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Autore: BELIEBER_G    18/10/2015    1 recensioni
Tanti anni fa, nell’immensa Terra di Mezzo, vennero creati 19 anelli del potere: sette vennero dati ai nani,grandi costruttori e circondati dall’oro. Tre agli elfi, dalla vita eterna e bellezza incommensurabile. Infine, nove agli uomini che come ogni altri, ne bramano il potere. Ma tutti furono ingannati, poiché venne creato un altro anello. Dalla lava del Monte Fato, Sauron, l’oscuro signore, forgiò un anello che li avrebbe domati sopra ogni dove.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Granpasso aveva deciso di aiutare i piccoli hobbit ad arrivare a GranBurrone: le giornate si facevano più corte, l’inverno stava arrivando, i Cavalieri gli erano alle calcagna e Pelegrino Tuc continuava a chiedere del mangiare. “Quand’è che facciamo colazione?” domandò affaticato. “L’avete appena fatta.” Rispose l’uomo dai capelli neri di lunghezza media, gli occhi azzurri e il temperamento da guerriero. “Si, ma la seconda colazione?” continuò Pipino, pretendendo altro. “Non credo conosca la seconda colazione Pipino.” Commentò Merry, prima di ricevere una mela tirata dall’uomo. Sorrise e l’addentò.
Quando si fece buio, si accamparono a Colle Vento, un rifugio fatto di vecchie pietre, ma che almeno riparava. Granpasso si allontanò lentamente per andare a scoprire cosa ci fosse più in là, dopo aver consegnato delle ottime spade di difesa agli hobbit, mentre i Tuc decisero di preparare un ottimo banchetto per cena. Era molto pericoloso, poiché potevano essere avvistati da qualcuno. “Spegnete questo maledetto fuoco! Ma siete impazziti?!” esclamò Rose, spegnendo il piccolo fuoco con piedate su piedate. Fu poco dopo che improvvisamente, si udirono gli urli fastidiosi dei Cavalieri Neri. Gli hobbit, istintivamente, scapparono via con i mano le loro armi, fino a giungere ad un vicolo ceco: un cerchio di colonne di pietra su un burrone. Erano circondati da nove Cavalieri Neri che volevano solamente l’anello e avrebbero ucciso per ottenerlo. Uno di loro, si avventò contro Frodo e lo trafisse con il suo pugnale Morgul. Il buio si avventò su Frodo, poiché di buio e buio soltanto sono fatti i Cavalieri: in passato erano re, ma dopo esser stati stregati dall’anello, non lo erano più.
Fu in quel momento che intervenne Grampasso, che li scacciò via con la sua spada e una torcia, fonte di luce. Rose raccolse Frodo da terra e sapeva benissimo che non poteva fare niente e nemmeno Grampasso. “L’hanno pugnalato con un pugnale Morgul, presto diventerà uno di loro. Non posso guarirlo, mi servono delle erbe elfiche.” Spiegò Granpasso. Non appena furono dette queste parole, una luce abbagliò i presenti: una luce buona.

Era Tauriel, un elfo di GranBurrone e grande amica di Grampasso. Abbagliò gli hobbit con i suoi capelli rossi luminosi e la magia che la circondava. “Devo portarlo da tuo padre.” Gli disse l’uomo. “Tu devi proteggere gli hobbit Aragorn, vado io.” Ribatté lei, rivelando poi il suo vero nome: Aragorn. “I Cavalieri Neri ti staranno alle calcagna.” Esclamò Aragorn, in pena per lei. “So cavarmela da sola, non appena sarò entrata nel regno di mio padre, esso lo proteggerà.” Continuò Tauriel, salendo a cavallo e portando con se Frodo ormai tra l’oscurità e la luce. “Frodo, im Tauriel. Telin le thaed. Lasto beth nîn, tolo dan nan galad.” Gli sussurrò. (Frodo, sono Tauriel. Sono venuta ad aiutarti. Ascolta la mia voce, torna alla luce.) Infine, batté le redini e cavalcò verso GranBurrone, mentre Rose temeva per la vita di Frodo.
Tauriel aveva cavalcato tutta la notte verso il grande regno degli elfi, dove vi era suo padre Elrond. Fu il grande elfo a guarire Frodo appena in tempo e Aragorn a portare gli hobbit a GranBurrone sani e salvi. Lì, giunse anche Gandalf che magicamente era riuscito a liberarsi dalle prigioni di Sauron, ma così dichiarando anche guerra. Lo stregone grigio e Rose non si erano mai allontanati da Frodo che aveva dormito per due giorni interi e finalmente si era svegliato in un letto caldo, tra la luce e i profumi dei grandi fiori della cittadina. Accanto a se, vide Rose che dormiva beatamente: sorrise e le accarezzò la guancia, per poi accorgersi di Gandalf. “Non si è mai staccata da te.” Commentò Gandalf con un leggero sorriso. “Credo di amarla Gandalf.” Sussurrò Frodo, guardandola ancora. “Alla fine le anime gemelle si incontrano poiché hanno lo stesso nascondiglio.” Continuò lo stregone, per poi lasciarli soli. Non appena anche Rose fu sveglia, i due si poterono riabbracciare e Frodo poté notare che ella aveva già fatto i bagagli. “Siamo arrivati fin qua, abbiamo portato l’anello agli elfi, quindi pensavo che potevamo tornare a casa.” Spiegò Rose, notando lo sguardo stranito dell’altro nel vedere gli zaini pronti. Ma prima che potesse acconsentire, Frodo fu chiamato ad una riunione segreta dove gli elfi, i nani e gli uomini avrebbero trattato su cosa fare con l’anello. 
  
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