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Autore: ninety nine    18/10/2015    2 recensioni
[861 parole- Gale&Johanna- Missing moment Mockingjay]
DAL TESTO:
''Stai cercando di attaccar briga Hawthorne? Forse potrei dimostrare agli addestratori che valgo qualcosa, se ti stendo.''
Gale sollevò un sopracciglio e rimase a fissarla.
''Sono quasi tentato di accettare, ma dubito che fare a pungi con te mi farebbe star meglio. Anzi, credo proprio che non gioverebbe a nessuno dei due.''
Si ricacciò in tasca il suo regalo e porse al ragazzo quello appena creato.
Notando che esitava, gli aprì con forza il palmo e ve lo appoggiò.
''Non è un granché come regalo, ma forse eviterà che tu ti dimentichi di noi poveri topi relegati qui senza la luce del sole. E dovrebbe sapere di casa'' disse in fretta, cercando di capire dove le fosse venuta quell'idea bislacca.
(...) ''Uccidete quel bastardo, a Capitol City'' lo liquidò, voltandosi, come se quelle parole dure potessero rimontare la barriera che per alcuni istanti aveva lasciato cadere.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Johanna Mason
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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         Forse era meglio attaccar briga

               
                


 

Johanna camminava con passo pesante per i corridoi del Distretto Tredici.

Quel maledetto addestramento l'aveva sfiancata e la cosa peggiore era che non era nemmeno riuscita a portarlo a termine.

Non sarebbe andata a Capitol City per farla pagare a Snow ed era difficile da sopportare, quasi quanto sostenere gli sguardi che la gente lanciava ai suoi capelli corti o ai suoi arti magri.

Lei era la ragazza che era riuscita a vincere gli Hunger Games, la ragazza che maneggiava un'ascia come se fosse un'estensione naturale del suo braccio.

''E voi non potete permettervi di guardarmi così!'' urlò, credendo di essere sola.

Non si era resa conto che una figura famigliare le stava venendo incontro nel corridoio.

Capelli neri, occhi grigi, carnagione olivastra, muscoli degni di un capitolino palestrato.

Quei tratti potevano appartenere ad una persona soltanto: Gale Hawthorne.

''Johanna. Ce l'hai con qualcuno in particolare o con il mondo intero?'' le chiese, una volta che le fu abbastanza vicino.

Lo sguardo che ricevette come risposta non sembrò fare al ragazzo alcun effetto. Era prevedibile, dato che era abituato alla compagnia di Katniss.

''Stai cercando di attaccar briga Hawthorne? Forse potrei dimostrare agli addestratori che valgo qualcosa, se ti stendo.''

Gale sollevò un sopracciglio e rimase a fissarla.

''Sono quasi tentato di accettare, ma dubito che fare a pungi con te mi farebbe star meglio. Anzi, credo proprio che non gioverebbe a nessuno dei due.''

Doveva aver avuto una giornata impegnativa anche lui, perché i suoi occhi erano più scuri del solito e Johanna poté notare qualche ruga di preoccupazione sulla fronte.

''Giornataccia?'' domandò, dando voce ai suoi pensieri e pentendosene immediatamente.

''Sembra che in questo posto non ci sia spazio per altro'' confermò il ragazzo.

Poi allargò i piedi: sembrava indeciso se continuare oppure no. Sapeva che era sbagliato, ma Johanna era curiosa di sapere ciò che passava nella mente di quel giovane.

Era stato capace di lanciarsi in una missione quasi suicida per salvare lei, Peeta gli altri prigionieri, eppure sembrava sempre incredibilmente infelice.

E ora stava per ripartire di nuovo verso una guerra da cui le percentuali di tornare vivi erano decisamente minime. Di certo non era una situazione facile.

Non sapeva cosa dirgli. Non era brava con le parole o con i sentimenti: era per tutti quella scontrosa e tagliente.

''Direi che siamo in due a pensarlo'' riuscì a farsi uscire.

Lo sguardo di Gale le bruciò la pelle e lei si sentì in dovere di continuare.

''Ti manca il Dodici?''

Gale rise, con amarezza.

''No'' rispose, ma con troppa irruenza, come si fosse preparato a reagire così a una tale domanda ''Dovrebbe mancarmi lavorare come uno schiavo, vedere la mia famiglia morire di fame, sentirmi come un animale in trappola?''

Johanna sollevò le spalle.

''Puoi fare il duro con me, Hawthorne, ma so che ti manca quel posto.''

Notando che stava per ribattere, la ragazza lo bloccò.

''Zitto. Hai un fazzoletto?''

Dopo questa richiesta probabilmente mi considererà più pazza di Annie pensò, mentre lo osservava che si rovistava in tasca, cavandone infine un vecchio rettangolo di stoffa.

''Vedi? Ho ragione io. Anche i fazzoletti sono ancora del Dodici, nonostante il tempo che hai passato qui'' disse, osservando ciò che il ragazzo le porgeva. Stoffa lisa, rovinata, di bassa qualità. Se la portò al naso e sentì un pungente odore di carbone.

''Ma andrà bene'' concluse, estraendo poi dalla tasca l'involto che Katniss le aveva regalato soltanto qualche ora prima. Schiuse con attenzione il nastro che lo stringeva e vi tolse una piccola manciata di aghi di pino, che appoggiò sulla stoffa del giovane.

Poi, si accovacciò a terra per richiuderli entrambi e si rialzò di scatto, sollevando il mento e incrociando lo sguardo stranito di Gale.

Si ricacciò in tasca il suo regalo e porse al ragazzo quello appena creato.

Notando che esitava, gli aprì con forza il palmo e ve lo appoggiò.

''Non è un granché come regalo, ma forse eviterà che tu ti dimentichi di noi poveri topi relegati qui senza la luce del sole. E dovrebbe sapere di casa'' disse in fretta, cercando di capire dove le fosse venuta quell'idea bislacca.

Era indecisa se aggiungere qualcosa come ''Chiedi a tua cugina per altre spiegazioni'', ma evitò, immaginando che l'avrebbe fatto soltanto soffrire di più.

''Uccidete quel bastardo, a Capitol City'' lo liquidò, voltandosi, come se quelle parole dure potessero rimontare la barriera che per alcuni istanti aveva lasciato cadere agli occhi di Gale, anche se sapeva che non sarebbero mai bastate.

Prima che il ragazzo potesse aggiungere altro si incamminò da dove era venuta.

''Johanna?'' si sentì chiamare.

''Che c'è?''

''Grazie.''

La forza di quella parola la colpì come un pugno. Non l'aveva quasi mai sentita rivolta a lei. Ancora una volta rimase impietrita, senza sapere come ribattere.

Scrollò la testa e sorrise, un po' di sbieco.

''Forse sarebbe stato meglio attaccar briga'' ironizzò, sperando che Gale cogliesse il messaggio implicito, anche se nemmeno lei sapeva bene quale fosse tra tutto ciò che stava pensando.

Prima di fare altre idiozie, incrociò le braccia sul petto e si allontanò, anche se lo sguardo bollente del giovane sulla schiena la accompagnò fino all'angolo del corridoio.



 

 

Buon giorno a tutti!

Era un po' che non scrivevo più su Gale e Johanna, ma ricordo che la storia che ho precedentemente pubblicato su loro due era piaciuta, quindi rieccomi alla carica ^^ (Okay, niente scusa, mi mancavano troppo come coppia!)

La storia è ambientata durante Mockingjay, nel breve arco di tempo tra la fine dell'addestramento di Katniss e Johanna (e il regalo degli aghi di pino alla ragazza del Sette) e la partenza della squadra 451 per Capitol City.

Per la nascita di questa storiella ringrazio Macy Mclaughlin con il suo promp ''Vuoi attacar briga, Hawthorne?'' nell'ultimo event del gruppo Facebook ''We are out for prompt'' e già che ci sono ringrazio anche voi che avete letto. <3

Se recensirete, potrei inviarvi un po' di aghi di pino, oppure farvi una statua. Scelta vostra, ma fatemi sapere cosa ne pensate!

Un abbraccio e a presto, 99

  
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