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Autore: Sayra    17/10/2015    2 recensioni
La guerra è finita, Naruto si è creato una famiglia insieme a Sakura così come i suoi compagni.
La pace regna tra i villaggi, ma per Konoha è ora di cambiare aria e Naruto non può che essere eccitato dal cambiamento che di lì a poco si terrà nella Foglia.
Per l'eroe però non è tutto rose e fiori...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Because this is my Ninja Way

Era una giornata di metà autunno come tante altre nel Villaggio nascosto della Foglia. Un tiepido sole scaldava il paese e di tanto in tanto si alzava un leggero venticello che portava con sé alcune foglie cadute dagli alberi privi della loro regale chioma.
Un ragazzo, ormai un uomo, dai capelli color del grano si aggirava tra le gioiose vie del villaggio, gli abitanti gli donavano sorrisi sinceri e lo salutavano cordialmente al suo passaggio: “Buon pomeriggio, Naruto-sama”.
Il cuore dell'eroe della Foglia si riempiva di una strana felicità davanti a quei piccoli gesti che, forse, ad alcune persone possono risultare insignificanti o abituali, ma per Naruto erano simbolo di soddisfazione.
Aveva raggiunto tutti i suoi obiettivi, l'orfanello senza amici che schiamazzava: “Un giorno sarò Hokage, dattebayo!” ce l'aveva fatta e l'indomani lo sarebbe diventato a tutti gli effetti.
Senza rendersene conto si ritrovò davanti la vecchia Accademia Ninja, andò a sedersi in disparte su quell'altalena isolata che tante volte lo aveva visto piangere e con fare malinconico prese a dondolarsi lentamente guardandosi intorno.
Due bambini giocavano con dei kunai di legno dalla punta arrotondata sotto gli occhi vigili delle loro madri. I due cominciarono a battibeccare su chi fosse il più forte tra loro; Naruto rivide, nei due bambini, il moro suo compagno di Team e sé stesso mentre sul suo volto si dipinse un un accenno di sorriso.
“Naruto-sama!”. Era troppo preso dai suoi ricordi per accorgersi che i due bambinetti gli si erano avvicinati, Il biondo non potè fare altro che guardarli sorpreso per poi spostare lo sguardo sulle due donne che lo guardavano sorridendo e, al contrario di quando era un bambino, non fecero nulla per allontanare i figli da lui.
“Naruto-sama!” lo richiamò il più piccolo, “ Un giorno diventerò forte come lei e sarò proclamato da tutti Hokage del Villaggio!” disse il piccolo guardando con quegli occhi verdi e vispi di chi ha un sogno da rincorrere.
Il più grande ridendo gli disse: “Ma se non sei neanche in grado di fare un Kage bushin correttamente, Hayato.”
“Hayato, Keishi. Andiamo.” “ Lasciate in pace il signor Naruto!” dissero le signore.
“Eh eh, nessun problema.” rispose Naruto con la mano dietro la testa.
La più alta delle due gli sorrise di rimando e con fare materno disse:” La ringrazio, ma è ora di cena ormai. Forza ragazzi, si va a casa.”
“Arriviamo.” risposero Hayato e Keishi mentre si allontanavano dal futuro Hokage.
“Hayato!”
“Si Naruto-sama?”
“Sono sicuro che ce la farai, devi solo…crederci, dattebayo.” disse alzando il pollice nella sua direzione.
E come se avesse aperto il regalo di Natale che tanto desiderava , il volto del piccolo Hayato si illuminò di gioia, abbassò il capo in segno di riconoscimento e corse verso sua madre ridacchiando insieme al suo amico.

“Shikamaru puoi venire fuori ora.” disse il biondo.
“Ma tu guarda: un piccolo te.”
“Che ci facevi dietro quei cespugli?”
“Il solito. Osservavo le nuvole e mi stavo rilassando prima di andare a casa e sorbire quella seccatura di Temari.” disse il moro sbadigliando. “ E, se te lo stessi chiedendo, ho sentito tutto.”
Un leggero vento si alzò e scompigliò le chiome dei due tra i quali era calato un profondo silenzio mentre entrambi guardavano il calare del sole.
Shikamaru si stiracchiò e incrociò le braccia al petto. “L'accademia, che scocciatura.” disse prendendo la parola, “Sono cambiate molte cose da allora. Guardati: domani incoronerai quel sogno che insegui da tutta una vita. Chi lo avrebbe mai detto, eh? Proprio tu, Naruto Uzumaki, altro non eri che un bambino allontanato da tutti, tu che non perdevi l'occasione di fare le cose di testa tua, che continuavi a schiamazzare per le vie del villaggio.” Shikamaru osservò l'amico e si ricordò della promessa fatta a sé stesso: gli sarebbe stato accanto, durante il suo mandato, come consigliere.
“La fiducia delle persone che cercavi a quei tempi te la sei guadagnata e ce l'hai a portata di mano, Naruto.” Il moro sorrise e, come amico, non poteva che essere fiero di lui.
“Non credo che siano cambiate molte cose dall'epoca, sai? Siamo solo cresciuti, ma dentro siamo rimasti gli stessi di un tempo. Tu sei il solito pelandrone, ad esempio.” disse Naruto mostrando un ghigno scherzoso.
Shikamaru conosceva bene quel sorriso. Negli anni aveva imparato a capire i messaggi di Naruto.
“Cosa ti spaventa?”
Il biondo alzò lo sguardo sull'uomo accanto a lui e Shikamaru capì di aver colto nel segno.
Naruto riprese a guardare il tramonto e sospirò.
“L'ho detto che non siamo cambiati 'tebayo. Sei sei il primo a capire le cose, Shikamaru.”
Per lui era arrivato il momento di confessare quella preoccupazione che da tutto il giorno lo turba: “ Sai, ho sempre voluto essere un Hokage migliore dei precedenti. Migliore di mio padre o di Tsunade baa-chan.”
L'uomo con la coda ad ananas capì dove l'amico voleva arrivare, ma sapeva bene di dover lasciare che si sfogasse.
“E se non ne fossi capace? Per tutti questi anni avrei soltanto fatto promesse al vento, dattebayo. Deluderei tutti.”
“Non dire scemenze!” lo interruppe brusco Shikamaru. “Quale è il tuo sogno ora che hai raggiunto tutte le tue mete? Gli abitanti di Konoha ti hanno accettato e ora sei il loro eroe, hai sposato Sakura e hai avuto due bambini che stravedono per te. Ora dimmi: quali sono i tuoi nuovi obiettivi?”
Il biondo si girò all'improvviso verso l'amico guardandolo dal basso della sua postazione.
“Crescere al meglio i miei figli e insegnargli tutto quello che so, fargli da padre nel migliore dei modi ed esserci sempre per loro e ...” Non sapendo cos'altro aggiungere guardò a terra, ma il buon Shikamaru corse in suo aiuto: “ E come ninja?”
Naruto conosceva bene la risposta doveva solo renderla concreta pronunciandola e crederci.
“Sorpasserò i miei predecessori e sarò un buon Hokage per Konoha, dattebayo. E questa è la mia nuova promessa che manterrò, perché questo è il mio credo ninja.” disse tutto d'un fiato guardando il moro con determinazione. 
Shikamaru la riconobbe in quello sguardo tipico di Naruto e gli disse: “Ecco la testa quadra che ricordo. Fai di queste parole il tuo nuovo sogno e, come hai detto a quel piccoletto, devi solo crederci!”
I due si sorrisero complici, Naruto era veramente grato a Shikamaru per averlo rincuorato con le sue parole nello stesso modo in cui fece quando, con la morte di Jiraya, il biondo aveva sentito il mondo cadergli addosso e un enorme senso di vuoto.
“Tze, che seccatura! Credo che dovrò starti accanto in questo tuo nuovo sogno.” disse con un ghigno, poi allungando le braccia dietro la schiena congedò l'amico con uno sbadiglio. “Bene, il mio lavoro qui è finito. Credo di dover tornare a casa per la cena, mia moglie e Shikadai mi aspettano. A domani Naruto e sii puntuale.”
Naruto si alzò dall'altalena e guardò Shikamaru allontanarsi.
“Ehi, Shikamaru. Grazie!” disse urlando come un ragazzino e in lui il moro rivide ancora una volta il genin che era un tempo.
“Già, in fondo ha ragione: certe cose non cambieranno mai.” poi si voltò e si incamminò verso casa.

 

Per Naruto non era ancora giunto il momento di tornare dalla sua famiglia, Sakura-chan si sarebbe sicuramente arrabbiata al suo arrivo e, immaginandola, gli sfuggì una risata.
Si avviò verso il chiosco di Ichiraku e prese posto in uno di quegli sgabelli alti.
“Naruto-kun, tua moglie non ti ha preparato la cena questa sera?” disse il vecchio.
“Eh eh, no Teuchi-san. Avevo soltanto voglia di una delle ciotole del tuo buon ramen 'tebayo.” disse Naruto.
“E così, domani è il grande giorno eh?” disse il signor Teuchi mentre preparava il piatto.
“Già, sono talmente emozionato che, sono più che sicuro, non dormirò questa notte.” rispose il giovane tra le risate.
“Naruto-kun, come sei cresciuto.” disse malinconico. “Sembra ieri che venivi qui insieme ad Iruka e poi con il tuo Team e gridavi a gran voce il tuo sogno che a quel tempo era così lontano. Ho sempre creduto in te, io come tanti altri: il maestro Iruka, Kakashi, Tsunade-sama e il grande Jiraya. Mi voglio complimentare con te per l'uomo che sei diventato e per l'Hokage che sarai. E sono così contento di riuscire a vederti incoronare il tuo sogno.”
L'uomo parlava con le lacrime agli occhi e porse una ciotola colorata a Naruto che lo guardò riconoscente. “Ti ringrazio, vecchio.” poi prese due bacchette e le spezzò.
“Faresti una buona ciotola di Ramen anche per me?” disse una voce che Naruto conosceva bene.
“Sas'ke!” disse incredulo.
“Ci sono anche io o sono ancora invisibile per voi due baka, shannaro?”
“Sakura-chan! Ma i bambini?” Chiese Naruto.
“Sono con la zia Ino che non fa altro che riempirli di abbracci.” rispose la rosa.
“Ehilà ragazzi. C'è posto per il vecchio Kakashi?”
“Kakashi-sensei, anche lei.” Naruto era sempre più incredulo e contento.
“Bene, direi che ci siamo tutti, no?” disse una quarta voce.
“Yamato-taichou, Sai!” Naruto non poteva chiedere di meglio che vedere il team 7, ingranditosi negli anni, sedere tutti insieme al bancone dell'Ichiraku Ramen.
“Ora possiamo cominciare a mangiare.” disse Sakura e Teuchi servì altre ciotole del suo ramen.

 

La serata si svolse nel migliore dei modi, tra una risata e l'altra il Team 7 si raccontava gli aneddoti divertenti che hanno accompagnato le loro missioni nel corso degli anni.
Naruto rise fino ad avere le lacrime agli occhi quando la sua bellissima Sakura-chan diede un pugno a Sai e a Sasuke, battibeccò con l'Uchiha dopo che il moro lo derise e tremò di paura quando il capitano Yamato gli rivolse quello sguardo che lo ha sempre terrorizzato.
Naruto al termine ringraziò tutti per la compagnia e insieme a Sakura e Sai andarono verso l'abitazione di quest'ultimo per prendere Shinachiku e Hanami.
All'ingresso c'era Ino che li aspettava sorridente tenendo per mano i piccoli Uzumaki che corsero tra le braccia del padre al loro arrivo.
“Congratulazioni Naruto e in bocca al lupo per domani.” disse la Yamanaka.
“Grazie Ino e grazie anche per aver tenuto con te i bambini.”
“Figurati, per te e fronte spaziosa questo e altro.” disse Ino come per mettere alla prova i nervi di Sakura che per l'appunto andò in escandescenza.
“Ino-pig!” strillò la rosa stringendo saldamente il pugno.
La bionda rise e richiamò a se suo marito. “È ora di andare, vero Sai? Dobbiamo mettere a letto Inojin.”
“Sai Naruto, ho letto su un libro che quando una donna ne prende in giro un'altra potrebbe essere un simbolo di ...”
“SAI!!” lo riprese la bionda.
“È meglio che vada. Buonanotte.”
“ 'Notte.” rispose in coro la famiglia Uzumaki.
Quando fecero ritorno a casa, Shinachiku e Hanami andarono a dormire. Naruto, invece, si avvicinò dolcemente alla rosa e le diede un candido bacio a fior di labbra. Sakura, colta alla sprovvista, reagì di conseguenza e gli diede un sonoro pugno. “Sei un baka, shannaro!”
“ Ahi-ahi, Sakura-chan.” piagnucolò il biondo. Il ninja medico lo abbracciò forte di conseguenza, cercando di trasmettergli tutto il suo amore per lui. Lo strinse così forte da farlo sembrare il primo ed ultimo abbraccio.
“Sono così felice.” disse guardandolo con occhi colmi d'amore. “Devi sapere, Naruto, che, nonostante non te lo abbia mai detto, ho imparato ad ammirare e poi ad amare quel ragazzino impertinente e insopportabile che eri. Durante gli esami chunin ho sperato che tu potessi farcela, desideravo che potessi diventare Hokage un giorno. Mi sono sempre ripromessa che non volevo vedere quel tuo stupido sogno infrangersi. Ho iniziato a crederci anche io dal momento in cui tu hai iniziato a maturaree diventare ogni giorno più forte. Vedevo quel sogno diventare realtà e quel giorno era sempre più vicino. Sono...Sono così fiera di te!” gli occhi smeraldini si riempirono di lacrime per l'emozione. Sakura le asciugò frettolosamente e, sotto lo sguardo meravigliato di Naruto, disse: “Ti amo così tanto, baka. Ho ancora una cosa per te.”
Sciolse l'abbraccio, con eleganza si spostò in un'altra stanza e tornò da Naruto con un pacco arancione con righe blu.
Naruto titubante prese il regalo. “Avanti, aprilo!” lo incitò sua moglie.
Il biondo aprì la scatola e dall'interno estrasse un mantello bianco con colletto alto e maniche corte, al fondo spiccavano delle fiamme rosse e sempre dello stesso colore sulla schiena portava la scritta “Settimo Hokage”.
“È ...” la voce dell'uomo era rotta dall'emozione, “È come quello di mio padre, dattebayo.”
Sakura non riuscì a frenare le lacrime che scesero copiose sul suo candido volto.
“Tuo padre e tua madre sarebbero così orgogliosi di te, Naruto.” poi lo abbracciò e lo baciò con passione.
“Sakura-chan grazie per essere al mio fianco, grazie per avermi reso padre, grazie per essere mia moglie e grazie anche per il regalo che è bellissimo 'tebayo.”.

 

Quella notte, come previsto, Naruto non riusciva a dormire, così uscì per fare una passeggiata.
Si fermò sul ponte di Konoha, quando si accorse della presenza di Sasuke.
“Non riesci a prendere sonno, Teme?”
“Neanche tu da quel che vedo, Dobe.”
Il silenzio calò tra i due, si sentiva solamente il frusciò del vento tra le foglie e lo scorrere del fiume.
Il primo a rompere quella calma fu Sasuke: “Complimenti Naruto. Sei riuscito a raggiungere quel tuo sogno impossibile.” disse stupendo anche sé stesso per quelle parole.
“Puoi ripeterlo, scusa?” chiese Naruto facendo arrossire il moro.
“Scordatelo, Usuratonkachi.”
I due si fecero compagnia fino alle prime luci dell'alba parlando apertamente come mai prima d'ora.
“Cosa farai adesso, Sas'ke?”
“Continuerò il mio viaggio insieme a Karin.”
Il biondo ghignò immaginandosi i due insieme.
“Ci sarai alla cerimonia?” chiese alla fine.
“Potrei mai perdermela?” rispose l'Uchiha nascondendo un sorriso.

 

Naruto, quel giorno, si presentò puntuale alla cerimonia.
Sul tetto del palazzo dell'Hokage poteva sentire il vociare degli abitanti che altro non aspettavano che Naruto si affacciasse.
Il biondo indossò il mantello regalatogli da Sakura e si mostrò a tutto il villaggio.
Kakashi, davanti alla folla, lo presentò come suo successore e gli passò il cappello da Hokage che Naruto indossò alzando la testa, poi fieramente guardò verso i cittadini dall'alto del palazzo.
Nascose le lacrime che nacquero spontanee dietro una timida risata e riconobbe, tra la folla che lo acclamava, gli amici che lo avevano accompagnato nel suo viaggio. Li guardo uno per uno: la timida Hinata, Kiba, Shino, Ten Ten, Rock Lee, Sakura-chan, Sasuke e tutti gli altri.
Il maestro Iruka che gli era stato accanto come un fratello e che, poteva vederlo, in questo momento piangeva copiose lacrime di gioia.
Tsunade baa-chan, Yamato-taichou…
All'appello mancava Neji, il ragazzo ostile che non credeva alle sue fandonie da ragazzino; quel ragazzo però, se fosse stato tra loro, sarebbe contento di vedere Naruto in quelle vesti. E mancavano il maestro Jiraya e i suoi genitori che sarebbero stati orgogliosi di lui.
Mentalmente ringraziò tutti coloro che lo hanno reso l'uomo che è, poi ad alta voce disse: “Sono Uzumaki Naruto ninja e ora Hokage del Villaggio della Foglia, il mio sogno è quello di sorpassare tutti i miei predecessori. Questa è una promessa e la manterrò perché questo è il mio nindo!”


Dal basso si alzarono una serie di applausi e di urla, il biondo spostò lo sguardo sulla montagna degli Hokage e tra sé disse: “Mamma, papà, Ero-sennin state guardando?”




Note dell'autrice:
(Attenzione ai probabili spoiler!)
Ok ok, calma potete mettere giù i forconi adesso.
Non contenta del finale di Naruto, ma sopratutto del capitolo di Naruto Gaiden intitolato "Il giorno in cui Naruto diventò Hokage" decisi di revisionarlo e raccontare le cose come sarebbero dovute andare secondo me. Infatti spero che la maggior parte di voi, a prescindere dal fatto che siate NaruHina o NaruSaku o altro, sia d'accordo con me che Naruto aveva bisogno di un cerimonia migliore di Konohamaru che prende il suo posto.
Detto questo spero che la mia visione dei fatti vi sia piaciuta, io mi sono immaginata un Naruto preoccupato, con dei dubbi,
un Naruto malinconico e che pensa alla strada fatta fino a quel momento. Spero di aver mantenuto il carattere originale dei 
personaggi l'intento era quello, lasciate una recensione e fatemi sapere dattebayo!  :) 

PS è la mia prima Fanfiction su Naruto, spero di essermela cavata :D

Baci, 
Sayra-chan


 
  
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