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Autore: hexleviosa    19/10/2015    0 recensioni
Cosa accadrebbe se durante "Harry Potter e il principe Mezzosangue" Draco e Hermione si fossero segretamente fidanzati e ora fosse giunto il momento di separarsi per la ricerca degli horcrux?
Dal capitolo 16:
“Grifondoro, culla di coraggiosi e nobili di cuore”? Pf, avrebbero fatto meglio chiamarla “Grifondoro, culla di masochisti e pazzi suicida”!
RIELABORAZIONE IN CORSO! RIELABORATO CAPITOLO 1!
Genere: Fluff, Guerra, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Per la Vita che Verrà'
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PER LA VITA CHE VERRA'

24. Potter, hai un anello?

 


Harry passò per tre volte davanti al muro di pietra pensando:

- Mi serve una stanza dove nascondere le cose. - e per magia la porta apparve.

Entrarono in fretta assicurandosi di non essere veduti da nessuno.

Gli oggetti erano accatastati ovunque fino a formare cumuli alti fino al soffitto. Ron si stava già sentendo soffocare, sebbene il soffitto fosse altissimo e le pareti distanti, non avevano quasi spazio per muoversi senza pestare qualcosa.

Quando passarono davanti all'Armadio Svanitore il cuore di Draco mancò un battito: ricordava tutto il tempo che aveva impiegato per aggiustarlo e le tragiche conseguenze che ciò aveva avuto, ma si sforzò di restare concentrato.

- Dividiamoci – suggerì Harry – Cercate il busto di pietra di un vecchio con una parrucca e una tiara! E' sopra una credenza, da queste parti... -

Si addentrarono nel labirinto di corridoi a passo svelto, guardandosi intorno per non farsi sfuggire nulla.

Successe all'improvviso. Un fascio di luce. Un urlo. Una montagna di oggetti che crollava su se stessa.

- Hermione! -

Come Harry sentì Ron chiamare l'amica, si mise a correre nella direzione in cui gli sembrava che provenisse la voce.

Quando li raggiunse Ron e Draco stavano duellando contro Tiger e Goyle. Hermione aveva le gambe incastrate sotto quella che sembrava essere una credenza e, siccome i due ragazzi non stavano avendo difficoltà, andò ad aiutarla.

Sollevò gli scaffali quel tanto che bastava all'amica per scivolare via.

- Stai bene? - le chiese un po' preoccupato.

- Sì – prese un respiro profondo – Mi sono solo fatta cogliere di sorpresa. -

Si alzò e andarono insieme dai due compagni.

- Sei un traditore! - urlò Tiger al biondo.

- Che ci vuoi fare? Ora se la fa con le Mezzosangue, si vede che le altre non lo soddisfavano più. - sghignazzò Goyle.

Hermione non si fece trovare impreparata una seconda volta. Quando Tiger le lanciò l'anatema che uccide, lei scartò di lato e la maledizione la mancò di pochi centimetri.

Cominciò un duello serrato, seppur in maggioranza i quattro rimasero destabilizzati dalle maledizioni senza perdono che volavano all'impazzata.

- Harry! - urlò la riccia – Ho visto il diadema! -

- Vai a prenderlo, io ti copro le spalle. - rispose il moro proteggendosi da una cruciatus il secondo dopo.

La riccia si allontanò dal gruppo e, quasi in contemporanea, Tiger lanciò un Ardemonio. Fu l'inferno. Gli oggetti cominciarono a bruciare e il fuoco si disperse.

- Ehi, qui! - Ron chiamò Draco e Harry e lanciò ad ognuno una vecchia scopa, presa da un mucchio vicino.

Una volta in volo individuarono Hermione quasi subito e il biondo si lanciò in picchiata e l'afferrò per la vita.

- Dobbiamo uscire! - urlò mentre teneva la fidanzata stretta davanti a sé.

- Non possiamo lasciarli qui! - ribatté Hermione.

Harry fece dietrofront e gli altri lo seguirono.

- Se moriamo per loro, ti uccido, Harry! - ruggì la voce di Ron.

Il bambino-che-è-sopravvissuto tirò Goyle sulla sua scopa. Ma proprio mentre Draco e Ron stavano afferrando la mano di Tiger una Chimera ardente lo inghiottì. Iniziarono a volare alla cieca, con gli occhi semichiusi per il fumo e i polmoni che imploravano ossigeno. Quando uscirono rotolarono lungo il corridoio e la porta si chiuse alle loro spalle.

Il tempo di rimettersi in piedi e Goyle era già sparito chissà dove. Non molto lontano da lì si udiva l'inconfondibile fragore di un duello e di... risa?

I gemelli Weasley apparirono poco dopo, seguiti da Percy.

- Ragazzi, non ci crederete mai: Perce ha fatto una battuta! - esclamò Fred.

- Una vera battuta! Potrei quasi commuovermi! - trillò George.

Ron sorrise e andò verso i fratelli, ma riuscì a fare solo pochi passi.

L'aria esplose. Hermione non ebbe il tempo di comprendere ciò che stava accadendo. Non si ricordava neppure il momento in cui era caduta a terra, le uniche cose di cui era consapevole erano il pavimento freddo contro la guancia e il corpo di Draco premuto contro il suo a proteggerla. Il vento freddo le solleticò il viso e quando aprì gli occhi vide la Foresta Proibita proprio davanti a sé: il fianco del castello era esploso.

Il biondo si portò sulle ginocchia e lei riuscì a mettersi seduta.

- Stai bene? Sei ferita? - chiese preoccupato.

Lei scosse la testa:

- Tutto bene. -

A pochi passi da loro Harry si alzò a fatica e li raggiunse. Un grido lancinante le fece venire voglia di vomitare. Dietro di lei, tre ragazzi coi capelli rossi stavano inginocchiati a terra, accanto al punto dell'esplosione, gli occhi di Fred li fissavano senza vederli, lo spettro dell'ultima risata ancora impresso sul volto.

Hermione li osservò immobile, non capacitandosi ancora di ciò che era appena accaduto. Sarebbe stata colpita da uno schiantesimo se Harry e Draco non l'avessero afferrata e gettata per terra.

- Dobbiamo muoverci! - sussurrò il Serpeverde, forse per paura di interrompere quel momento di dolore.

- So dov'è. - urlò Harry.

- Cos... chi? - chiese la riccia.

- Voldemort. Voi restate uniti, ci vediamo dopo. - e senza dar loro neanche il tempo di ribattere corse via.

 

Erano rimasti ad osservare i Weasley riuniti attorno al corpo di Fred in Sala Grande. Non parlavano, erano semplicemente fermi a osservarli mentre si tenevano stretti per mano. La paura che anche loro potessero perdersi occupava le loro menti, ma non osarono esternarla.

Poi la folla cominciò a muoversi verso l'esterno. I due ragazzi si chiesero cosa stesse succedendo e uscirono per vedere.

I Mangiamorte erano schierati davanti a loro e Draco non poté fare a meno di cercare i suoi genitori con lo sguardo e si stupì un poco nel notare che anche loro lo stavano osservando. Sua madre gli sorrise lievemente e gli fece un cenno col capo in senso di approvazione. Suo padre, impassibile come sempre, gli indicò l'anello con lo stemma dei Malfoy e lui non poté fare a meno di chinare lo sguardo sul suo anulare, dove faceva mostra di sé lo stesso cerchietto di platino.

Venne distratto dall'urlo di Hermione, che fece un passo verso la schiera dei nemici. La fermò afferrandola per entrambe e seguì il suo sguardo.

Hagrid portava tra le sue braccia il corpo inerme di Potter. Si sentì morire. Tirò la ragazza verso di sé, spostando la mano dal suo braccio alla sua vita, e la sentì appoggiarsi a lui totalmente, quasi come se non avesse più forze.

Quando Paciock si fece avanti e parlò ai compagni lei stava ormai singhiozzando e non ascoltò quasi le sue parole. Il suo migliore amico era morto, lo aveva perso per sempre e nessuno avrebbe più potuto occupare il vuoto che già roderle il cuore.

Poi Neville tirò la spada di Grifondoro fuori dal cappello e con un colpo netto mozzò la testa di Nagini, Harry saltò giù dalle braccia di Hagrid e si mise a correre verso il castello.

Draco rimase così meravigliato da quanto era appena accaduta che non ebbe la prontezza di afferrare Hermione che scivolò via dalla sua presa e andò dietro all'amico.

La battaglia era aperta più che mai. Le persone correvano da una parte all'altra e ovunque vi erano duelli.

- Malfoy! -

Alzò lo sguardo e vide Potter che correva verso la Sala Grande.

Non gli occorse molto tempo per pensare. Ci aveva riflettuto abbastanza ed era quello che voleva. Un detto babbano diceva: “non rimandare a domani, quel che puoi fare oggi” e lui non aveva alcuna intenzione di rimandare!

- Potter, hai un anello? - gli urlò.

- Cos... no! A che ti serve un anello in un momento come questo? -

Nessuno dei due smise di correre.

- Devo chiedere una cosa ad Hermione! - sorrise furbescamente.

- Devi chiedere...? - ma prima di terminare la frase fu colto dall'illuminazione e si fermò di colpo – Oh no! Non se ne parla neanche! Non azzardarti, Malfoy, è troppo presto! Non è pronta! -

Ma il biondo non aveva interrotto la sua corsa e ormai si era confuso tra la folla.

- Cazzo! - imprecò tra i denti.

Ma si sarebbe preoccupato di quello più avanti, ora doveva salvare il Mondo Magico!

 

Draco voltò a sinistra e quasi andò addosso a qualcuno.

- Mamma! - esclamò stupito di trovarla lì. - Che ci fai qui? -

- Oh, niente in effetti. Avevo solo sentito che ti serviva un anello. - rispose con nonchalance.

Il ragazzo arrossì impercettibilmente. Va bene che sua mamma approvava la relazione con Hermione, ma non era proprio il massimo parlarne così, nel bel mezzo di una battaglia e per di più senza aver avuto la possibilità di provare un discorso.

- Sì, hai ragione. - ammise tranquillo.

Narcissa, senza dire alcunché, si sfilò lentamente l'anello di fidanzamento dei Malfoy e lo porse al figlio.

- Ma questo... -

- Voglio che lo prenda tu, Draco. È giusto così. - rispose seria.

Afferrò il cimelio di famiglia con delicatezza e lo osservò. Sì, era assolutamente sicuro che quell'anello non sarebbe potuto stare al dito di nessuna ragazza che non fosse stata Hermione. Se si fosse trattato di un altra persona avrebbe sicuramente pianto per la commozione, ma lui era un Malfoy e un Malfoy non piange. Mai.

- Cissy, dobbiamo andare. -

Il ragazzo alzò la testa di scatto. Prima non aveva notato suo padre che, in disparte, poco più indietro, li stava osservando.

Fu sul punto di dirgli qualcosa ma poi realizzò che, se suo padre avesse avuto qualcosa da obbiettare, l'avrebbe già fatto e quindi il suo silenzio non poteva che significare la sua approvazione.

Lady Malfoy abbracciò il figlio e, dopo avergli sussurrato all'orecchio di prestare attenzione, lo lasciò e seguì il marito verso la parte opposta del corridoio.

Il Serpeverde rimase a fissare il punto in cui i suoi genitori erano appena svaniti, per qualche istante, poi si voltò diretto alla Sala Grande.

Lo spettacolo che vi trovò fu spaventoso, poco ci mancò che non gli venisse un tuffo al cuore.

Voldemort stava duellando con la McGranitt, Lumacorno e Kingsley insieme. A cinquanta metri metri da lui anche Bellatrix continuava a combattere e, come il suo padrone, lottava contro tre avversari contemporaneamente: Hermione, Ginny e Luna. Un Anatema che Uccide le mancò di un soffio e Draco fece per intervenire quando fu spinto da parte.

- Mia figlia no, cagna! - urlò la signora Weasley.

Tempo un secondo e prese il posto delle tre ragazze e cominciò a combattere. Entrambe le bacchette fendevano l'aria a colpi veloci e serrati. Non c'era posto per nessuno.

Narcissa entrò nella Sala proprio in quel momento e, senza curarsi di nessuno, alzò la bacchetta verso Molly. Draco stava per urlarle di non farlo quando capì: non stava la puntando verso di lei. Narcissa Black in Malfoy, per la prima volta nella sua vita, stava impugnando quell'arma contro la sua stessa sorella.

Non udì le parole uscite dalle sue labbra, ma da movimento della mano intuì che si trattasse di un Expelliarmus. La bacchetta le vibrò tra le mani ma Bellatrix riuscì a tenerla saldamente e non farla volare via. Ma non poté fare a meno di voltarsi a guardare chi la stava colpendo alle spalle e, quando lo scoprì, un'espressione di puro stupore si dipinse sul suo volto. Ciò fu sufficiente a distrarla quel tanto che bastava: la maledizione di Molly le passò sotto al braccio teso e la colpì in pieno petto, al cuore.

Il corpo di Bellatrix Lestrange cadde a terra senza vita.

Dalla folla si levò un boato e Voldemort urlò.

Harry colse l'occasione al balzo per affrontarlo apertamente. Erano solo loro due.

Intorno a loro tutti avevano smesso di duellare per osservarli, negli occhi la consapevolezza che la vittoria di uno dei due avrebbe determinato la sorte del Mondo Magico.

Draco si sentì abbracciare e, per un istante, fu sul punto di perdere l'equilibrio. I capelli ricci di Hermione gli solleticarono il collo; il volto premuto contro il suo petto per non guardare il suo migliore amico che combatteva per vivere.

Il biondo le circondò le spalle con entrambe le braccia. Capì che doveva farlo, voleva che lei lo sapesse qualunque cosa fosse accaduta. Perchè sapeva benissimo che, se Voldemort avesse avuto la meglio, loro non sarebbero sopravvissuti a lungo. E se proprio dovevano morire beh, voleva almeno che il loro ultimo ricordo fosse felice.

Perciò inclinò il capo in avanti e, dopo averle lasciato un bacio sulla tempia destra, le sussurro un'unica parola.

- Sposami. -

Percepì il respiro della ragazza mozzarsi di colpo.

Poi fu il silenzio. Il corpo di Voldemort cadde all'indietro, le braccia spalancate, gli rivolti verso l'alto. Poco distante, Harry Potter aveva in mano due bacchette.

Era finita.

Hermione guardò Draco negli occhi incredula. Dubitava fortemente del funzionamento delle sue orecchie e dei suoi occhi.

Ma poi vide il suo ragazzo abbassarsi lentamente, fino a rimanere in ginocchio davanti a lei. Si frugò nella tasca dei pantaloni e ne estrasse un anello. L'anello più bello che Hermione avesse mai visto. Era in oro bianco e al suo centro uno smeraldo grande almeno tre carati, circondato da tanti diamanti.

- Hermione Jean Granger – cominciò – non ci sono parole per dirti quanto sarei felice se tu accettassi di diventare mia moglie. -

E fu in quel momento, con Draco che la osservava speranzosa e le urla gioiose della folla nelle orecchie, che Hermione capì che stava succedendo realmente. E allora non riuscì fare altro che sorridere e scoppiare in lacrime.

Il biondo le infilò l'anello al dite e si tirò su abbracciandola forte.

- Ti amo. - gli disse singhiozzando.

- Ti amo anch'io. - le sorrise lui.

- Oh. Mio. Dio! Non potete fare sul serio! -

Si voltarono verso Ron e Harry che li stavano osservando scoraggiati.

Hermione rise e corse ad abbracciare i suoi amici così forte che rischiò di soffocare.

Quando si staccò il suo sguardo fu catturato da una coppia in piedi accanto al portone. Il Signor Malfoy aveva assunto la sua solita posizione perfettamente eretta e il suo cipiglio impenetrabile, la mano destra che teneva saldamente il bastone e la sinistra in quella della moglie. Lady Narcissa Malfoy la stava osservando, un lieve ed educato sorriso le rivestiva le labbra. Sebbene la sua veste fosse sporca, i suoi capelli in disordine e il volto provato, non poté non pensare che fosse la donna più elegante che avesse mai visto e, davanti a quella proposta amichevole, non le restò che ricambiare il gesto e sorridere a sua volta.

In quel momento, abbracciata a Draco e circondata dai suoi amici, capì che le cose sarebbero finalmente andate meglio per tutti loro.

 

 

*** SPAZIO AUTRICE ***

Ecco a voi, Potterheads, il penultimo capitolo ufficiale.

Spero di non avervi deluso,

inizialmente avevo pensato far andare le cose diversamente

ma poi mi sarebbe dispiaciuto troppo distaccarmi dalla trama originale.

Noterete che alcune descrizione e alcuni fatti sono pressoché uguali a come gli ha riportati la Rowling.

Ma per ovvie ragioni, dei piccoli cambiamenti erano d'obbligo.

Narcissa che distrae Bellatrix invece l'ho inserito perché mi piaceva l'idea, lo ammetto.

Ho riflettuto molto su quel punto: volevo che fosse Molly ad ucciderla ma allo stesso tempo desideravo che Narcissa avesse un ruolo abbastanza importante per far capire che, in fondo, aveva capito i suoi errori ed era pronta a mettersi contro la sua stessa famiglia per rimediare.

Noterete inoltre che non ho dato molto spazio alle morti dei vari personaggi.

Ho dovuto citare quella di Fred ma ho preferito non trattarla molto.

La verità è che Fred, Tonks, Lupin e tutti gli altri mi mettono tristezza e non volevo che questo capitolo fosse troppo troppo drammatico.

Non so se vi piace comunque o se avreste preferito che approfondissi di più gli argomenti.

Fatemi sapere.

Un ultima cosa: avevo pensato ad un sequel di questa ff,

la verità è che devo pensare bene a come sviluppare l'idea e stare attenta a non cadere nel banale,

per ora, ho deciso di attenermi al libro,

quindi il prossimo e ultimo capitolo sarà quello dei “Diciannove anni dopo”.

Poi più avanti magari pubblicherò la storia di ciò che è accaduto nell'arco di tempo tra la fine della guerra e l'epilogo.

Fatemi sapere se vi piacerebbe e, se avete qualche idea, scrivetemela pure,

un po' di aiuto e punti di vista non guastano mai!

A presto con l'ultimo capitolo,

Hexleviosa

 
   
 
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