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Autore: Arthur_Kolinsky    15/10/2015    1 recensioni
Cosa può accadere a una persona stressata dal lavoro e dalla vita troppo sedentaria? Cose terribili, troppo terribili
Genere: Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jack Le Roux lavorava in quell’ufficio da un mese esatto.
Addetto al settore ricambi della DREAMLIKE Inc. si occupava della sostituzione delle incongruenze alla linearità vitale degli associati.
Non aveva mai amato la vita d’ufficio e sosteneva che l’irritazione cutanea che aveva colpito il braccio sinistro era colpa dello stress. Era comparsa il lunedì pomeriggio, come una piccola macchia rossastra proprio al centro dell’arto. Sapeva che grattando la situazione sarebbe peggiorata ma resistere gli era in sostanza impossibile.
Il terzo giorno si rassegnò a prenotare una visita dermatologica presso un istituto privato, non voleva attendere i tempi biblici della sanità pubblica e nemmeno si fidava molto dei medici a disposizione. La professoressa White lo visitò in maniera accurata, la pelle del povero Jack venne esaminata centimetro per centimetro e la conclusione, anche dopo una serie di domande imbarazzanti fu semplice. La stessa a cui era giunto lui senza lauree in medicina: stress da vita troppo sedentaria.   
Il medico gli ordinò una crema e di praticare maggiore movimento. Purtroppo il luminare non sapeva che il paziente lavorava dodici ore al giorno ed era repellente ad ogni forma di attività fisica.
Negli anni si era iscritto più volte in palestra ma le rette mensili si erano trasformate in bonifici di beneficenza. Si era anche autoconvinto di correre nel parco dietro casa almeno tre volte la settimana ma le panchine erano un richiamo troppo forte; come le sirene per Ulisse. 
 
Passò una settimana e l’irritazione non accennava a ritirarsi, anzi aveva assunto un colore ancora più intenso e anche il prurito si era accentuato.
Era un martedì notte, non riusciva a prendere sonno per il fastidio, si alzò deciso a inondare il braccio di alcool. La speranza era di attenuare la situazione. Dal ripostiglio prelevò la bottiglia e proprio quando il liquido stava scendendo sulla pelle, si accorse del cambiamento. Dove era iniziata l’irritazione, ora si trovava un crosticina che con le dita staccò. Quello che emerse era assurdo, una piccola foglia di un verde intenso completa di gambo. Non poteva credere ai propri occhi e istintivamente la strappò.
Avvisò l’azienda che si sarebbe recato al lavoro e prese un nuovo appuntamento don la dottoressa White. Custodì la foglia in un piccolo sacchetto di plastica (come una prova di un delitto) e raggiunse lo studio.
 
White non ammise la propria palese ignoranza, non aveva certamente mai visto un caso simile ma finse spudoratamente di averne sentito parlare “So di casi accaduti in Sud America, i semi di piante particolari di insinuano per sbaglio sotto la cute, magari attraverso un taglio o una ferita…”.
Jack si trattenne dal ridere, era ovvio l’imbarazzo e lo sforzo di immaginazione che il professore mise in atto per quella bugia. Con una pinzetta afferrò il gambo e lo estirpò, con disinfettante e benda praticò la medicazione a lasciò andare Jack con rassicurazioni.
 
Quanto White si sbagliava Jack lo scoprì il giorno successivo.
Il prurito sotto la benda continuava e anzi, era comparso anche un rigonfiamento. Tolse furiosamente la medicazione e ciò che emerse, era leggio di ogni aspettativa, ora le foglie erano aumentate e sul resto del corpo erano comparse nuove croste.
La voglia di grattarle era insopportabile ma fece di tutto per trattenersi, almeno per un paio di minuti. Affossò le unghie e nervosamente sulle braccia e sul petto e da ogni buccia fuoriuscirono una o più foglie.
Schiena, addome, petto e braccia assomigliavano ormai alla chioma ad un cespuglio. Non avrebbe mai potuto farsi vedere in giro in quelle condizioni e quando i giorni di malattia finirono, si recò al lavoro ben coperto da un dolcevita.
 
Quando i colleghi lo videro, lo considerarono semplicemente ingrassato e lo schernirono per questo.
Alcuni trovavano strano che in pieno luglio si vestisse così pesantemente e per giustificare la mise, tossiva ripetutamente.
Era seduto alla sua scrivania quando una cliente fece cadere accidentalmente un plico. Si chinò per raccoglierlo (era sempre gentile con le donne), e l’occhio gli cadde sulla propria caviglia. Si spaventò per quello che vide e balzò all’indietro sbattendo la testa sotto il tavolo.
Sotto i pantaloni non c’era più la pelle rosa, del legno, la corteccia di un albero ne aveva preso il posto.
Il resto della giornata lo passò sudando per il terrore di quello che gli stava accadendo e di essere scoperto.
 
Una vota a casa si accorse di avere bisogno del sole, passava la maggior parte del tempo di fronte alla finestra della stanza da letto, completamente nudo.
Anche al lavoro fece spostare la scrivania sotto la grande vetrata ma qui ovviamente non poteva denudarsi.
 
Durante la pausa pranzo si accorse di non avere più lo stimolo della fame ma solamente una sete infinita. Si attaccò alla bottiglia di acqua naturale fino alla ripresa del lavoro.
Si alzò per ritornare alla propria postazione ma un dolore lancinante ai piedi gli rese difficilissimo camminare.
Raggiunsi quindi un bagno e sedendosi su un wc, si tolse le scarpe. I piedi non presentavano più le dita ma una serie di radici bitorzolute. Quella visione gli provocò conati di vomito. Scattò in piedi ma non riuscì a reggersi, le gambe erano rigide come un tronco. Il rumore della caduta attirò un collega che spalancò la porta e non poté fare a meno di puntare lo sguardo sulle radici.
Si spaventò e urlò come una donna isterica. Attirò così altri dipendenti e tutti videro la malformazione di Jack.
Il responsabile rimandò a casa Jack e lo costrinse a non tornare fino a quando non avesse risolto il problema.
 
White effettuò una visita a domicilio il giorno successivo.
Jack era ormai ricoperto di foglie dalla vita in su, anche il viso era ormai tutta una foglia e solamente gli occhi davano espressione al corpo dell’uomo.
Quando il medico entrò, trovò Jack con i piedi immersi in una bacinella di acqua; gambe e braccia erano rigidi.
Le dita delle mani si erano allungate protendendosi verso la luce solare e alcuni insetti avevano cominciato a proliferare e vivere su di lui.
Le analisi, i test e gli esperimenti di White lo portarono a costatare che quello che stava accadendo a Jack non era altro che l’estrema conseguenza della vita sedentaria.
L’uomo si muoveva così poco da anni che il suo corpo aveva reagito di conseguenza, permettendogli i minimi movimenti necessari e facendogli mettere radici.
Jack Le Doux era diventato un albero grazie alla volontà inconscia del cervello.
 
Passarono ancora alcuni giorni perché l’uomo smettesse completamente di muoversi, parlare e vedere.
White lo piantò nel giardino di casa e da allora se occupa con amore, annaffiandolo e potandolo ogni qual volta ne aveva bisogno.
   
 
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