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Autore: Anita Rebelle    16/10/2015    1 recensioni
L'aitante "Re morte" cerca una sposa, ma ogni fanciulla che i suoi sudditi gli offrono finisce col subire un bieco destino... riuscirà il giovane Re a trovare una donna degna di lui? Ciò dipenderà soltanto dal suo terribile drago...
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Cuore cieco - Cap.3

 
Drago e fanciulla


Cicocka giunse al mare, scese accarezzando la spuma delle onde e quando il cielo si fece cupo, ricoperto da nubi minacciose, rientrò nella sua tana e si acciambellò nella parte che aveva le giuste depressioni.
L'acquazzone cominciò con il suo piacevole scrosciare, portando Cicocka ad appisolarsi, senonché un cane di grossa stazza si azzardò a disturbarlo.
L'animale si era inoltrato nella grotta e, giuntogli vicino, si era messo ad abbaiare digrignando le zanne.
Quelle sarebbero zanne? Che ne dici di queste…
Il drago fece quello che, secondo il gergo umano, doveva essere “un bel sorriso” e la coda del cane svanì tra le gambe.
«Zipser!» chiamò una voce femminile. «Zipser vieni qui!»
Nemmeno quel testardo di Kuhn poteva avergli portato un'altra femmina così presto. D'altro canto, la foresta era vietata agli umani; loro sapevano che le croci rosse sulle cortecce, al limitare del bosco, significavano che la tana del drago si trovava da quelle parti e che solo il Re avrebbe potuto varcare quella soglia. Quindi cosa ci faceva un'umana lassù?
Il cane abbaiò per avvisare la padrona e cominciò a indietreggiare, trascinando la corda che gli pendeva dal collo. Sentendo la femmina vicina, Cicocka restò immobile e socchiuse gli occhi, sapendo che non appena si fosse accorta di lui avrebbe gridato e sarebbe stato allora, infastidito dalla sua stridula voce, che lui l'avrebbe divorata.
A piccoli passi, tastando il muro di roccia, la giovane arrivò al cospetto del drago. Era bagnata da cima a piedi, aveva lunghi capelli castani, arti sottili e batteva i denti dal freddo.
Vicino, ancora un po' più vicino...
Il drago attese, poi di colpo aprì gli occhi pronto al grido.
Nulla. Lei non fiatò, non ebbe la benché minima reazione.
«Zipser…» cantilenò. «Su bello, vieni qui.» Si batté la gamba e il cane, uggiolando, le andò contro gli stinchi, cercando di spingerla con il muso verso l'uscita.
«Quando avrà smesso di piovere andremo a cercare la strada di casa. Abbi pazienza ora, da bravo.» Per niente contento, ma molto ubbidiente, il cane si accucciò.
Lei invece procedette a tentoni, si soffermò dubbiosa, sembrò rabbrividire, ma alla fine si decise a protendere una mano, incontrando la coda del drago. Passò i palmi più volte sulle scaglie coriacee e poi vi salì sopra. Seguì il percorso del busto e si acquattò ricavando uno spazio tra la sua zampa e il suo stomaco, mettendosi comoda.
«Questa roccia è calda, Zipser» disse, mettendo le mani a conca e soffiandoci dentro per scaldarle. «Sembra quasi che all'interno batta un cuore.»
Questo è troppo.
Oltraggiato, il drago si alzò e la ragazza cadde a terra, battendo il sedere. Subito, la giovane si immobilizzò tendendo le orecchie.
Cicocka rimase stranito quando allungò il collo, studiandola da vicino, e lei lo guardò come se vi vedesse attraverso. Poi, a un tratto, comprese.
È cieca, la più cieca di tutte le femmine, non vede assolutamente nulla.
Ciò bastava a far di lei un delizioso spuntino.
Eppure la ragazza allungò una mano fino a toccargli il muso, come se avesse saputo precisamente dove Cicocka si trovava.
Mentre accarezzava la punta morbida e umida di quel grosso naso, Gutilla chiuse gli occhi e vide, una grande grotta, una giovane minuta e un cane bianco. Vide la roccia e le gocce d'acqua che la bagnavano, ogni fenditura, ogni più piccolo insetto che vi si nascondeva come se gli fosse stato portato a un palmo di naso. Vide tutto ciò nello stesso modo nel quale le visioni si manifestavano a lei, senza preavviso, osservando la scena dall'alto. Vide anche entrare nella grotta un uomo dai muscoli contratti e dal viso scuro di rabbia.
«Mio Re» mormorò.

Continua...

   
 
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