Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ___Page    16/10/2015    0 recensioni
Sono passati due anni dall'inaugurazione del locale di Sanji, Zoro e Law e tutto va a gonfie vele,al ristorante, alla scuola di danza e nelle loro vite.
Ma un nuovo spettacolo si avvicina e nuovi conflitti e amori prendono forma tra prove di musical e serate latine. Riusciranno gli allievi di Violet, Nami e Bibi a fare i conti con i propri sentimenti, a ritmo di musica e battiti di cuore?!
Ecco a voi il seguito di Shall we dance.
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass, Kidd, Nojiko, Penguin, Trafalgar, Lamy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo di Piper: 
Buongiorno gente!!! Dunque sono qui per una rapida comunicazione ma prima devo ringraziare di cuore Sarathepooh per la recensione fluffosa dell'ultimo capitolo! Grazie di cuore! 
Ora a un certo punto del capitolo ci sarà uno dei miei soliti link a un video. Stavolta non c'è la descrizione della coreografia ma, se avete tempo, vi consiglio di guardarlo per capire meglio l'ultimo paragrafetto giù in fondo. Detto questo vi auguro una buona lettura e una buona giornata! 
Piper. 



 
Sbuffo, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e passando una mano sulla fronte a tamponarmi il sudore.
Fa caldo in questo dannato camerino! Troppo caldo!
E questo corpetto è troppo stretto, non si vuole chiudere!
Maledetto ciclo che mi gonfia le tette!
Faccio un respiro profondo prima di rimettermi a litigare con i gancetti, torcendo il collo per controllare nello specchio di stare infilandoli negli alloggi giusti ma la fatica che devo fare continua a essere immane e rinuncio quasi subito.
-Porco Roger- impreco tra i denti e sto per dare un pestone a terra quando una voce mi fa voltare di scatto.
-Ti aiuto?!-
Trattengo il fiato nell’osservare Monet, già pronta con corpino e calze a rete, cercare qualcosa nella propria trousse, i capelli verdi tirati momentaneamente su per sopportare il caldo allucinante.
Non l’ho nemmeno sentita entrare e questa è la prima volta che ci ritroviamo da sole da quando è successo quello che è successo qualche sera fa all’Upper Yard. È da allora che la evito e non le rivolgo la parola, troppo imbarazzane e senza sapere cosa dirle.
Non so quanto per lei sia normale questa situazione, per me non lo è affatto e, come se non fosse già abbastanza complicato, c’è anche la questione di Killer.
-Bonney?!-
Sobbalzo, quando la sento chiamarmi di nuovo e realizzo che si è avvicinata.
-Ti aiuto o no?!-
Deglutisco a vuoto prima di annuire e voltarmi, trattenendo i capelli con una mano.
La sento agganciare il corpetto, bottoncino dopo bottoncino, tirando appena per contrastare la mezza taglia in più che mi è esplosa due giorni fa e rabbrividisco nel sentire le sue nocche sfiorarmi la pelle sudata.
Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo, rendendomi conto che non posso continuare a ignorarla o fare finta di niente. Non posso proprio.
-Monet…- comincio, senza sapere nemmeno io cosa dire.
 -Bonney è tutto a posto!- mi interrompe, decisa ma sempre affettuosa.
Mi giro a occhi sgranati verso di lei, trovandola che sorride affettuosa.
-Capisco che tu sia confusa. Ma non è successo niente in fondo. Tranquilla, davvero- mi rassicura, prima di tornare a cercare quello che stava cercando poco fa nella trousse.
La osservo qualche istante, immobile e incredula e poi qualcosa si sblocca.
Mi avvicino in due falcate a lei e appoggio la mano al tavolo del camerino, piegandomi verso di lei.
-Monet, ci siamo baciate!- esclamo, sottovoce e lei mi lancia giusto un’occhiata prima di rimettersi a ravanare.
-Sì lo so- afferma, come se fosse normale.
Ma in fondo, per lei probabilmente lo è.
Insomma è evidente che Monet è lesbica ma io… io non so più cosa pensare!
E la persona che può darmi risposte e aiutarmi è la stessa con cui non dovrei parlare di questo.
-Killer mi piace! Da morire! Non mi è mai piaciuto nessuno così tanto a parte… Zoro…- abbasso ulteriormente la voce, casomai Nami o proprio Zoro stia passando qua fuori giusto ora.
In fondo è l’intervallo, non sarebbe così impossibile.
Monet smette di cercare quello che stava cercando e si gira a guardarmi. Una mano sul tavolo come me e l’altra al fianco, mi squadra qualche istante e poi sorride di nuovo.
-Sei bisessuale Bonney- mi dice e io sbatto le palpebre interdetta.
Che ha detto?!
-Sei bisessuale, non lesbica. Ti piacciono sia le donne che gli uomini, come a me. Quindi puoi stare tranquilla, non ti sta succedendo niente di strano, okay?! È come essere attratta da due ragazzi nello stesso momento! Ti sarà capitato no?!- conclude, stringendosi  nelle spalle, lasciandomi sempre più senza parole.
-Io… io…-
-Te lo ripeto per l’ultima volta Bonney! È tutto a posto! Ti devi solo abituare all’idea ma non credo cambierà molto le cose per te! Si vede lontano un chilometro che sei persa per Killer!- conclude, chinando appena il capo di lato e allargando il sorriso, prima di avviarsi per uscire dallo spogliatoio, il rossetto rosso in mano.
La osservo allontanarsi, scossa da un turbinio di sensazioni e pensieri in cui riesco e distinguerne ed esternarne uno.
-Monet!- la richiamo e lei si blocca sulla porta, girando il capo, interrogativa -Io…- tentenno, sollevando gli occhi su di lei -Grazie! E mi dispiace…-
Mi fissa ancora reclinando appena il capo all’indietro.
-Per cosa?! Io vado a letto con Gladius da quando è arrivato qui, non ti devi preoccupare per me!- mi informa con un sorriso a trentadue denti -Ci vediamo sul palco- mi avvisa poi, prima di sparire alla mia vista.
Ma dopo nemmeno un minuto eccola rispuntare sulla porta, la schiena inarcata all’indietro.
-Comunque, se tu e Killer aveste voglia di provare qualcosa di… diverso, diciamo…- mi dice, senza ombra di imbarazzo –Beh il mio numero ce l’hai!- conclude, strizzando un occhio e scomparendo di nuovo, lasciandomi sconvolta e senza parole, al centro del camerino.
 

 
§

 
Do un calcio alla ghiaia sul lato del teatro, continuando a camminare alla ricerca di quel coglione.
Quando le luci si sono riaccese per l’intervallo si è alzato dicendomi che usciva un attimo e adesso sembra scomparso nel fottuto nulla.
Non so neppure io perché mi sto spostando sul retro ma l’istinto mi dice di fare così. In realtà non so neppure che cazzo ci faccio qui a vedere sta gente che manco conosco ballare ma ormai ci sono e tanto vale.
Tanto tra un’ora sta tortura sarà finita e io ne approfitterò per andare a bermi una birra, Killer o non Killer.
Dannazione, è diventato così insopportabile!
Grugnisco, infossando le mani in tasca e sollevo lo sguardo, accorgendomi che ho raggiunto ormai il retro, su cui le porte dei camerini si aprono.
Sollevo lo sguardo e mi immobilizzo sul posto, mettendo a fuoco una scena che mi fa sgranare gli occhi e mi provoca un improvviso, incomprensibile scatto di rabbia.
Questo è venuto a fare quel coglione?!
A portare dei fiori… a Nojiko?!?
Li osservo parlare, osservo lei che prende i fiori e sorride e annuisce, gli occhi che brillano, e Killer che si porta una mano sul retro del collo, aggiungendo ancora qualcosa.
Mi accorgo di stare tremando, di avere le mani chiuse a pugno e le nocche bianche.
Mi accorgo di essere sul punto di commettere un omicidio ma non mi accorgo di stare correndo verso il mio migliore amico finché non mi ritrovo a pochi passi da lui e la mia mano che scatta con l’intenzione di spaccargli il naso.
Cazzone bastardo!
Ma non gli interessava Bonney?! Deve sempre fare il playboy?!
Non poteva limitarsi alla sua cazzo di ballerina?!
Tendo il braccio e rischio di finire a terra, quando Killer scatta indietro, evitando il pugno con estrema facilità e lanciandomi poi un’occhiata sconvolta.
-Ma che ti prende?!-
-Kidd!- interviene Nojiko alle mie spalle ma la ignoro, soffiando dal naso come un toro imbizzarrito.
-Sei un pezzo di merda- gli ringhio contro sottovoce, facendogli sgranare ancora di più gli occhi, prima che gli assottigli, scrutandomi, piuttosto incazzato anche lui.
-Si può sapere cosa ti ho fatto?!-
-Non fare il cazzone con me! Lo sai benissimo!-
-Kidd, porca…-
-Stai zitto, stronzo!-
Lo guardo trattenere il fiato, mentre le sue iridi sbiancano, fuori di sé per le mie accuse.
Lo guardo e so che sta per attaccarmi ma, nonostante questo, non riesco a trattenermi quando la sento chiamarmi di nuovo, più decisa che mai.
Volto il viso di un quarto e la trovo che ci osserva a denti stretti, preoccupata sì ma dubito sia per me visto come stringe i fiori, possessiva, quasi fossero la sua ragione di vita.
I fiori che Killer le ha regalato.
Mi giro con tutte le intenzioni di usare il mio migliore amico come sacco da pugilato ma non appena riporto il collo dritto un dolore lancinante esplode nella mia testa mentre il mio zigomo si schianta sul pugno di Killer, mandandomi a terra.
Killer è l’unico che sia mai riuscito a battermi in una rissa ed è successo una volta soltanto. Da allora non ci siamo azzuffati spesso e comunque io ho imparato a non abbassare la guardia. Almeno fino a stasera.
Mi do del coglione da solo mentre colpisco il selciato con la schiena, sollevando polvere  e sassolini intorno a me e una voce si leva nell’aria.
-Ma che state facendo?!-
Dei passi veloci mi corrono accanto e poi un altro spostamento d’aria, stavolta più vicino, che mi fa socchiudere le palpebre. Sobbalzo nel mettere a fuoco Nojiko, inginocchiata accanto a me, le mani ai lati del mio viso, lo sguardo preoccupato.
-Stai bene?!- domanda, le sopracciglia contratte e io mi porto una mano alla fronte, trovandola impiastricciata di sangue, mentre mi sollevo con la schiena e sposto lo sguardo da lei a Killer, ostacolato da Bonney nel suo tentativo di riavventarsi su di me e pestarmi a sangue.
Ci trucidiamo con lo sguardo e lo vedo fremere di rabbia ma basta una leggera pressione della mano di quella sciocca mocciosa per calmarlo all’istante o almeno per dargli un buon motivo per calmarsi.
Mi volta le spalle allontanandosi per non cedere alla voglia di picchiarmi e io faccio leva per rimettermi in piedi e sparire ma una presa sul polso, delicata ma decisa, mi blocca e fa voltare interrogativo.
Nojiko mi sta fissando determinata, i fiori scomparsi non so dove e non sembra intenzionata a mollarmi, anche se mi basterebbe uno strattone per liberarmi. Però, per qualche strano motivo, non lo faccio.
-Vieni dentro che ti medico- mi dice e dal suo tono capisco che non accetterà nessun no anche se questo non basta a spiegarmi perché la seguo senza protestare.
Non so neppure dove stiamo andando, mi ritrovo in un corridoio invaso da borse e aste su cui sono appesi un sacco di strani abiti incartati nel cellophane, un caldo infernale e le porte di innumerevoli camerini spalancate da cui un mucchio di ragazzine fanno dentro e fuori, squadrandomi colpite dalla mia presenza.
Nojiko mi trascina dentro uno dei camerini prima di chiudere la porta.
-Siediti- ordina, afferrando decisa quello che suppongo sia il suo borsone e mettendosi a rovistare alla ricerca di non so cosa.
Mi lancia un’occhiata e io grugnisco distogliendo lo sguardo ma, quando torna a immergersi nella sacca non posso fare a meno di osservarla con più attenzione.
Non mi ero accorto, con la penombra, del suo abbigliamento.
Indossa calze a rete nere, un corpetto ultraderente che lascia poco all’immaginazione, culotte cortissime, tacchi neri e ha sostituito la sua fascia rossa con una identica ma nera.
È fottutamente attraente  e mi ritrovo a deglutire quando un certo calore si irradia da in mezzo alle mie gambe in tutto il corpo.
-A-ehm-
Sobbalzo nel sentirla tossicchiare e nel rendermi conto che si è girata e si è accorta, per forza se n’è accorta, di come la stavo guardando. Altrimenti perché quel sopracciglio alzato?!
Strabuzzo gli occhi e li abbasso, notando che tiene in mano una scatolina di latta, probabilmente un minikit per il pronto soccorso. La osservo con la coda dell’occhio posarla sul tavolo e aprirla prima di avvicinarsi a me e posarmi una mano sulla guancia per farmi voltare il viso verso di lei.
Mi sento andare a fuoco a quel contatto e i miei occhi si spalancano di nuovo mentre, tuttavia, la assecondo da vero rammollito quale sono diventato. Mi domando che cazzo mi sia preso.
-Cosa fai?!- abbaio ma le basta un’occhiata per zittirmi.
Comincia a tamponare con delicatezza la pelle sbucciata dello zigomo e io stringo i denti per il fastidio che il bruciore dell’acqua ossigenata mi provoca.
Dura meno di tre secondi perché, un attimo dopo, mi ritrovo concentrato sulla reazione che ha la mia pelle a contatto con la sua. Osservo il suo, concentrato e vicinissimo, così vicino che mi basterebbe sporgermi appena in avanti per…
-Avresti dovuto dirglielo- mormora severa, facendomi aggrottare le sopracciglia.
Di che cazzo parla?!
-È il tuo migliore amico, avrebbe capito. Oppure, se avevi deciso di lasciargliela allora non dovevi reagire così- prosegue e sembra quasi fare a fatica a dire quello che sta dicendo, qualunque cosa stia dicendo.
-Nojiko di che cazzo…-
-Di Bonney!- mi interrompe, fulminandomi -È evidente che ti interessa ma non puoi pretendere che Killer se ne accorga, non preso com’è! Avresti dovuto dirglielo se ti da così fastidio vederli insieme! E non avresti dovuto incazzarti così perché le ha voluto regalare dei fiori!-
Sbatto le palpebre incredulo. Che ha detto?!
-I… i fiori erano per Bonney?!- le domando, tanto per essere sicuro ed è lei ora quella colta alla sprovvista.
Smette di medicarmi e si raddrizza, le mani sui fianchi.
-Certo che sì! Per chi credevi che fossero?!- domanda e uno strano lampo le attraversa gli occhi.
Si rilassa di botto mentre le sue labbra si piegano in un sorriso che mi infastidisce e mi fa piacere al tempo stesso.
Oh cazzo, sono davvero da ricovero ormai!
Eppure, quando si ripiega su di me per riprendere a medicarmi, il suo tocco sembra diverso da prima e finisco per rilassarmi anche io e per ghignare anche io, lasciandomi andare contro lo schienale e godendomi la sua vicinanza, il suo calore, il suo profumo.
Avrei così tanta voglia di… di…
-Chiudi gli occhi-
Contraggo le sopracciglia in un’espressione interrogativa, senza obbedire, nonostante il suo soffio mi abbia leggermente stordito.
-Non vorrei che l’acqua ossigenata colasse e ti ci finisse dentro- spiega e io scrollo appena le spalle prima di abbassare le palpebre, in attesa.
È umida la sensazione che provo ma non è nel posto giusto. Non è sulla fronte e il cuore accelera di botto quando realizzo, nell’arco di mezzo secondo, che Nojiko mi sta baciando.
E cazzo, è fottutamente paradisiaca questa sensazione!
Senza riflettere o pensare, rispondo, afferrandola per i fianchi e trascinandola verso di me per farla sedere sulle mie gambe, avvolgendola possessivo con le braccia e sentendola aggrapparsi con disperazine al colletto della mia camicia.
Ci baciamo con sempre più foga e una mia mano si sposta ad accarezzarle la coscia.
Non mi chiedo cosa sto facendo, non mi frega un cazzo di sembrare patetico.
Lei è mia e mia soltanto e chi me la tocca è morto!
Getta la testa all’indietro, permettendomi di baciarle e marchiarle il collo, emettendo un verso gutturale che mi fa ghignare di piacere e mi manda ai pazzi.
La voglio!
Ora!
Qui!
La sua mano si infila tra le mie ciocche e io sono già pronto a scaraventarla sul tavolino e spogliarla, quando mi ritrovo improvvisamente con la bocca libera.
Apro gli occhi e la osservo truce quando capisco che mi sta tirando per i capelli per tenere il mio viso lontano da lei.
Ma a che cazzo di gioco sta giocando?!
Assottiglio lo sguardo e resto ancora più basito e confuso quando sento l’altra sua mano scorrere sul mio petto.
-Tra poco devo andare in scena- mi dice a corto di fiato, gli occhi velati di piacere e le labbra gonfie e arrossate.
Mi ritrovo nuovamente a ghignare a quelle parole.
-Se è solo per questo, non ci metterò molto- soffio, sicuro di me, afferrandola di nuovo e trascinandomela contro il petto.
Sgrana gli occhi indignata ma so che non può opporsi.
Non ho intenzione di farle male ma è la metà di me, non ha molte opz…
Stringo i denti e sbianco mentre un dolore atroce si irradia in tutto il mio corpo e le gambe mi si mozzano a causa della gomitata nelle palle che mi ha appena tirato.
-Eustass Kidd, vedi di darti una calmata!- mi ammonisce e io la guardo, scioccato e dolorante, piegare il capo di lato e accigliarsi -Che hai?!-
Come che ho?!
Mi osserva, trovandomi incapace di parlare e dopo un attimo si porta entrambe le mani alla bocca.
-Oddio ti ho preso nelle palle!- esclama, sinceramente sconvolta -Non volevo! Scusa miravo allo stomaco!!!-
Io la guardo senza parole, un po’ per il dolore, un po’ perché non credo alle mie orecchie.
Cioè ma dice sul serio?!
-Scusa, scusa, scusa!- ripete, sinceramente dispiaciuta, circondandomi il volto e baciandomi a fior di labbra mentre il dolore comincia a passare.
Cazzo che caratterino anche lei!
-T-tranquilla- la rassicuro e lei mi scruta ancora in ansia prima di sorridermi.
-Ora dovresti andare…- mi fa notare, alzandosi riluttante.
Senza nascondere quanto mi scoccia allontanarmi da lei mi avvio per andarmene ma, aperta la porta, mi blocco e mi volto, colpito da un pensiero.
-Dì a quel capellone americano di stare attento a dove mette le mani- la avviso e lei sobbalza appena prima di sorridermi a piene labbra e socchiudere le palpebre in uno sguardo malizioso.
-Kidd ricorda solo questo… Quello che vedrai tra poco è solo un assaggio di quello che vedrai dopo lo spettacolo…- soffia e io deglutisco a vuoto, sobbalzando appena, prima di ghignarle in risposta.
Faccio per uscire dal camerino, sentendomi più leggero ma torno indietro ancora una volta.
La raggiungo in due falcate e le avvolgo la vita con un braccio, cogliendola alla sprovvista e trascinandola verso di me per baciarla.
Si aggrappa di nuovo alla camicia, risponde, senza riuscire a resistere e mugugna infastidita quando mi stacco da lei.
Socchiude gli occhi e io la fisso felice e ghignante.
-In bocca al lupo- mormoro, lasciandola andare e decidendomi a tornare in platea una volta per tutte.
Riesco a individuare il mio posto un attimo prima che le luci si spengano e sono costretto ad accelerare per sedermi prima dell’apertura del sipario. Per fortuna abbiamo i posti sul corridoio e non sono costretto a chiedere a nessuno di alzarsi per farmi passare.
Mi lascio cadere sulla poltroncina, tra Law e Killer che tiene lo sguardo fisso davanti a sé. Trafalgar, invece, si gira a guardarmi con un ghigno che è tutto un programma.
-Tutto a posto Eustass-ya?!- domanda e mi basta un’occhiata per capire che, in un modo o nell’altro, è già venuto a conoscenza della rissa.
Grugnisco con fastidio, scrollando le spalle e distogliendo lo sguardo, portandolo inevitabilmente sul mio migliore amico. Anche nella penombra capisco che è a disagio e mi lancia un’occhiata di striscio, sobbalzando appena quando si trova i miei occhi puntati addosso.
Mi muovo sulla poltroncina, un po’ in difficoltà.
-Killer…-
-Mi spiace per il pugno- mi precede, borbottando.
Sgrano appena le iridi, colto alla sprovvista, ma subito mi rilasso.
-Sono io il coglione- sentenzio e finalmente si gira a guardarmi, lanciandomi un ghigno che vale più di mille “scusa”, “mi spiace” o “è tutto a posto”. È questo il bello di Killer e della nostra amicizia.
Siamo tipi di poche parole e poche parole ci servono per capirci.
Ghignando a mia volte e con il cuore più leggero mi riaccomodo proprio nel momento in cui il sipario si apre.
Sul palco illuminato da luci rosse e soffuse sembra siano state montate delle sbarre, tipo cella. La luce vira al giallo alzandosi pian piano mentre la musica prende a diffondersi e un tizio vestito di nero, quello coi capelli rossi, Pen se non sbaglio, entra per un attimo ripetendo in playback le prime parole della canzone e accennando due passi di tip tap.
 
[Cell Block Tango - Cast Chicago]
 
Qualche secondo di silenzio precede l’esplosione di applausi e ovazioni che mi fracassa i timpani. È meritatissimo, sono stati eccezionali ma io non riesco a muovere un solo muscolo, fissando scioccato il palco, a occhi molto più che sgranati.
Mi giro lentamente verso destra e trovo Killer nella stessa identica situazione. Lo guardo deglutire a vuoto e so cosa gli passa per la testa. Nojiko e Bonney erano molto più che nella parte e sembravano due assassine a sangue freddo più che due ballerine. Ci mancavano le pupille rosse ed erano a posto, cazzo!
Killer si gira verso di me, sconvolto e sbatte le palpebre un paio di volte prima di parlare, avvicinandosi appena per sovrastare il fracasso intorno a noi.
-Sai amico… Credo sia meglio non farle incazzare troppo…-
Lo osservo un istante prima di annuire. In tanti anni di amicizia, devo ammettere che non sono mai stato più d’accordo di così. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ___Page