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Autore: Elsira    16/10/2015    3 recensioni
Finalmente la nostra Kin è diventata adolescente!
Diventare ssj è ormai il suo desiderio primario, il pensiero fisso e questo farà esplodere la furia della madre, che si abbatterà su di lei in un modo che nessuno in famiglia si sarebbe mai aspettato. Allo stesso tempo però, riceverà degli aiuti esterni da una persona che diverrà speciale. Il loro affetto avrà ardui avversari e vivaci sostenitori. E voi? Da che parte vi schierate?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Anno 790

La cena proseguì in modo tranquillo. Vi fu per tutto il tempo un tono allegro, dall'inizio alla fine.

Pan raccontò della nuova scuola, appena iniziata e Gohan mise a corrente tutti dell'ottimo proseguimento delle proprie ricerche scientifiche. Anche Kin e Goten ebbero molto da condividere: raccontarono degli allenamenti e delle nuove mosse che avevano imparato o migliorato.

A fine pasto, Gohan si alzò, annunciando con non poco rammarico: «Mi dispiace, ma si è fatto tardi e noi dobbiamo tornare a casa.»

Pan guardò il genitore implorante. «Ma no, papà. È ancora presto, restiamo qualche altro minuto!»

Kin appoggiò la nipote: «Pan ha ragione Gohan, è presto!»

Videl, vedendo che il marito era incapace di contraddire le due ragazze, rispose al suo posto: «Mi dispiace Kin, ma Gohan ha ragione. Pan domani deve andare a scuola e lui deve svegliarsi presto per andare a lavoro. Ci vuole un'ora di volo da qui a casa e poi prima di essere tutti a letto, ne trascorrerà almeno un'altra.»

«Videl ha ragione. E poi sono molto stanco, vorrei dormire.» Aggiunse Gohan, ringraziando con lo sguardo la moglie per essere venuta in suo aiuto.

Goku s'intromise, a favore delle due sayan. «Beh, non vedo quale sia il problema. Tu e Videl andate pure a casa, ci penso io a riportare Pan, con il teletrasporto.»

Marito e moglie si guardarono, poi sorrisero al sayan, convinti. «Mi raccomando papà, alle undici Pan dev'essere a letto.» Goku gli fece l'occhiolino e con la mano fece cenno di okay, mentre si dondolava sulle gambe posteriori della sedia, intravedendo con la coda dell’occhio il sorrisi grati della nipote e della figlia.

Gohan e Videl si avviarono dunque alla porta, seguiti da Goten che quella notte l'avrebbe passata da Trunks e aveva deciso di andare con i due per fare un pezzo di strada in compagnia.

All'ennesima raccomandazione di Kin di chiedere a Trunks delle lezioni, lui rispose completamente arreso: «Si si d'accordo, ho capito... Ti farò sapere domattina okay?»

Quando furono usciti tutti, Kin e Pan si guardarono sorridenti. Non avevano nemmeno bisogno di comunicare a parole, gli sguardi che si scambiavano spesso erano più che sufficienti per capirsi. E quell’occhiata d'intesa era il tacito accordo per uscire e allenarsi un po' assieme, prima di doversi separare.

Si avviarono di soppiatto verso la porta sul retro, quando la voce di Chichi le fermò entrambe: «Dove pensate di andare voi due?»

Le sayan si fermarono con espressione colpevole e si voltarono verso la donna massaggiandosi la testa innocenti. «Ecco... Noi veramente...»

Chichi si rivolse alla figlia con tono severo. «Kin, ti sei dimenticata forse del nostro accordo? Prima vengono le faccende domestiche, poi tutto il resto.»

«Uffa però...» Disse sconsolata la giovane, mentre si avviava a ritirare i piatti ancora sul tavolo e portarli alla madre, in modo che quest'ultima li potesse lavare.

«Zia, vuoi una mano?» Le chiese Pan, tenendosi le mani dietro la testa, con la muta speranza che le rispondesse di no. Kin si voltò verso la nipote e tirò un sorriso, per poi dirle tranquilla: «Non importa, faccio presto. Tu va' ad aspettarmi fuori, io arrivo subito.» L'altra per tutta risposta annuì vivace e varcò la porta dell’abitazione con un sorriso raggiante.

Kin uscì di casa per scuotere la tovaglia e si accorse con un brivido che ormai era calata la notte.

Vide sua nipote seduta fuori e la chiamò, dicendole che aveva quasi finito e che tra poco sarebbe potuta uscire per combattere un po' assieme. Pan si voltò e le fece cenno di raggiungerla, solo per un attimo.

Fu così che Kin varcò appena la soglia, rimanendo nello spazio rischiarato dalla luce di casa sua dato che, anche se ormai grande, aveva ancora paura del buio.

«Avanti zia, vieni!» La esortò Pan. Kin guardò un attimo in basso, poi avanti a sé.

Vedeva la sagoma della nipote nel tenebre, illuminata dalle stelle. Si fece coraggio, dicendosi che la mancanza di luce non aveva mai ucciso nessuno e stava per fare un passo avanti per raggiungerla, quando sua madre sbucò da dietro di lei e la prese aggressiva per una spalla. «Si può sapere che pensavi di fare? Torna subito dentro Kin!» Le urlò la donna.

La ragazza cercò di ribattere, intanto Pan si era alzata e aveva raggiunto le due. «Mamma io stavo solo... Pan mi aveva chiamata e stavo andando da lei...» Tentò di giustificarsi la ragazza, non capendo il perché dello sguardo di fuoco della madre. Pan l'appoggiò, guardando interrogativa il volto infuriato della donna: «È vero nonna. Volevo far vedere a Kin le stelle, papà mi ha insegnato alcune costellazioni utili per orientarsi di notte e gliele volevo mostrare. E poi stasera c'è una magnifica la piena, volevo che l'ammirasse un po' con me.»

Chichi guardò severa entrambe le ragazze di fronte a lei, poi indicò loro l'interno dell'abitazione con il braccio teso: «È tardi, non dovreste stare fuori a quest'ora, ormai è calata la notte. E scordatevi la luna! Non è niente di che, c'è tutte le notti. Forza, dentro di filata, tutt'e due!»

«No, io voglio stare fuori! Non sono più una bambina, non posso continuare ad avere paura del buio, ho diciassette anni ormai!» Disse accigliata la sayan.

La donna prese con forza sua figlia per il polso, gridandole contro: «Fila dentro casa, ho detto! Ti abbiamo lasciato tenere la coda solo perché finora non sei mai voluta uscire di notte con la luna piena.»

Kin guardò la madre interrogativa, così come Pan: entrambe non capivano. «Cosa c'entra la mia coda con la notte e la luna?» Chiese perplessa la ragazza.

Chichi non rispose, rendendosi conto di aver detto troppo e tirò sua figlia dentro casa, seguita da una disorientata Pan.

«Lasciami andare mamma! Mi fai male!» Tentò di dire la ragazza, per via della stretta al suo polso; la mano le stava cambiando colore, perché privata dell'afflusso di sangue.

Appena furono dentro, Chichi spinse la figlia in avanti, chiuse a chiave la porta di casa e tirò le pesanti tende alle finestre. «Stasera niente allenamenti.» Disse alla fine. Kin la guardò furiosa, sbraitando: «Che cosa?»

La donna le si rivolse incrociando le braccia al petto, severa più che mai. «Oramai è buio e dentro casa tu e tuo padre rischiereste di distruggere tutto quanto, perciò per stasera saltate. Vi allenerete domani.»

«Te lo puoi scordare! I patti erano ben altri! Se ti ricordi, io potevo allenarmi dopo aver portato a termine le faccende domestiche. Bene, adesso le ho finite, quindi posso andare ad allenarmi con papà e Pan! Non è colpa mia se sono state di più e non ce l'ho fatta a concludere prima del tramonto come sempre, ma nell'accordo non c'erano limiti di tempo!» Gridò la sayan, decisa a non lasciarsi scappare quell'occasione.

Il padre le era sembrato davvero in vena prima e quand'era così significava che c'erano più possibilità che durante l'allenamento si trasformasse in super sayan, facendole agognare il momento in cui anche lei ci sarebbe riuscita ancor di più.

«Non è nemmeno colpa mia se sei stata più lenta del solito oggi, ma fatto sta che adesso tu non esci di casa! Hai voluto tenere la coda, questo è il prezzo da pagare!» Continuò a urlare Chichi, puntando i piedi.

Kin strinse i pugni nervosamente. Capì che non c'era possibilità di far ragionare la madre, perciò fece dietro front e uscì dalla cucina irritata, seguita da Pan e sbattendo la porta della stanza.

La donna tirò un sospiro, abbassò gli occhi e riprese mogia a lavare i piatti. Le dispiaceva non poter dire alla figlia tutta la verità, ma d'altronde non sarebbe servito a nulla anzi, probabilmente avrebbe solo complicato le cose.

Verosimilmente, se Kin fosse venuta a conoscenza della trasformazione, testarda e curiosa com'era avrebbe voluto diventare quello scimmione finché non fosse stata capace di controllarsi sotto quella forma. Ma quanti danni avrebbe fatto prima di avere autocontrollo? Non solo a sé, ma anche agli altri.

Un'altro sospiro rassegnato uscì dalla bocca della donna mentre, per l'ennesima volta, si chiese cosa dovesse fare con sua figlia.

La ragazza percorse a lunghi passi il corridoio, finché non fu fermata dalla voce della nipote provenire da dietro di lei: «Zia, si sta facendo tardi, io devo tornare a casa mi dispiace. Domani c'è scuola e devo svegliarmi presto.» La sua voce era davvero dispiaciuta ma, in effetti, il coprifuoco della sayan sarebbe scoccato da un momento all'altro.

Kin la guardò con un sorriso e le si avvicinò, abbracciandola. «Sta' tranquilla. Ci rivediamo presto.»

Le due si staccarono e la più giovane andò dal nonno, a pochi passi da lei, di cui Kin notò la presenza solo in quel momento. «Sarà per la prossima volta...» Pan poggiò la mano sul braccio del sayan e con l'altra salutò la zia, la quale contraccambiò con un cenno ed un sorriso, finché non vide il padre e la nipote sparire nel nulla.

Rimase a guardare il vuoto per qualche secondo, poi si voltò ed entrò nella propria stanza. Si chiuse la porta alle spalle e, con la schiena poggiata al legno, si lasciò scivolare fino a sedersi sul pavimento ghiaccio, tenendo le ginocchia alzate e poggiandoci sopra svogliatamente i gomiti.

Dopo pochi istanti, si vide apparire di fronte l'immagine del padre sorriderle, chinato sulle gambe per essere faccia a faccia con lei. «Allora? Cos'è successo stavolta, principessa?»

A sentirsi chiamare così, a Kin non poté non scappare un sorriso.

Guardò l’uomo negli occhi e gli raccontò per filo e per segno quello che era successo con la madre. Lui l'ascoltò per tutto il tempo poi, a fine racconto quando ella gli chiese aiuto, tutto ciò che disse fu un semplice: «Stavolta devo darla vinta alla mamma.»

Kin spalancò gli occhi per la sorpresa. «C-come scusa?»

Goku si alzò in piedi. «Vedi, è una cosa da sayan... Quella della coda e della luna... Capisci?»

«No, non capisco...» Rispose lei scoraggiata. Il sayan si portò una mano dietro la testa e assunse un'aria pensosa, per poi dirle: «Non importa, sei troppo piccola per saperlo. Te lo spiegherò quando sarai più grande, vedrai.»

La ragazza si sentì offesa da quella frase, tanto che saltò in piedi e gli si rivolse un poco scontrosa. «Ma ho diciassette anni papà!»

Lui le sorrise serio e le poggiò una mano sulla spalla. «Appunto, hai solo diciassette anni. Hai ancora tanto tempo avanti a te e questa è una di quelle tante informazioni che possono aspettare.»

Lei chinò la testa: non sembrava affatto convinta da quella spiegazione, anzi la scocciò ancora di più. Goku se ne accorse e le alzò il volto con un dito, sorridendole rassicurante. «Facciamo così. Per stasera saltiamo l'allenamento, ma lo recuperiamo domani mattina. Parlo io con la mamma, tranquilla. Così domani faremo doppio allenamento, che te ne pare?»

Un sorriso rassegnato attraversò le labbra della ragazza, che annuì debolmente.

«Bene! E adesso tutti a nanna, che domattina ci aspetta un bel risveglio!» L'uomo si avvicinò alla ragazza e le lasciò un tenero bacio sulla fronte. «Buonanotte principessa.»

Lei ricambiò con un sorriso e un breve abbraccio. «Buonanotte papà, a domattina.»

Goku si diresse verso la porta, rivolgendolesi poi con un sorriso: «A domattina, dormi bene tesoro mio.» Si chiuse l'uscio alle spalle, lasciando così Kin sola in camera propria.

La ragazza andò a stendersi sul letto. «Che scema...» Sussurrò alzandosi dopo un breve secondo: era ancora vestita, lei che era abituata a dormire nuda o in intimo, anche d'inverno. Le era sempre piaciuto il contatto della sua pelle con le lenzuola.

Si tolse l'abito nuovo e lo ripose con cura nell'armadio, poi tornò sotto le coperte e chiuse gli occhi.

Si rigirò più e più volte nel letto, tentando inutilmente di prendere sonno, finché dopo quella che le era sembrata un'eternità non li riaprì accigliata e uscì nuovamente dalle coperte.

Era inutile, non riusciva a chiudere occhio se non si era allenata un po’.

Aprì l'armadio e indossò il suo gin color arancio, i polsini e le ballerine. Si affacciò alla finestra, guardò a destra e a sinistra per essere certa che nessuno la vedesse, poi con un salto uscì fuori.

Un brivido le percorse la schiena, appena si trovò nel buio della notte, poi un'idea le attraversò la mente. Pan una volta le aveva detto che la luna piena splendeva con la stessa intensità del sole, illuminando tutto attorno a sé e cacciando via le tenebre. Sua madre e la nipote avevano detto che quella sera c'era la luna piena, perciò la ragazza alzò gli occhi al cielo e la cercò tra tutte quelle stelle. Pur non avendola mai vista, non le ci volle molto a trovarla perché era davvero enorme.

Quando la vide, un sorriso le illuminò il volto, ma l'istante dopo iniziò a sentirsi strana e perse completamente il controllo del proprio corpo.

«No Goku, aspetta.» Chichi si ritrasse dalla stretta del marito con un sorriso, sotto le coperte. Lui la guardò interrogativo, con il suo sorriso malizioso ancora sulle labbra. «Voglio andare a far pace con Kin prima che si addormenti, sono stata davvero dura ed incomprensibile con lei stasera.»

«Eddai Chichi, non potete chiarirvi domani?» Il tono con cui lo disse sembrava più una preghiera che una proposta, mentre le sue labbra baciavano leggere la spalla della donna, provocandole piacevoli brividi che le attraversavano la spina dorsale.

«Caro, per favore... Non riuscirei a dormire altrimenti. O a fare altro...» Disse la donna in un sorriso, contenta che il marito avesse voglia di lei ma decisa a chiarirsi prima con la figlia, in modo da poter poi concedersi completamente a lui e alle sue amorevoli cure.

Goku guardò sua moglie negli occhi e le lasciò una carezza. «E va bene... Va'. Però fate presto!» Lei rise di gusto e annuì, ringraziandolo con un breve bacio sulle labbra.

Uscì dal letto e si diresse alla camera della figlia, sapendo che anche se ci avesse messo molto, Goku non si sarebbe mai addormentato prima del suo ritorno.

«Tesoro? Sono io, sei ancora sveglia?» Sussurrò Chichi, bussando alla porta della figlia. Poggiò la mano sulla maniglia e l'abbassò, continuando a bassa voce: «So che sono stata dura prima, ma volevo tu sapessi che...» La donna s'interruppe perché appena alzato lo sguardo si accorse del letto sfatto, della stanza vuota.

Mentre si dirigeva a passo svelto e il cuore pieno di paura verso la finestra aperta, sussurrò: «No...» Vi si affacciò e cercò la figlia nel buio della notte, con una parte di lei che sperava di non trovarla.

Ma la vide: era in piedi, poco distante dalla casa, immobile con solo il petto che le si alzava e abbassava in modo anormale, sempre più veloce e gli occhi puntanti verso la luna piena, alta nel cielo.

«Kin!» Urlò Chichi in preda al panico, scavalcando la finestra e andandole incontro.

Goku sentì il grido della moglie e uscì di casa, intuendo che non stava succedendo nulla di buono. Vide la moglie abbracciata alla figlia con le lacrime agli occhi, mentre il corpo della ragazza iniziava a trasformarsi in quello di uno scimmione.

Il sayan si sbrigò ad allontanare la moglie dalla figlia, poi prese le spalle della ragazza e, nel tentativo di farla tornare in sé senza dover distruggere la luna né tanto meno tagliarle la coda, le gridò: «Kin guardami! Sono tuo padre, Goku! Devi tornare in te, so che hai la forza di bloccare la trasformazione, per favore!»

Chichi intanto era a terra sdraiata, per la spinta datale dal marito, che osservava impaurita il corpo della figlia crescere e somigliare sempre più a quello di una scimmia.

«Goku tagliale quella coda!» Gridò al marito. Lui strinse gli occhi e scosse la testa: «No! Lei può farcela senza che dobbiamo giungere a quello!» Tornò a guardare gli occhi rosso rubino della figlia, carezzandole la guancia pelosa perché il volto si era ormai trasformato nel muso di uno scimmione, ancora di relativa piccola taglia. «Kin ti prego ascoltami! So che ce la puoi fare, ferma questa dannata trasformazione!»

Il sayan non voleva in alcun modo tagliarle la coda, perché sapeva quanto la figlia tenesse a quella parte di lei e non avrebbe mai perdonato nessuno che avesse osato privargliene.

Si trasformò in super sayan, pensando che così sarebbe riuscito a far tornare in sé la ragazza. «Kin guardami! Mi sono trasformato in super sayan, se adesso fermi la trasformazione ti rivelerò il segreto per diventarlo! Torna immediatamente in te, principessa!»

Una breve scintilla attraversò gli occhi della creatura, Goku fece appena in tempo a vederla e sorridere, orgoglioso della figlia e della sua forza di volontà. Lo sapeva, quella era la strada giusta per farla tornare normale, non c'era bisogno di privarla della coda.

Chichi si voltò verso la cucina e le venne un'idea. Si alzò di corsa e prese il coltello più grande e affilato che aveva, per dirigersi in fretta verso la figlia.

«No!» Il grido disperato di Goku non riuscì a fermare la moglie, che con un colpo netto tagliò la coda alla figlia.

In pochi istanti Kin tornò normale e cadde a terra svenuta.

Anche Goku toccò nuovamente terra con i piedi, tenendo il capo basso e i pugni stretti. Chichi gli si rivolse, con tono di scuse: «Dispiace anche a me Goku, ma non c'era altra scelta...»

«C'era eccome invece!» Gridò lui, stingendo nervosamente i pugni.

Chichi ebbe paura di quel grido e abbassò gli occhi. Il sayan si avvicinò alla figlia e la prese in braccio, portandola nel suo letto e coprendola affettuosamente con il lenzuolo.

Tornato normale, le rimase a fianco tutta la notte, osservandola dormire e pensando a cosa dirle al suo risveglio.

Appena fu l'alba, Chichi entrò silenziosamente nella stanza della figlia, a testa bassa. Rimase amareggiata sulla soglia, alzando lo sguardo dopo molto tempo e vedendo il marito seduto di fianco al letto, a gambe e braccia incrociate, vegliare su Kin con sguardo concentrato.

Goku udì entrare la moglie, ma non distolse lo sguardo dalla figlia nemmeno per un istante.

La donna si avvicinò ai due, tenendo la coda della figlia mano. Non l'aveva ancora lasciata da quando gliela aveva recisa.

Giunta di fianco al marito, parlò con un tono rotto che poteva benissimo essere scambiato per un singulto: «Hai passato la notte in bianco.»

«Anche tu.» Rispose Goku, senza degnarla di uno sguardo.

Chichi voleva dire che le dispiaceva, voleva parlare al marito e chiarire con lui prima che con la figlia, ma non le fu dato il tempo perché in quel momento Kin si destò. La ragazza si alzò a sedere prima ancora di aprire gli occhi, massaggiandosi il cranio dolorante. «Accidenti che mal di testa assurdo...»

Si sentì di colpo osservata, così si voltò e vide i suoi genitori, entrambi con espressioni terribilmente serie in volto. Ancora assonnata, sbadigliò tappandosi la bocca con la mano e chiese confusa: «Che cosa è successo? Perché siete qui di prima mattina? Qualsiasi cosa sia accaduta, è colpa di Goten, io non c'entro...»

In quel momento, la ragazza vide ciò che teneva la madre stretta nella sua mano e, svegliandosi completamente in un breve istante, sgranò incredula gli occhi mentre sentì il proprio cuore fermarsi.

«Quella... Non è la mia...» Non riuscì nemmeno a completare la domanda, tanto le sembrava assurdo. Si voltò di scatto e cercò di portarsi la coda davanti, ma ormai non c'era più nulla alla base della sua schiena, se non una cicatrice.

«No... No... No!» Era tutto quello che riusciva a dire, mentre le lacrime di rabbia e disperazione le rigavano il volto, sempre più abbondanti.

Si rigirò su se stessa un'infinità di volte, tirandosi su la maglia che le aveva fatto indossare il padre per coprirla, finché la voce pacata di Goku non la fermò. «Kin, smettila. Non hai più la coda, è inutile.» Lei fissò sconvolta la sua immagine nitida, nonostante il velo delle lacrime a schermarle gli occhi scuri e sgranati.

Guardò suo padre, guardò sua madre, poi raccolse tutte le proprie energie e le urlò contro, totalmente fuori di sé. «Come hai osato tagliarmela?» Il grido fu talmente potente da far tremare le pareti.

«Mi hai costretta tu. Stanotte sei uscita con la luna piena, cosa che ti avevo esplicitamente detto di non fare. Ti avevo detto di scegliere tra la luna e la tua coda; dato che hai scelto la prima, sono stata costretta a privarti della seconda.» Le rispose pacata la donna, tentando di far calmare la figlia con il proprio tono tranquillo, ma questa s'infuriò ancora di più.

Kin non riuscì a trattenersi e in un’istante saltò addosso alla madre, in preda alla rabbia più cieca. Goku fece appena in tempo a fermarla, prima che facesse del male a Chichi, spingendola contro la scrivania.

La ragazza rimase ferma qualche istante, con le lacrime che non smettevano di scenderle dagli occhi. Alzò lo sguardo disperata verso i suoi genitori, guardandoli bene tutti e due.

Si alzò, sorreggendosi alla scrivania dietro di sé per mantenere l’equilibrio e, prima di volare via più veloce che potesse, si rivolse con odio a entrambi: «Non voglio mai più rivedervi. Mai più!»

Sparì nel nulla, utilizzando la super velocità per uscire e allontanarsi più che poté, per alzarsi poi in volo e andare ancora più lontano.

Goku ne controllò gli spostamenti percependone l'aurea, quando sentì sua moglie piangere in silenzio, raggomitolata a terra. Il sayan si chinò e la strinse dolcemente a sé, lasciando che la donna si appoggiasse al suo petto.

Chichi guardò la coda della figlia che aveva ancora in mano e la porse al marito, puntando i suoi occhi scuri, contenenti una supplichevole richiesta, in quelli di lui.

Goku prese la coda e annuì. Sfiorò le labbra della sua donna con un bacio leggero e le sussurrò: «Torneremo presto.» Si portò le dita alla fronte e nel giro di un istante svanì nel nulla.

 



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