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Autore: Lily_and_the_Marauders    18/10/2015    1 recensioni
Larry Flashback!AU; Child!Harry, Child!Louis; Adult!Harry, Adult!Louis. Fluff.
« Ecco perché gli ho detto: “che ne diresti di portare un po’ dei miei magici biscotti a scuola? A tutti piacciono i biscotti” » continua; il sorriso di Harry si allarga sempre di più man mano che sua madre parla. Sa bene come la storia finirà.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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  • Larry Flashback!AU; Child!Louis, Child!Harry. Adult!Louis, Adult;Harry. Fluff.
 
Desclaimer: la storia è basata su questo prompt trovato su Tumblr. Avevo già scritto un versione di questa fan fiction in Inglese [l’ho scritta ieri notte, quindi è piena di errori probabilmente] che trovate qui. L’autrice del prompt mi ha ringraziato qui.
Dato che mi sembrava un’idea carina, ho di riscriverla tutta in Italiano aggiungendo alcune piccole modifiche e approfondendo un po’ la trama in certi punti. 
Il flashback è scritto in corsivo.
 
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro; non si intende in alcun modo dare una descrizione del carattere veritiero dei personaggi. I fatti descritti sono stati inventati dalla sottoscritta.
 



 
You had me at “cookie”.
 
 


Anne non si fa mai sfuggire l’opportunità di rivangare il passato e di raccontare a tutti –  perfino agli sconosciuti con cui intrattiene lunghe conversazioni al supermercato  – storie sui suoi figli. Ha tonnellate di vecchi e imbarazzanti ricordi che fanno venire sia a Harry che a Gemma voglia di sotterrarsi dalla vergogna.
Ma ce n’è uno a cui Anne è particolarmente affezionata.
 
« Harry, caro, ti ricordi di quella volta alle elementari? » gli chiede, una sera.
Harry alza gli occhi al cielo e sorride perché ha ascoltato quella storia così tante volte. « Sì, mi ricordo » risponde mentre continua a lavare i piatti.
« Eri una cosina così piccola a quei tempi, minuscola » aggiunge lei con un sorriso dolce, scrutandolo di sottecchi per osservare la sua reazione. Harry continua a sorridere scuotendo un po’ la testa.
« Era malefico » dice Gemma, entrando in cucina. Tra le mani stringeva due tazze di tè. « E fastidioso ».
« Oh, ma smettila! » la riprende Anne, ridacchiando. « Era timido e tu eri la sorella maggiore, mi sembra abbastanza ovvio che volesse passare tutto il tempo con te » lo difende la donna andando a pizzicargli una guancia. « Ecco perché gli ho detto: “che ne diresti di portare un po’ dei miei magici biscotti a scuola? A tutti piacciono i biscotti” » continua; il sorriso di Harry si allarga sempre di più man mano che sua madre parla. Sa bene come la storia finirà. Ricorda quei giorni.
 
***
 
« Quanti ne vuoi portare, caro? »
« Non so, un mucchio ».
Anne sorrise e accarezzò la guancia del piccolo Harry che la stava guardando con un sorrisino tutto fossette. « Penso che una ventina siano abbastanza per il primo giorno,così ogni compagno di classe ne avrà uno. »
« Okaaaay, mamma » rispose lui.
 
Harry seguì ogni movimento di Anne con estrema attenzione ed entusiasmo. I suoi compagni di sicuro lo avrebbero amato e, grazie ai biscotti della sua mamma che, tra l’altro, erano veramente deliziosi, sarebbe diventato il migliore amico di tutti.
 
“Ecco qui, tesoro. Ora li incarto” disse infine Anne. Harry annuì.
 
Il giorno seguente, Harry non aspettò altro che l’arrivo dell’ora di pranzo. Finalmente, quando tutti i bambini si riunirono per mangiare nella grande sala piena di tavoli colorati, infilò le manine paffute dentro il suo zainetto per tirarne fuori la scatolina di biscotti. Poi si alzò dalla sedia, raggiunse il centro della sala e, con la vocina più piccola, disse: « Ho portato i biscotti ».
Sfortunatamente, nessuno lo sentì. I bambini non sembrarono nemmeno averlo notato e, anzi, continuarono a parlare e a ridere tra di loro.
Harry sentì le sue guance arrossarsi e la gola stringersi. Si schiarì la voce e ripeté le parole dette poco prima con un briciolo di coraggio in più.
Una bambina con i lunghi capelli biondi legati in due codine alte si voltò verso di lui e, quando notò la scatola che Harry stava stringendo, arricciò il suo piccolo nasino. « I miei genitori hanno detto che non posso prendere cibo dagli sconosciuti » disse e si rigirò verso le sue amiche che stavano ridacchiando.
Harry aprì la bocca per dire qualcosa ma non uscì neanche un suono.
« Posso averne uno? »
Harry si girò trovando un bambino in piedi di fronte a lui che lo guardava curioso e affascinato. Harry, allora, annuì e aprì la scatola con mani tremanti.
L’altro bambino prese un biscotto e gli diede un grande morso. Dopo un paio di minuti riempiti da uno sgranocchiare rumoroso, esclamò: « E’ buonissimo! » e il cuore di Harry sprofondò giù nello stomaco.
Un grande sorriso apparse sulla faccia dell’altro bambino che chiese: « Posso averne un altro? »
Harry annuì ancora una volta e guardò gli occhi azzurri dell’altro ispezionare i biscotti fin quando non riuscì a trovare quello che sembrava essere il più bello e il più grande. « Li hai fatti tutti da solo? » domandò poi a Harry che scosse la testa. « E’ stata la mia mamma a farli ».
« Beh, di’ alla tua mamma che è la miglior cuoca di biscotti di sempre » replicò il bambino.
« Lo farò » Harry sorrise, si sentiva molto meglio ora.
L’altro bambino si massaggiò la pancia. « Sono pienissimo, forse dovremmo lasciare che gli altri li finiscono, che dici? »
Harry alzò le spalle. « Non sembrano interessati ».
« Vediamo » disse il bambino mentre afferrò una sedia libera e ci salì in piedi. « Hey » esclama, alzando la voce; gli altri bambini nella stanza di voltarono verso di lui.
« Com’è che ti chiami, scusa? » sussurrò a Harry.
« Io… mi chiamo Harry » rispose lui, timidamente.
Il bambino annuì e rialzò lo sguardo verso gli altri compagni. « Ascoltate, la mamma di Harry ha preparato i biscotti al cioccolato più buoni che io abbia mai mangiato ma, sfortunatamente, sia io che lui siamo troppo pieni per finirli tutti, quindi, per favore, ci aiutereste? »
Lentamente, un gruppo di alunni si avvicinò al punto in cui il bambino si trovava, afferrarono tutti un biscotto dalla scatola e sorrisero poi a Harry mentre ritornavano a sedersi.
Harry era allibito. Quel ragazzino doveva essere così forte se tutti lo stavano ad ascoltare in quel modo!
 
Dieci minuti dopo, la scatola era vuota ed ogni bambino aveva ricevuto il proprio biscotto (fatta eccezione per la biondina… che peccato).
Il bambino che lo aveva aiutato, nel frattempo, era sceso dalla sedia e stava supervisionando la scena con un’aria parecchio soddisfatta. Harry decise di avvicinarsi a lui.
« Grazie » gli disse, piano.
Il bambino alzò lo sguardo verso di lui e sorrise. « Ero io quello nuovo due anni fa, so cosa si prova ad essere ignorati e non è una bella sensazione, soprattutto quando cresci in una casa in cui tutte le attenzioni ricadono su di te…  Andrà tutto bene, comunque, tranquillo. Questo posto non è così male » lo rassicurò con una pacchetta sulla spalla.
Anche Harry sorrise, allora. Le sue mani formicolavano.
I due passarono il resto del pranzo seduti vicini e, quando la campanella suonò, il ragazzino dagli occhi blu scompigliò i capelli di Harry e disse: « Mi chiamo Louis, comunque » e prima di dirigersi verso la sua classe, aggiunse: « Ci vediamo domani, ricciolino! Porta più biscotti! ».
 
Harry continuò ad avere un sorriso enorme stampato sul viso paffuto per tutto il resto della giornata e, quando la sua mamma lo venne a prendere quel pomeriggio, la supplicò di cucinare altri biscotti per il giorno dopo. Lei accettò.
 
Portare i biscotti a scuola una volta a settimana era diventata una tradizione per Harry, ormai.
Verso la fine del pranzo, si alzava e ne dava uno ad ogni compagno seduto al suo tavolo. Tutti gli sorridevano e lo ringraziavano dicendo, a volte, che anche loro avrebbero voluto avere una mamma così brava a cucinare biscotti.
Louis, in qualche modo, riusciva sempre a trovare una scusa per prenderne due. Una volta, con un sorrisino da combina guai, aveva detto a Harry che aveva perso il biscotto precedente. Un’altra volta gli aveva detto che un passerotto era entrato dalla finestra e che, nonostante le sue proteste, era riuscito a portarglielo via. Harry rideva sempre e lasciava che Louis prendesse un secondo biscotto. Si divertiva così tanto a guardarlo impiastricciarsi le mani e il viso che non aveva il coraggio di dirgli che, in realtà, era il suo biscotto quello che Louis stava mangiando. Non gli importava più di tanto, in ogni caso, era felice che fosse Louis ad avere la sua razione, sua mamma ne avrebbe comunque preparati altri per lui una volta a casa se solo glielo avesse chiesto.
Alla fine, però, Louis sembrò accorgersi che Harry era l’unico a non mangiare i biscotti dopo pranzo e, per scusarsi, il giorno dopo portò gli portò una grande fetta di torta.
 
« Mamma, possiamo cucinare un biscotto in più questa volta? »
« Certo, tesoro. E’ arrivato un nuovo compagno? »
Le guance di Harry si tinsero di rosso. « No » rispose, « a Louis piacciono così tanto che ho pensato che magari potrebbe averne due ».
Anne gli sorrise. « Chi è Louis, caro? »
« Il bambino che mi ha aiutato a distribuire i biscotti il primo giorno; ha anche detto che sei la migliore cuoca di biscotti che sia mai esistita ».
Il sorriso di Anne si fece più ampio. « Deve essere proprio speciale, questo Louis ».
« Lo è » confermò Harry. « E’ davvero gentile ed è anche divertente  ».
« Allora si merita proprio un altro biscotto » dichiarò Anne, annuendo. Harry sorrise.
 
***
 
« Non puoi neanche immaginare la tua faccia mentre mi parlavi di lui, eri così carino! » Anne ride. Le guance di Harry sono ancora più rosse di prima; i piatti, intanto, sono stati sciacquati e riposti nella mensola.
« Disgustosamente dolce » aggiunge Gemma.
« Sta’ zitta » borbotta Harry. « Non eri nemmeno presente quel giorno ».
« Lo sono ora, però » ribatte lei. « Siete disgustosi, giuro. Ogni volta che vi vedo, mi spunta una carie ».
« Fottiti » le sussurra Harry mentre la sorpassa per raggiungere il tavolo su cui Louis era seduto , le gambe che dondolavano lentamente seguendo un ritmo immaginario.
« Grazie per difendermi sempre » lo rimprovera Harry.
Louis camuffa una risata con un colpo di tosse veramente malriuscito. « Oh, non fare il broncio, love. Lo sai quanto adoro riascoltare questa storia! » si giustifica.
Il broncio di Harry si trasforma in un grande sorriso. « Lo so » dice, infine, mentre si sporge in avanti per posare un bacio sulle labbra di Louis che sono morbide e dolci.
« Visto? Mi pagherete il dentista questa volta! » urla Gemma dietro di loro, non riuscendo però ad impedire che un sorriso affezionato le compaia sul suo viso.
Harry le fa il dito medio mentre continua a premere le sue labbra contro quelle di Louis che ride nel bacio.
Anne lascia il canovaccio accanto al lavandino e posa una mano sulla spalla di Gemma spingendola verso il salone. « Diamogli un po’ di spazio, tesoro, su » dice, sorridendo a sua volta.
Quando la porta della cucina si chiude alle loro spalle, Harry intreccia le sue dita dietro la nuca di Louis e interrompe il bacio. Le punte dei loro nasi si sfiorano, entrambi sorridono.
« Non riesco a credere che tu mi abbia conquistato con un biscotto » dice Louis, poi, ridacchiando.
« Onestamente, neanche io. Eravamo così giovani e incoscienti, allora » replica Harry, scherzosamente. « Ma ha funzionato » aggiunge, baciandolo ancora e ancora e ancora.
 
 
 
 
 
 
 
 
NdA: E’ una cosuccia piccola e innocente, avevo bisogno di scrivere fluff. Spero vi sia piaciuta!
            Mi trovate anche su twitter: @ohmycastieel.
   
 
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