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Autore: StewyT    15/10/2015    4 recensioni
«Ho fatto del mio meglio, lo giuro. Ho fatto il massimo per poter essere quello di cui hai bisogno»
«Evidentemente ci siamo sbagliati entrambi. Sbagliare è umano no?» sono sull'orlo di una forte crisi di nervi. Delle calde lacrime iniziano a scorrere lungo le mie guance.
«No» sussurra abbracciandomi. «No, Brenda. Non ci siamo sbagliati. Io ti amo» la sua voce è un riflesso della mia: sembra che stia per piangere.
Daniel si avvicina ancora di più a me, e poggia le labbra sulle mie; sono così morbide e calde le sue. Mi lascio andare tra le sue braccia e lo stringo a mia volta.
Abbiamo bisogno l'un dell'altro. Ho bisogno di sentire le sue mani sul mio corpo e le sue labbra sulle mie. Quando mi sussurra con voce dolce che mi ama il mondo diventa un posto più felice. Devo fidarmi di lui.
«Ho bisogno di te, ti prego.»
Non so chi dei due lo abbia detto, fatto resta che entrambi abbiamo bisogno dell'altro.
Ma bastano davvero solo l'amore, il bisogno e l'attrazione a tenere unite due persone?
Né io né lui lo sappiamo; non immaginiamo cosa succederà, lo sapremo solo vivendoci.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Good Girls & Bad Boys'
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Ventiseiesimo capitolo.


Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin.
Apro gli occhi spaesata; mi sono addormentata tra le lacrime il mio plaid lilla, con un bicchiere di camomilla sul comodino e dei fazzoletti sotto al cuscino, non c'è un risveglio peggiore per una notte peggiore.
Cerco il cellulare tastando il pavimento, lo trovo e rispondo senza neanche vedere chi è.
«Pronto?» ho la voce impastata dal sonno, gli occhi spruzzati di sangue e pochissima forza, non riesco neanche a parlare senza biascicare!
«Brenda!»
«Kat cosa succede?» ha la voce rotta dal pianto; inizio a temere il peggio, ma tutto quello che riesco a pensare non è davvero più brutto di quello che è successo.
«Brenda, Daniel ha avuto un incidente. È incosciente da ieri»
«Cosa?» mi crolla il mondo addosso. Cosa diamine è successo?
«Era fuori città, correva e non è riuscito a fermarsi quando la macchina avanti ha fatto un incidete. Ha fatto un volo di quattro metri, atterrando sull'asfalto. Potrebbe rischiare. Dovresti venire qui, hanno detto che la tua presenza potrebbe aiutare» dice tutto velocemente, ma io sono rimasta ad 'è incosciente da ieri'.
Attacco il telefono senza rispondere o altro.
Questo è lo shock?
Mi gira la testa e mi sento persa.
È la paura o la sensazione di aver perso davvero la persona che si ama?
Fino a quando si è litigati si può sempre fare pace, ma quando si è morti?
Resto a guardare il vuoto per indefinito tempo, poi scoppio a piangere; non so affrontare in altro modo i miei problemi.
Vorrei poter sprofondare di nuovo nel mondo dei sogni, svegliarmi e sapere che non è successo tutto davvero, ma non sarebbe vero. Daniel è davvero in ospedale, io mi sento davvero la causa del suo incidente. Se non avessimo litigato cosa sarebbe successo? Probabilmente non starebbe soffrendo. Come sta? Può pensare? Il suo cervello è attivo o nella fase in cui si trova non può fare molto?
Ho bisogno di sentirlo al mio fianco, ma non sono pronta per andare in ospedale e vederlo ridotto uno straccio; soffrirei troppo di più.
Mi alzo velocemente dal letto, metto le prime cose che trovo sparse per la camera, prendo un grosso e profondo respiro e corro giù; corro verso casa di Daniel, l'unica cosa che può farmi sentire al suo fianco, ancora felice.


La casa è trascurata; ci sono scatoloni di pizza in tutta la cucina, bottiglie di birra vuota, ceneriere piene di mozziconi di sigarette; come ci siamo ridotti io e lui per delle stupide cretinate. Ci siamo distrutti e adesso lui è chiuso in una camera bianca, io tra quattro mura che mi stanno strette perché non è con me.
Mi chiudo la porta alle spalle, e mi avvicino ad un mobiletto: quello pieno di nostre foto. Pensavo che le avesse tolte tutte, invece sono ancora lì; un po' piene di polvere, ma sempre belle.
Ho le gambe molle e sono certa che potrei cadere da un momento all'altro; mi mantengo al mobile e prendo un respiro, prima di porre la mia attenzione su una delle ultime foto scattate: io e Daniel proprio sulla maledetta moto. Lo stringo così forte! Ricordo ancora quanto mi facessero male le dita, quanto lui ridesse perché io gli avevo giurato che non avevo paura e non mi sarei mai stretta a lui, cosa che due secondi dopo era successa.
Quanti ricordi portano le foto? Non c'è niente di più distruttivo delle foto. Immortalano dei precisi istanti, felici o tristi che essi siano, e ti rendono schiavo del passato, del ricordo, del pianto.
La accarezzo, sfiorando il suo viso bellissimo. Adesso com'è? Pieno di lividi?
Perché è dovuto succedere tutto questo?
Perché lui è dovuto arrivare a chiedere ad un'altra quello che avrei potuto dargli io, mandando il nostro rapporto a puttane? Perché non sono riuscita a perdonarlo prima e sto pensando solo adesso quanto mi manchi, e abbia bisogno di lui? Tutto quello che volevo, che voglio, è lui. Lui adesso non c'è. Lui forse non ci sarà mai più.
Mai.
Che brutta parola.
Il mio cellulare prende a squillare: è Kat, la evito. Non voglio rispondere per sentirmi dire cose brutte. Voglio ancora crogiolarmi nell'idea che Dan possa essere vivo; intubato e pieno di lividi, ma vivo. È l'unica cosa che voglio. Sono disposta a dimenticarlo, se è cosa buona e giusta, per saperlo vivo. Sono disposta a passare sopra a tutto e stare nuovamente con lui, per saperlo vivo, è tutto quello che desidero.
Spengo il cellulare, che continua a squillare, e mi avvicino al tavolo sul quale c'è qualcosa: un foglio di carta scritto ed una penna. È una delle nostre lettere?
Mi sale un groppo allo stomaco, è l'ultima cosa che ha scritto; avrebbe dovuto metterla domani mattina al suo posto, al nostro posto.
Mi siedo tremante alla sedia avanti alla lettera, la tocco, sento lo spessore delle parole; non le ho ancora lette ma già so che mi faranno male più di quanto potrebbe qualsiasi altra cosa.












Cara Brenda,
finalmente ho imparato a scrivere lettere, peccato che questa sia l'ultima che riceverai.
Sai chi sono, quindi probabilmente non vorrai leggerla, ma ti prego di proseguire perché è importante, davvero.
Mi sono reso conto di aver fatto solo un mare di stronzate in questo ultimo periodo, dalla prima bugia che ti ho detto alla prima lettera che ti ho scritto; non ho fatto che allontanarti, in questo modo, ne sono cosciente.
Nonostante questo continuo ad amarti da morire e sapere di averti fatta soffrire fa stare male anche me; sapere che ora stai provando a rifarti una vita con un altro mi fa ancora più male, perché io probabilmente non ci riuscirò mai.
Come potrò innamorarti di un'altra quando non dimenticherò mai la prima donna che ho amato? Tu mi hai fatto conoscere così tanto, Brendy. Mi hai reso quello che sono, e quel giorno.. quel giorno ero tornato lo stronzo bastardo che ero prima di conoscerti, ma mi è servito. È stata l'unica cosa che avrebbe potuto spingermi a capire di non essere mai cambiato davvero: sono sempre stato questo, il ragazzo profondamente innamorato dell'idea dell'amore, della speranza di potersi innamorare.
Perché ti sto scrivendo, questa volta?
Per dirti come mi sento, per dirti addio, per farti capire che anche se non ti dimenticherò mai voglio provare a lasciarti sola, a lasciarti libera, per darti quello che vuoi. Se questo è l'unico modo per renderti felice, lo farò.
Andrò via, anche se dopo niente sarà importante, neanche la mia stessa esistenza.
Proverò davvero a non pensarti e a far finta che tu non sia esistita per provare a non amarti; rischierò di cancellarmi, per cancellare te e comunque probabilmente non riuscirò a farlo, ma giuro che sparirò, ti libererò, sperando che tu possa tornare ad essere quella ragazza solare che eri prima di conoscermi.
Finirà. Tutto quello costruito tra noi finirà, ma resterà il ricordo e giuro che sarà l'unica cosa alla quale riuscirò ad attaccarmi per andare avanti.
Dimenticami. Vivi con un altro. Fatti una vita. Non cercarmi più. Odiami pure.
Ti chiedo solo di non dimenticare l'amore che c'è stato tra noi; ho sbagliato, ma l'amore che abbiamo condiviso è stata un'opera d'arte e non è giusto che venga distrutta. Ricorda: l'arte è eterna, migliore dell'uomo; così è stato il nostro amore.
Ti amerò per sempre, Brenda.
Addio.


Daniel.






Sto piangendo come una disperata.
È stata la cosa più bella che io abbia letto in vita mia.
Lo amo, lo amo da morire. Ho bisogno di lui. Non posso vivere bene senza i suoi occhi, le sue braccia, le sue parole. Fanculo a tutto, fanculo a me stessa, io ho bisogno di lui.
Giro il foglio dietro al quale ha scritto lui, e provo a lasciarci qualche parola, ma mi esce poco. Non riesco a pensare a niente che non sia lui.


Caro Daniel,
ti amo. Ti prego, torna da me.
Brenda.


E sto pregando ogni Dio su questa terra affinché Daniel possa stare meglio.
Cosa farei se lui morisse?
Non posso neanche accomunare questo verbo al suo nome.
Prendo le chiavi della sua macchina, mi asciugo gli occhi e corro alla guida: ho bisogno di andare da lui, di vederlo, di dirgli che lo amo e lo perdono, anche se adesso non sono mentalmente pronta a vederlo pieno di sangue devo farlo.
Non ho mai guidato da sola, ma in questo momento mi sembra la cosa più semplice del mondo; quello che succede quando arrivo all'ospedale invece, questa è la cosa più difficile.
Parcheggio, sì forse in questo posto c'entrano due macchine ma non mi interessa, devo fare in fretta.
Entro.
È tutto così bianco, sterile, freddo morto.
Ho sempre pensato al nero come il colore della morte, ma se invece fosse questo bianco attaccato alle pareti? Si addice perfettamente alla tristezza, alla solitudine, al dolore. Da oggi in poi odierò il bianco, ne sono certa.
Cerco la reception e mi perdo tra i corridoi, destino vuole che io arrivi nella piccola cappella; non sono certa di credere in Dio, ma ho sempre avuto grande fede in Gesù e nei santi, anche se non sono mai stata praticante: odio la chiesa come istituzione; mi sembra tutta una gran farsa quella di un uomo uguale agli altri che pretende di essere visto come il Salvatore quando si tratta di parlare dei peccati della gente. Non sono mai riuscita a confessarmi con un prete, eppure adesso aprirmi su questa panca di legno e parlare ad una croce mi fa sentire estremamente meglio.
«Fa che stia bene. Fa che possa riprendersi, ti prego. Non voglio altro; voglio lui, rivedere di nuovo i suoi occhioni blu, il suo sorriso, sentire di nuovo la sua voce».
Do sfogo a tutte le lacrime che ho in corpo, poi quando mi sento pronta mi alzo e cammino a testa alta verso camera sua.
Chiedo indicazioni ad un'infermiera che mi indica il terzo piano; prendo l'ascensore ed effettivamente è al terzo piano perché noto Jake e Kat seduti; non mi sembra abbiano la faccia di due disperati che stanno per perdere un amico, forse sta meglio.
Corro, bypassandoli prima che possano fermarmi, apro la porta della camera numero 25, dove mi ha detto l'infermiera, e mi mordo forte il labbro inferiore per non scoppiare in lacrime quando lo vedo.
È attaccato ad un grande monitor, ma non è quella la cosa peggiore: i capelli neri sono liberi di ricadere sul cuscino, ma sulla fronte ha una grossa cicatrice; ha un enorme ematoma sulla guancia sinistra, uno sul braccio che esce fuori dal lenzuolo bianco. Altro bianco. Tutto bianco. Mi fa venire l'angoscia.
Ha una gamba alzata da un grosso ferro, gli occhi chiusi; le lunghe e folte ciglia nere sfiorano le sue guance; chi sa se sta sognando.
Chiudo silenziosamente la porta alle mie spalle e mi avvicino a lui.
Sfioro le sue dita e non mi sembrano fredde come sarebbero quelle di un defunto: è vivo.
Stringo le sue dita tra le mie, e una lacrima inizia a scivolare giù dai miei occhi; stiamo messi bene!
«Daniel» sussurro «Chi sa dove sei in questo momento, a cosa stai pensando. So da un po' di ore che sei.. incosciente, ma sono riuscita a venire solo ora perché non avevo il coraggio di vedere come fossi combinato».
E a dire il vero mi aspettavo di peggio; è bellissimo anche così.
«Ma sei bellissimo anche così, accidenti a te.» sorrido. In questo momento mi risponderebbe qualcosa come 'Oh me lo dicono tutti'.
«Ho letto la tua ultima lettera e volevo dirti che non c'è bisogno che tu ti dimentichi di me, né che lo faccia io, perché ti perdono. Daniel ho capito cosa vuol dire perderti per davvero e sono disposta a mettere sotto i piedi, per una sola volta, il mio orgoglio perché tu vali più di tutto. Sono disposta a dimenticare le tue menzogne, quella ragazza sul tavolo, le litigate, le lettere, tutto. Dimenticherò tutto e sarà come se non fosse mai successo, se ti sveglierai. Devi solo fare questo; al resto ci penseremo assieme.» Gli sfioro una guancia e ingoio il grosso groppo che ho in gola.
«Io ti ho fatto conoscere te stesso, beh tu hai fatto molto di più per me. Mi hai fatta amare, Daniel. Mi hai fatta essere quello che avrei sempre desiderato; mi hai dato amore, fiducia, felicità, calore e io ho ancora bisogno di tutto questo; ho ancora bisogno di te. Ne avevo quella volta in cui stavi finendo sotto una macchina quando quel pomeriggio andammo a comprare Colpa delle stelle, ne ho adesso, ne avrò sempre. Ti amo, Dan. Ti amo da morire e mi manchi. Ho estremamente bisogno di abbracciarti e sentirmi dire che mi ami, perché solo questo mi aiuterebbe a stare nuovamente bene. Non voglio solo il ricordo di quello che siamo stati, voglio altre estati, altri Natali, altre Pasque, altri baci e altri pianti di gioia con te, quindi svegliati e dimmi che mi ami, prima che ti prenda a calci in culo» deglutisco, mi asciugo gli occhi e torno a concentrarmi su di lui, poi penso che l'unica cosa che io possa fare per fargli sentire tutto il mio amore sia baciarlo, perché magari neanche mi sente mentre gli parlo, quindi mi abbasso lentamente, molto lentamente verso di lui e poggio le labbra sulle sue. Sono ancora così morbide e calde, è possibile?
Sfioro piano le sue guance, sperando di non fargli male, mi allontano e sorrido come se potesse vedermi, poi sfioro di nuovo le sue labbra; resto così per qualche secondo, fino a quando non penso di essere morta anche io.
Le mani di Daniel stringono il mio viso, le sue labbra si inarcano sotto le mie, la sua lingua si insinua al fianco della mia, e i nostri occhi si incontrano di nuovo.
Sono io che sono morta o è lui che si è svegliato?
Non voglio allontanarmi, ho paura che sia tutto un film del mio cervello, in questo caso morirei davvero.
Resto lì, sulle sue labbra, anche se mi manca il respiro; non mi frega, ma quanto pare a Daniel frega, quindi fa pressione sul mio viso per farmi allontanare leggermente.
«Brenda» sussurra; mi do un pizzicotto e scoppio a piangere: è tutto vero.
«Brenda sei davvero qui?»
«Daniel sei davvero sveglio?»
«Puoi giurarci!» dice lui sorridendo malizioso. È sempre lui. «Sono completamente sveglio».
«Eri sveglio anche mentre...?»
«Sì, anche mentre parlavi e io davvero non so come dirti che mi dispiace, Brendy. Sono stato un coglione.» annuisco; in un'altra occasione lo avrei preso a schiaffi per non aver aperto subito gli occhi, ma in questa occasione riesco solo ad accarezzarlo.
«Loro lo sapevano?»
«Che sono sveglio? Sì.»
«Da quanto?»
«Sono sveglio da un paio di ore. È stato così brutto, Brendy. Mi sono visto scorrere avanti agli occhi tutta la mia vita, tutti i miei errori. Ho avuto paura che non ti avrei più rivista, che non avrei più potuto chiederti scusa. Mentre volavo verso il suolo ho visto una nuvola che somigliava al tuo volto e poi ho sorriso; morire con il tuo viso avanti agli occhi sarebbe stato un po' più confortante»
«Daniel ti prego non ripeterlo, mai più» mi fiondo al suo collo e lo abbraccio forte. «Piano» sussurra lui sorridendo «Sono abbastanza a pezzi, fa piano»
«Scusa» dico sorridendo, poi gli sfioro dolcemente il livido sulla guancia, prima di sorridere sadica a dargli un pizzicotto sopra; lui si morde forte un labbro e si lamenta.
«Perchè, Brendy!»
«Perchè così la prossima volta ci pensi due volte prima di farmi preoccupare, okay?» sorride e annuisce. «Non ti farò preoccupare mai più»
«Bene». Gli do un altro bacio, lui sorride e mi trattiene per un braccio in modo che i nostri visi siano vicini tanto da sfiorarsi.
«Ti amo più di prima, se possibile. Ti giuro che ti farò fidare nuovamente di me.»
«Lo so» sorrido.
«Brendy non pensavo quello che ti ho detto: l'amore esiste e sono felice di averlo scoperto con te»
«Anche io non lo pensavo; se potessi tornare indietro vorrei nuovamente innamorarmi»
«Sì?»
«Sì. E... Daniel non sono stata a letto con Adam»
«Lo so» sorride felice «me lo ha detto Kat appena mi sono svegliato e ho detto che ci eravamo lasciati definitivamente perché tu stavi con lui»
«Adam è un ragazzo speciale, ma non è te» lui mi accarezza.
«Ricordati queste parole quando litigheremo!» dice serio prima di scoppiare a ridere e trascinarmi con lui.
«Brendy perché tu e Kat siete fredde l'un l'altra?»
«Perchè lei non mi considera più come prima, non mi dice niente, mi tratta come una persona normale, non più come una sorella»
«Ha avuto non pochi problemi con sè stessa in questo periodo»
«Anche io non sono stata bene, eh»
«Perdonatevi a vicenda, vi prego. Adesso siamo noi quattro assieme, non potete stare così; abbiamo la fortuna di essere quattro persone che si amano a vicenda, chiarite» annuisco e gli sorrido.
«Come sei diventato saggio»
«Guardare la morte in faccia a volte può aiutare» dice ridacchiando. «chiamali dentro, ti prego»
«Okay» mi abbasso a dargli un altro bacio, poi apro la porta e li faccio entrare; Jake mi sorride, Kat prova a darmi spiegazioni «Ti ho chiamata per dirtelo, non hai risposto, ti ho mandato venti messaggi..»
«Va bene, Kat» la rassicuro, poi l'abbraccio stretta «Mi dispiace per esserti stata lontana in questo periodo»
«E a me per averti esclusa. Non succederà più»
«Non ti obbligo di certo a dirmi le tue cose, voglio solo che tu non mi allontani»
«Non lo rifarò» mi stringe forte «Adesso siamo noi quattro contro il mondo» mi stampa un bacio sulla guancia, e poi si avvicina a Jake.
Tutto si chiude come un cerchio perfetto: io e Daniel, Jake e Kat.
Che questo sia un nuovo inizio?


 

Spazio autrice.
OKAY STO PER PIANGERE.
Mi sono appena resa conto che questo è l'ultimo capitolo; dopo l'epologo (che non so quando posterò) avrò chiuso un'altra storia sulle 'avventure' di Brenda e già mi manca! Mi manca già scrivere delle sue idizioe e della sua fortuna. Ma non temete! So già che ci saranno altre OS su lei, Dan, Jake, Kat e Amy e David, che poveri piccoli, in questa storia li ho trascurati parecchio.
Detto questo.. il capitolo è postato! Dan è vivo lol Tipo so che mi volete uccidere per lo spavento ma,.. non mi sarei sentita di far finire la storia in nessun altro modo. Dan e Brenda sono nati per stare assieme e non li avrei mai divisi, dopo aver passato tanti pomeriggi in loro compagnia; mi sarei sentita incredibilmente in colpa. Sì, lo so,  così la storia è scontata, ma.. CHISSENEFREGA; io scrivo col cuore, per rendere felice me stessa prima che gli altri, e questo finale mi ha resa felice. Spero abbia fatto lo stesso con voi!
Ci sentiamo settimana prossima, o tra due settimane per l'epilogo e poi.. verso Natale, spero, per qualche nuovo episodio sulla nostra combriccola.
Vi ringrazio già ora (sono in modalità sentimento lol) per aver seguito anche questa storia fino ad oggi. Vi adoro <3

StewyT~

Spoiler per questo capitolo non ce ne sono. L'epilogo è davvero corto e se posto anche uno spoiler addio lol 
 
  
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