Non lessi la lettera quel giorno, la riposi all'interno del libro di storia
e restai con il cuore sospeso.
Keiko, Keiko...cosa diavolo ci fece separare?
Me lo domandai e ridomandai, mentre qualcosa dentro la mia testa sembrava
scoppiare. Cosa mi stava succedendo? Dopo la morte di Yoshimi avevo baciato
Kyoko e in quel momento pensavo al perché io e Keiko ci fossimo separati. Ma
perché? Perché?
Mi sfogai con un urlo. Mentre continuavo a rivangare il passato, Yoshiki,
Kyoko e Keiko, i miei amori falliti e i miei amori futuri mi sentivo quasi come
se fossi una sirena morente in una fogna, abbandonata a sé stessa e raccolta da
una pittrice che mi disegnasse, mentre lentamente raggiungo l'oblìo.
I miei organi vitali si stavano sgretolando, decomponendo, in un crescendo
musicale che raggiungeva il più profondo abisso percorribile. Un'inedita
sensazione di sensuale terrore mi stava percorrendo il corpo, come se la paura
mi stesse violentando e pian piano prendesse forma dentro il mio sesso.
"Yoshikawa" mi chiamò una voce femminile.
Mi voltai: era di nuovo Keiko. Chissà perché era ritornata.
"Che cosa c'è?" le domandai
Il suo labbro inferiore si era rovesciato completamente all'infuori,
scoprendone l'interno vellutato e rosa, così intimo...come una vulva.
"Ti ricordi di quella puttana, non è vero?" mi urlò contro e fuggì
senza più dirmi nulla
"Ma...ma quale puttana?" sospirai, sempre
più confuso.
Mi ritrovavo a casa di Yoshimi, quella sera durante la veglia funebre.
Contrariamente alla tradizione, la bara era stata lasciata chiusa, forse per
l'orrendo aspetto del cadavere mutilato o del semplice fatto che la sua
famiglia trovava disdicevole il suicidio da doverla nascondere dietro ad una
lastra ebano. Immaginai il suo volto lacerato da quel taglio profondo, il gesto
così impulsivo e inspiegabile che iniziò il tutto.
Quando le preghiere davanti alla bara furono terminate ed ognuno poteva
offrire un omaggio facoltativo a Yoshimi, ne approfittai per salire le scale ed
introdurmi in camera sua.
Vidi la sua scrivania disordinata, il suo letto disfatto, le sue dolci
fotografie appiccicate su uno specchio grondante di cuoricini spezzati, il
diario scolastico, i libri scolastici...
E poi una foto, la foto di noi due durante la gita scolastica in Corea Del
Sud. Abbracciati, lei sorride ignara del mio sentimento, con le braccia
agganciate attorno al mio collo. Un cuoricino fucsia brillantinato sulla
guancia destra. Io guardo verso l'obbiettivo con un sorrisetto tirato, dato
dall'imbarazzo.
Yoshimi mi mancò all'improvviso, come se dentro di me non ci fosse più
nulla. Piansi e misi la fotografia in tasca, poi mi sdrai sul suo letto.
Riuscivo ancora a penetrare dentro il suo odore, sentivo il suo
inconfondibile aroma permeare le coperte.
Le voci dei presenti alla veglia attraversavano il tatami, sino a giungere
nelle mie orecchie, quando qualcosa attirò il mio sguardo: per terra, buttato
in disordine sul tatami in un angolo della stanza, una sorta di libretto.
Lo raccolsi e cominciai a guardarlo. Era una sorta di diario, ma le foto
superavano le parole.
Diverse quelle della gita in Corea.
Yoshimi sempre sorridente tra le braccia di Yoko, Kyoko, Yuka, Haruna. Una
foto la ritrae persino in braccio a Noburi (!) e in un'altra si ritrova a
cingere i fianchi di Nobuyuki, con il suo solito sguardo inquietante.
Le frasi erano sconnesse, facili e veloci.
"è notte fonda. Questa gita
scolastica mi sta elettrizzando. Dopo essermi sorbita con i miei compagni
annoiati le solite divagazioni folkloristiche e storiche dei professori,
finalmente è giunto il momento libero e, quindi, come da copione ho fatto tanto
shopping, ho fatto tante foto e mi sono ubriacata, all'insaputa dei prof....ah!Beata Adolescenza!"
Yoshimi che prova un abito rosso in un negozio di vestiti di Seoul, Yoshimi
che sorride di fronte ad una bottiglia di birra... dolcezza infinita. Mi
addolcisce come il miele.
Inginocchiato di fronte a quelle immagini di vita, mi facevo prendere da
quella scrittura femminile così ordinata e sensuale da lasciare una traccia di
esplosione nel mio cuore. Persino le macchie di inchiostro o di caffè sulle
pagine, le pieghe sui lembi della carta e le sbianchettate mi ricordavano il
viso poetico della ragazza che amavo e mi rendevano felice.
Poi i miei occhi giunsero all'ultima foto, che non era incollata con del
nastro adesivo sulle pagine, ma semplicemente inserita dentro senza troppa
premura.
La guardai. Due amiche che si abbracciavano.
Yoshimi e...oh mio Dio! La ragazza del video, era lei! Lei!
Voltai la foto e lessi: "Io e Joy Barker. 9/3/05"
Yoshimi in quella foto appariva molto più giovane, infatti
stando alla data scritta sul retro la foto sarebbe dovuta risalire a tre anni
prima, quando Yoshimi aveva 13 anni.
Un flash.
Joy Barker...la...la...la ragazza di cui aveva parlato
Nobuyuki, la stessa che appariva in quei documenti, la prima vittima di quegli
strani omicidi.