Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Elly J    16/10/2015    1 recensioni
La vita degli Assassini non fa per lei, Ginevra, una giovane donna spinta dal padre a diventare un membro della Confraternita. Si aggira per le strade di Parigi apparentemente sola… lei è convinta di essere sola. Ma c’è qualcuno che veglia sulla ragazza, ogni singolo secondo della sua vita. Perché Ginevra, “con quei capelli fiammeggianti, i tratti delicati del viso, il naso piccolo e all’insù le ricordava terribilmente lei, il grande e unico amore della sua vita, l’unica donna che lo avesse mai fatto sentire vivo. Però Ginevra… Ginevra non era lei”.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Arno Dorian, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando Ginevra finalmente tornò al quartier generale della Confraternita era ormai pomeriggio inoltrato. Ci aveva messo quasi due ore a scendere da Notre Dame e sapeva per certo che al suo ingresso alla base l’avrebbero tutti presa in giro… come ogni santa volta.
Sempre la stessa storia. Arno la massacrava tutto il giorno con l’addestramento e, per finire in bellezza, la portava in cima ad un palazzo (Notre Dame era la più gettonata) e la abbandonava in cima da sola, senza nemmeno aspettarla.
Quando Ginevra entrò nella grotta dove si trovava l’ingresso del quartier generale della Confraternita iniziò già a sentire l’ansia e il fastidio che si insinuavano all’interno del suo corpo. Anche per quella volta avrebbe dovuto mandar giù tutte le prese in giro, tutte le risatine che le sarebbero state rivolte dagli altri Iniziati. Non sapeva se sarebbe stata capace di sopportarli ancora per molto.
Quando la ragazza entrò, la pesante porta di ferro emise un cigolio fastidioso per poi richiudersi con un tonfo altrettanto irritante. Il corridoio davanti a lei era deserto. Il pregiato tappeto rosso che ornava il pavimento si allungava fino in fondo come una scia di sangue, fino a raggiungere l’ampio atrio dai cui lati partivano due eleganti rampe di scale che si incontravano in cima. Ginevra ne scelse una a caso e salì al piano superiore. Non fece nemmeno in tempo a salire l’ultimo gradino che si ritrovò davanti Renèe.
- Ehilà Gwen! Il grande Maestro ti ha abbandonata anche oggi in cima o Notre Dame? O questa volta ha optato per la Sainte Chapelle?
Ginevra guardò il ragazzo e abbozzò un mezzo sorriso. Renèe era uno dei pochi lì dentro che sapeva come farla sorridere. Non era come gli altri Iniziati, che la prendevano in giro con cattiveria. Lui era… diverso. Nonostante la punzecchiasse spesso, sentiva che lo faceva con l’intento di sdrammatizzare e di farla ridere. Era simpatico e le piaceva. Come amico, ovviamente.
- Notre Dame anche oggi, come ieri e l’altro ieri. - rispose Ginevra con un’alzata di spalle.
- Come la maggior parte delle volte! Ad Arno deve piacere un sacco quella cattedrale.
- Credo anche io. - Ginevra si guardò in giro con circospezione, poi rivolse il suo sguardo verso Renèe - Ha fatto qualche commento quando è tornato? Arno, intendo. - sussurrò a bassa voce.
- Nessuno. Ha attraversato il corridoio ed è salito di sopra. Il Consiglio sta tenendo una riunione di non so riguardo a cosa. - rispose il ragazzo con un cenno di disinteresse della mano - Sta tranquilla.
I due ragazzi si incamminarono verso la biblioteca.
- Se continuo così non so cosa mi succederà… Non riesco a cavare un ragno da un buco. - Ginevra, sguardo a terra, si sentiva male. Sentiva un peso che le gravava sul petto, ma non solo… lo sentiva sulla schiena, sulle gambe… e quel peso di chiamava consapevolezza, la consapevolezza che se non riusciva a diventare un’Assassina avrebbe deluso suo padre. E chissà quale fine avrebbe fatto.
- Ti ci vuole solo del tempo ragazza, sta tranquilla. E oltretutto secondo me non è tutta colpa tua… Cioè… - Renèe si bloccò un attimo, come per trovare le parole giuste. Quando riprese a parlare, la sua voce era quasi un sussurro - Voglio dire, non sei stata un granché fortunata a beccarti Dorian come Mentore.
Ginevra alzò le spalle - Mio padre continuava e continua a lodarlo. Dice che ha compiuto grandi cose in passato.
- Questo nessuno lo nega, Gwen. Il problema è che qui dentro è risaputo che non è il massimo dell’affabilità e simpatia… per non parlare dei suoi metodi di insegnamento. Nessun altro Maestro fa quello che fa lui.
- Quindi sono l’unica che viene abbandonata in cima a Notre Dame per poi scendere da sola?
Renèe rise e avvolse l’amica in un abbraccio - Mi duole dirtelo, ma sì. Non ho mai sentito nessun Iniziato che ha affermato di essere stato abbandonato dal suo Maestro in cima ad un cattedrale a neanche metà addestramento.
Anche Ginevra rise, questa volta abbastanza convinta - Che sfiga, eh?
Risero entrambi e Ginevra, con quel ampio sorriso dipinto in viso, sembrava quasi felice.
 
 
***
 
 
Arno odiava fare da Mentore agli Iniziati, lo odiava con tutto il cuore. Non faceva per lui. Lo trovava noioso e totalmente poco stimolante. Era consapevole che anche lui un tempo fu un Iniziato, ma nonostante questo proprio non riusciva ad accettare e soprattutto sopportare questa incombenza di indirizzare dei giovani alla Confraternita. C’era anche da dire che poche volte aveva assunto questo ruolo di Mentore (la maggior parte delle volte era riuscito a schivarsela), ma dopotutto non poteva evitarlo per sempre. A turno tutti i Maestri Assassini venivano mandati ad iniziare i più giovani e quell’anno toccò anche a lui.
Si stava giusto preparando ad andare quando entrò Baptiste nella stanza. Baptiste era uno dei più giovani Maestri Assassini appena saliti di grado ed era una grande promessa per la Confraternita: coraggioso, umile, volenteroso… l’Assassino perfetto. Forse un po’ troppo puntiglioso.
- Arno, stiamo iniziando. Mancano solo un paio di Iniziati e poi ci siamo. - disse il ragazzo con quella sua voce fanciullesca che lo faceva sembrare ancora più giovane di quello che era.
- Stavo giusto arrivando. - rispose Arno dirigendosi verso la porta.
Uscirono entrambi dalla stanza e camminarono fianco a fianco fino a che non raggiunsero la sala dove i Mentori avrebbero scelto i propri allievi.
- Come siamo messi quest’anno? - chiese Arno.
Baptiste scrollò le spalle - Sinceramente non mi sono soffermato troppo ad osservare gli Iniziati. La maggior parte hanno già qualche nozione sulla Confraternita dato che i loro genitori ne fanno parte, solo un paio sono proprio alle prime armi.
Arno fece un leggero cenno con il capo. Come le altre volte avrebbe scelto completamente a caso il proprio allievo. Molti altri Mentori invece li sceglievano con cura, prima facevano loro domande e alcuni addirittura li facevano armeggiare con qualche arma. Arno invece no, non aveva alcun interesse su chi avrebbe dovuto iniziare alla Confraternita. All’inizio quasi si vergognava ad ammettere che non li importava niente degli Iniziati, ma ora, con il passare degli anni, non aveva problemi ad esternarlo.
Varcarono la soglia della Sala degli Iniziati e, come da prassi si sedettero di fronte agli allievi, i quali dovevano stare in piedi di fronte ai Mentori e fare un passo avanti non appena il loro nome veniva chiamato. A quel punto, quando un Iniziato veniva interpellato, ogni Mentore poteva fargli qualsiasi tipo di domanda e successivamente sceglierlo come proprio allievo, oppure, come di solito faceva Arno, scegliere direttamente senza troppi sproloqui.
Gli Iniziati erano circa una decina e la maggior parte erano maschi. Secondo Arno oscillavano più o meno dai venti ai venticinque anni di età. Iniziò ad osservarli uno ad uno con poco interesse, come faceva ogni volta. Non cercava nemmeno di imprimersi nella mente i loro volti, tanto una volta terminato l’addestramento se li sarebbe dimenticati tutti poco tempo dopo, compreso quello del suo allievo.
Questa volta però qualcosa non andò come il solito.
Arno stava per perdere totalmente interesse verso gli Iniziati quando la vide, circa a metà fila. La prima cosa che vide furono i suoi capelli lunghi e mossi, ma soprattutto rossi come il fuoco vivo. Il viso minuto era contratto in un’espressione preoccupata, con il naso all’insù che la faceva sembrare una ragazzina di quattordici anni… che le ricordava tanto lei.
Julienne Moreau iniziò a leggere ad alta voce i nomi degli Iniziati, uno alla volta. Questi ultimi, non appena si sentivano chiamati, facevano un passo avanti e attendevano che qualcuno dei Mentori facesse loro domande oppure, cosa che solitamente preferivano, attendevano di essere scelti nell’immediato.
Qualche Mentore fece qualche domanda ad un paio di ragazzi, ma Arno non sentì nemmeno una parola. L’unica cosa che vedeva in quel momento era quella giovane donna dai capelli rossi che si tormentava l’orlo della casacca con impazienza e che si guardava attorno guizzando i grandi occhi azzurri qua e la. Doveva avere sui venticinque anni, ma ad Arno sembrava molto più giovane con quel viso delicato e minuto… sembrava lei, in tutto e per tutto. Forse era lei davvero? Era tornata da lui, per far si che avessero un’altra possibilità di vivere il loro amore?
- Ginevra Gauthier. - chiamò Julienne ad un certo punto.
La giovane donna che Arno stava fissando fece un passo avanti. Non smise di tormentarsi l’orlo della casacca, ma alzò gli occhi verso i Maestri Assassini che aveva davanti. Le guance iniziarono a diventarle leggermente rosse.
Arno non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Si sentiva come se avesse bevuto un bicchiere di troppo, la testa ovattata suggeriva quasi che stesse avendo una sorta di visione. Lo era? La ragazza davanti a lei era vera, ma era davvero lei? Ebbe quasi paura a questi pensieri, per un unico e semplice motivo… lei era ancora dentro di lui, nel suo cuore, nel suo corpo, nel suo respiro.
- La scelgo io. - la voce di Arno uscì quasi affannosa. Tutti si girarono a guardarlo e la giovane Ginevra alzò gli occhi su di lui, sorpresa. Probabilmente non si sarebbe mai aspettata di venire scelta così in fretta.
- Le farò io da Mentore. - continuò Arno, come se avesse paura che qualche altro Maestro Assassino la reclamasse.
- D’accordo, - disse Julienne Moreau scribacchiando qualcosa sul diario che teneva in mano - Ginevra Gauthier con Arno Victor Dorian. Potete uscire e recarvi nella sala accanto con gli altri.
La giovane Iniziata dai capelli rossi fece un paio di passi incerti verso Arno e lui le fece segno di seguirlo. Uscirono dalla stanza sotto lo sguardo di tutti, soprattutto sotto lo sguardo perplesso di Julienne Moreau.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Elly J