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Autore: Jordan Hemingway    16/10/2015    0 recensioni
Raccolta di one-shot fantasy e sci-fic scollegate tra loro, scritte principalmente durante gli eventi del gruppo We are out for prompts.
“Non esisti.” Mormorò, chiudendo gli occhi e versandosi un’altra tazza di caffè. “Sei solo il frutto della mia immaginazione e delle pasticche di Daniel. I Draghi non esistono.”
"I Draghi non esistono. i draghi non esistono!" Il drago in questione lo guardò. "Lo dici a me?" Sbuffò.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per l'event del gruppo FB We are out for prompts su prompt di HollyMaster Efp Fantasy: Era un mostro di oscurità e terrore, in ginocchio, nella neve macchiata del suo sangue che gocciolava da una lancia conficcata nel suo petto. La ragazza gli si avvicinò tremante ma fiduciosa: l'avrebbe aiutato.
 
Un mostro: così l’avevano definito in paese, quando avevano assoldato i cacciatori per abbatterlo.
Un essere immondo, disgustoso, un abominio che metteva in pericolo il raccolto ammassato nei granai e le greggi. Un ibrido osceno, frutto di un’unione che non avrebbe mai dovuto essere stata consumata.
Anneliese tuttavia non vedeva nulla di tutto questo, avvicinandosi a lui.
Guardò la creatura inginocchiata nella neve che si scioglieva a contatto con il sangue della ferita al petto: arti più lunghi del normale, pelle squamata, due ali membranose che spuntavano da due buchi nel retro della camicia di cotone grezzo. Occhi rossi, ma non di furia: l’unica emozione che Anneliese vi lesse fu la rassegnazione di chi è troppo stanco per preoccuparsi d un altro nemico.
Il suo viso pareva uscito da un incubo, tra squame e rigonfiamenti ossei, ma per Anneliese era il volto di qualcuno che, come lei, aveva passato tutta la vita a cercare di nascondere un’eredità pesante da portare.
Piena di speranza, afferrò la lancia che gli sporgeva dal petto.
La creatura aprì la bocca e sputò un grumo di sangue. “Perché?” Gracchiò, incredulo che una ragazzina potesse volerlo aiutare.
Anneliese estrasse la lancia, affrettandosi a chinarsi sulla creatura per fasciare la ferita.
“Per questo.” Si girò e sollevò la tunica: sulla schiena, a intervalli regolari, comparivano piccole creste ossee che terminavano in un accenno di coda.
“Portami con te, insegnami a combattere. I mostri come noi non possono vivere da soli.”
  
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