Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Selly_y    18/10/2015    4 recensioni
Isabella Valenti ha 18 anni, si considera una sfigata, ha pochi amici di cui fidarsi ma con un cuore grande grande.
Matteo Corvo frequenta la stessa scuola di Isa. Fa parte di quella categoria di persone che al liceo vengono chiamate "vip", è stronzo e tutti vogliono essere suoi amici. Ma chi è realmente Matteo? E cosa lo lega a Isa? Profondi sguardi daranno inizio a una storia profonda, leggera, che rappresenta il mondo dove solo Isa e Matteo possono rifugiarsi, lontano dagli sguardi e dalle persone cattive.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
....È tutto così offuscato. Vedo solo delle immagini. Il suo sorriso. Io che guardo fuori dal finestrino. Due fanali puntati addosso che vengono verso di noi. E poi diventa tutto bianco ..
 
"Noo!"
Mi sveglio di soprassalto da quel maledettissimo incubo. Impossibile, continuava a perseguitarmi. Pensavo di avere superato tutto mentre in realtà mi trovavo sempre punto a capo. 
Mi alzo dal letto ancora tremante e mi reco in bagno, dove si trovano quelle pillole che possono solo calmarmi, come ha detto il medico. Mi do un'occhiata allo specchio costatando che le occhiaie si erano ormai fossilizzate sul mio volto. 
Nelle ultime due settimane avevo ripreso a fare quel maledettissimo incubo che non mi dava pace. Ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo quei fanali precipitarsi addosso a me e poi... Basta.
Mi risciacquo il viso, metto una tuta ed esco dalla mia stanza. 
Scendo le scale e noto che mamma si è addormentata in divano davanti alla TV. Prendo una coperta e dolcemente la copro. Poi una volta spenta la TV, prendo la giacca e mi avvio fuori casa. 
Avevo solo bisogno di schiarire le idee, tanto, anche se fossi rimasta a casa, non sarei riuscita a prendere sonno. 
Faccio qualche passo fino ad arrivare al parco giochi vicino casa mia, mi siedo sulla solita e unica panchina presente ed inizio a guardarmi intorno. 
Tutto è buio. Silenzioso. Esattamente come quella sera. Una stretta al cuore si impossessa di me e una lacrima scende dal mio viso. Cerco un fazzoletto nelle tasche della mia giacca ma tra le mani mi capita il braccialetto trovato al supermercato qualche settimana fa. 
Si era rotto il gancetto, lo avrei fatto aggiustare e poi me lo sarei messa. 
Di conseguenza il mio pensiero non può che andare ad Alexander, quel ragazzo dagli occhi castani che non avevo più avuto modo di rivedere. Che peccato.. 
Era stato così gentile con me, come pochi avevano mai fatto nei miei confronti. 
Già, mi sono sempre tenuta alla larga da tutti, ho sempre avuto paura di fidarmi di qualcuno. Paura di essere tradita come era già successo in passato..
A distrarre i miei pensieri peró sono dei passi che si avvicinano sempre di più a dove mi trovo. Mi volto e noto un ragazzo incappucciato, probabilmente non si era ancora accorto della mia presenza. Ero seduta nella parte in cui il lampione illuminava di meno, era piuttosto difficile notare la mia presenza. Appena il ragazzo si posiziona sotto il lampione e alza il volto, noto che mi trovi difronte Matteo Corvo. Evidentemente anche lui si è appena accorto di me, perché prima mi guarda con stupore e poi fa per girarsi e andarsene. 
Spinta da un moto di rabbia dico "Non serve che tu te ne vada, non ho la peste e comunque la panchina è abbastanza grande da contenere due persone". 
Ma dico ...sono impazzita? Non ho mai avuto il bisogno di parlare con lui, e adesso gli stavo chiedendo indirettamente di farmi compagnia?
"Lo so, Valenti. Ti sei trasformata nel genio del sarcasmo?" E si siede. 
Io rimango con gli occhi sgranati. 
Sapeva il mio cognome. Mi conosceva.
Oddio era impossibile che non mi conoscesse, dato che abitavamo l'uno di fronte all'altra. Ma in tutto questo tempo avevo sempre ignorato che potesse sapere della mia esistenza, appunto per il grande salto di classe sociale dal quale distavamo. 
"Era solo una constatazione. Che c'è, nessun letto da scaldare questa notte?" Ma ero davvero io a parlare?
"E tu? Nessun' altro a cui rompere i coglioni?" 
Ecco punta sul vivo. 
"Non sono io ad essere arrivata per ultima"
Lui senza rispondere infila le mani in tasca e sospira. 
"Mi chiedo come Andrea riesca a sopportarti. Sei più fastidiosa delle zanzare se ti ci metti."
"Ma come ti permetti brutto imbecille?" Mi volto completamente verso di lui con il fiatone. Tentativo inutile di trattenere la rabbia che stava iniziando a crescere dentro di me. 
Di tutta risposta lui finalmente si gira a guardare nella mia direzione e per la prima volta, sotto quel cappuccio, lo guardo veramente. Sarà la luce, ma lo trovo davvero bello. Ha una pelle che probabilmente può solo essere liscia e morbida. Noto che ha delle ciglia scure e lunghe che nascondono due occhi in questo momento di un verde scuro. Per la prima volta capisco che la fama che ha non può che essere confermata. Lui invece pare catturato da un'altra cosa, che luccica nelle mie mani. 
"E quel braccialetto? "
"Eh?" Rimango un attimo stordita, ancora immersa nei miei pensieri. Poi noto che ho ancora quel braccialetto nelle mie mani. "Ah questo... l'ho trovato per terra qualche settimana fa in un supermercato. Dev'essere caduto a qualcuno. " 
"Beh potevi lasciarlo lì al supermercato, magari il proprietario è tornato per riprenderselo e ci teneva." 
"Se il proprietario ci teneva sicuramente avrebbe fatto più attenzione a non perderlo."
"Questo non esclude il fatto che tu sia una ladra" e noto un mezzo sorrisetto prendere forma nelle sue labbra. Vuole stuzzicarmi?
"Non esclude nemmeno il fatto che chi lo abbia perso sia una testa di cazzo" quanto avrei voluto che fosse lui il proprietario di quel piccolo oggetto. Solo per avere la soddisfazione di offenderlo. 
"Sei pungente e sempre offensiva Valenti.. Mai pensato di farti una scopata?"
"Sei un coglione, non tutti ragionano con il cazzo come te." Magari certi atteggiamenti derivano da una situazione vissuta. 
Ma questo evito di dirlo a un cretino come lui o avrebbe capito fin troppo di me. 
"Giusto dimenticavo che fossi una verginella" 
"E c'è qualcosa di male a essere vergini alla mia età?" Bene, gli ho dato la conferma di esserlo. 
Premio Nobel per la stupidità a me. 
Lo vedo abbassare gli occhi e cambiare subito tono di voce.
"No anzi...almeno hai qualcosa di bello da poter offrire un giorno.." È sembrato solo a me che fosse quasi dolce ..?
Dopo questa frase cala il silenzio fra noi. Si sente solo il verso dei grilli e il rumore del vento frastargliarsi tra gli alberi. È così strano stare vicino a lui senza sentire i suoi amici che lo chiamano Rap, che fa lo stupido o ci provi con qualcuna. 
Ovvio che non ci prova con nessuna stupida ci sei solo tu qui. 
Questo silenzio inizia a farsi pesante e sento il bisogno di andarmene. Strofino i piedi per terra e prendo posizione per alzarmi quando la sua voce mi immobilizza. 
"Ho beccato mia madre a letto con un altro oggi."
E viene fuori così. Sputa fuori queste parole guardando qualcosa o forse niente davanti a se. Lo sento stringere le mani dentro le tasche e il suo sguardo caricarsi d'odio. 
"È una Troia." Lo dice con veleno.
E io sto zitta. Cosa si dice in questi momenti? 
"Mio padre è morto." Si gira a guardarmi. 
"L'ho ucciso io" sussurro.
Convincendomi della verità di quelle parole. Si lo avevo ucciso io. 
Ci guardiamo negli occhi, capendo tutto o forse non capendo niente l'uno dell'altro e poi lui sorride. 
"Confessione per confessione. Adesso siamo pari."
"Non posso che essere d'accordo con te."
Così stiamo in silenzio, io a chiedermi quanto dolore stesse provando e lui probabilmente a chiedersi a come avessi potuto uccidere mio padre.  
Ma in questi casi le parole non valgono tanto e uno sguardo conta più di una parola. E adesso con il nostro di sguardo ci siamo appena promessi di non far parola con nessuno di questi piccoli segreti. 
 
"Grazie per il passaggio Mari, non so cosa sia successo al motore della mia macchina. Oggi porto l'auto dal meccanico, spero non sia niente di costoso" 
"Tranquilla Isa, sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa" 
Mi allaccio la cintura e sorrido. Certo, qualsiasi cosa tranne di uscire.
"Non dirmi così altrimenti ne ho approfitto" 
Marilena sorride alla mia battuta. È una ragazza così semplice. Mi sono sempre chiesta perché i ragazzi non le facessero la corte. Ha un bel sorriso. È alta, magra e dei capelli biondi e boccolosi. Ma non ha mai avuto un ragazzo, a lei non interessano. Pensa solo alla scuola. 
"Mari, ma a te non piace nessuno?" le chiedo, dando voce ai miei pensieri.
Lei smette di sorridere. 
"Ma che domande fai, ovvio che se mi piacesse qualcuno te lo direi" sbotta nervosa. 
"Si scusa era solo una domanda la mia."
Ci fermiamo al semaforo e in macchina si respira un silenzio tombale.
Forse con la mia domanda l'ho messa in imbarazzo. Pensandoci bene ogni volta che si parla di ragazzi lei se ne sta zitta. 
"Ehi tutto bene? Non volevo farti innervosire.." Le accarezzo una spalla. 
Alla mia carezza si agita ancora di più. 
"Va tutto bene, non sono nervosa" si scrolla la mia mano dalla spalla e allo scattare del verde del semaforo gira l'angolo e arriviamo nei parcheggi della scuola. 
"Isa tu smonta pure io vado in cerca di un posteggio "
Non so perché ma vedevo questa richiesta più come il bisogno di farmi allontanare da lei. 
"Okay" prendo la mia borsa e smonto. Ma proprio mentre sto per scendere dall'auto un motorino per poco non m' investe. 
"Va al diavolo" impreco contro quell' idiota. Mi affretto ad arrivare al marciapiede e seguo con lo sguardo il traglodita. Giacca nera, capelli neri e, quando si volta verso la mia parte, occhi cerulei. Chi non può essere se non quel cretino di Matteo Corvo?
"Buongiorno!" Due braccia mi avvolgono da dietro e un paio di labbra si posano sulla mia guancia, distraendomi dal soggetto delle mie maledizioni. 
"Buongiorno Andrea" sorrido al mio amico. "Sei di buon umore?" gli chiedo.
"Abbastanza, mi sono svegliato bene questa mattina." 
Continuo a guardare verso Matteo che adesso si era avvicinato ai suoi amici.
Sembrava tutta un'altra persona rispetto alla sera precedente. 
"Isa da quando Matteo è diventato un soggetto degno di tua attenzione ?"
Mi volto verso Andrea ancora perso a seguire il mio sguardo. 
"Io.." Mi trovo in difficoltà su cosa rispondere. Io e Matteo abbiamo parlato. Ci siamo confidati. Ma perché non riesco a dirgli di ieri sera? Sento che se glielo dicessi tradirei Matteo. 
"Ciao amore" Veronica mi salva fortunatamente da questa situazione imbarazzante. Salta addosso ad Andrea e gli schiocca un bel bacio a stampo. 
"Ciao tesoro" le sussurra lui a bassa voce. 
Sono talmente persi nella loro bolla che non si accorgono del mio passo indietro, con intenzione appunto di lasciarli soli. 
"Ciao Isa!!" Veronica salta giù dalle braccia di Andrea e viene a salutare anche me. 
"Ciao Vero" 
Intanto Andrea prende la mano di Veronica e dice " andiamo in classe?"
"No io aspetto Marilena, anzi eccola qua."
Viene verso di noi e insieme ci avviamo verso la scuola. Andrea e Veronica sono davanti a noi mentre io e Marilena stiamo dietro di loro. Con tranquillità ci avviamo all'interno della scuola, ma siamo costretti a passare dal parcheggio delle moto. Ovviamente propio lì c'era Matteo con i suoi soliti compari Davide Rocchi e Marco Corvo. Tutti e tre erano tranquillamente appoggiati alle loro moto e a fare da contorno due ragazze, fra cui propio Eleonora Rossi protagonista di una delle fantastiche ( a quanto si diceva) performance di Matteo. Era appoggiata alla sua moto e gli stava accarezzando un braccio. Lui invece se ne stava sulle sue, con le mani infilate in tasca e sguardo abbastanza basso. 
"Ciao Matteo" lo saluta Veronica. 
Lui si gira verso di noi e per un secondo il suo sguardo incrocia il mio. 
Cosa faccio adesso? Devo salutarlo anche io? 
"Ciao Veronica, Andrea " ricambia lui. 
A quanto pare ha risolto lui il problema. Senza dire una parola si volta dall'altra parte e comincia a chiacchierare con i suoi amici.
Io non mi rendo neanche conto di essermi fermata fino a quando Marilena non mi strattona per un braccio. 
"Ehi allora andiamo?"
Distolgo subito lo sguardo da Matteo e riprendo a camminare.
"Si scusa" 
Cosa credevo, che dopo una chiacchierata dove oltretutto per tre quarti del tempo ci siamo insultati, poteva cambiare il nostro rapporto? Le cose erano chiare: io e Matteo Corvo non potevamo essere amici. 
 
 
 
Sssalve salve salve lettori!
Eccomi qui con un nuovo capitolo pubblicato senza ritardi ( qualche promessa ogni tanto la mantengo pure io).
Finalmente vediamo i due protagonisti affrontarsi quasi civilmente o meglio confidarsi. Ovviamente Matteo, stronzo com'è, il giorno dopo ignora Isa come se non fosse successo nulla. 
(Perché mi sembra una scena già vissuta?)
Ditemi cosa ve ne pare del capitolo, che siano critiche o giudizi positivi! Le vostre recensioni mi aiutano a procedere con la storia, siete la mia ispirazione. 
Mi fa sempre piacere sapere che lasciate due paroline alla mia storia e, soprattutto,  un grazie speciale pur tutti quelli che mi hanno messo tra le storie seguite e preferite, per coloro che perdono 5 minuti per lasciarmi una recensione e per tutti quei lettori silenziosi che perdono tempo a leggermi. Grazie grazie grazie ❤️
Allora, ditemi le vostre congetture!
Un bacione e alla prossima!
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Selly_y