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Autore: Directionless    18/10/2015    6 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER*
E se gli Eruditi non si fossero mai ribellati al governo?
E se nessuno avesse mai cominciato la rivolta?
E se i Divergenti non fossero mai stati scoperti?
Cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la simulazione contro gli Abneganti?
Will sarebbe vivo.
Tris sarebbe viva.
Uriah, Lynn e Marlene anche.
Quattro non sarebbe solo.
Christina non sarebbe sola.
La vita a Chicago potrebbe sembrare noiosa ma sta per succedere qualche cosa che sconvolgerà la vita dei nostri eroi. E se tutto questo coinvolgesse tutti in modo personale?
Cosa succederebbe?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti, Will
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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"Se hai paura va bene, ma abbi paura con me" 
Dedicato a Virginia che mi ha fatto ritrovare la voglia di esprimermi.
Capitolo 6
 
Quei due dannatissimi giorni passano lentissimi, non solo mi manca il suo respiro regolare che usavo come ninna nanna, ma mi mancano anche i nostri continui litigi, mi manca il suo sorriso, mi manca qualsiasi cosa riguardasse lui.
Ma nonostante questo sono certa che quei due giorni mi sono serviti per prendere una bella boccata d'aria fresca.
Ho scoperto che tra gli iniziati ci sono delle ostilità e che tra Sarah e Mattew non si è risolto tutto il casino che si era creato. La rivalità tra loro non è alta come quella che c'era tra noi quando ero un'iniziata ma non è poca.
Sto camminando verso la mensa quando mi scontro con un ragazzo alto.
"Oddio scusa!" Mormoro cercando di raccogliere il mio walkie-talkie che è caduto nello scontro.
"Tris, tranquilla" la sua voce mi accarezza i sensi e quando alzo la testa trovo Tobias che mi guarda con un sorriso divertito. "Cosa fai?" Mi chiede poi aiutandomi ad alzarmi prendendomi per un braccio.
"Uh, stavo andando a mangiare." Dico incerta guardando l'ora. Se non mi spiccio il pranzo finirà e addio polpette e torta. "Vuoi venire?" Gli chiedo sorridendo.
Lui sorride e con sicurezza mi afferra la mano incastrandola con la mia.
"Mi sei mancata." Sussurra in modo che sia solo io a sentirlo.
La sua solita sicurezza è tornata in lui, e la corazza che avevo visto infrangersi l'altra notte è tornata al suo posto. 
Entrando in sala mensa un profumo di carne mi invade le narici, adoro il giorno delle polpette.
Mi siedo al nostro solito tavolo afferrando la forchetta dal vassoio della carne e mettendomi due palline di carne nel piatto, poi prendo la forchetta del vassoio delle patatine e me ne metto una manciata abbondante.
Sono talmente impegnata a versarmi le polpette che non mi sono nemmeno presa la briga di salutare gli altri.
"Ciao anche a te Tris" ridacchia Uriah "Hai fame, vedo.". Sorrido leggermente e mi sporgo sul tavolo per salutare tutti con un bacio sulla guancia.
"Avete fatto pace!" Esulta Marlene battendo le mani come una bambina.
Tobias sorride e le mostra le nostre mani ancora intrecciate. Arrossisco di botto e slaccio le mani afferrando un boccone di quelle buonissime polpette.
"Ti amo, Tris." Mi sussurra all'orecchio Tobias.
Arrossisco di più e tutto d'un tratto tutto scompare. Ci sono solo io, da sola, in una stanza vuota. 
 
 Mi sveglio cacciando un'urletto acuto e mi trovo avvolta in un velo di sudore. Mi guardo attorno e non riconosco il posto in cui mi trovo, dove sono? Mi guardo in giro di nuovo e riconosco le dodici brandine sparse per la camera, i bagni fetidi e l'aria pesante. Sono ancora nel dormitorio degli iniziati. E non sono passati due giorni. O meglio, sono passati ma io e Tobias non ci parliamo. Da due settimane.
Controllo che nessuno si sia svegliato, e ne ho la conferma quando alcuni lamenti assonnati si trasformano in respiri pesanti e regolari.
Sospiro e mi passo una mano sul volto cercando di scacciare il ricordo di quel sogno, ma non ci riesco, ormai sono sveglia e tornare a dormire è praticamente inutile.
Mi alzo e guardo l'orologio dalle lancette luminose, sono le quattro di mattina, tra due ore devo svegliare gli iniziati, magari se mi faccio la doccia perdo un po' di tempo e mi rilasso.
Afferro un cambio di vestiti e un paio di salviette, prendendo anche un flacone di sapone.
Entro in un box doccia e mi spoglio riponendo tutti gli abiti su uno scaffale e apro il rubinetto dell'acqua. Il getto d'acqua che mi investe è freddo e a contatto con la mia pelle accaldata e sudata si producono piccole nuvole di vapore. Sospiro e mi siedo per terra aspettando che la caldaia cominci a fare il suo lavoro.
L'acqua mi scorre sulla pelle lasciando delle strisce bagnate dietro di sé. Comincio a pensare, forse questa doccia non mi sta aiutando molto.
L'acqua si scalda ma io sono troppo intenta a pensare a quel dannato sogno per rendermene conto, mi manca davvero tanto Tobias, infondo la mia stupida decisione di quella pausa non era davvero la cosa più giusta per me, non come pensavo.
Mi stringo le ginocchia al petto e non mi rendo nemmeno conto delle lacrime che mi scorrono sul viso. Ho sentito dire che il posto migliore per piangere è la doccia ma non mi sento meglio con l'acqua che mi inzuppa tutta e mi riempie gli occhi di gocce che ingrossano le dimensioni delle lacrime.
Se avessi dato un'occasione in più a Tobias ora non starei così male. Sarei con lui in camera a parlare o a dormire abbracciati.
Chiudo l'acqua della doccia per insaponarmi ma un urlo acuto e femminile mi blocca. Esco in fretta dalla doccia avvolgendomi i capelli nell'asciugamano più piccolo e mi infilo velocemente l'intimo.
Corro nella stanza accanto al bagno e vedo che tutti gli iniziati sono in piedi vicino al  letto di Sarah.
Per la mente mi passano mille pensieri, potrebbero averle tolto un occhio con un coltello da burro, potrebbero averla soffocata.
"Levatevi, fammi passare!" Urlo facendo spostare i ragazzi.
Savannah e Josh sono accovacciati vicino a Sarah. Sta perdendo molto sangue. Ha i polsi tagliati e un coltello di quelli da lancio impugnato nella mano destra.
"Savannah, Josh, allontanatevi." Impongo mettendo una mano sulla spalla della ragazza.
"Era mia amica, lei era la mia amica!" Piagnucola Savannah, non ho la forza di separarla da quel corpo inerme che aveva creato ostilità sin dall'inizio.
Era brava, se la cavava, non eccelleva ma era forte a tirare i coltelli ed era molto veloce nei movimenti. 
In fondo al gruppo vedo Mattew che ghigna in silenzio. Tutto coincide. 
Mi volto verso di lui e vedo il suo ghigno spegnersi; gli cammino incontro e lo afferro per il copino quando cerca di andare nella direzione opposta. 
"Cosa credi di fare? Ah?" Dico a denti stretti. 
"Andiamo bambolina, pensi che sia stato io?" Ha un tono strafottente e arrogante. Mi ricorda Peter.
Lo sbatto contro il muro e lo blocco per il collo tenendolo con un gomito. Alzo il ginocchio all'altezza delle sue parti intime e lo sento irrigidirsi.
"Non ti facevo un'assassino, sai. Sei un lurido bastardo non meriteresti nemmeno di essere chiamato Intrepido.". E con un gesto secco gli assesto una ginocchiata.
Cade a terra arrancando e tenendosi le parti intime.
Mi avvicino al corpo ormai senza vita da un po' e allontano le persone.
Mi avvicino al mio letto e mi vesto afferrando poi il walkie-talkie chiamo il codice di Tobias e di Eric.
"A rapporto." Risponde prima Tobias. 
"Codice nero nel dormitorio." Dico. È la prima frase che dico a Tobias in due settimane.
"Arrivo subito". Mi risponde.
Chiude la comunicazione e mi scappa un sospiro amaro.
"Per l'amor del cielo rigida! Sono le quattro del mattino, cosa diamine vuoi?" Sbotta Eric nel mio comunicatore da polso mentre aiuto Savannah ad alzarsi.
Silenzio. 
Tutta la stanza cala nel silenzio. Il battito del mio cuore accelera e vedo Josh e Savannah alzare la testa interessati alla mia risposta.
"Alza il culo da quel letto, abbiamo un morto.". 
Questa volta chiudo io la comunicazione.
"A cosa si riferiva?" Mi chiede una delle candide che mi sembra si chiami Annabeth.
Ignoro la domanda e strattono Savannah per farla alzare.
"Facile" mormora una voce all'ingresso. Mi giro di colpo e vedo Peter con una barella in mano che ghigna. Cazzo. "Non ve lo ha detto? Lei era un'Abnegante. Una rigida." Mormora scendendo le scale poi. Il suo volto ha un ghigno di arroganza in faccia. Lo prenderei a pugni.
Quando arriva in parte a noi fa cadere la barella per terra e si accovaccia accanto al corpo. Ha un'espressione schifata e sta sudando.
"Non dovrebbe farti schifo. Hai cavato un occhio a un ragazzo tempo fa." Gli schiaffo la verità in faccia, non mi sento di dare peso a quello che ha appena svelato agli iniziati.
"Taci tu. Vedo che il tuo corpo è migliorato da quattro anni fa. Beato il tuo ragazzo." Il suo tono non è malizioso ma più che altro arrogante.
Stringo i pugni ricordandomi di essere ancora in intimo e mi avvicino al mio letto aspettando che arrivi Tobias per pulire tutto.
La porta si apre pochi istanti dopo che mi sono seduta sul letto e mi sto infilando i pantaloni. Tobias entra nella stanza e ispeziona il luogo con uno sguardo attento. Quando mi vede lo sento deglutire e mi si stringe il cuore.
"C-chi è morto?" Chiede balbettando e diventando rosso. 
"Mi dispiace Quattro, si tratta di Sarah." Lo informa Eric che spunta dalla porta dietro Tobias.
"Ow" dice soltanto quest'ultimo che cerca invano di non sembrare triste.
Lo so che ci teneva a Sarah, era la prima pacifica che arrivava da noi e che lui ha potuto aiutare a migliorare.
"Vestiti scostumata!" Mi riprende Eric. 
 
Dopo venti minuti il corpo di Sarah è pronto per la cerimonia di addio e io e Tobias siamo soli nel dormitorio a cercare di pulire il disastro che c'è per terra.
"Come stai?" Mormoro cercando di riacquistare l'atmosfera tra me e Tobias.
"Non me lo stai chiedendo davvero!" Dice incredulo guardandomi. È bellissimo, non posso fare a meno di sorridere alla sua espressione comica. "Cosa ridi?" Mi chiede ancora nascondendo un sorrisetto accennato.
Non lo vedo nemmeno muoversi e in pochi secondi me lo ritrovo sopra che mi fa il solletico facendomi ridere come una matta, non ricordavo di avergli mai detto di soffrire il solletico ma lui a quanto pare lo ha scoperto in qualche modo. 
"Smettila! Per l'amor del cielo! Oddio! Tobias fermo!" Imploro urlando e ridendo.
Le sue mani si fermano e sento gli addominali rilassarsi immediatamente. Il suo corpo preme sul mio e le sue mani grandi avvolgono il mio ventre quasi perfettamente. Il suo respiro profondo sbatte sul mio volto e sento il mil cuore accelerare visibilmente. Mi accarezza il volto con un gesto fluido e dolce e il suo volto si rilassa in un'espressione di pace che non vedevo da tempo.
"Torna da me" sussurra poco prima di baciarmi. Credo fermamente che le sue labbra avessero creato un'astinenza in me che non ho la più pallida idea di come abbia superato. La sua bocca si incrocia con la mia in una danza che mi era mancata davvero tanto.
"Ti amo" sussurro sulla sua bocca.
"Lo so" mi risponde ridacchiando e baciandomi tutta la linea della mascella.
Rido di gusto e mi alzo notando con disgusto che le macchie di sangue si estendono non  solo vicino al letto ma anche sotto al letto e sulle lenzuola nere e grigie.
"Dormi da noi stasera?" Mi chiede riafferrando lo strofinaccio e la candeggina. 
"No. Sei tu che dormi da me" lo stuzzico facendolo ridacchiare.
 
***
 
"Lo sappiamo che siete tutti scossi dalla morte di Sarah ma non possiamo ritardare la vostra preparazione, quindi oggi vi eserciterete ancora con i coltelli per un'oretta e poi ripasseremo tutto quello che abbiamo fatto in questo primo modulo. Poi, domani, scopriremo chi di voi verrà eliminato." Borbotta Max cercando di farsi sentire durante la colazione.
Qualche ragazzo sorride trionfante facendosi vedere sicuro di se ma quasi tutti i trasfazione sono abbattuti. Dico quasi perché Mattew è molto sicuro di sé e lo fa notare con il suo sgurdo arrogante.
Fisso il mio piatto vuoto per qualche istante e poi mi alzo con movimenti lenti e trascinati. "Dove vai Tris?" Mi chiede Uriah. "Via." E me ne vado dalla mensa. Il ricordo della mia iniziazione brucia più di quanto potessi pensare. Le botte, i lividi e il dolore che avevo provato durante la mia iniziazione sembrano farsi più vicini di quello che potessi credere, è come avere un coltello conficcato in una parte del cervello. Un chiodo fisso, un ricordo vivo.
Giro l'angolo del corridoio e la vedo, sta aspettando qualcuno, nel suo tailleur blu oceano, ma non ha l'aria spaesata di una persona estranea al nostro "scantinato". Lei sa dove è, lei sa cosa sta cercando. E penso di saperlo pure io.
"Ciao Tris, cercavo te." Intona con quella voce melodiosa che mette i brividi.
"Ciao Jeanine. Quanto tempo.".



NOTE DELL'AUTRICE
Io mi devo scusare per l'immenso ritardo che sto avendo in questo periodo, da notare che i due capitoli hanno un anno di distanza e sononimmensamente grata a tutte voi per esserci ancora. Potrei usare come scusa dei problemi di salute o la scuola ma non sono cose sensate quindi imploro perdono in ginocchio.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, aspetto con ansia qualche recensione visto che ne ho ricevute diverse anche durante questo periodo "buio" a cui, a proposito, prenderò la premura di rispondere con le mie più care scuse immediatamente.
un bacione a tutte 
Laura.
   
 
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