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Autore: BELIEBER_G    16/10/2015    1 recensioni
Tanti anni fa, nell’immensa Terra di Mezzo, vennero creati 19 anelli del potere: sette vennero dati ai nani,grandi costruttori e circondati dall’oro. Tre agli elfi, dalla vita eterna e bellezza incommensurabile. Infine, nove agli uomini che come ogni altri, ne bramano il potere. Ma tutti furono ingannati, poiché venne creato un altro anello. Dalla lava del Monte Fato, Sauron, l’oscuro signore, forgiò un anello che li avrebbe domati sopra ogni dove.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bilbo sembrava essersi divertito delle facce sorprese che avevano ascoltato il suo discorso. Se ne andò silenziosamente a casa per prendere i bagagli, ma trovò Gandalf ad aspettarlo con aria cupa. “Quell’anello non è adatto per giocarci in quel modo.” Commentò lo stregone. “Andiamo Gandalf, è stato solo un piccolo scherzo.” Esclamò Bilbo ridacchiando. “Lo lascerai a Frodo?” chiese lo stregone con voce dura, stringendo a se il suo bastone. “Certo, gliel’ho messo in una busta sopra il camino.” Rispose Bilbo, indossando la sua giacca da viaggio. Ma sul camino non vi era alcuna busta. “O forse ce l’ho ancora qui..” sussurrò fra se e se, estraendo l’anello dalla tasca. Per lui era assai duro separarsene, perché la magia dell’anello aveva stregato la sua mente, ma alla fine fu coraggioso e lo depositò nella busta prima di andarsene. Gandalf sapeva il passato di quel tesoro, aveva letto antichi manoscritti in cui vi era raccontato tutto. Doveva esserci un modo per distruggerlo, così rimase lì, a pensare, a mettersi le mani nei lunghi capelli grigi.
Intanto, Frodo e Rose si erano salutati con un imbarazzante stretta di mano e tornavano nelle loro case: erano vicini. Frodo rincasava ancora confuso: tra la sparizione dello zio e i sentimenti per Rose, notò che Bilbo non c’era. “Se ne è andato davvero? Parlava molte volte di volerlo fare.” Chiese a Gandalf, sentiva già la sua mancanza, dopotutto si era occupato di lui per tanto. “Si Frodo, se ne è andato. Ti ha lasciato una cosa.” Rispose Gandalf, aspirando dalla propria pipa. Frodo conosceva benissimo l’anello di suo zio, ma lo stregone sembrava contrariato alla sua vista e lo gettò nelle fiamme del camino. “Prendilo Frodo,è freddo.” Sussurrò, consegnandolo poi nelle sue piccole mani. Lo hobbit non conosceva niente di quel gioiello, ma riuscì a vedere l’iscrizione che vi era sul dorso, apparso per via del fuoco. “Sta apparendo una scritta…Credo sia elfico, cosa dice?” domandò. “E’ una lingua antica, dice: Uno anello per trovarli, un anello per domarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli.” Spiegò Gandalf abbastanza teso, il ragazzo doveva sapere tutto. “L’unico Anello, l’anello di Sauron. C’è stato un altro che lo ha avuto prima di Bilbo, una creatura errante la cui mente era stata distrutta. Fu catturato dai soldati di Mordor e negli stridii senza senso, hanno udito due parole: “Contea. Baggins.” “ continuò lo stregone. Frodo sgranò gli occhi e il suo cuore accelerò per la paura, qualcuno stava venendo da lui per riprendersi l’anello. “Ma questo li condurrà qui! Chi sono?!” domandò lo hobbit impaurito. “Sono i Nazgûl, servi dell’Oscuro Signore. Devi andare via da qui.” Esclamò Gandalf, preparando frettolosamente i bagagli per Frodo, ma non sapevano che qualcuno li stava ascoltando. Improvvisamente, si udirono dei rumori fuori la finestra, tra le foglie. Gandalf afferrò qualcuno tra l’erbaccia e lo scaraventò sul tavolo con fare minaccioso: era Rose. “Rosalina Gamgee, cosa hai sentito?!” domandò lo stregone, guardandola negli occhi con il suo sguardo nero. “Quasi nulla, ve lo assicuro! Solo di un anello e di Sauron!” esclamò Rose balbettando, mentre Frodo se la rideva divertito. “Non trasformatemi in qualche strana creatura..” supplicò la hobbit. “No, anzi, ho un compito più importante per te.” Disse Gandalf.
 
 
L’alba del giorno dopo, lo stregone procurò ai due hobbit un cavallo, disse a Rose di condurre Frodo e l’anello a Granburrone, patria degli elfi più antichi. Di solito non si manda una femmina in certe avventure, ma Gandalf si fidava di lei. Suo fratello Sam le aveva insegnato qualsiasi strada o scorciatoia della Terra di Mezzo e così lei si sarebbe occupata del suo migliore amico, anche se non aveva mai lasciato la Contea per questi scopi. Lo stregone li avrebbe aspettati alla locanda del Puledro Impennato, a Brea,  poiché prima aveva un’altra tappa da raggiungere.
Gli hobbit passarono attraverso i folti campi e i grandi giardini d’erba fino a giungere al confine. “Ci siamo, se faccio un altro passo non sarò mai stata così lontana da casa.” Commentò Rose. Frodo fece un sorriso incoraggiante e le tese la mano per scacciarle via la paura. Lei ricambiò il sorriso, prese la sua mano e continuò il cammino, armata di cavallo, sacca con dentro delle provviste e lo hobbit di cui si era innamorata.
Poco dopo, arrivarono in un campo coltivato da un famoso hobbit che procurava sempre il cibo migliore. Fu lì che incontrarono Merry e Pipino Tuc rubare carote e cavoli. Loro erano fatti così, i ricciolini biondi e gli occhi chiari non gli facevano giustizia: erano buffi, ma sotto sotto anche coraggiosi. “Ciao tesoro.” Salutò Merry, facendo un occhiolino a Rose. L’altra fece una smorfia disgustata. “Intanto non sono il tuo tesoro e poi quelle le state rubando!” esclamò Rose. Poco dopo, iniziarono ad udirsi le grida del giardiniere che gli andava contro con in mano un forcone. I quattro scapparono via tra i campi e alla fine rotolarono giù per la collina. Rose spinse via Marry che le era finito sopra durante la caduta, fece rialzare Frodo e lo pulì dalle foglie. “Rose, sto bene.” Assicurò Frodo con un sorriso stranito. “Si, scusa. E’ una cosa che ha detto Gandalf…” balbettò lei. “…Non devi perderlo Rosalina Gamgee, per nessun motivo.” Frodo rimase con il suo sorriso ed infine l’abbracciò, contento che fosse venuto con lui.
Improvvisamente, si udirono zoccoli di cavallo che venivano velocemente verso di loro. I quattro si nascosero in un fossato e sfuggirono agli occhi di quello che era un Cavaliere Nero, un servo di Sauron in cerca dell’anello: lui sentiva il suo potere, lo percepiva. Egli non avevano ne corpo, ne anima, ne voce, niente. Era solo uno spirito coperto da un vestito nero che cavalcava un cavallo nero, che non vedendo nessuno, se ne andò. Gli hobbit poterono tornare allo scoperto, ma i due gemelli vollero spiegazioni. “Chi diamine era? Cosa cercava Frodo?” domandò Merry, accigliato. “Cercava noi, cercava questo.” Rispose Frodo, mostrandogli l’anello che aveva legato al collo come una catenina. Era abbastanza preoccupato, perché i Cavalieri erano sulle loro tracce e dovevano sbrigarsi a tornare da Gandalf.
  
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