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Autore: Eternally_Missed    17/10/2015    1 recensioni
Due amiche, Ilaria e Giulia, separate dalla geografia ma con una pagina bianca da scrivere insieme. La vita che corre su binari nuovi e imprevisti.
"C'è crisi per avere un posto fisso dentro le persone".
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, chiedo scusa per il ritardo, ma con l’inizio dell’università è un casino far quadrare tutto. Grazie per le numerose visite!
Buona lettura!
 
 
       6.
 
 
 
La settimana corre veloce, sono presa dal lavoro ed inizio a vederne alcuni frutti. Ormai con Alex siamo un ottimo duo, ma il vero divertimento è la telepatia che si è creata con Leslie. Molte volte a farne le spese è proprio l’elemento maschile del trio.
“Ma chi me l’ha fatto fare di lavorare con due donne” è la frase che ci ripete più spesso dopo l’ennesimo scherzo. In genere tutto si conclude con un pessimo caffè alle macchinette dello studio.
Verso pomeriggio, mi giunge un messaggio da Giulia, con su scritto ‘Emergenza. Dobbiamo parlare.’. Così, una mezz’ora dopo le dico di venire da me in studio, dato che sono libera. Non devo aspettare molto prima di vedere la sua chioma bionda entrare come un fulmine chiudendo la porta dietro di sé. Qui c’è aria di cospirazione.
“Premessa: non odiarmi.” esordisce lei “Non sapevo che fare, ho agito d’impulso e ho fatto un casino.”
Mi siedo meglio sulla poltrona con le rotelle e già inizio a sudare freddo. Non so quante volte mi sono trovata in questa situazione, con lei che si infila in qualche strano casino che mi tocca e coinvolge. Chiamatela amicizia. Non parlo, le faccio un semplice cenno d’intesa per permetterle di raccogliere i pensieri ed esporre al meglio la situazione.
“Ricordi la festa in maschera e il ragazzo che ho sentito in questi giorni?” inizia ed annuisco “Ecco, non sono stata del tutto sincera con te. Quel ragazzo è Tom Kirk, lavora con i Muse. Anzi, potrei dire che è sostanzialmente il quarto membro della band.”
“Mmm ok. E quindi?” domando percependo un leggero tremore all’altezza dello stomaco
“Sono stata invitata alla festa proprio per cercare un aggancio con lui, per avere la possibilità di fare un report sulla band. Capisci? Mi sono messa in gioco, ci ho parlato e lui è stato veramente gentile con me. In questo momento poi, so che sono in pausa per prepararsi alla stesura del nuovo disco, per cui poteva essere interessante saperne qualcosa in più. Tom mi ha assicurato che ne avrebbe parlato con i ragazzi. Quasi non ci speravo più, ma questa mattina mi ha chiamata dicendomi che si poteva organizzare una cena per giovedì sera, sperando in qualcosa di informale. Così, dal nulla gli ho spiegato che sono un’ottima cuoca e che potevano venire a casa mia, offrendomi di preparargli una cena all’italiana.” fa una pausa, torturandosi le dita delle mani, non sapendo bene dove posare lo sguardo per il terrore di incrociare il mio.
“Ma tu sei completamente uscita fuori di testa! A parte che non sai cucinare, ma poi credi veramente che una band del calibro dei Muse, venga a cena a casa nostra?!” inizio a ridere come una cretina, dimenandomi sulla poltrona e finendo per coinvolgere anche lei
“Tom, mezz’ora fa, mi ha detto che è un’ottima idea. Gli ho dato l’indirizzo.” prosegue lei scandendo ogni parola facendo una fatica enorme.
“Oh cazzo.” riesco solamente a dire, pietrificata “Sicura di non avergli offerto anche uno scambio in natura?! No perché altrimenti non me lo spiego.”
“Zitta che ancora non ho finito.”
“C’è dell’altro?! Che agonia.”
“Non so cucinare, l’hai appena detto. Mi puoi aiutare?” domanda in un sussurro insinuando in me un moto di tenerezza mista a rabbia “Ti prego, ti prego, ti prego!”
“Giuls, credo di odiarti in questo momento. Lo sai benissimo che non potrei mai lasciarti in un casino del genere. Però, cazzo, non puoi prendere queste iniziative così. Usa la testa, ragiona!!” sbotto per poi tornare a respirare con maggior calma “Avanti, adesso pensiamo a cosa fare. Tiriamo giù una lista e poi valutiamo il tutto.”
“Sei un angelo!” corre ad abbracciarmi stringendo le braccia attorno al mio collo “Mi salvi. E poi, non credere di svignartela. Ho detto a Tom di avere una coinquilina che lavora nel mio stesso studio, per cui non ci sono problemi.”
“Sei assolutamente e completamente pazza.” confermo e per un momento sorrido, i Muse sanno che esisto e la fan che è in me ha un moto di trionfo. Ma è solo un attimo. “Pensa se li avveleno, che macello.” rifletto mentre Giulia trasforma l’abbraccio in un tentato soffocamento. Ci mettiamo inesorabilmente a ridere.
Di sera, dopo cena, casa nostra sembra un quartier generale. Fogli sparsi sul divano, pc e cellulari a portata di mano. Dopo due ore di concentrazione, abbiamo stilato uno pseudo menù. Domani ci toccherà svaligiare un supermercato.   
Vado a letto, mi corico e rimango a fissare il soffitto. L’ansia sta salendo. Sono assolutamente combattuta tra il terrore di fare un casino, l’ansia che mi attanaglia lo stomaco e l’eccitazione dovuta alla consapevolezza che incontrerò una delle band che amo. Voglio dormire, ma più mi impongo di farlo, meno ci riesco. Domani, sarà una lunghissima giornata, oltre che una serata eterna.
Il mattino dopo, brancolo come uno zombie insieme a Giuls per le corsie del supermercato. Ci siamo svegliate presto per poter fare tutto con calma.
“Ok, c’è tutto!” afferma agitata la mia amica dopo aver ricontrollato per la terza volta il contenuto del carrello
“Giulia, keep calm! Non è ora il momento di andare in panico.” rido sciogliendo immediatamente la sua tensione.
Una volta rientrate in casa, ci dividiamo i compiti: grandi manovre in sala per rendere la giusta atmosfera per i nostri ospiti speciali per Giulia, mentre io mi diletto in cucina. Niente mi rilassa di più del cucinare, forse solo suonare la mia chitarra. Potrebbe esserci una battaglia nella stanza accanto e non me ne accorgerei minimamente. Una volta concluse le grandi pulizie del piano terra, Giulia si offre come aiutante. Lo so che si sente terribilmente in colpa per avermi messa in difficoltà, glielo leggo in ogni sguardo che mi rivolge. Inesorabilmente le sorrido, tranquillizzandola.
Un paio d’ore dopo, ammiriamo soddisfatte il frutto del nostro lavoro sorseggiando una birra, per distendere i nervi. A turno facciamo una rapida doccia. Una volta asciugati i capelli, mi ritrovo seduta sul letto di fronte all’armadio con le ante aperte, in trance: che cazzo metto?!
Giulia percepisce il mio disagio e tira fuori un paio di jeans scuri con una maglia grigia con scollo morbido davanti e dietro. Semplice, come piace a me. Indosso il mio anello portafortuna, perché ne ho veramente, veramente bisogno e le mie amate converse nere (anche se Giuls me le ha bocciate). Scendiamo al piano di sotto, iniziando a contare i minuti che ci separano dall’evento.
“Giulia, sto per avere un attacco di panico al pensiero che tra poco da quella porta entreranno delle rockstar e che la cena è stata fatta da queste mani” dico sollevando in aria le braccia nervosamente “Però, non lo farò. Ora riprenderò a respirare e tu, tirerai fuori la positività di cui ho bisogno.” proseguo cercando di convincere più me stessa, di lei. Suonano il campanello.
“Ila, niente potrà andare storto. Ci abbiamo messo il cuore.” afferma serissima mentre si avvicina alla porta d’ingresso per aprirla. Loro sono qui.
Giulia li accoglie facendo gli onori di casa, entrano uno dopo l’altro, stringendole cordialmente la mano presentandosi. Quando anche l’ultimo è dentro, mi prende un colpo. Il biondino è identico al ragazzo che ho incontrato al negozio dove Giulia ha acquistato il costume per la festa in maschera. Non può essere, dai. Mi starò sbagliando, sicuro. Scaccio il pensiero dalla mente, avvicinandomi per presentarmi.
“Piacere, Ilaria.” dico rivolgendomi a Matt, l’unico che ho riconosciuto in modo immediato. Mi sorride di rimando e mi stringe calorosamente la mano.
“Matt, piacere mio. Italiana?” chiede velocissimo ed io annuisco sorridendo.
“Tu devi essere la sua coinquilina, vero?” si intromette quello che presumo essere Tom “Piacere, Tom.”
“Piacere mio, ho sentito molto parlare di te in questi giorni.” ribatto “In modo positivo, ovviamente.” proseguo mentre lui in modo drammatico tira un sospiro di sollievo, facendoci ridere.
Dopo è il turno di Chris, il quale genera in me una malsana voglia di essere abbracciata. È come un orso buono. Infine, con immenso terrore, devo presentarmi al biondino che mi sta squadrando curioso, sollevando un sopracciglio.
“Piacere, Dom.” mi dice avvicinandosi
“Piacere, Ilaria.” concludo stringendogli rapidamente la mano e voltandomi per accompagnarli nella sala dove mangeremo cena.
Tiro un sospiro di sollievo, mi sono confusa. Sarà lo stress per questa cena ad avermi mandata in tilt. Ci sediamo a tavola e mi ritrovo accanto a Matt e di fronte a Dom. Sarà una serata eterna, come avevo previsto. Ogni tanto becco lo sguardo di Dom su di me e non capisco se ho scritto ‘loser’ sulla fronte. Quando mi alzo per prendere da bere, lui si offre di darmi una mano prendendo la bottiglia di vino vuoto dal tavolo. Non potendo rifiutare, gli dico di seguirmi in cucina.
“Sai, devo ammettere che ti preferisco con indosso questa maglia.” esordisce non appena siamo dentro, facendomi prendere un infarto.
“Merda. Lo sapevo che eri tu!” esclamo a voce più alta di quanto in realtà non voglia, generando la sua spontanea risata
“Mi credi uno stupido?” domanda curioso prendendo una bottiglia e leggendone l’etichette
“No, stupido no. Speravo non godessi di buona memoria, quello si.” gli dico guardandolo imbarazzata “O almeno, non pensavo di esser così difficile da dimenticare!” concludo scoppiando a ridere
“Già, non è facile dimenticare una ragazza che rifiuta una mia opinione.” afferma incrociando le braccia sul petto e facendo il finto offeso
“Oh te ne farai una ragione.” ribatto “Adesso, usa quelle manine per prendere quel vassoio. Grazie!”
“E che comanda pure.” borbotta in modo esilarante per poi fare ciò che gli ho chiesto.
Una volta a tavola, mangiamo in un clima surreale, quasi familiare e mi stupisco di tutto ciò. Quando portiamo le lasagne credo di vedere degli occhi a cuoricino nel mio vicino di posto. Mi fa troppo ridere anche se parla veloce come un treno e fatico a volte a seguire un discorso completo. “Ila, tu di cosa ti occupi?” mi domanda Chris “Tom ci ha detto che lavori nella stessa rivista di Giulia.”
“Si, mi sono trasferita dall’Italia un mesetto fa. Mi occupo di live report al momento con altri due collaboratori. In queste settimane abbiamo lavorato sui musical in zona. È stato affascinante.” gli spiego serenamente e lui annuisce soddisfatto della mia risposta
“Ti trovi bene qui?” mi chiede Matt ed io inizio a sentirmi al centro dell’attenzione
“Molto. Certo, Londra non è come casa mia. Sono abituata al casino che solo noi italiani riusciamo a fare, ma mi piace. Ho sempre pensato che il cielo qui avesse qualcosa di speciale. E poi, Giulia è un ottimo cicerone, mi trascina in ogni luogo per farmi ambientare al meglio!” rispondo sinceramente
“Già, trascinare è il termine più adatto con te!” si intromette lei mentre io faccio spallucce
“Come dice Snoopy: amo l’umanità, sono le persone che non sopporto.” ribatto facendo ridere tutti
“Ho dovuto supplicarla di venire con me alla festa in maschera la settimana scorsa. Un incubo.”
“Quindi eri a caccia del vestito nel reparto uomini quando ci siamo incontrati?” domanda divertito Dom, a bruciapelo, mentre Giulia mi guarda sorpresa.
“Spiritoso. Chiaramente mi sono persa mentre aspettavo che lei scegliesse il vestito.” spiego con una vena di sarcasmo che non passa inosservata
“Comunque, quella festa è stata uno spettacolo. Tra i dieci momenti più divertenti che coinvolgono Dommeh. Vero?” espone Matt mentre gli altri annuiscono, tutti tranne Dom che ha uno sguardo di sfida che il cantante non nota
“Perché?” chiede curiosa la mia amica “Se posso, ovviamente, eh!”
“Ero mezzo brillo, Matt.” inizia a dire il batterista a mo di scusa
“Sarà, ma la sberla che quella ragazza ti ha mollato, la ricordiamo tutti.” lo interrompe prontamente il frontman.
In un attimo nella mia testa c’è il caos, infatti per poco non mi strozzo con l’acqua e Matt è costretto a darmi qualche pacca sulla spalla per farmi riprendere. Giulia nel frattempo è diventata viola dal ridere.
Dominic.
Festa in maschera.
Sberla.
Oh porca puttana: ho preso a sberle una rockstar.
I ragazzi osservano le nostre reazioni in modo curioso.
“Dom, quella ragazza era vestita da elfa, per caso?” domanda Giulia mentre in ogni modo cerco di farle capire di starsene zitta.
“Si, perché?” annuisce lui sorpreso, poi segue lo sguardo di Giulia fino a me, che istintivamente lo abbasso fissando la forchetta, che situazione di merda. “Non ci credo, ancora tu?!” esplode poi all’improvviso facendomi saltare sulla sedia.
“Ops. Scusa” è l’unica cosa che riesco a dirgli mentre Matt mi circonda le spalle con un braccio avvicinandomi a lui in modo trionfante. Evidentemente per loro è divertente, io invece vorrei sprofondare.
Il resto della serata prosegue con Giulia che intervista i ragazzi ottenendo le informazioni che le servono, mentre io mi occupo di risistemare la cucina. Non voglio sentire, né tantomeno passare nei paraggi di Dominic.
Fortunatamente, il tempo scorre veloce e arriva il momento dei saluti. Ci ringraziano per la cena e l’ospitalità. Stringo nuovamente le mani ad uno ad uno, consapevole che una fortuna simile comunque non mi capiterà più. Sorrido in preda alla vergogna quando è il turno di Dominic.
“Ora sei nei guai.” mi sussurra “So dove trovarti.” e raggiunge gli altri, ma prima si volta per farmi una smorfia. Non riesco a capire se sia una minaccia o meno, in ogni caso rabbrividisco al pensiero. Sono fregata.

 
  
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