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Autore: Vanisher    16/10/2015    5 recensioni
(Dal capitolo 3)
- Dopotutto, è impossibile dimenticare una persona dall'oggi al domani. Sopratutto se quella persona è Tom Kaulitz -
Le sue parole sono maledettamente vere quanto dolorose.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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VUOI NEGARMI IL PARADISO?



 
- COSA?! - la reazione di Bill arriva immediata e rumorosa mentre balza in piedi. Gli occhi scuri sgranati e sconvolti dall'assurda notizia appena ricevuta, la bocca che cerca di articolare qualcosa di vagamente sensato con cui ribattere. Non riuscendo ad elaborare nulla, ridacchia istericamente - Stai scherzando, vero? -
- Certo che sta scherzando - annuisce convinto Gustav, scuotendo il capo in cenno d'assenso, quanto vorrei avesse ragione. Lo sbigottimento del batterista è perfettamente celato dietro gli occhiali che nascondono le emozioni dei suoi piccoli occhi chiari mentre si posano su Tom - Hai sempre detto e ripetuto che non avresti mai avuto dei figli, perché altrimenti saresti stato costretto ad abbandonare i Tokio Hotel -
- Non lascerò mai la band - conferma Tom con decisione.
Georg sospira pesantemente, attirando l'attenzione di tutti. Rimaniamo in attesa che anche lui possa esprimere il suo sbigottimento e la sua perplessità. Invece, il bassista mi rivolge un triste e sarcastico sorriso - Allora è per questo che Chantelle è riapparsa dopo tutti questi anni -
Annuisco, confermando quanto ha appena detto. Georg ha capito tutto e subito, e sono felice di non essere costretta a sentire per la seconda volta il racconto di come ciò è potuto accadere. Sentirlo una volta mi ha colpita, la seconda potrebbe affondarmi completamente. 
Anche Bill sembra finalmente capire e collegare, perché è come se un centinaio di ricordi stessero scorrendo sotto i suoi occhi che, illuminati da un'insolita ed inquietante luce cattiva, si posano con rabbia sul fratello - Non dirmi che ... - i suoi occhi non hanno mai guardato con così tanta ostilità qualcuno.
Tom annuisce, tra il colpevole e il mortificato - Proprio così -
- Quale delle tante volte? -
Il chitarrista non sembra essere per niente imbarazzato - Quando abbiamo scopato in hotel - 
Bill ghigna sarcastico, alzando gli occhi al cielo - Quale delle tante? - ripete ancora.
- Vorrei evitare di sapere tutti i particolari - sbotto nervosamente, fulminando i due gemelli con occhi che non sembrano nemmeno i miei. Mi alzo, spostando rumorosamente la sedia e rivolgendo la mia attenzione al pavimento scuro per non mostrare ai ragazzi i miei occhi lucidi. Mi sento improvvisamente avvampare, come se qualcuno mi avesse appena tirato una violente sberla - Scusate, ho bisogno di andare a fare due passi - mormoro velocemente, prima di uscire veloce dalla stanza.
- Aspetta, Reb! - Tom tenta di fermarmi, lo sento mentre veloce scosta rumorosamente la sua sedia per raggiungermi ed impedirmi di fuggire così.
- Lasciala stare, Tom - replica Georg, quasi infastidito. Come sempre lui riesce a capire i miei bisogni nascosti, i miei taciti desideri, le mie mute preghiere, a volte meglio di quanto ci riesca Tom. 
Chiudo la porta accasciandomici sopra con le poche ed inesistenti forze che mi sono rimaste in corpo, lasciandomi scappare un gemito frustato che annuncia l'arrivo di tante lacrime.  Devo staccarmi da questa situazione almeno per qualche minuto, devo realizzare tutte le assurde ed impossibili notizie che mi hanno investita come un treno, per non parlare delle centinaia di emozioni negative e contrastanti che si sono ficcate violente e prepotenti nel mio cuore. Devo rimanere da sola per un secondo, uno solo basta. 
- Pensavo avessi smesso di fare il puttaniere - lo rimprovera Bill con voce troppo alta, le sue parole arrivano lontane ma ben chiare anche da dove mi trovo. Poggio un'orecchio sulla liscia superficie della porta nel tentativo di ascoltare quello che il cantante sta dicendo, ma le voci arrivano a tratti ovattate. 
- E' successo sei maledetti anni fa - ribatte duramente Tom nel tentativo di difendersi, anche lui alzando la voce e permettendomi di sentire tutto come se fosse accanto a me in questo momento. Me lo immagino, in piedi mentre fronteggia il fratello gemello - Non sapevo che Chantelle fosse rimasta incinta dopo una delle innumerevoli volte che abbiamo fatto sesso, e lei non mi ha fatto la cortesia di dirmelo fino all'inzio del tour! -
- Ha partorito senza dirti nulla? - chiede Gustav, riesco a cogliere senza alcuna fatica il suo tono incredulo.
- Già, e adesso la bambina vuole conoscermi -
- Persino femmina! - conclude Bill, come scioccato. 
- Quindi è per questo che hai mollato Rebecca - aggiunge ancora Gustav, sempre più sbigottito ed affascinato, consapevole di ritrovarsi all'interno di una di quelle scene da telenovela argentina. Le ho sempre odiate, sono tutte così surreali ed inverosimili ... 
- Volevo proteggerla - precisa infastidito Tom, abbassando la voce. 
Seguono parecchi attimi di silenzio, e rimpiango di non essere rimasta per poter leggere tutte le emozioni che stanno correndo sui volti dei miei amici in questo momento. Rimango in attesa, trattenendo il respiro nel timore di fare rumore e di farmi scoprire. Premo l'orecchio ancora di più sulla porta per cogliere ogni singolo movimento dei loro corpi, ma è come se qualcuno avesse messo in pausa la telenovela. Dopo secoli di interminabile e palpabile tensione, Tom torna a parlare.
- Vai da lei, Georg - sospira, si sente il rumore di una sedia che viene pesantemente trascinata a terra. Probabilmente è tornato a sedersi.
- Non dovresti andarci tu? - domanda il bassista, neutro ed apatico.
- Sono l'ultima persona che vuole vedere in questo momento - risponde Tom, con una punta di amarezza ed invidia nella voce dura - Vai da lei, ha bisogno di te -
Mi allontano rapida dalla porta, trascinandomi verso la parete vicina. Mi alzo velocemente in piedi, passando i palmi delle mani sugli occhi lucidi e bagnati che non hanno voluto riversare alcuna lacrima. 
Georg esce dalla stanza, e subito mi trova. Rimaniamo in silenzio mentre si chiude la porta alle spalle, i suoi occhi piccoli e scuri scrutano con amara tristezza i miei occhi lucidi e il mio tacito desiderio di un pianto e di emozioni che devono essere buttate fuori dal mio corpo e dalla mia mente, o potrei esplodere da un momento all'altro come una bomba. Mi tende una mano, e io l'afferro senza esitazioni mentre mi conduce lontana dal corridoio, momentaneamente lontana da questo casino. 
Non presto attenzione ai corridoio che percorriamo, la mano stringe forte la mia come un'ancora di salvataggio che non lascerei per nulla al mondo. Il braccio di Georg avvolge protettivo le mie spalle, improvvisamente ci fermiamo in mezzo all'ennesimo corridoio che percorriamo e mi ritrovo stretta al suo petto muscoloso in un abbraccio. Ricambio la stretta con le poche forze rimaste, nascondendo il viso nella sua spalla. Cerco di esternarmi dai miei sentimenti, di chiudere il mio dolore, la mia tristezza e la mia frustrazione in un angolo remoto della mia mente, di allontanare tutto questo dal mio cuore e di pensare in modo logico e razionale. Ma come fai ad escludere il cuore in una situazione tanto delicata come questa? Come fai a pensare in modo razionare, calmo? 
Georg mi accarezza lentamente i capelli con una mano, mentre con l'altra mi sorregge per le spalle. La sua voce è triste e dolce - Puoi piangere, sai? Sono qui per questo -
Qualcosa di automatico si aziona in me, la prima lacrima scende lenta, seguita da altre molto più veloci. Cerco di fermarle, di smetterla prima che sia troppo tardi. Mi impongo di non piangere, di essere forte perché lo sono. 
Ma chi voglio prendere in giro? 
Sconfitta cerco di soffocare i singhiozzi, col solo risultato di tremare come una foglia. Mi rassegno al fatto che sarà un lungo pianto e che nemmeno questo riuscirà a farmi sfogare come si deve, servirà solo a farmi stare peggio quando rivedrò Tom e a farmi vedere il mondo negativamente. 
Mi nascondo nella spalla di Georg, inzuppandogli la maglietta color fumo con le mie lacrime - Voglio fumare - mormoro tra i singhiozzi.
Georg smette di accarezzarmi i capelli ed estrae il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni, tirando poi fuori due sigarette - Lo sapevo - ridacchia - Ormai ti conosco troppo bene -



 

* * * 




Andiamo a fumare sulle isolate scale antincendio, i gradini di ferro bucherellato color bottiglia e le piccole piattaforme quadrate abbastanza larghe da poter far stare un minimo di cinque persone in contemporanea su una stessa piattaforma. Una luce al neon verde è appesa sulla pesante porta d'emergenza, colorandoci. Tengo la sigaretta stretta tra le labbra mentre faccio scattare ripetutamente la piccola rotella dell'accendino col pollice. Dopo qualche tentativo, finalmente una piccola fiamma si sprigiona e posso accendere la sigaretta. Georg ripete la stessa operazione subito dopo di me, sedendosi sul primo gradino delle scale.
- Hai sentito tutto, vero? - domanda, concentrato sull'accendino.
- Conosci già la risposta, perché me lo chiedi? - ribatto, quasi stizzita.
Georg sospira, la sua pazienza con me è infinita - Avanti, sfogati -
Rimango in silenzio, aspirando una lunga boccata di fumo dalla mia sigaretta. Butto fuori una grossa nuvole grigia che si disperde veloce nella fredda aria notturna. Se prima avevo disperatamente bisogno di piangere, di urlare e di sfogarmi, adesso tutto quello che voglio è rimanere in silenzio e svuotare completamente la mente senza pensare più a nulla. E' come se la parte emotiva e sensibile di me fosse uscita dal mio corpo per andare a prendersi un gelato, mentre quella apatica e razionale è rimasta ad occupare tutta me stessa.
- Allora? - mi incita Georg.
Mi mordo il labbro inferiore con forza - Ho paura che Tom possa lasciarmi di nuovo -
- Per Chantelle? -
- Per sua figlia. Per quanto Tom possa essere egoista o irresponsabile, non negherebbe mai a sua figlia, voluta o non voluta che sia, di avere un padre. Ha un cuore troppo grande per impedirglielo -
Georg annuisce, la sigaretta in equilibrio tra le labbra smorza ogni sua parola - Si è ritrovato ad essere padre da un momento all'altro, senza preavviso. Se Chantelle gli avesse rivelato prima della bambina, subito dopo il parto, Tom avrebbe gestito la situazione in maniera differente. Ma quando conobbe Chantelle era un puttaniere di prima categoria, un donnaiolo che portava ogni sera una ragazza diversa nel suo letto. Forse avrebbe negato la bambina, forse l'avrebbe preso come un invito a maturare e a prendersi le proprie responsabilità. Ma adesso è cresciuto ed è diventato un uomo, e il fatto che abbia voluto condividere questa cosa con te è già un gran passo avanti -
Sorrido sarcastica - Ho insistito per saperlo, altrimenti non me l'avrebbe mai detto -
- Ne sei sicura? -
- Purtroppo sì -
Inspiro a grandi polmoni dalla mia sigaretta, il fumo brucia nella mia gola e nei miei polmoni, facendomi quasi lacrimare gli occhi. Chino la testa all'indietro e una colonna di fumo si forma veloce sul mio naso, confondendosi col cielo color pece. 
- Lui non ti lascerebbe mai per Chantelle - dice improvvisamente il bassista, con determinazione e sicurezza.
- Perché no? Voglio dire, Chantelle è una modella, bella da mozzare il fiato, con un fisico invidiabile e un portamento elegante ... nulla a che vedere con me. Io sono insulsa, piatta come una tavola da surf, con un portamento da camionista, una semplice studentessa che non ha nemmeno finito di frequentare il liceo! - rido piano, quasi istericamente.
- Tu sei vera - replica duramente Georg.
- Io sono un fallimento -
- Eppure Tom ha scelto te -
- Probabilmente gli mancava l'avventura da vivere con la ragazza ingenua e sfigata, giusto per vedere se quel tipo di ragazza se la cavava bene a letto - 
- Rebecca, Tom non è più quel tipo di ragazzo - replica ancora il bassista, la sua sigaretta esaurità per metà in equilibrio tra il pollice e l'indice della mano destra, quella sinistra appoggiata sul corrimano della scala antincendio. Esita qualche istante prima di tornare a parlare, il tono di voce insicuro e basso - Se sei tanto incerta sulla vostra relazione allora lascialo -
Scuoto il capo - Non sono abbastanza forte -
- Da lasciarlo? -
- Da stare senza di lui - raggiungo Georg sullo scalino, sedendomi accanto a lui. Appoggio la fronte sulle ginocchia, lasciando penzolare la mano reggente la sigaretta esaurita verso terra. Chiudo gli occhi, inspirando il forte odore di fumo che mi circonda che improvvisamente, come per magia, si tramuta nel dolce aroma mascolino del mio ragazzo - Lo amo da morire -
Sento il mio migliore amico sorridere, la sua mano libera scivola sulla mia nuca - Stagli vicino, piccola. Ha davvero bisogno di te in questo momento -




* * *




I miei abiti puzzano tremendamente di fumo, mi sono fumata cinque sigarette consecutive e i miei polmoni hanno deciso di ripagarmi con una generosa e dolosa tosse. Devo avere un aspetto terribile, non ho bisogno di cogliere la mia immagine in nessuno specchio per rendermene conto. Lentamente mi incammino verso la mia stanza, trascinando rumorosamente i piedi sul pavimento lucido. 
Apro la porta e non mi preoccupo di accendere la luce, mi lascio cadere sul letto nella totale oscurità. Rimbalzo sul materasso prima di sprofondarci dentro, la guancia contro il tessuto morbido e profumato, il buio che mi avvolge come una coperta. Potrei addormentarmi così, senza preoccuparmi dei vestiti puzzolenti e del viso appiccicoso di lacrime. Potrei chiudere gli occhi e abbandonare questo mondo fino a domani mattina.
Decido invece di alzarmi, orientandomi nell'oscurità. Mi alzo in piedi, sfilandomi la maglietta e sbottonando i jeans a vita alza. Lascio cadere i vestiti ai piedi del letto senza preoccuparmi di piegarli, invece cerco della biancheria pulita e il pigiama. In biancheria intima, mi avvio con passo trascinato verso il bagno, decisa a farmi una doccia veloce prima di infilarmi sotto alle coperte.
Sciolgo la stretta coda di cavallo e lascio cadere i capelli lisci sulle spalle, aprendo la porta del bagno. Con mia grande sorpresa la luce è già accesa, eppure ero sicura di averla spenta. Scrollo le spalle, entrando e chiudendo la porta. 
- Eccoti, finalmente -
Sobbalzo, voltandomi di scatto verso la voce mascolina che mi ha sorpresa. Col cuore che trema nel petto per lo spavento, trovo Tom immerso nella mia vasca da bagno, l'acqua piena di vaporosa schiuma bianca che copre, purtroppo o per fortuna, la sua nudità e il suo corpo da divinità greca. Le ginocchia emergono dall'adacqua schiumosa come due montagne, la schiuma vaporosa arriva a coprirgli i pettorali ben scolpiti e a bagnare le punte dei capelli lunghi tenuti sciolti. Solo le ciocche davanti, quelle più lunghe, sono state tirate indietro sulla nuca lasciando la fronte e il viso scoperto. 
Mi porto una mano al petto nel tentativo di placare il mio cuore impazzito - Che cosa ci fai qui? -
Tom mi sorride dolcemente, inclinando appena la testa di lato - Non facciamo il bagno insieme da mesi, o sbaglio? - 
Alzo gli occhi al cielo - Non sono in vena di ... -
Il chitarrista alza entrambe le mani in segno di resa, lasciando volare alcune gocce di acqua e schiuma sul pavimento pulito - Prometto che non farò nulla! -
Scruto il suo viso con attenzione. Non c'è traccia di malizia e sensualità, il che è davvero strano e bizzarro conoscendo Tom. C'è del semplice desiderio di dolcezza e di tranquillità, come se non avesse secondi fini o programmi ben precisi sulla notte che è in corso.  
Sospiro, voltandomi dandogli le spalle - Chiudi gli occhi - gli intimo.
Tom ghigna beffardamente - Vuoi negarmi il paradiso? - 
Eccola la malizia che caratterizza Tom Kaulitz dalla notte dei tempi. E io che mi stavo preoccupando che stesse male o che avesse chissà quale malattia mentale. 
- A meno che non vuoi che l'inferno ti si scateni contro, allora chiudi gli occhi - ribatto, slacciando rapidamente i gancetti del reggiseno color crema e lasciandolo cadere a terra. Tom mi avrà vista nuda più volte di quanto l'abbia mai fatto mia madre o mio padre, per cui non è più un problema nascondere la mia nudità di fronte ai suoi peccaminosi occhi scuri. Lascio cadere gli slip a terra, e con la coda dell'occhio vedo che Tom ha davvero chiuso gli occhi e ha abbandonato il capo contro il bordo curvo della vasca, il collo chinato all'indietro. 
Mi immergo nell'acqua bollente coperta di bolle, accoccolandomi sul suo petto. Le sue braccia forti si chiudono attorno al mio corpo nudo, stringendomi forte a se - Adesso posso aprire gli occhi? -
Sbuffo - Tanto li hai chiusi all'ultimo momento -
- Touché - ridacchia colpevole.
Rimango in silenzio, la schiena contro il suo petto robusto e la testa abbandonata sulla sua spalla scoperta. Le sue braccia si stringono attorno al mio petto, coprendomi il seno con fare protettivo ed affettuoso. Le sue labbra lasciano una scia umida sul mio collo e sulla mia spalla, percorrendo un percorso preciso che si ferma sulla mia clavicola per poi ripetersi lento a ritroso. 
Lo sento annusare il mio collo, appena sotto l'orecchio - Puzzi di fumo -
- Ho smesso adesso di fumare, infatti - mormoro piano - Anche tu puzzi di fumo -
- Io puzzo sempre di fumo -
- Questa volta più del solito -
- Anche tu -
- Quante sigarette hai fumato? -
- Tu quante ne hai fumate? -
Roteo gli occhi al cielo, esasperata - Cinque -
- Otto, o poco più -
- Ci andranno i polmoni a puttane - 
- Lascia che ci vadano -
Chiudo gli occhi, beandomi di quell'abbraccio e di quelle labbra che lente accarezzano la mia pelle umida. L'acqua bollente e schiumosa lambisce il mio corpo che copre come una coperta quello scolpito di Tom. La sua lingua accarezza il lobo del mio orecchio, giocherellandoci e mordicchiandolo sensualmente. Conosce perfettamente a memoria ogni mio punto debole, e sa come rendermi orribilmente vulnerabile.
- Stai cercando di farti perdonare? - interrompo con voce bassa questo momento di intimità e silenzio.
Tom sorride sulla mia pelle - Ci sto riuscendo? -
- Non hai nulla di cui farti perdonare - le parole e il discorso ragionevole di Georg affiora nella mia mente, mi sembra quasi di sentire la sua voce mentre giustifica il chitarrista.
- Avrei dovuto dirti subito di Jeanny - si scusa improvvisamente Tom.
- Avevi paura. Ne hai tuttora -
Quasi non riesco a capirmi, a capire questo andare e venire della mia sicurezza e della mia determinazione. Un attimo prima riesco a trovare tutte le giustificazioni del mondo per il segreto di Tom, per mettere una pietra sopra a questa faccenda ed aiutarlo come meglio posso, mentre quello dopo una rabbia incredibile monta nel mio cuore e tutto quello che vorrei fare è sbattere in faccia al chitarrista tutte le cose cattive che penso su di lui. 
Apro leggermente gli occhi, tenendoli comunque leggermente socchiusi come se mi stessi svegliando da un sonno molto profondo - Non c'è il concerto stasera? -
Tom scuote il capo, la barba scura gratta e solletica il mio collo facendomi sorridere - Questa sera voglio passarla con te -
- Hai organizzato qualcosa? -
La mano del chitarrista accarezza con provocante lentezza la mia pancia nuda, risalendo e chiudendosi a coppa sopra al mio seno, il suo desiderio è palpabile - Io qualcosa in mente ce l'avrei ... -
- Non starai pensando al sesso proprio adesso -
- Penso sempre al sesso quando ci sei tu nei paraggi -
Involontariamente sorrido, lentamente stacco la mia schiena dal corpo di Tom per allungarmi a prendere l'accappatoio. Mi alzo lentamente, l'acqua scivola via dal mio corpo scoprendomi, e senza fretta copro le mie nudità con l'accappatoio leggero. L'aria fredda sfiora le mie gambe bagnate, facendomi rabbrividire appena. Esco dalla vasca legando i lunghi lacci dell'accappatoio sulla pancia, chiudendolo.
- Rebecca? - mi chiama improvvisamente Tom.
- Sì? -
- Ti amo -
Il mio cuore perde improvvisamente un battito, sviene e riviene con velocità anormale, facendomi quasi barcollare. Per quanto amore possa provare Tom per una persona, qualsiasi essa sia, non lo dichiara mai in maniera così diretta, senza tergiversare o giri di parole che possano nascondere i suoi veri sentimenti. E' raro che lui mi dia questa conferma così decisa, ma ogni volta mi sento come rinascere.
- Anch'io - gli sorrido dolcemente.
E' così bello, immerso per metà nell'acqua piena di bolle chiare, i capelli scuri per metà sciolti sulle spalle, gli occhi colmi di un'amore dedicato interamente a me, che mi rende orgogliosa e mi fa sentire unica al mondo. Credo non sia mai stato così bello.
- Ti aspettò di là - civetto sensualmente, improvvisamente i piani di Tom per questa sera mi allettano ed intrigano. Esco socchiudendo la porta, sento il chitarrista uscire immediatamente dalla vasca e la sua reazione così rapida mi fa scoppiare sonoramente a ridere.
Raccolgo i puzzolenti vestiti abbandonati a terra e li piego approssimativamente su una sedia, dopo nemmeno una frazione di secondi Tom spalanca la porta del bagno, un'asciugamano legato in vita che copre le sue nudità e un sorriso malizioso ed impaziente largo sulle sue labbra carnose. 
Con passo deciso si avvina a me, i suoi occhi scuri bloccano i miei mentre mi afferra il viso tra le mani e posa veloce le sue labbra sulle mie. Subito le nostre labbra si divorano fameliche e voraci, le nostre lingue si incontrano senza esitazioni e cominciano a legarsi e a scontrarsi instancabili. Gli accarezzo il petto muscoloso, sento i suoi muscoli guizzare eccitati ad ogni mia carezza, premendosi contro la mia pancia e il mio seno. I nostri corpi s'incastrano ed aderiscono perfettamente mentre le mie mani risalgono le sue spalle e i miei polsi s'incrociano dietro al suo collo, incatenandomi a lui. Le mani di Tom scivolano senza esitazioni sulla mia schiena coperta solo dal sottile strato dell'accappatoio, posandosi poi sul mio sedere con sensuale prepotenza, premendolo e stringendolo abile.
I nostri respiri si uniscono in un unico, ansimante sospiro, le nostre labbra affamano la fame reciproca facendone crescere una ancora più insaziabile. Le mani di Tom armeggiano desiderose ed impazienti coi lacci del mio accappatoio, sciogliendo il nodo e facendo scivolare l'ormai ingombrante ed inutile indumento ai nostri piedi, seguito a ruota dall'asciugamano che ha legato in vita. Le sue mani accarezzano e tastano il mio corpo umido, ogni carezza lascia una scia rovente. Infilo le mani nei capelli lunghi, premendo ancora di più il suo viso contro il mio cercando un contatto ancora più profondo. 
Cadiamo entrambi sul letto, sprofondando nel materasso e tra le fredde e candide coperte. Il corpo bollente di Tom sovrasta il mio, le sue labbra accarezzano la mia gola e scendono a baciarmi la pancia, sospiro appagata e beata mentre le sue mani roventi accarezzano e premono eccitate il mio seno. Gli accarezzo la schiena possente con entrambe le mani, solleticandogliela con le unghie corte e coi polpastrelli. Lo sento trattenere il respiro per poi sospirare, brividi d'eccitazione  percuotono violentemente il suo corpo. Ama quando gli accarezzo la schiena, ogni carezza gli fa perdere sempre di più il controllo. La sua bocca torna impaziente e passionale sulla mia, le sue mani scendono bollenti sulle mie cosce, modellando il mio corpo. 
- Il preservativo, SexGott - gli ricordo, ansimante.
Tom mugugna mentre mi mordicchia la pelle bianca del collo - E' più divertente senza -
- Non ci tengo a rimanere incinta adesso -
- Nascerebbe un bel bambino -
- Che tu non vuoi -. Tom sbuffa sonoramente mentre si allunga verso il comodino ed apre il primo cassetto, dove in bella vista c'è un preservativo chiuso nuovo di zecca. Sgrano leggermente gli occhi - Non ci credo, avevi previsto tutto -
Tom ridacchia maliziosamente mentre se lo infila - Piccola, il Signor Gray non è niente in confronto al SexGott -
Sto per replicare, ma le labbra di Tom mi zittiscono veloci. Le sue mani si posano sui miei fianchi mentre entra dolcemente in me, un sospiro esce dalla mia bocca mentre chino la testa all'indietro. I movimenti rapidi ed esperti di Tom si fanno sempre più veloci, entrambi ansimiamo appagati e le sue labbra tornano a catturare le mie. Gemo, mio Dio, dimenticavo quanto fosse bello fare sesso con Tom. Accarezzo la schiena possente di Tom, i nostri corpi frementi e sudati.
- Allora non ti sei arrugginita - soffia sarcastico sulla mia fronte.
- Tesoro, così mi sottovaluti - 



Vanisher says :
Okay, questo capitolo è stato una bella impresa quindi spero vivamente che sia venuto bene! 
Non ho altro da dire se non ...
Alle solite 4 recensioni il capitolo!!!!
Bacioni,
Lena
   
 
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