Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: violaserena    16/10/2015    1 recensioni
Seguito de “La Rivincita dei Lupi”.
Dopo due anni di pace e prosperità, dal Continente Orientale arriva una nuova minaccia.
Un uomo ha riunito un imponente esercito e intende marciare a occidente per vendicare la sua regina e conquistare i Sette Regni.
Una nuova guerra si profila all’orizzonte.
Riusciranno gli Stark e le altre famiglie a vincere e a ristabilire l’armonia? O soccomberanno di fronte a questo nuovo nemico?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

JAIME

 

Era notte fonda a Grande Inverno.
La luna rischiarava il cielo stellato delle terre del Nord e trasmetteva calma e tranquillità.
Tuttavia, c’era qualcuno che si aggirava frenetico per i corridoi del palazzo. Quel qualcuno era Jaime Lannister.
Da quando aveva sentito il resoconto della spedizione di Victarion non era riuscito a mantenersi calmo. Temeva che Tyrion potesse essere in pericolo e per quanto ne sapeva temeva che potessero esserlo anche Tommen e Myrcella benché a Castel Granito avrebbero dovuto trovarsi al sicuro.
A un certo punto intravide delle ombre avvicinarsi.
Senza sapere bene perché portò la mano buona sull’elsa della spada.
Quando furono a distanza ravvicinata si rilassò.
Era Benjen Stark insieme ad altri due guardiani della notte.
Però che cosa ci facevano a Grande Inverno? Erano forse venuti per Jon o c’era dell’altro?
Il Primo Ranger gli si avvicinò e, dopo averlo salutato, gli disse di dover parlare urgentemente con i sovrani dei Sette Regni.
«Che cos’è successo?» domandò preoccupato Jaime.
«È quello che vorrei sapere».
Insieme si diressero in fretta verso la Sala Grande dove trovarono già Brandon e Arya Stark con i loro meta-lupi, Gendry, Stannis, Brienne, lady Catelyn, Brynden Tully e Jon Umber.
Bran e Arya corsero ad abbracciare lo zio. Era evidente che avevano cercato di trattenersi, ma non ce l’avevano fatta: in fondo era da un po’ di tempo che non lo vedevano.
Poco dopo arrivarono Euron e Victarion Greyjoy, Davos, Arianne Martell e Trebor Jordayne.
«Prevedo guai» mormorò la figlia del re di Dorne.
«Jon? È davvero morto come ho sentito dire?» domandò Benjen.
«No, non lo è» rispose convinta Arya. «Se lo fosse, lo sentirei».
Il re del Nord annuì.
«Se è come dici tu, allora perché non usa la sua abilità di metamorfo per comunicare con voi?» chiese Stannis.
«Non è così facile come pensi! Io e i miei fratelli abbiamo provato a metterci in contatto con lui e a cercarlo attraverso piante e animali, ma senza alcun risultato».
«Allora è morto!».
Arya lo guardò truce.
Gendry fece un cenno allo zio per farlo smettere.
«Non possiamo osservare tutta Westeros, è troppo grande! Sono sicuro però, indipendentemente da quello che pensi, anzi indipendentemente da quello che pensa la maggior parte di voi, che Jon sia vivo e noi lo troveremo anche se dovessimo impiegarci tutta la vita» disse risoluto Bran.
I meta-lupi ulularono come per approvare le sue parole.
Jaime non poté non sorridere: sapeva che gli Stark lo avrebbero fatto veramente. Solo per affetto, non per un tornaconto politico o economico. Il defunto lord suo padre invece, pensò con amarezza, sarebbe stato mosso esattamente da queste ultime motivazioni.
«Le cose o le persone che amiamo finiscono sempre con il distruggerci» mormorò cupo Stannis.
Tutti i presenti sentirono le sue parole, ma nessuno commentò.
«Perché siete qui?» domandò dopo un po’ Gendry ai guardiani della notte.
«Qualcuno è entrato di notte al Castello Nero senza il nostro permesso. All’inizio pensavamo si trattasse di qualche contadino o ladruncolo, ma poi abbiamo trovato questo» spiegò Benjen mostrando un elmo a forma di orso.
«Non c’è alcun dubbio, è stato fabbricato a Tyrosh» osservò ser Davos.
«E non è tutto» continuò il Primo Ranger. «È stato rubato l’annale dei Lord Comandanti dei guardiani della notte e il vecchio corvo di Jeor Mormont. E Lungo Artiglio che Jon aveva lasciato al Castello Nero è sparita».
«Che cosa significa tutto questo?» chiese Arianne.
«Significa che dobbiamo tenere gli occhi aperti» rispose Occhio di Corvo. «Tutto quello che sta accadendo non mi piace e sono preoccupato per quello che potrebbe succedere in futuro».
«Che cosa dobbiamo fare allora?».
«Aspettare. Aspettare che Aeron e Tycho Nestoris ritornino da Tyrosh e sperare che abbiamo delle informazioni» suggerì Gendry.
«E se non dovessero tornare?».
«Ci penseremo. Non è questo il momento di disperare. Nel frattempo propongo di mettere in guardia tutti i lord e di rimanere a Grande Inverno ancora per qualche tempo».
I presenti annuirono.
«C’è una cosa che non capisco» disse a un certo punto lady Catelyn «Perché sono stati attaccati proprio i guardiani della notte? Se vogliono conquistare il Trono di Spade perché non attaccare direttamente uno dei regni?».
«Domanda interessante» osservò Jon Umber.
«Ci deve essere un qualche collegamento, ma non capisco quale».
«Le cose che hanno rubato al Castello Nero sono state rubate prima o dopo la partenza di Jon?» domandò Arya a Benjen.
«Dopo».
La giovane Stark rimase qualche secondo in silenzio, poi disse: «È evidente che questo qualcuno stava cercando qualcosa e pensava che mio fratello l’avesse con sé, per questo ha attaccato la sua nave. Scoprendo poi che non era così si è orientato verso la Barriera e lì ha effettivamente trovato ciò che stava cercando».
«Il libro, il corvo o la spada?» domandò Brienne.
«Prima bisogna capire chi è stato».
«Ma così siamo di nuovo al punto di partenza».
«Forse no. Chi è entrato nel Castello Nero doveva sapere, almeno in generale, dove si trovassero gli oggetti che cercava a meno che non si supponga che qualche guardiano della notte l’abbia aiutato».
«Nessuno farebbe una cosa simile!» esclamò indignato un ragazzo che se Jaime non ricordava male si chiamava Grenn.
«Lo escluderei anch’io» concordò il Primo Ranger.
«Bene. Io credo che lo sconosciuto avesse intenzione di rubare una cosa sola, ma poi, non so per quale motivo, ha deciso di prendere anche le altre cose».
«Quello che intendi dire è che chi ha attaccato Jon e si è introdotto nella Barriera cercava la sua spada?» chiese pensieroso Bran.
«Esatto. Se pensava che Jon l’avesse con sé, non poteva che cercare Lungo Artiglio. E c’è una sola persona che potrebbe volerla».
I presenti rimasero in silenzio qualche minuto, poi Benjen disse tutto d’un fiato un nome.
Arya annuì.
Bran spiegò brevemente a coloro che non la conoscevano la storia di quella persona.
«E quindi si sarebbe alleato con i tyroshi solo per rubare una spada?» quasi rise Euron.
«Jon Snow è sparito. In guardiani della notte che erano con lui pure. Per di più si sono perse le tracce di Tyrion. No, non può essersi alleato con loro solo per quello. C’è di più. Però non capisco se miri al Trono di Spade o ad altro» intervenne Jaime.
«Aspettiamo il resoconto di Aeron come ha suggerito re Gendry, poi forse tutto sarà più chiaro» convenne Victarion.
«Si, è la cosa migliore. Nel frattempo io vorrei andare a Castel Granito se me lo permettete. Dopo le cose che sono successe non mi sento tranquillo».
«Permesso accordato. Però devi tornare qui il prima possibile, a meno che non ci siano svolte impreviste» asserì re Gendry.
Jaime fece un inchino e uscì dalla Sala Grande proprio mentre un messaggero entrava.
Non tornò indietro perché pensò che se avesse avuto notizie importanti glielo avrebbero fatto sapere.
Si fermò a salutare Hodor e Osha e poi si diresse nelle stalle e fece sellare il suo cavallo.
Stava per partire al trotto quando Brienne gli si parò davanti.
«La strada per Castel Granito è lunga, potresti avere bisogno di aiuto» gli disse.
«Vuoi accompagnarmi tu?».
«Il mio compito è proteggere il re, ma Podrick può venire con te».
«Non ho bisogno di lui».
Brienne guardò la sua mano d’oro e questo lo fece arrabbiare. Tutti davano per scontato che non fosse in grado di affrontare dei nemici da solo. Era vero che non era più il guerriero forte di una volta, però aveva dimostrato tutto il suo valore combattendo contro l’esercito dei Targaryen due anni prima. Ed era stato lui ad avere la meglio, non i suoi avversari. Aveva poi continuato ad allenarsi ed era migliorato parecchio. Allora perché tutti lo consideravano ancora uno storpio?
«Lo so, però un aiuto non fa mai male. Podrick si imbroglierà anche nel parlare, ma è tutt'altro che stupido e sa combattere».
«E va bene».
La donna gli sorrise e poi fece un cenno a qualcuno dietro di lui.
Jaime si girò e vide il giovane ex scudiero di Tyrion pronto a partire.
«Avevi già predisposto tutto?».
«Chi può dirlo» alzò le spalle Brienne con finta indifferenza.
Lui mosse la testa sorridendo e poi spronò il cavallo.
«Torna presto Jaime!» gli urlò lei.
«Certo! Non ti libererai tanto facilmente di me!».
I due uomini cavalcarono instancabilmente per quasi due settimane: Jaime voleva arrivare a destinazione il prima possibile. Podrick lo seguiva senza mai lamentarsi, ma era evidente che era piuttosto stanco.
Finalmente, la mattina del quattordicesimo giorno di viaggio giunsero a Castel Granito.
La fortezza era scavata in una collina rocciosa e alle sue difese naturali si aggiungevano mura e alte strutture.
Il castello non era mai caduto. Secondo la leggenda Castel Granito doveva il suo nome alla famiglia che lo aveva abitato durante l’Età degli Eroi, i Casterly. Lann l’Astuto, capostipite dei Lannister, ingannò i Casterly attirandoli fuori dal castello per poi impossessarsene. Questa vicenda era diventata protagonista di molte canzoni, le quali asserivano che Lann – armato solo delle sua astuzia – avesse espulso i Casterly da Castel Granito servendosi di un trucco mirabolante e che per far diventare biondi i suoi capelli ricci avesse rubato la luce del sole.
Persone interessanti i cantastorie! Non a caso Wat Biancosorriso aveva trovato un posto fisso al castello.
Podrick osservava meravigliato il paesaggio circostante e dopo un po’ chiese a Jaime se era vero che c’erano ancora miniere d’oro attive nella collina dove si trovava la fortezza.
«Chissà» rispose quest’ultimo sorridendo.
Arrivati al castello due servitori vennero a prendere i loro cavalli.
«Ser Jaime!» lo chiamò una voce. Era maestro Creylen, guaritore e consigliere.
«Dove sono Tommen e Myrcella?» domandò subito, forse in tono un po’ brusco.
Il maestro fece un passo indietro e assunse una strana espressione.
«Dove sono Tommen e Myrcella?» ripeté ancora più bruscamente.
«Ecco…».
Creylen tacque. Ciò fece infuriare Jaime che lo prese per la collottola.
«Avanti parla se non vuoi fare una brutta fine!» lo apostrofò lasciandolo poi andare.
Il maestro si toccò la gola e ansimando disse: «Tre giorni fa sono andati a una battuta di caccia insieme a ser Benedict Broom e a vostro zio Gerion Lannister. Non li abbiamo più visti da allora. Ho mandato una squadra a cercarli, ma di loro non c’è traccia».
Jaime rimase impietrito. Aveva già perso un figlio, non poteva permettersi di perdere anche gli altri due: erano l’unica cosa buona che era nata dalla relazione con Cersei.
Strinse il pugno della mano sinistra. Se fosse arrivato prima, Tommen e Myrcella sarebbero stati lì con lui.
«Se Gerion li avesse rapiti?» ipotizzò timidamente Podrick.
Jaime si voltò lentamente verso l’ex scudiero di Tyrion.
«Insomma… Ho sentito dire che ha sempre cercato di ritagliarsi un suo spazio, ma non è mai riuscito a essere all’altezza di suo fratello Tywin e questo, con il passare degli anni, potrebbe aver alimentato la sua rabbia. E poi, considerando il suo fallimento nell'esplorare il Mare Fumante, potrebbe avere un motivo per…».
«No» lo interruppe Jaime «Non lo farebbe mai. E poi non tutti i Lannister sono assetati di gloria come lo era mio padre. No, non è stato lui».
Guardò maestro Creylen, poi continuò: «La loro scomparsa deve essere legata a questi ultimi avvenimenti. Prima Jon Snow e Tyrion, ora i miei figli… Che cosa sta succedendo? Perché tutti questi nemici? Non siamo forse tutti in pace ora?».
«I Lannister sono molto bravi a farsi dei nemici, ma sembrano trovare più difficile conservare gli amici» sussurrò maestro Creylen.
Jaime fece finta di non averlo udito ed entrò nel castello dirigendosi nella stanza di Tommen.
Doveva trovare i suoi figli ad ogni costo.
L’indomani sarebbe ripartito per Grande Inverno: l’unica speranza risiedeva lì e nel ritorno di Aeron Greyjoy.
Una volta trovati i colpevoli ci avrebbe pensato lui a sistemarli. Nessuno poteva mettersi contro la sua famiglia e pensare di restare impunito.
Uscì risoluto e più agguerrito che mai dalla stanza di suo figlio.
Lo spostamento d’aria provocato dallo sbattere della porta fece sollevare leggermente da terra una lettera. Una lettera con il sigillo dei Lannister.



 

Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
In questo capitolo, dopo tanto tempo, fa la sua comparsa Benjen Stark! La sua venuta non è però foriera di buone nuove. Tuttavia grazie al suo racconto Arya sembra comprendere chi possa essere il misterioso uomo, autore degli ultimi sfortunati avvenimenti. Avete capito anche voi di chi si tratta?
Infine Jaime parte per Castel Granito e quando finalmente vi giunge scopre che i suoi figli sono scomparsi. Che fine hanno fatto? La loro scomparsa è opera dei tyroshi o di Gerion o ancora di qualcun altro?
Che significa la lettera con il sigillo dei Lannister?
Spero di avervi incuriosito.
Al prossimo capitolo! :)
Saluti,
Violaserena.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: violaserena