Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: TonyCocchi    17/10/2015    3 recensioni
Ebbene si. Anche Hanji Zoe, a volte, piange, come un qualunque altro essere umano si rassegna a fare quando soffre. Può sembrare difficile da immaginare, ma per qualcuno è qualcosa di più: è assolutamente intollerabile. Persone come lei non sono fatte per piangere, per questo non può semplicemente restare a guardare.
Attenzione: spoilers dalle scans del manga.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji, Zoe
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
snk levi hanji

Salve a tutti! Assecondo la mia attuale "Attacco dei Giganti-Mania" e sforno subito una nuova one-shot! Da tempo una serie non arrivava a ispirarmi in maniera così galoppante: mi auguro di riuscire a continuare il più possibile su questa strada e continuare a produrre! La mia prima storia (una Connie x Sasha) sembra essere passata un pò inosservata, vediamo se con questa catturerò l'attenzione di qualche lettore in questa nuova sezione in cui sto iniziando ad avventurarmi! ^_°

La dedico ad un'altra delle mie coppie preferite, due personaggi che, messi insieme, creano un mix davvero irresistibile! Stavolta però ve li presento con una nota un pò malinconica, ma anche carica di emozioni... Leggete e ditemi un pò!

Buona lettura a tutti!




Ebbene si. Anche Hanji Zoe, a volte, piangeva, come un qualunque altro essere umano si rassegna a fare quando soffre.

Per la verità, capitava davvero molto di rado: sarebbe accaduto di più se la donna non avesse scelto di fare il soldato. Quella vita l'aveva di certo aiutata molto in tal senso: spesso, tutto accadeva in maniera così veloce, così frenetica, da non dare il tempo di comprendere, di accorgersene, di realizzare il significato degli avvenimenti, se non parecchio tempo dopo, quando la cicatrizzazione era già iniziata o terminata. Le ferite però non erano tutte ampie alla stessa maniera, e poteva quindi capitare che non trascorresse troppo tempo fino al successivo momento di stasi, un momento di ritrovata tranquillità in cui poter rallentare fino a fermarsi, e, a quel punto, avere la sciagura di pensare.

Un ufficio qualunque del quartier generale della Legione Esplorativa, un leggero svolazzo di tendine al vento, una scrivania, un divanetto su cui riposare e dirsi "Ah vero, è successo", "Ah vero, sono morti".

La rivoluzione aveva avuto successo. Il vecchio ordine era crollato. La giovane Historia sedeva ora sul trono. Il loro corpo non era mai stato così lontano dall'essere smantellato. Presto si sarebbe tornati a parlare della spedizione di riconquista del Wall Maria. Tutto ciò per cui Erwin aveva tramato e pianificato, mettendo a repentaglio la sua vita e un mucchio di altre, si era realizzato, al conveniente prezzo di un pò di sangue.

Tra cui quello di Keiji, Goggles e Nifa, tre bravi, fidati e coraggiosi ragazzi da lei convolti nel grande e disperato piano che aveva risollevato le sorti dell'umanità: gli uomini di Kenny Ackerman avevano fatto saltar loro la testa. A Nifa avevano sparato in piena faccia: una ragazza così carina ridotta a un cadavere irriconoscibile.

Ma chi aveva avuto il tempo di pensarci troppo, dopo aver saputo della loro sorte, con tutto quel lavoro da fare. Troppi impegni: bastardi della gendarmeria da far neri, giornalisti riluttanti da convincere a fare il proprio dovere, impedire che Eren venisse divorato, salvare una città da un enorme titano fiammeggiante e fare in modo che ad ascendere al trono, una volta tanto, fosse una persona degna e dal buon cuore.

Avevano fatto un ottimo lavoro, centrato ogni obiettivo, avevano vinto, e qualcuno non poteva essere lì per goderselo.
Che schifo, pensò singhiozzando, non è affatto giusto morire, in quel modo brutale per giunta, un attimo prima che le cose inizino ad andare per il verso giusto, venire tagliati fuori dalla festa a quel modo, rientrare nella penosa categoria tanto amata da Erwin dei "sacrifici necessari".

Lei era pienamente d'accordo, i sacrifici erano necessari, ed era più che pronta a morire come una qualunque, insignificante pedina, per un bene più grande.

Ma sopravvivere a quelli che era stata lei a gettare nella mischia era molto più doloroso che crepare.

Adesso era finita, adesso aveva tempo per sentire il rimorso, la responsabilità per quelle urla che non avevano potuto innalzarsi al momento della loro vittoria, che nessuno poteva ascoltare da sotto terra.

Provò a calmarsi, ma una nuova salva di singhiozzi la fece sussultare. Perlomeno sapeva che tutto questo le avrebbe fatto bene: un pò di sfogo, il tempo di somatizzare e accettare, e rieccola, pronta per il pubblico, la solita incontenibile, incomprensibile e matta fino al midollo Hanji Zoe. Piangere fa bene: non era una tipa avvezza, ma quando capitava, non si tratteneva dal farlo.

Di certo meglio di un altra persona di sua conoscenza, che non lasciava trasparire un'emozione anche a costo di rimetterci qualche centimetro della sua scarsa altezza, che lasciava tutto si concentrasse e si contenesse dentro di sé nel creare la più perfetta e insensibile macchina da guerra anti-giganti di cui l'umanità disponesse.

Come diavolo faceva?

Proprio lui spalancò in quel momento la porta socchiusa, quasi fosse venuto a rispondere alla sua domanda.

"Oi oi..." -la apostrofò trovandola seduta su quel divano con gli occhi gonfi che gli occhiali non potevano nascondere- "Che diavolo stai facendo?"

"Niente." -disse dopo aver deglutito- "Levi, potresti lasciarmi un pò da sola?"

Non aveva alcun problema col lasciarsi andare, purché restasse un momento tra sé e sé.

"Col cavolo."

Si accigliò: "Ma che ti prende?"

Non capì la ragione di quella risposta, né la durezza del suo tono. Levi non era il tipo da non rispettare l'altrui sofferenza, ma nemmeno da venirti vicino e darti una pacca sulla spalla vedendoti piagnucolare. Perché non gli aveva rivolto quel suo solito sguardo mesto e carico di comprensione, per poi chiudere la porta e lasciarla agonizzare nella ritrovata pace?
E soprattutto, perché, alla faccia della pacca, si era seduto accanto a lei e le aveva cinto le spalle con un braccio?
"Levi... Stai bene?"
"Ovvio che no, stai piangendo." -rispose con la sua naturale pacatezza.

Hanji guardò confusa in una direzione a caso.
"Non vedo il nesso."
"Cretina di una quattrocchi, tu sei l'ultima persona a questo mondo che può piangere."

"Non sono una macchina, scemo."

Levi sospirò e reclinò la testa all'indietro, come avesse sentito una colossale scemenza.

"Hanji, tu sei una matta squilibrata che prima prova a parlare coi titani e poi li seziona per scoprire come sono fatti: sei quella che non ha mai una reazione congrua qualunque cosa succeda, quella che fa i salti di gioia per cose per cui chiunque si strapperebbe i capelli. Sei capace di ammorbare per una notte intera un poveraccio solo perché è stato così cretino da chiederti di parlargli dei tuoi esperimenti, e all'alba sei ancora lì a parlare con quel tuo solito sorriso scemo ed entusiasta stampato in faccia."

Man mano che proseguiva quel discorso, quell'abbraccio si faceva più stretto, fino a che Hanji non si trovò con la faccia nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla, e lui a continuare imperterrito, mentre la stretta con cui le aveva agguantato il braccio sembrava trasformarsi in una carezza.

"Squarti i titani, torturi la gente, fai penare i tuoi stessi collaboratori, a volte li terrorizzi più del nemico... Una come te come diavolo può piangere?"

Il respiro di Hanji era tornato normale. L'odore fresco di sapone dei vestiti di Levi nelle sue narici si mischiava a quello caldo del suo corpo, creando una sorta di profumo capace di rilassarla e cancellare ogni brutto pensiero, di sostituirlo con le sue parole, così inaspettate, che sapevano di sincerità, e di un affetto mai sospettato.

"Se persino una come ti si mette a piangere..."

Fece una pausa.

"Che ne sarebbe di me allora?"

Gli poggiò una mano sul petto, percependo il suo cuore battere lento al ritmo della tristezza.

"Una come te non deve piangere. Io non voglio vederti piangere, non lo sopporto."

Come, si era chiesta.

Grazie a poche, semplici, in fondo stupide cose, che non cambiano qualunque cosa succeda.

Il suo essere sempre sé stessa, dinanzi al meglio come al peggio che il mondo avesse da offrire. La sua morbosa curiosità e parlantina. La sua insopportabile incoscienza ed idiozia.

Il suo sorridere sempre.


Senza di esse, neanche il soldato più potente dell'umanità poteva sopravvivere a quel mondo.


Un sorriso diverso dal solito ridiede colore al viso di Hanji. Pensò di alzare un pò la testa e cercare di guardarlo negli occhi, ma qualcosa gli diceva che lui si sarebbe semplicemente girato per non lasciarsi vedere.

"Quindi... promettimi che non ti vedrò mai più piangere, Hanji."

"Lo prometto." -sussurrò lei.

"Grazie, Quattrocchi..."

Respirò ancora il suo irresistibile, bellissimo odore: pulito come l'animo di chi si è appena sfogato ed è pronto a tornare a brillare. A ciascuno il suo modo per farlo.

Lei aveva il pianto. Lui aveva lei.

"Levi, se dovesse venirmi voglia di piangere... posso rivolgermi a te?"
"Senz'altro."

Hanji sentì un movimento dietro di sé: forse la mano di lui che dal suo braccio provava a raggiungerle i capelli. Qualunque cosa fosse, aveva desistito, e aveva solo poggiato il braccio sulla spalliera del divanetto.

Hanji ridacchiò di nascosto, già molto più simile a sé: dopotutto, per il suo solito, aveva lasciato trasparire abbastanza in una volta sola.




Levi è sempre Levi dopotutto... E a quanto pare, vuole che anche Hanji sia sempre Hanji!

Mi piace pensare che per lui questa donna così diversa, eppure in certo senso simile quanto a stranezza e "psicopaticità", possa essere per lui una sorta di ancora di salvezza in un mondo troppo buio che tantissime volte lo ha fatto soffrire...

Hanji con quell'aria da scienziata pazza è un personaggio che adoro un sacco! *__* Conto di scrivere altro con lei, di più comico magari, con lei possono uscire scene e siparietti grandiosi XD

Mi auguro vi sia piaciuta! ^__^ A presto!


  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: TonyCocchi