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Autore: oO0Ginevra0Oo    18/02/2009    2 recensioni
Piccola storia (e prima!) ispirata a una canzone di Tiziano Ferro e a una giornata come tante resa magica da qualche schizzo di neve candida...***
Genere: Romantico, Poesia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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""""""Vorrei mi facessi un regalo, un sogno inespresso, donarmelo adesso , di quelli che non so aprire, di fronte ad altra gente, perché il regalo più grande, è solo nostro per sempre"""""" Il primo “nevica!” era uscito flebile dalla voce di Ginevra. Si era infilato timido nella conversazione, interrompendo i discorsi sulla giornata di scuola appena finita, ed era rimasto lì, a mezza bocca, facendo cadere l’insulsa conversazione. Ricky aveva alzato gli occhi stupito, Lillian si era guardata intorno cercando lo sguardo interrogativo di Lavinia, Gio sorrideva beffardo e Sonia...beh, Sonia veniva da Blue Rock, dove nevicava praticamente ogni giorno. Lei non poteva capire che potere avesse quella piccola parola. I ragazzi si fermarono nel parcheggio...piccoli schizzi di neve candida scendevano giù dal cielo, radi e poco convincenti, quasi incerti del voler posarsi a terra. NEVICA!! L’eccitazione invase all’improvviso tutta la compagnia, le ragazze alzavano gli occhi per non perdersi un attimo di quel magico evento; i ragazzi sorridevano: forse avevano capito che quella non era vera neve, forse erano anche loro frementi. Gli schizzi bagnavano appena i volti entusiasti, erano così piccoli, non si accorgevano che in quel momento la loro decisione di cadere proprio in quel posto,in quel momento, avrebbe fermato la città. La compagnia avanzò; ogni passo sembrava durare in eterno: nessuno voleva perdersi un attimo di quella incerta nevicata, che sarebbe probabilmente finita nel giro di pochi minuti, giusto il tempo perché i fiocchi si accorgessero di aver sbagliato meta, che a Green Hill c’era una sorta di regolamento che vietava la neve. Ginevra cercava di saziare il più possibile i suoi occhi con quell’insolito e magico panorama, e camminava estasiata. Bastava qualche schizzo in più per far riesplodere l’entusiasmo nel gruppo, e neanche il freddo distoglieva il pensiero da quella poesia bianca... Ginevra era tornata a casa. Si era salutata con i suoi amici e aveva attraversato il cortile faticando per non saltellare fino al portone di casa. Che potere ha la neve, quando ti prende all’improvviso...te ne accorgi dall’aria, è da giorni che il desiderio si sussurra di bocca in bocca, che non vien subito smentito dai realisti...ti ritrovi a controllare le previsioni del tempo senza accorgertene, sperare che la temperatura non scelga o salga troppo, ma non hai quasi coraggio di dirlo a nessuno, sopprimi il desiderio perfino con te stesso perché tanto sai che non si avvererà... e poi succede che i fiocchetti bianchi ti stupiscono, ti lasciano senza parole. Ginevra li osservava dalla finestra, aveva paura che, separandosene, avessero smesso di scendere. Ma così non fu. Il tempo di prendere i compiti e già la madre gridava la parolina magica, dolce, musicale: “vieni a vedere,NEVICA!”. I fiocchi erano iniziati a scendere con più convinzione, più grandi ma comunque trasportati dal vento; volteggiavano aggraziati, animandosi in un luminoso turbinio che si posava sulle piante e sui balconi...era la neve, meravigliosa. Che bel regalo... """""voglio farti un regalo, qualcosa di dolce, qualcosa di raro, non un comune regalo, di quelli che hai perso, mai aperto, lasciati in treno o mai accettato, di quelli che apri e poi piangi, che sei contenta o non fingi, in questo giorno di metà settembre, ti regalerò il regalo mio più grande...""""""
  
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