Anime & Manga > Twin Princess
Segui la storia  |       
Autore: _BlueLady_    18/10/2015    5 recensioni
Fine e Rein: due ragazze come tante, un pò maldestre, esuberanti, con un pizzico di vitalità in più.
Due ragazze come tante, solo gemelle. Una fortuna per molti, una sfortuna per loro.
Soprattutto quando i ragazzi da loro amati dimostrano ogni volta di avere una preferenza per la gemella opposta, anche in estate, in occasione di una vacanza col loro gruppo di amiche.
La domanda sorge spontanea: "Perchè preferiscono sempre lei a me? Cos'ho io di sbagliato?"
Sorgono così gelosia, invidia, frustrazione, rammarico.
"Sarebbe bello, almeno per una volta, essere come lei"
Il desiderio nasce spontaneo, quando prima era soltanto semplice curiosità.
Grazie ad una singolare successione di eventi, che comporterà la realizzazione di un episodio a dir poco straordinario, Fine e Rein capiranno che non è sempre la bellezza fisica la carta vincente che ci rende amabili agli occhi di una persona, e che essere se stessi nell'anima e nel corpo, conservando la propria integrità, è il principio più importante.
Perchè essere amati per ciò che si è, è la cosa più bella che ci possa mai capitare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~ CAPITOLO 4: SFIDAMI, SE HAI CORAGGIO! ~
 
Shade e Bright raggiunsero le cinque ragazze giusto quando il sole aveva cominciato il suo lento tramontare. Altezza li accolse con benevolenza, sebbene nutrisse nei loro confronti ancora qualche leggero rancore.
I sette cenarono all’ombra del portico al piano terra che affacciava direttamente sul giardino. Le ragazze, sapendo di avere ospiti, si erano date da fare per ripulire a fondo la casa e per preparar loro un pasto che certamente avrebbero gradito.
Tutte avevano partecipato all’impresa. Sotto la supervisione di Altezza ognuna aveva dato il proprio contributo: Mirlo e Lione si erano messe ai fornelli; a Fine e Rein era toccata invece la pulizia della casa, poiché entrambe non godevano di strabilianti doti culinarie.
Bright e Shade, dunque, si erano visti trattare come due ospiti di grande rispetto nonostante la loro severa punizione, e i due erano quasi assolutamente certi che ciò fosse dovuto al fatto che Altezza si sentisse leggermente in colpa per avergli negato la permanenza nella villa.
A cena conclusa, i sette si radunarono tutti dentro la villa con l’intento di fare quattro chiacchiere e conoscersi meglio.
- Perché non ci sistemiamo fuori a godere della brezza marina, invece che rinchiuderci qui dentro a morire dal caldo?- chiese Rein perplessa al resto del gruppo, notando che stava calando una nottata così piacevole e tranquilla che sarebbe stato un vero peccato non approfittarne.
- E’ meglio se stiamo in casa per stasera, non si sa mai a che pericoli possiamo andare incontro – le rispose allarmata Altezza dopo essersi scambiata un’occhiata eloquente col fratello e col cugino.
- Che pericoli dovremmo mai affrontare stando seduti a chiacchierare sotto un portico?- domandò la turchina scettica, esponendo ad alta voce un dubbio che stava assillando anche il resto delle sue compagne.
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata complice prima di risponderle.
- Non credo ci sia il bisogno che voi lo sappiate, non è il caso di farvi preoccupare – disse Bright, acquistando un tono serio e autoritario.
- Non si sa mai che paranoie possiate farvi una volta spiegatovi il motivo, perciò è meglio non facciate altre domande – continuò Shade, osservando le quattro con fare distaccato – qualcuna di voi potrebbe anche non reggere i dettagli del racconto, dopotutto – e lanciò un’occhiata eloquente in direzione di Rein, quasi volesse sfidarla.
Le quattro sgranarono gli occhi preoccupate, riversando i loro sguardi allarmati in direzione di Altezza.
- Fidatevi di quello che dicono, non è certo una cosa su cui scherzare, questa – asserì la bionda seria, ricambiando la loro occhiata con uno sguardo fermo e impassibile.
- E’ una cosa tanto terribile?- domandò Fine, che già si stava rannicchiando su sé stessa per la troppa paura – Eh no, ora che avete cominciato il discorso tanto vale che lo continuiate!- esclamò invece Rein per nulla intimorita, ricambiando l’occhiata di sfida di Shade con altrettanta sfacciataggine.
- Sicura che una volta che avremo terminato di raccontare non correrai a rannicchiarti sotto le coperte tremante di paura?- le chiese il moro con un sorrisetto strafottente stampato in volto.
- Non temo delle stupide leggende metropolitane: ho coraggio da vendere, io! – affermò la turchina decisa, fulminandolo con gli occhi.
- Però l’acqua la temi, a quanto mi risulta…- ribadì l’altro, ghignando ancora di più.
- Siete proprio sicure di voler sentire a tutti i costi il racconto?- balbettò Fine a un tratto, impedendo alla sorella di rispondere per le rime all’odioso cugino di Altezza – Non sono tanto convinta di voler sapere il seguito di questa storia…- continuò, osservandosi intorno guardinga ed intimorita.
- Ma si, non vale la pena di conoscere i dettagli, in fondo - esclamò Bright provando una punta di tenerezza verso le paure della rossa – Pensiamo a goderci la serata e a conoscerci meglio!-
- Se devo passare la serata a conoscere meglio persone come lui – esordì Rein, indicando Shade alle sue spalle – preferisco di gran lunga il racconto di paura -
Altezza sbuffò esasperata nel notare quanto la decisione presa dalle sue amiche fosse irremovibile.
- D’accordo allora: se davvero ci tenete tanto, renderò anche voi partecipi di questo segreto – sospirò, abbassando le luci e sedendosi sul pavimento del salotto, invitando poi gli altri a fare lo stesso.
I sei ragazzi presero posizione, sedendosi in cerchio gli uni accanto agli altri. Rein storse il naso inacidita quando si rese conto di avere seduto alla propria sinistra nient’altri che Shade. Fine invece, che tremava già di paura, si risollevò nel constatare che seduti accanto a sé aveva la sorella e Bright a cui poter fare affidamento nel caso il racconto rischiasse di diventarle insostenibile, e riuscì a nascondere abilmente una leggera punta di invidia nei confronti della gemella per il fatto che si fosse ritrovata accanto al cugino di Altezza.
- Dunque – cominciò solenne la bionda una volta che tutti si furono sistemati – quello che sto per raccontarvi non è né una leggenda metropolitana, né un racconto di paura volto a spaventare i più timorosi – Rein si sentì lo sguardo divertito di Shade puntato addosso, mentre dall’altra parte Bright lanciò un’occhiata apprensiva a Fine – Quello che sto per raccontarvi è la pura verità.- continuò Altezza, scrutando negli occhi ciascuno dei suoi attenti ascoltatori con assoluta serietà.
- Dovete sapere che fin da quando io, Bright e Shade eravamo piccoli, qui a Wonder giravano strane voci riguardanti una banda di ladri armati fino ai denti pronti a tutto pur di appropriarsi di qualcosa. Questi delinquenti si aggirano di notte, silenziosi come gatti, passando di villa in villa alla ricerca di qualche prezioso bottino da rendere di loro proprietà. Chiunque si ritrovi a sbarrargli la strada è destinato a fare un’orrenda fine, soccombendo sotto la furia delle loro armi. I proprietari delle grandi ville, che sono le prede più ambite da questa banda di delinquenti, si guardano bene dall’andare in giro soli di notte. La maggior parte delle persone preferisce chiudersi in casa come stiamo facendo noi in questo momento, nella speranza che agli ingordi ladruncoli non passi per la testa l’idea di farci visita…-
Man mano che Altezza procedeva a raccontare l’espressione sui volti delle quattro ragazze si faceva via via sempre più tesa e allarmata. La bionda aveva un’abilità innata nel raccontare storie, capace di inglobare nel racconto chiunque avesse l’occasione di mettersi ad ascoltarla.
- Le voci paiono fondate, in quanto ogni tanto sui giornali locali si menziona l’azione di questa spietata banda di ladri che non solo passano il loro tempo a far razzia di villa in villa, ma si divertono anche a compiere qualche piccolo atto di vandalismo di tanto in tanto, come dar fuoco a qualche macchina o imbrattare i muri di qualche casa. A volte si è sentito addirittura parlare di inspiegabili massacri di villeggianti che, aggirandosi da soli di notte per queste vie, hanno avuto la sfortuna di incontrarli. Ho visto con i miei stessi occhi persone che erano il ritratto della salute, piene di acciacchi e lividi ovunque da un giorno all’altro -
L’attenzione delle quattro amiche era ormai tutta in suo possesso. Poteva quasi avvertire i loro cuori battere all’impazzata al di sotto del loro petto, riempiendole di angoscia e di paura.
- La polizia è disperata: non ha idea dell’identità dei ladri, né sa quando arriverà il momento per un loro prossimo colpo. Nessun abitante è al sicuro, ma per non perdere le orde di turisti che vengono qui a villeggiare d’estate nessuna autorità si è decisa a farne parola, e questo rappresenta di certo un pericolo per gli ignari villeggianti che vengono qui con l’intento di passare una rilassante vacanza…-
Il silenzio aleggiò per la stanza, caricando di tensione l’atmosfera. Anche in questo Altezza era sorprendente: riusciva ad interrompere la narrazione al momento adatto, generando un attimo di completo silenzio prima di raggiungere il punto cruciale della storia e creare così la  suspence necessaria a rapire il suo ascoltatore fino al termine del racconto, e farlo pendere dalle sue labbra.
- Qui nel vostro quartiere si sono mai verificati degli episodi di furto o vandalismo?- osò chiedere una titubante Lione, spezzando al momento giusto quell’atmosfera di tensione che si era creata.
Altezza osservò negli occhi il cugino e il fratello, e sulle labbra dei tre comparve l’ombra di un sorriso.
- Per ora la nostra zona sembra non essere tra gli obiettivi della banda – comunicò poi Altezza, avvertendo il sollievo spaziare sui volti delle amiche – Ma in fondo chi lo sa, tutto può accadere. Potrebbe essere probabile che i ladri stiano architettando un piano per giungere qui a derubarci, proprio… ADESSO!-   
Come ebbe terminato di raccontare, dalle finestre di fuori si sentirono provenire delle grida acute, e successivamente qualcuno prese a sbattere violentemente i pugni su porte e finestre nel tentativo di raggiungere l’interno della casa.
Tra le ragazze si scatenò il panico generale: Lione e Mirlo strillarono abbracciandosi forte l’una all’altra e chiudendo gli occhi, Fine nascose il volto sulla spalla di Bright tremando di paura, e Rein gridò talmente forte aggrappandosi al petto di Shade, che Altezza si vide costretta ad accendere le luci del salotto e a rivelare la causa di tanto terrore, prima che le quattro perdessero completamente l’utilizzo della voce.
Non appena la luce tornò ad inondare la stanza, le quattro terrorizzate spalancarono gli occhi spaesate, mentre Altezza, Bright e Shade scoppiarono in una sonora risata che fece venir loro le lacrime agli occhi.
- Ci avete creduto!- esclamò la bionda tra una risata e l’altra – Ci avete creduto sul serio! E io che avevo dubbi sulla buona riuscita dello scherzo! E invece ci siete cascate con tutte le scarpe!-
Le quattro la osservarono sbalordite sgranando gli occhi senza capire, Rein si scostò con uno scatto impulsivo dal corpo del moro non appena si rese conto di essergli avvinghiata, guardandolo con ribrezzo. Fine si allontanò da Bright cambiando la direzione dello sguardo per non incrociare quello del biondo, che ancora ridacchiava divertito.
- Che storia è questa?!- gracchiò Rein inacidita, aggrottando le sopracciglia e sentendosi pervadere dalla rabbia.
Altezza, per tutta risposta, si diresse in direzione della porta d’ingresso, aprendola per far entrare due persone a loro sconosciute che le salutarono con un sorriso appena entrate.
- Ragazze, questi sono Auler e Sophie, due nostri amici di infanzia che hanno contribuito allo scherzo in maniera impeccabile.- annunciò la bionda, sciogliendosi in un’altra risata – Non vi facevo così paurose! Avreste dovuto vedere le vostre facce non appena li avete uditi bussare alle finestre! Vi prego, ditemi che qualcuno di voi ha filmato questa scena esilarante!- esclamò poi, ridacchiando sotto lo sguardo inviperito delle altre quattro amiche.
- Dimmi che non hai tentato di spaventarci architettando questo scherzo assurdo!- strillò Rein adirata, volgendo un’occhiata raggelante in direzione della bionda.
- Mi hai fatto quasi morire di paura, lo sai?- esclamò Fine posandosi una mano sul cuore, emettendo ampi respiri nel tentativo di fermare il battito accelerato.
- E voi eravate complici di tutto questo?- chiese ancora la turchina in direzione di Shade e Bright.
I due alzarono le spalle, colpevoli: – Non ho voluto tirarmi indietro: la tentazione è stata troppo forte e non ho saputo proprio dire di no ad Altezza!- esclamò Bright, ridacchiando sotto lo sguardo di una Rein sconvolta.
- Assistere alla dimostrazione della tua codardia e godere dell’espressione terrorizzata sui vostri volti è stato un piacere impagabile!- asserì Shade, osservando con fare saccente la turchina.
Rein, orgogliosa come non mai, non volle dargli la soddisfazione di aver ragione.
- Terrorizzata, io?! E’ ovvio che non hai capito assolutamente nulla: io facevo soltanto finta di essere terrorizzata, in realtà avevo compreso fin da subito il vostro stupido gioco. Sarebbe stato un vero peccato, dopo tutti i vostri sforzi, non darvi neanche un minimo di soddisfazione, dopotutto – affermò, fiera.
- Certo, come no: eri quella che strillava più di tutte!- ridacchiò Shade per nulla convinto della sua affermazione.
- Ti dico che è andata esattamente così!- strillò Rein offesa.
 – D’accordo. Provamelo, allora – la sfidò Shade ancora una volta.
Lei prese ad osservarlo confusa, senza capire dove volesse arrivare. Le labbra di Shade si distesero in un ghigno.
- Provami che sei coraggiosa quanto vuoi far credere.-
 
¤¤¤¤¤¤
 
- Vuoi davvero farmi credere che io devo entrare qui dentro?- esclamò Rein scettica, osservando la grande casa diroccata che si ergeva di fronte a lei con aria minacciosa.
- Esattamente – affermò Shade con la sua solita espressione strafottente stampata in volto – I termini della sfida sono questi: tu ti intrufoli dentro al giardino del vecchio Jack, afferri a caso uno dei suoi ortaggi, e lo riporti qui da noi avendo cura di non farti scoprire. –
Rein si voltò a guardarlo, come per accertarsi che non la stesse prendendo in giro.
- Tutto qui?- chiese spavalda.
- Tutto qui – le rispose Shade, ghignando.
La turchina riprese a studiare con attenzione l’immenso edificio che si stagliava al di sopra delle loro teste.
La casa del “vecchio Jack”, come l’aveva definito Shade, era una classica villa di campagna alla periferia del paese ormai vecchia e malandata, coi muri scrostati e le tegole pendenti dal tetto.
Una recinzione composta da spesse assi di legno ben conficcate nel terreno e strettamente affiancate le une alle altre, completa di filo spinato alla sommità, correva lungo tutto il perimetro dell’ampio giardino. L’unica via d’accesso a quella casa degli orrori, se così si poteva definirla, era rappresentata dal cancello principale: un immenso portone di metallo (uno di quei portoni tipici dei quartieri generali militari) impossibile da aprire per penetrare all’interno.
La casa era attorniata da ogni dove da immense distese di campi coltivati: sul retro era possibile distinguere campi di grano ormai maturo, vigneti, aranceti e frutteti di ogni tipologia, mentre a ridosso della strada era presente un ampio orto florido e ben mantenuto, anch’esso circondato dal suo recinto in filo spinato. A sorvegliare quel luogo apparentemente disabitato stavano un trattore ed un carro, entrambi abbandonati a loro stessi nel silenzio di quella placida notte.
Alla vista del filo spinato, Rein deglutì, cercando di pensare a un modo per riuscire ad attraversare la staccionata senza rischiare di contrarre il tetano.
- Forza, Rein, ce la puoi fare!- udì Fine incoraggiarla pochi passi più indietro, dove si trovava anche il resto del gruppo.
- Chi l’avrebbe mai detto che questa vacanza sarebbe stata così divertente!- esclamò Altezza elettrizzata, aspettando che l’amica si facesse avanti per affrontare la sfida del cugino.
- Non farlo, Rein, ti supplico! Sii ragionevole per una volta!- udì Lione supplicare – Dimostra a quello sbruffone cosa sai fare!- esclamò invece una Mirlo troppo presa dall’entusiasmo.
Rein volse un attimo lo sguardo su di loro, prima di tornare a concentrarsi sullo studio della villa.
- Hai forse intenzione di ripensarci?- udì Shade domandarle al suo fianco, con l’aria di chi è già certo di aver la vittoria in tasca.
- Giammai!- gli rispose decisa, sostenendo il suo sguardo con fierezza ed orgoglio.
Infine si decise ad entrare, muovendo qualche passo in avanti.
- Ah, un’ultima cosa – la avvertì Shade, prima che la sfida avesse ufficialmente inizio – è mio dovere farti presente che il vecchio Jack è molto geloso dei prodotti della sua terra, e raramente permette che qualche sconosciuto si addentri nel suo giardino per privarlo dei frutti del suo arduo lavoro. In genere, non appena ode anche il più minimo scricchiolio, ha l’abitudine di avvertire l’incauto disturbatore di stare alla larga dalla sua proprietà con due colpi ben assestati del suo fidato fucile. Ti consiglio di non farti scoprire, se non vuoi restarci secca – e, con un ultimo sorriso di incoraggiamento – A te la scelta se rischiare oppure no – disse.
Al termine di quell’ultima notizia, Rein si decise a proseguire, non senza impedire al suo cuore turbato di batterle velocemente in petto.
Aveva paura, questo non poteva di certo negarlo, ma mai l’avrebbe data vinta a quel montato di Shade. Il desiderio di dimostrargli quanto fosse coraggiosa e la voglia di rendergli pan per focaccia per ciò che aveva osato insinuare sul suo conto fino a quel momento era l’unica cosa che la spinse a compiere quel folle atto.
Dopo aver mosso neanche dieci passi, si ritrovò di fronte alla staccionata, e si fermò a pensare un modo per oltrepassarla.
Arrampicarsi era impossibile: le assi erano troppo alte e troppo levigate per potercisi aggrappare, senza contare che, se anche ci fosse riuscita, avrebbe dovuto comunque fare i conti col filo spinato alle loro sommità.
Lanciò un’occhiata al portone d’ingresso: era spesso, pesante ed arrugginito. Se anche fosse riuscita ad aprirlo, i cardini avrebbero prodotto un cigolio così assordante da rendere il vecchio Jack cosciente della sua presenza ancor prima che lei fosse riuscita ad addentrarsi nel giardino.
Si osservò intorno alla ricerca disperata di una via alternativa, quando improvvisamente si accorse che l’invalicabile staccionata non era così invalicabile come voleva far credere.
All’angolo della recinzione Rein notò un paio di assi leggermente inclinate a causa di una buca sottostante che impediva di ancorarle saldamente al terreno. Con un po’ di fatica sarebbe di certo riuscita ad ingrandire la buca per permettere alle due assi di sollevarsi quel tanto che bastava a farla passare.
Con aria trionfante e sicurezza riacquisita, si mise subito all’opera sotto lo sguardo interessato del gruppo dietro a lei.  
- Secondo voi ce la farà?- domandò una Lione ansiosa.
- Deve farcela, se non vuole che Shade le renda la vita impossibile per il resto dei suoi giorni - rispose Altezza con crescente impazienza.
Shade, poco più avanti, osservava con interesse la turchina all’opera.
La buca era ormai abbastanza profonda da permettere alle due assi di perdere affinità col terreno e riuscire a sollevarsi, creando un varco nella recinzione.
Rein si asciugò la fronte imperlata di sudore con aria pienamente soddisfatta, e lanciò un’occhiata canzonatoria in direzione di Shade prima di addentrarsi all’interno dell’immenso giardino e cominciare così la sua caccia all’ortaggio.
Fine, che non aveva distolto gli occhi da lei un attimo, sospirò agitata non appena la vide sparire dentro la villa. Bright la notò, e le rivolse un sorriso rassicurante.
- Sei in pena per tua sorella?- le chiese con apprensione.
La rossa asserì in un timido sorriso:- Penso di essere più agitata io, che sono qui ad assistere alla scena, di lei che è dispersa là dentro.-
Il biondo ridacchiò divertito:- Sono certo che Rein saprà cavarsela. Mi sembra una ragazza in gamba –
Fine sorrise:- Si, è così – disse – tra le due è lei quella più coraggiosa, io ho paura perfino di un ragnetto insignificante – mormorò, quasi vergognandosi.
- Sono certo che, sebbene tu non sa coraggiosa come dici, sei piena di altre splendide qualità – le rispose il biondo, regalandole un sorriso fiducioso che la fece arrossire dall’imbarazzo.
Rein, nel frattempo, era sgattaiolata tra i cespugli del giardino silenziosa come un gatto, e stava avvicinandosi sempre di più all’orto senza render conto a nessuno della sua presenza.
Superò il carro ricolmo di fieno alla sua destra, e mentre stava avvicinandosi al trattore come ultimo nascondiglio prima di raggiungere il suo obiettivo, notò una sagoma scura e dall’aria sospetta che si ergeva immobile sotto il portico della villa, e che pareva scrutare con attenzione il silenzio della notte.
Quello che doveva essere il vecchio Jack se ne stava comodamente accoccolato sulla sua poltrona preferita, col fucile sottobraccio e un cappello di paglia in testa, a sonnecchiare con un occhio semiaperto, sempre attento ad ogni più minimo rumore sebbene mezzo addormentato, con il tipico atteggiamento del cane da guardia.
Rein si nascose dietro ad una delle ruote dell’enorme trattore, tappandosi la bocca per non rendere udibile il suo respiro affannato: adesso che stava quasi per portare a termine la sua missione illesa, non poteva rischiare di ritrovarsi faccia a faccia col nemico.
La fievole luce proveniente dal portico della villa le permise di analizzare con cura il tragitto di fronte a sé, alla ricerca di ostacoli da evitare per non svegliare l’uomo. Accertatasi che non ve ne fossero, sgattaiolò rapida fin dentro l’orto, approfittando di un momento di massima sonnolenza del vecchio Jack per scavalcare con un agile salto la bassa recinzione di filo spinato che circondava il piccolo appezzamento di terra.
Una volta dentro, fu facile sfruttare la grandezza sorprendente delle piante di zucchine e dei cespi di cavoli e lattuga come nascondigli, ed individuata la preda da afferrare – una zucchina, appunto – la strappò con forza dal grembo della pianta madre, e sgusciò rapida dietro il trattore col bottino tra le mani.
Entrare era entrata, la zucchina da portare a Shade l’aveva, non restava che uscire.
Raggiunse senza problemi il carro ricolmo di fieno, e ormai proiettata verso la vittoria, sgattaiolò velocemente verso la staccionata senza far caso ai possibili ostacoli che avrebbe potuto ancora incontrare lungo la via.
Quello fu un grosso, imperdonabile errore.
A tradirla non fu il passo affrettato, né i suoi respiri affannati che la troppa emozione la costrinse ad emettere.
A tradirla fu un piccolo, insignificante rametto posto sulla via verso la salvezza, che scricchiolò non appena Rein vi appoggiò il piede sopra.
Il rumore, all’apparenza impercettibile, ebbe la capacità di riecheggiare nella placida atmosfera notturna, andando ad urtare anche il timpano sensibile del vecchio Jack, il quale aprì istantaneamente gli occhi, turbato nel sonno, ed ebbe il tempo di scorgere una sagoma scura che attraversava il giardino silenziosa, quasi fosse il vento a portarla.
- Chi va là?- gridò, imbracciando il fucile e azionando due spari consecutivi in quella direzione, che fecero quasi venire un infarto a Rein.
La turchina, più veloce del vento, riuscì a raggiungere la staccionata e ad infilarsi nella buca proprio mentre il vecchio Jack si alzava dalla sedia, pronto per partire al suo inseguimento, ancora incerto se quello che avesse visto fosse reale o frutto dell’immaginazione dovuto alla stanchezza.
Rein infilò le mani sotto le assi di legno per sollevarle e passarci sotto col cuore in gola e l’adrenalina che le scorreva in tutto il corpo, il vecchio Jack alle calcagna.
 – Fai in fretta, Rein, più in fretta!- si sentì incitare dal resto del gruppo che, avendo udito gli spari, era corso alla ricerca di un nascondiglio ed attendeva trepidante l’arrivo della turchina per poterla trarre in salvo.
Rein sgusciò al di sotto della staccionata, e fece per fiondarsi verso gli amici, quando sentì qualcosa tirarla per la maglietta, impedendole ogni via di fuga. Si voltò in preda al panico, constatando che il tessuto si era impigliato ad una delle assi della staccionata, e non vi era modo di liberarlo se non quello di metterci la mano.
- Muoviti, Rein! Il vecchio Jack ti ha quasi raggiunta, che stai aspettando?- si sentì domandare.
Tentò di liberarsi con l’unica mano libera che possedeva, ma non fu sufficiente.
Con un grugnito di disappunto, si ritrovò costretta a liberarsi dello zucchino per liberare anche l’altra mano, il vecchio Jack alle calcagna. In pochi secondi riuscì a sganciare il tessuto dall’asse di legno e a fiondarsi a nascondersi, proprio un attimo prima che il contadino spalancasse l’enorme portone e si mettesse ad ispezionare la strada circostante in sua ricerca.
Tutti trattennero il fiato non appena Jack passò loro di fianco senza notarli, poi il vecchio, appurato che non vi fosse nessuno, se ne tornò dentro brontolando ed inveendo contro la sua vecchiaia capace di interrompergli il sonno e causargli fastidiose allucinazioni.
Rein, Shade e il resto del gruppo uscirono dal loro nascondiglio non appena lo udirono allontanarsi, ed esplosero in un sospiro di sollievo non appena constatarono che la turchina fosse sana e salva.
- Rein, che spavento ci hai fatto prendere!- esclamò Fine saltandole al collo, imitata da Mirlo e Lione.
- Per fortuna stai bene! Ti diverti proprio tanto a farci preoccupare, eh?-  le disse un’Altezza dal cuore più leggero.
- Allora, Shade, hai ancora il coraggio di dire che la nostra Rein non ha fegato da vendere?- chiese Mirlo al ragazzo, lieta che l’amica si fosse fatta valere contro quello sbruffone.
Il moro alzò le spalle, disinvolto:- E’ vero – disse ammirato – è stata coraggiosa. Tuttavia, non ha portato a termine la sfida come le era stato richiesto – affermò, accennando alle mani di Rein, vuote come il portafogli di Altezza dopo una giornata di shopping.
Tutti gli occhi puntarono verso la turchina, constatando con amara delusione che Shade aveva ragione.
Rein, tuttavia, non si scompose, ma anzi con un’espressione vittoriosa in volto, accennò a tirar fuori qualcosa dalla tasca dei pantaloni.
- Ne sei davvero convinto?- domandò a Shade gongolante, mostrandogli lo zucchino che aveva prelevato dall’orto del vecchio Jack.
Gli occhi di Shade si spalancarono dalla sorpresa, mentre un coro di grida vittoriose esplose da parte delle amiche della turchina.
- Devo riconoscerlo: sei un tipo in gamba – ridacchiò Shade, piacevolmente sorpreso e riconoscendo la sua sconfitta.
- Oh, ne sono perfettamente consapevole, non ho di certo bisogno che sia tu a farmelo notare - ribadì Rein, crogiolandosi nella sua gloria. Poi si voltò indietro, dando le spalle a tutti, con l’intento di recarsi di nuovo dentro la villa del vecchio Jack, non ancora sazia del pericolo vissuto quel giorno.
- E adesso cos’hai intenzione di fare?- le domandò Shade, senza capire le sue intenzioni.
Lei, per tutta risposta, gli sorrise saccente.
- Vincitrice di una scommessa si, ma ladra no – rispose - Ho intenzione di riportare al vecchio Jack lo zucchino che mi hai imposto di rubargli. Se lo merita, dopo la levataccia che l’ho costretto a fare, no?- e, detto questo, fece un occhiolino a Shade prima di infilarsi di nuovo sotto la staccionata.
Fine, Bright, Shade, Altezza e tutti gli altri la osservarono sconvolti sgusciare al di sotto della staccionata con la più assoluta tranquillità dipinta in volto, nonostante il rischio che aveva appena corso.
Sul volto del moro, però, si accese anche una nota di profondo compiacimento.

 

Angolo Autrice:

 Rieccomi qui con un nuovo, scoppiettante aggiornamento!
Che dire, sono troppo contenta che ultimamente mi sia tornata l'ispirazione e che sono riuscita ad aggiornare non solo questa fiction, ma anche la mia amatissima fiction de "Il Collezionista di Gioielli", per la quale era una vita che aspettavo qualche manna dal cielo che mi aiutasse a continuarla!
E sono alttrettanto contenta di vedere che, sebbene questa storia sia più semplice e meno affascinante dell'altra, ho tante persone che recensiscono e che mi danno pareri.
Non mi stancherò mai di dirlo: i pareri esterni sono importantissimi per uno scrittore per aiutarlo a crescere (ma si, definiamoci presuntuosamente scrittori, va...). Voi, esponendomi dubbi e osservazioni, oltre che farmi i complimenti, mi aiutate a capire quali siano i punti deboli della storia, e al contempo mi aiutate davvero a migliorare.
Perciò, come sempre, un grazie speciale va a voi che mi seguite e apprezzate i miei scritti :)
Non fatevi ingannare dalla semplicità dello stile di scrittura, però, perchè è vero che per questa storia sto utilizzando un linguaggio più fresco e moderno, ma la trama non sarà altrettanto banale (almeno spero!), e proprio adesso che si avvicina il vero inizio della storia (perchè questo era soltanto un assaggio!) saprò stupirvi con tanti "effetti speciali".
Spero soprattutto di riuscire a strapparvi tante risate, perchè davvero nello scrivere alcune scene mi diverto molto, e ci tengo che il mio divertimento sia trasmesso anche a voi.
Man mano che la fiction procede per me si farà davvero dura riuscire a non combinare dei disastri: capirete al momento giusto perchè ;)
(e sicuramente vi chiederete perchè sono cosi masochista...)
Ma è ovvio! Perchè vi amo!!
Detto questo, vi lascio nella speranza che la lettura sia stata piacevole e rilassante.
Fatemi sapere se avete gradito, e se avete anche delle critiche non temete a farvi sentire: io sono molto open mind, e molto aperta al confronto. Quindi non temete!
Vi saluto, e ringrazio ancora chi mi ha letta fino a qui.
Un bacio a todosssss!

_BlueLady_ (Vale)

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Twin Princess / Vai alla pagina dell'autore: _BlueLady_