie e iniziai a farle il  solletico! Rideva a più non posso, mi implorava di lasciarla andare!
“Luca…Luca ti prego, mi fanno male i fianchi! Per favore…” diceva tra una risata e l’altra.
“Devi dire la parola magica…”
“E qual è?” chiese esasperata. Mi fermai e abbassandomi su si lei dissi in un sussurro:
“Dimmi che mi ami, dimmi che vuoi solo me…”. Si fece seria e fissandomi negli occhi disse:
“Ti amo…e tanto…voglio te!” e mi baciò. Sentimmo la porta aprirsi e scattammo dal divano e iniziammo a fare finta di sistemare le palline dell’albero, sua madre entrò in sala e si congratulò per l’albero che, a suo dire esprimeva il concetto di Natale al meglio.
L’aria natalizia si respirava a pieni polmoni in quella casa piccola e accogliente! L’indomani sarebbe stata la Vigilia di Natale e io e Martina avevamo pensato di mandare al cast un video messaggio per augurare a tutti un buon Natale…lo inviammo a tutti ma non a Davide: “Non mi sembra corretto” aveva detto Martina …Dopo cena, io e lei andammo in camera sua per stare un po’ insieme, ai suoi avevamo detto che andavamo a riposare per conto nostro. Una volta in camera sua, si buttò a pancia in giù sul suo letto, nascondendo il viso tra le braccia:
“Che succede tesoro?” chiesi sedendomi vicino a lei, alzò il viso e mi guardò dispiaciuta
“Stavo pensando a Davide…mi dispiace per lui, non se la starà passando bene scommetto”. Ancora? Stava ancora a pensare al ragazzino?
“Su non ci pensare, vedrai che si starà distraendo con gli amici!”

(Martina)
Non credo proprio che sia come dice Luca: Davide è un ragazzo fragile, non si sarà rassegnato e ci sto un po’ male a pensare che queste vacanze saranno terribili per lui…vorrei tanto fare qualcosa, ma cosa? E se lo chiamassi? Di sicuro non risponderebbe…un messaggio su whatsapp è la cosa migliora: così posso sapere se lo legge!
Passai la serata a parlare con Luca e a farmi coccolare da lui, ma pensavo a cosa scrivere a Davide…verso mezzanotte, Luca mi augurò la buonanotte con un bacio e andò a dormire. Appena chiuse la porta, scattai verso la scrivania e presi il cellulare, iniziai a scrivere il messaggio e lo cancellai almeno 20 volte...non avevo ancora trovato le parole giuste, poi mi illuminai e iniziai a digitare:
“Ciao Davide, volevo sapere come stavi passando queste vacanze e ti ho scritto…per favore rispondimi, non fare il bambino eh! Ahahah a presto”
e lo inviai…passarono 25 minuti ma niente, aveva visualizzato ma non rispondeva…stavo per chiudere la connessione a internet ma apparve la scritta “sta scrivendo…”. Il cuore iniziò a battere forte, senza motivo, e aspettai:
“Ciao Martina, è tutto ok qui a Bassano…tu?” un po’ freddino, devo dire, ma non lo biasimo…
“Io tutto ok…qui da me non fa molto freddo…cosa stai facendo? Ti ho disturbato?”
“No no…sono in giro per il paese…con Luca?” rimasi colpita da quella domanda…
“Con lui tutto bene, è qua con me per Natale, poi andremo a Villafranca…”
“Va bene…ci sentiamo, buonanotte” e si disconnesse. Ora che l’avevo sentito ero più tranquilla e così andai a dormire.
Stamattina mi ero svegliata prima che suonasse la sveglia, così non avrei sentito quel rumore fastidioso! Mi cambiai e andai a svegliare Luca...aperta la porta, trovai il letto vuoto e messo in ordine…Scesi sotto, dove mia madre era intenta a preparare da mangiare…
“Buongiorno!” e la abbracciai.
“Giorno, vuoi fare la colazione?”
“No no, è un po’ tardi altrimenti poi non mangio a pranzo…papà?”
“E’ uscito a comprare delle cose che mi mancavano per la cena di stasera…ti ricordo che vengono gli zii e i nonni…”
“Si lo so…e Luca? L’hai visto?”
“Si, è uscito anche lui, ha detto che voleva fare due passi…” disse mia madre alzando le spalle.
“Mamma, cosa diremo al resto della famiglia?”
“Che è un tuo amico, la verità…”
“Non ci crederanno mai…” dissi prendendo un succo di frutta dal frigo “…sai già che vedendolo penseranno che sia il mio ragazzo! Oppure faranno battutine…”
“E tu lasciali perdere…”. Finita la frase, la porta d’ingresso si aprì e comparvero mio padre e Luca che ridevano…
“Buongiorno!” esclamarono entrambi
“Ciao” dissi agitando la mano. Luca si avvicinò per baciarmi la guancia e notai che mia madre rideva sotto i baffi…l’aveva capito, non era mica scema!
“Tutto bene?” chiese Luca
“Sisi tu? Come mai sei uscito presto?”
“Volevo fare due passi…” e mi fece l’occhiolino. Lo guardai insospettita e nel frattempo mio padre lo chiamò dal garage…lui scomparve pizzicandomi di poco la guancia e io tornai ad aiutare mia madre.
La sera era arrivata e io avevo solo voglia di andare a dormire: ero sfinita, avevo aiutato mamma in cucina e a sistemare la casa, ma adesso dovevo prepararmi per la cena…mi feci una doccia, lavai i capelli e indossai qualcosa di carino: mi piaceva ricevere i complimenti dalla mia famiglia poiché ero l’unica nipote femmina!

(Luca)
Stasera avrei conosciuto la famiglia di Martina e avevo un solo obiettivo: dare una buona impressione. Cominciai dai vestiti: camicia bianca, gilet bordeaux, pantalone e scarpe beige; i miei immancabili anelli e i capelli liberi, come piacciono a Martina…chissà cosa sta facendo…uscì dalla mia stanza per andare nella sua e la trovai davanti allo specchio che si truccava, mi appoggiai alla porta senza farmi sentire e l’osservai: indossava una camicia di seta nera con una gonna dalla tonalità rosa salmone, ampia e a vita alta…scesi con lo sguardo sulle gambe racchiuse nei collant neri e notai i tacchi vertiginosi nero lucido; i capelli ricci li aveva lasciati liberi e le ricoprivano quasi tutta la schiena; era già truccata e stava completando il tutto con il rossetto del colore delle sue labbra. Era praticamente incantevole! Feci un finto colpo di tosse per richiamare la sua attenzione, si voltò mentre richiudeva il rossetto e venne ad abbracciarmi:
“Ti aspetta un luuuungo interrogatorio lo sai?”
“Correrò il rischio di essere scoperto…”
“Oh ma lo sei già stato…da mia madre!” e iniziò a ridere. Oh cavolo, ma davvero? Vabbè pazienza…le baciai delicatamente le labbra e scendemmo sotto. Nel salone c’erano già i suoi zii, mancavano solo i nonni: aveva inizio la “tortura”…
“Martina tesoro, ma quanto sei cresciuta!!!” esordì una signora bionda sulla cinquantina
“Zia Maria ciao, e si sono grande eh!”
“E questo bel giovanotto chi è?” chiese ammiccando alla nipote
“Salve, sono Luca, il…”
“Il fidanzato?!” mi interruppe
“No, il collega…recito con lei…” chiarì subito.
“Si zia, ti avevo raccontato del musical in cui mi hanno presa…” intervenne Martina raccontando tutta la storia di come mi aveva conosciuto…anche con gli altri parenti i discorsi erano simili, tutti a chiedere se ero il fidanzato di Martina, avrei tanto voluto ammetterlo, ma Martina non voleva…poi mi presentò la nonna: un’arzilla signora!
“Bel giovanotto eh cara?!” disse alla nipote dandole una gomitata
“Nonna!” la richiamò “E’ un mio collega…”
“Si si, dite tutti così…piacere caro, sono Rosa la nonna materna di Martina, sai la mia nipotina è libera al momento, capisci cosa voglio dire?!” e mi fece l’occhiolino per poi scoppiare a ridere…
“Ssssi capisco, comunque io sono Luca, molto piacere…” e le feci il baciamano deciso a entrare nelle sue grazie!
“Ohh già mi stai simpatico, Martina che ne pensi?” chiese alla nipote che si gustava la scena
“Nonna, lascialo stare…” la supplicò allontanandola
“Tu ti siedi vicino a me!” mi urlò la nonna
“Certo signora!” le risposi…e così fu: a tavola ero seduto al centro tra Martina e la nonna, che più di una volta mi sgridò dicendo di non chiamarla signora ma semplicemente Rosa, mi stava troppo simpatica! Di fronte a me sedeva la mamma di Martina, affiancata dal marito e dal fratello, a capo tavola il marito di Rosa e per il resto del tavolo gli altri zii…mi sentivo a mio agio, stranamente. Avevamo trascorso una serata bellissima, il cibo era ottimo come sempre, i parenti di Martina non furono poi così invadenti e lei ne era sollevata…a mezzanotte ci scambiammo gli auguri e mangiammo il pandoro; Martina si era imbrattata una guancia con lo zucchero a velo e subito corsi a pulirla!
“Piccola…” le sussurrai “…ti sei sporcata, fatti pulire!” e le pulì la guancia con un tovagliolo mentre tutti ci fissavano, specie la nonna che aveva un’aria sognante…
“Grazie mille…”disse Martina accennando un sorriso timido…dopo qualche ora, i parenti ritornarono alle proprie case e tutti noi iniziammo a sistemare la casa:
“Luca non c’è bisogno che ci aiuti, facciamo noi!” disse Carla, la madre di Martina
“Carla è il minimo che possa fare per ringraziarvi dell’ospitalità…” replicai mentre portavo fuori la spazzatura.

(Martina)
Luca si era fatto amare da tutta la famiglia e la nonna già lo adorava! Forse era il momento di dirlo anche ai miei…
“Mamma…papà…io devo dirvi una cosa!” i miei mollarono ciò che stavano facendo e mi raggiunsero.
“Io e Luca…ecco noi…” provai a dire…
“Io e lei stiamo insieme!” esordì Luca che era rientrato e subito mi affiancò cingendomi la vita con un braccio, questa sera non avevo bisogno di alzare il viso per guardarlo, ci pensavano i tacchi altissimi!
“Io lo sapevo…” disse fiera mia madre
“Ah bene, Luca sei fortunato, mi stai simpatico ragazzo! Ma attento a quello che fai!” raccomandò mio padre.
“Oh certo signore, stia tranquillo” lo rassicurò. Come i miei si allontanarono, abbracciai Luca…ero finalmente libera di manifestare i miei sentimenti…
“Tesoro mio…” sospirai sul suo petto. Iniziò ad accarezzarmi i capelli e disse:
“Piccola andiamo a dormire che è tardissimo!” e mi trascinò verso le scale dopo aver dato la buonanotte ai miei…
Entrati in camera mia, iniziammo a baciarci con passione…gli slacciai il gilet e sbottonai la camicia per poterlo accarezzare meglio, anche lui sbottonò la mia camicia ma non tutta, solo quel tanto che bastava per potermi baciare meglio il collo e la spalla…
“Fosse per me…” disse “…stanotte dormirei qui con te!”
“Sai che non si può…”
“Facciamo come l’altra sera, dai!” mi supplicò facendo il visino dolce…come potevo resistergli…
“ok…dai togliti questi vestiti!” e gli tolsi la camicia accarezzandogli il petto e scendendo sull’addome scolpito…
“Aspetta…vado a prendere qualcosa da mettere per la notte, altrimenti congelo!”
Dopo 5 minuti, tornò con addosso una canottiera nera e un pantalone di tuta grigio, io nel frattempo mi ero tolta i vestiti e mi ero messa una canotta larga e dei leggins…ci sistemammo nel letto e dopo poco si addormentò. Io non riuscivo a prendere sonno, sentivo che c’era qualcosa che non andava, avvertivo un senso di vuoto dentro…poi un’idea mi balenò per la testa: dovevo mandare gli auguri a Davide! Allora, cercando di non svegliare Luca, mi alzai per prendere il cellulare e mi diressi verso la finestra, di tanto in tanto mi giravo per controllare che Luca stesse ancora dormendo e poi mi rimettevo a scrivere, infine lo inviai…
Pensavo che non riuscivo a dormire per questo ma ugualmente non riuscì a prendere sonno: in me sentivo ancora quella strana sensazione, avevo il cuore a mille ed ero agitata…sbuffando, mi alzai e andai in cucina per prepararmi una tazza di camomilla, forse mi avrebbe aiutato a rilassarmi! Sorseggiavo la bevanda e controllavo il cellulare per vedere se Davide mi avesse risposto ma nulla…chissà cosa stava facendo…
 
  
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