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Autore: FrancyF    17/10/2015    2 recensioni
Era così arrabbiato, che avrebbe preferito morire. Si sarebbe stato meglio, così non sarebbe più ricascato in quella merda. Provocando solo casini: non c’è l’avrebbe fatta ad affrontare di nuovo lo sguardo compassionevole di sua madre, a confessare tutto a Lea. Non l’avrebbe di certo biasimata se, una volta saputo l’accaduto, avrebbe deciso di lasciarlo. Di andare via da lui. Ma senza di lei lui non era niente, tanto valeva affrontare la morte.
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Cosa sarebbe successo se Cory non fosse morto quel maledetto 13 luglio 2013?
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Organizzare le feste quell’anno fu un’impresa da pazzi.
Dopo molte discussioni e qualche piccola ripicca, Cory e Lea decisero di trascorrere il Natale in Canada, a Victoria.
Era da secoli che il ragazzo prometteva alla madre che presto sarebbero venuti a trovarla, e adesso poteva accontentarla. Inoltre per quanto l’idea di passare il Natale a New York con l’enorme famiglia di Lea potesse risultare allentate, lui per adesso voleva un po’ di tranquillità. D’altronde erano passati solo sei mesi dalla riabilitazione, e il primo anno era il più delicato. Sapevano che andare in Canada avrebbe suscitato a Cory non pochi brutti ricordi, però il ragazzo soffriva molto la mancanza della madre e del fratello. E poi con Lea accanto sapeva di affrontare qualsiasi cosa.  
Marc e Edith non vollero sentire ragioni: volevano passare il Natale tutti assieme, assieme alla famiglia di Cory. Nei mesi precedenti, soprattutto d’estate quando Cory era rinchiuso nel centro i genitori della ragazza e Ann aveva costruito un bellissimo legame, che era diventato più profondo con il passare del tempo. Volevano passare il loro primo Natale come una grande famiglia.
-Ne siete davvero sicuri? In Canada fa dannatamente freddo adesso- Cory guardò con apprensione i bagagli che i genitori di Lea avevano ammucchiato nell’ingresso.
Ora capiva da chi aveva preso la sua fidanzata quando si trattava di “viaggiare leggeri”.
-Oh non ti preoccupare caro. Lo sai che ci fa solo piacere passare del tempo con tua madre, è una donna incredibile. E poi tu e tuo fratello potrete insegnare a Marc la pesca sul ghiaccio, ha sempre desiderato farlo-.
Il sorriso del canadese, se possibile, sia allargò ancora di più. Lea aveva davvero i genitori più straordinari di questo mondo, non l’avevano mai giudicato per il suo passato ed erano sempre stati estremamente aperti e disponibili nei suoi confronti. Li adorava, davvero.
 
Lea sbadigliò vistosamente mentre sorvolano i grandi laghi, era appena l’alba e sarebbero arrivati a Vancouver solo dopo le dieci di mattina passate.
Sorrise nel vedere Cory dormire nel sedile accanto a lei, il suo braccio sopra le sue spalle, come se volesse proteggerla sempre.
Era così fiera di lui, era il suo eroe. Aveva fatto la scelta giusta e si stava impegnando, aveva lottato per il loro amore. Quella era la loro prima vacanza da quando Cory le aveva chiesto di sposarlo.
Lo baciò sulla fronte, facendogli aprire gli occhi.
Cory si svegliò di soprassalto, come se si fosse destato da un incubo. Lea sapeva benissimo che quello era un effetto tipico del percorso di riabilitazione: Cory avrebbe dovuto aspettare cinque lunghi anni per essere dichiarato come sobrio.
-Scusa- lui le sorrise –siamo arrivati?-.
Lea non c’è la fece a nascondere il suo nervosismo: era la prima volta che tornava in Canada, la prima volta che tornavano nei luoghi maledetti che avevano indotto Cory ad avere l’ennesima ricaduta, sei mesi prima. Aveva paura per lui.
Il ragazzo intuì i suoi pensieri e le strinse la mano. Avrebbe voluto tanto prometterle che non ci sarebbe mai più ricaduto, ma sapeva che sarebbe stata una bugia. Si limitò a lasciarle un dolce bacio sulle labbra, mentre lei si rannicchiava sul suo grembo, e entrambi ricadevano in un sonno profondo.
Non appena furono scesi dall’aereo Cory rabbrividì: non ricordava che il Canada fosse così freddo. Fu difficile arrivare a Victoria in taxi perché tutto era coperto da mezzo metro di neve, e nemmeno gli enormi SUV canadesi, riuscivano ad aprirsi un varco.
Ci pensò la famiglia di Cory a riscaldarli. Tutti erano così felici di vederlo sobrio e assieme a Lea e ai suoi genitori, che sembrava che nessuno volesse lasciarlo solo nemmeno per un minuto. Cory dovette trascinarsi per casa con il suo nipotino Asher attaccato ad una gamba per tutta l’anti vigilia.
 
Lea sospirò beata, stretta fra le braccia di Cory, al caldo sotto le coperte.
Era stata una giornata stupenda: la gita sulla neve con la famiglia di Cory, la cioccolata calda servita a letto la sera tardi, il fare l’amore lentamente e cercando di fare meno rumore possibile per non essere scoperti dai parenti del canadese.
Era da tempo che non si sentiva così serena. Lei e Cory avevano unito le loro famiglie e ora erano più uniti che mai.
-Ti amo- gli disse, baciandolo sulla fronte, mentre si stringeva a lui, in cerca di calore.
Cory le rivolse il suo mezzo sorriso.
-Ti amo anch’io. E’ stato una giornata stupenda, mi piacere che i tuoi genitori e mia madre vadano così d’accordo-
-Si, è vero. Li adoro sai, uno per uno. Insomma tu hai sempre detto che adori tutti i miei cugini e i miei zii, persino nonna aveva una cotta per te. Ma sappi che per me è la stessa cosa: hai davvero una famiglia straordinaria Cor. E dovremmo passare più tempo qui con loro-.
Il cuore del canadese si sciolse nel sentire quelle parole. La baciò sulla fronte e chiuse gli occhi per inspirare il suo profumo: la amava più di qualunque cosa al mondo ed era così grato di essere ancora vivo per poterla stringere a se’.
-Già… ora dormi però, sarai esausta-.
 
I giorni seguenti furono carichi di un’atmosfera festosa e carica di risate: era chiaro che, dopo avere passato un’estate infernale, tutti volevano recuperare il tempo perso e divertirsi tutti assieme.
Cory era davvero entusiasta di essere ritornato nel suo adorato Canada. Gli ultimi due Natali li aveva trascorsi sempre in compagnia di Lea e di tutta la sua famiglia, e gli erano davvero mancati le tradizioni della famiglia Monteith: dai favolosi waffle cucinati da sua mamma alla ricerca dell’albero di Natale perfetto.
-Asher adora alla follia Cory – Beth sorrise, osservando il figlio arrampicarsi sulla schiena di Cory che ispezionava i vari abeti.
-Si è vero. Anche Cory è pazzo di lui-
-Non so proprio come avrei fatto senza di lui… insomma- la donna si schiarì la voce –sono contenta che sia ancora qui con noi ecco-.
-Già anche io-.


Lo so, questo capitolo è un po' cortino, ma mi rifarò con il prossimo promesso. ^-^
Il link per questo capitolo è "All I want for Christmas is you".
Il prossimo capitolo sarà postato SABATO 31 OTTOBRE. Sabato prossimo (24 ottobre) NON aggiornerò perchè è il week-end del mio compleanno e quindi non avrò molto tempo. ;)
FrancyF
   
 
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