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Autore: GaudinaSpecialALEC89    19/10/2015    3 recensioni
Un mese dopo…
Come vola il tempo è passato già un mese dalla nascita dei piccoli, Camilla e Gaetano dopo quel giorno in ospedale si sono visti pochissime volte e soprattutto nessun nuovo caso che coinvolgesse entrambi. L’arrivo di una lettera dal procuratore che offre un nuovo posto al vice questore, viene accolta da Gaetano come una possibilità di allontanarsi da lei e da quello che la circonda. Ma non sempre tutto va come si spera e anche il suo trasferimento causerà non pochi problemi. E Camilla come affronterà l’allontanamento di Gaetano? Le importerà qualcosa oppure sarà del tutto indifferente? Lo scopriremo solo leggendo!
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estranei a Partire da Ieri

 

POV Gaetano

La decisione è presa andrò via, mi hanno offerto il posto di Vice Questore a Verona. Non vorrei ma forse mi farà bene cambiare città. Mi dispiace solo lasciare i miei amici, ma so che capiranno e comprenderanno. Squilla il telefono, non ricordo dove l’ho messo e inizio la caccia al telefono. Lo trovo, rispondo
«Dotto’ ma è vero quello che si dice in giro? Che ve ne andate»
È Torre il mio migliore amico, il mio confidente, ma nonostante tutto non sono riuscito a dire niente nemmeno a lui, e ora lo trovo inevitabile e con un nodo alla gola gli do la conferma
«Torre si è vero, vado via qui mi sento soffocare»
Lo sento trattenere un gemito deve essere un duro colpo per lui, ma lo è anche per me un nuovo trasloco, una nuova vita, nuovi collaboratori e soprattutto niente prof, e forse è proprio meglio così.
«È per lei non è vero? Ci parlo io dotto’»
«No Torre non ne vale la pena è meglio così per tutti, ma tu mi devi fare un favore, non devi dire nulla su dove sono, e non devi dare nemmeno il mio nuovo numero, che ti manderò appena posso. Ho bisogno di staccare dalla vecchia vita, da lei»
«Va bene, non si preoccupi. Spero almeno che ci venga a salutare»
«Ovviamente, non sarei partito senza salutare te e la Lucianona»
E dopo esserci salutati chiudo il telefono e torno a sistemare le mie cose continuando a viaggiare nei miei pensieri.
Sto scappando, lo so ma non posso fare altrimenti. Lei mi ha ucciso e io devo cercare di rinascere non posso far tornare tutto come prima e fingere di essere solo un amico non più. O mia o niente e lei ha scelto niente.
Finisco di raccogliere le mie cose ed esco da quella casa e prima di chiudere la porta, rimango lì ad osservarla e sospiro. Quante cose successe lì dentro nei mesi passati. Mi faccio coraggio, chiudo tutto e chiamo l’ascensore che sembra non arrivare, nel mentre volto di poco lo sguardo verso la sua porta chiusa e per un solo secondo mi viene la voglia di bussare, ma resisto chiudendo gli occhi, cercando di togliermi dalla testa quel pensiero e anche lei.
Finalmente l’ascensore è arrivato metto tutto su e premo il pulsante. Mi sembra di vivere in un incubo. In un attimo tutto quello che ho sempre sognato sembra realizzarsi e poi invece si sgretola come un castello di sabbia abbattuto dalle onde.
Carico i miei bagagli in auto e mi dirigo verso il commissariato, ma prima devo passare da Piazza Vittorio per lasciare le chiavi del mio appartamento alla famiglia a cui l’ho affittato. Dopo aver sbrigato questa faccenda la mia tappa è il mio ex posto di lavoro. Parcheggio la macchina ed entro respiro quell’aria familiare e poi vedo arrivare Torre è strano con un mezzo sorriso triste sul volto lo so è colpa mia, ma con lui non è un addio ci terremo in contatto e poi ogni tanto potremo anche vederci, mica sto partendo per la luna. Gli vado incontro e l’abbraccio senza dire niente perché in questo momento non esistono parole, ma solo gesti. Sento una lacrima venire giù vorrei fermarla, ma non ci riesco questa volta è troppo anche per me.
Mi stacco da lui e cerco di sorridere, passiamo un po’ di tempo insieme e poi vado a salutare la moglie e tutti gli altri. E dopo il giro di saluti e le ultime raccomandazioni ai miei amici lascio il commissariato di Torino con una morsa al cuore che quasi mi toglie il respiro.
Torno in macchina e parto alla volta di Verona.

Angolo autrice:
Non è niente di che, anzi non sono per niente a scrivere ma questa storia mi è venuta in mente durante la notte e volevo rendervi partecipi dei miei scleri notturni, ovviamente la storia non si conclude qui ha un seguito spero che in qualche modo possa piacere.. a presto!

   
 
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