Sta' attento a non perderti nelle tue fantasie
La immagini spesso.
La sua mano ti afferra il lembo dello yukata come quando eravate ragazzi; ti tira il braccio all’indietro, fermando il pugno diretto al viso terreo del vecchio che ti sta di fronte. Per un attimo sfiori le sue dita sotto la stoffa, e la sua pelle è morbida come quella di tutte le altre donne; Otose ti guarda e avvampa e tu dimentichi le sue espressioni dure, i suoi polpastrelli callosi, e rimani immobile in quello sguardo che è per Tatsugorou, per lui e lui soltanto.
Il problema, ti dici, è tutto nell’immaginazione. Vivevi di fianco a lei e non ti bastava più; vivi e immagini e sai che quelle fantasie non ti porteranno da nessuna parte. Otose vive vicino a te, ma vive anche al fianco di Tatsugorou, e nessuno di loro due ha bisogno di immaginare.
E non è come se la sognassi, no; non oseresti, non lei, perciò la guardi da lontano. La cerchi in altri tratti, la trovi in altre donne; arriva il giorno in cui non sai più dove finisca Otose e dove cominci l’immagine che hai creato di lei. Sposi una ragazza che è il suo opposto in tutto; la ami e non riesci a spiegartene la ragione.
Il problema, ti ripeti, è tutto nell’immaginazione.
Otose riemerge decenni dopo nei tratti duri del viso sconosciuto di tua figlia, nei polpastrelli callosi di quelle mani abituate a maneggiare una spada, e l’immagine del suo viso di ragazza si sovrappone agli occhi vuoti della persona che hai davanti. Chi sei?, ti domandi, e Sei tu, ti rispondi. Pirako ti guarda come se lo capisse, così chiudi gli occhi, e Otose ritorna.
La immagini spesso.
La sua mano ti afferra il lembo dello yukata come quando eravate ragazzi; ti tira il braccio all’indietro, fermando il pugno diretto al viso terreo del vecchio che ti sta di fronte. Per un attimo sfiori le sue dita sotto la stoffa, e la sua pelle è morbida come quella di tutte le altre donne; Otose ti guarda e avvampa e tu dimentichi le sue espressioni dure, i suoi polpastrelli callosi, e rimani immobile in quello sguardo che è per Tatsugorou, per lui e lui soltanto.
Il problema, ti dici, è tutto nell’immaginazione. Vivevi di fianco a lei e non ti bastava più; vivi e immagini e sai che quelle fantasie non ti porteranno da nessuna parte. Otose vive vicino a te, ma vive anche al fianco di Tatsugorou, e nessuno di loro due ha bisogno di immaginare.
E non è come se la sognassi, no; non oseresti, non lei, perciò la guardi da lontano. La cerchi in altri tratti, la trovi in altre donne; arriva il giorno in cui non sai più dove finisca Otose e dove cominci l’immagine che hai creato di lei. Sposi una ragazza che è il suo opposto in tutto; la ami e non riesci a spiegartene la ragione.
Il problema, ti ripeti, è tutto nell’immaginazione.
Otose riemerge decenni dopo nei tratti duri del viso sconosciuto di tua figlia, nei polpastrelli callosi di quelle mani abituate a maneggiare una spada, e l’immagine del suo viso di ragazza si sovrappone agli occhi vuoti della persona che hai davanti. Chi sei?, ti domandi, e Sei tu, ti rispondi. Pirako ti guarda come se lo capisse, così chiudi gli occhi, e Otose ritorna.
La immagini spesso.
19.10.2015
Questa flashfic è stata scritta nell'ambito dell'evento La corsa delle 48 ore organizzato dal forum La torre di carta partendo dal prompt Non è meglio stare aggrappati a un sogno meraviglioso invece che rovinare tutto con la realtà? (Cinderella story, di Mark Rosman).
Ho un problema serio con le storie-loop che si richiudono su se stesse - nel senso che è una di quelle costruzioni che amo molto e che perciò torno spesso ad utilizzare. Sopportatemi anche questa volta, vi prego /o/
Grazie mille per aver letto!
Kuruccha