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Autore: Londra_Nimoe    18/02/2009    0 recensioni
[...] -Ascoltatemi tutti-, la voce calda di Jordan attirò l'attenzione dei presenti. L'uomo era appena entrato nella sala con un andatura un pò zoppicante come se avesse qualcosa sotto il mantello e si avvicinò a Faith con aria preoccupata. La ragazza, nonostante non avesse sentito la frase di Frank, si era voltata automaticamente quando aveva visto tutte le teste girarsi nella sua direzione.[...] E se quella struttura nascondesse una scuola per ragazzi con poteri parnormali? E se quei ragazzi in realtà non appartenessero al nostro mondo? E se quel gruppo in particolare discendesse da personaggi importanti dell'altro mondo?
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo:

Un anno prima



Frank Jordan estrasse le chiavi dalla tasca interna della costosa giacca di seta e azionò il motore della Pegiout. Il Lunedì era il giorno che preferiva in assoluto, nonostante rappresentasse l'inizio di una nuova e faticosa settimana di lavoro. Per lui era rivitalizzante riprendere ciò che aveva lasciato correre dopo un giorno di riposo, lo faceva sentire utile e partecipe di quella che comunemente viene chiamata civiltà, sevire il proprio paese era sempre stato una cosa che gli avevano imposto di apprezzare.

Svoltò a sinistra davanti alla pasticceria di Mary e parcheggiò la macchina poco distante dalla scuola dove tutti credevano insegnasse letteratura inglese.Quando scese si trovò a pensare a quale fosse il motivo per il quale continuava a fare quel lavoro, dove i profitti e gli onori andavano agli uomini più in vista e se qualcuno si ricordava di te era già una causa vinta.

Attraversò la strada diretto al Jolly Caffè con un sorriso amaro sulle labbra, chiedendosi cosa gli avrebbe regalato il destino. Se Sophia McVol, la proprietaria del locale, agli avrebbe finalmente dato qualcosa di buono o un'altra accantonata. Una delle tante. Si tolse i grandi occhiali scuri e si sistemò sul bancone in attesa di fare la sua ordinazione speciale, ma qualcosa attirò la sua attenzione, qualcosa che in fondo non era altro che un semplice gruppo di ragazzini adolescenti che si divertivano senza sapere quanto invidia suscitavano in quel luogo. Una volta anche lui e Sophia erano stato ragazzi, e anche due di quelli che generalmente venivano chiamati teppistelli di strada. Li avevano raccolti quando ancora non avevano compiuto dodici anni e li avevano fatti diventare ciò che ora erano: Agenti dell'Oblio.

La camminata irregolare della sua vecchia amica lo distolse dai suoi cupi pensieri e la tazza di caffè che in quel momento gli veniva porsa lo fece sorridere pacatamente.

-Hai una brutta cera Frank, chiedi ai piani superiori di darti qualche giorno di vacanza o ti verranno a raccattare con un cucchiaino da te-. Sophia non era esattamente quella che tutti gli uomoni vorrebbero vicino, aveva dei canoni tutti suoi di bellezza e certo non era fra le donne più educate del mondo, ma a Frank era sempre piaciuto quel suo modo schietto di parlare e confrontasi con la gente.

-Non so come darti torto, ma il lavoro viene prima di tutto. Tanto per rimettermi in sesto, dimmi che hai qualcosa di buono per me...-, Frank bevve un sorso dalla tazza di caffè che aveva sotto gli occhi e rabbrividì per il liquido caldo che gli scendeva in corpo, contrastando il freddo di Febbraio che aleggiava nell'aria.

Sophia incurvò le labbra in un sorriso malizioso e socchiuse gli occhi per scrutare meglio Frank. -Ok Franky, mi piacerebbe dirti tutto dei nostri nuovi soggetti, ma credo che ti toglierei tutto il gusto di poterlo scoprire da solo. Questa volta ci hanno mandato ragazzi che non sanno a cosa vanno in contro, perciò dovrai trovare il modo di convincerli tu stesso. Buona fortuna e auguri al tavolo 9-.

Sophia McVol indicò con un cenno della testa il tavolo che poco prima aveva preso l'attenzione di Frank. L'uomo poggiò la testa fra le mani e sospirò distrattamente mentre una ragazza dai corti capelli mori, seduta in quel famoso tavolino,sorrideva distrattamente a quello che un giorno sarebbe diventato una leggenda.


  
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