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Autore: Tefnuth    19/10/2015    2 recensioni
Georg è sempre stato diverso dagli altri: ha potenti poteri psichici che ha dovuto imparare a controllare sin da piccolo. Come lui anche suo fratello minore, Gustav, ha una capacità particolare: il suo corpo genera elettricità. Sarebbe stato tutto perfetto se una sera un mostro non fosse entrato nella loro casa e non avesse ucciso i loro genitori,una rigida sera d'inverno in cui le loro vite si incrociano con quelle di Bill e Tom, due gemelli dotati anche loro di capacità particolari (per di più sono figli del leggendario Hellboy). Da quella sera la vita di Georg e Gustav non sarà più la stessa, si popolerà di cacce ai demoni in un mondo in cui loro non sono i personaggi più strani e nemmeno i più pericolosi.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Avrebbero voluto godersi il viaggio, guardando dall’oblò del jet il panorama sotto di loro; invece tra le chiacchiere dei gemelli e la vibrazione dei sedili, Georg e Gustav si addormentarono senza neanche accorgersene.

Quando riaprirono gli occhi, aiutati dalla rombante voce di Hellboy che festeggiava il ritorno a casa, il jet aveva già posato le ruote sul cemento della pista d’atterraggio e stava per rientrare nell’hangar “Finalmente a casa! Una bella doccia non me la toglie nessuno” esclamò Tom tutto contento mentre, scendendo dall’aereo, si sgranchiva le braccia. “Tu, Hellboy! Ti devo parlare” a parlare era stato un uomo non troppo alto, quasi del tutto pelato, vestito con giacca e cravatta; stava puntando fermamente il dito contro il gigante rosso.
“Chi è quello?” domandò Georg ai gemelli, quel tipo non gli piaceva molto “Un rompiballe: crede di essere il capo, ma è solo una mezza calzetta” rispose Bill alzando gli occhi al cielo appena l’uomo passò oltre loro “Tom Manning. L’unica sua utilità è quella di evitare che le nostre operazioni vengano scoperte, ma con papà non ci riesce quasi mai” aggiunse Tom, dai suoi occhi si percepiva che se avesse potuto avrebbe volentieri fatto a meno della presenza del signor Manning.

“Ragazzi, perché non portate i nostri ospiti a conoscere Abe, fintanto che non sappiamo dove dormiranno stanotte? Noi vi raggiungiamo più tardi” propose Elizabeth che si era avvicinata a loro mentre il compagno se la vedeva con Manning “Certo!” esclamarono di nuovo in coro i gemelli, la loro sincronia era qualcosa di stupefacente.
Come proposto dalla donna, i gemelli condussero Georg e Gustav attraverso lunghi corridoi nei quali, oltre agli esseri umani, si potevano vedere creature di ogni sorta; era come essere in un regno di fiaba in cui non c’erano fate bensì troll e altri esseri simili “Figata assurda” sussurrò Gustav a Georg mentre passavano accanto ad un troll, ammanettato e scortato da tre agenti. Nel percorso i corridoi si fecero meno affollati, più silenziosi e anche i “mostri” sparirono del tutto; infine i gemelli si fermarono davanti ad una porta che chiudeva il corridoio, e la aprirono. Dietro alla porta c’era una sala enorme con un alto soffitto; era una biblioteca, la più bella che Georg e Gustav avessero mai visto, ricolma di libri posti in scaffali che andavano dal pavimento al soffitto. In fondo alla sala c’erano due rampe di scale che portavano al rispiano superiore, dove le scalette movibili non potevano arrivare; al piano terra vi era anche un piccolo soppalco circolare su cui stava un tavolino vicino ad un camino; la luminosità della struttura compensava la totale assenza di finestre. Sulla destra, l’unico punto in cui non vi erano scaffali ma una grande vasca con i bordi molto rialzati rispetto al pavimento, vi erano quattro leggii vuoti e non molto lontano da essi una piccola rampa di scale che portava al bordo della piscina.

“E’ bellissima” disse Georg, avrebbe potuto passarci tutta la sua vita dentro a quella sala “E non avete ancora visto niente” disse Tom che, dopo essersi avvicinato alla vasca e indicò ai due fratelli qualcuno non troppo lontano dal loro lato della vasca. Quel qualcuno era un vero e proprio uomo pesce, e stava nuotando nella grande vasca muovendo le mani a ritmo della musica che stava ascoltando attraverso le cuffie wireless. Non si era accorto della loro presenza, perciò i gemelli bussarono sul vetro; la creatura si girò rivelando due grandi occhi neri, due fessure al posto del naso e una bocca senza labbra.
“Ciao zio Abe” lo salutarono Bill e Tom “Zio?” domandò Gustav un po’ sconcertato (come potevano essere parenti di un pesce?) “Non sono veramente loro zio: io e il loro padre non abbiamo legami di sangue, tuttavia ci consideriamo fratelli. Voi due siete i nuovi acquisti: Georg il telecineta e Gustav il manipolatore di elettricità. Piacere di conoscervi, io sono Abraham Sapien; per favore chiamatemi pure Abe o Blu” la voce di Abraham si sentiva forte e chiara nonostante stesse parlando sott’acqua “Ma come fa?” domandò Georg, quel luogo per lui era appena diventato la caverna delle meraviglie “Ha un lobo temporale molto sviluppato che lo rende un telepate; inoltre, se tocca un oggetto, può vedere gli eventi che sono accaduti attorno ad esso” spiegò Bill mentre l’uomo-pesce risaliva in superficie per uscire dalla vasca.

Quando Abe si presentò davanti a loro, Georg e Gustav poterono vedere la sua pelle blu screziata di bianco “Forte! E puoi respirare anche fuori dall’acqua?” domandò Gustav “Solo per un periodo limitato, se devo andare in missione devo indossare uno speciale apparecchio respiratorio” spiegò l’uomo-pesce mimando con le mani quello che sembrava un collare.
Un forte rumore indicò che la porta si era di nuovo aperta: Hellboy e Elizabeth entrarono con un gran sorriso sui volti “Buone notizie! Resterete qua con noi; saremo i vostri tutor, o genitori adottivi come preferite. Da stasera dormirete a casa nostra” disse Lyz con l’entusiasmo di una bambina, inavvertitamente aveva ripetuto la scena che uno dei suoi figli aveva fatto quando aveva visto il potere telecinetico di Georg “Sicuri che per voi non sia un disturbo?” domandò il fratello moro “Macché, scommetto che non sentirò volare una mosca; a meno che non ci siano di mezzo i miei mostriciattoli” scherzò Hellboy “Li metteremo a posto noi” esordì Gustav incrociando le braccia “Attento caro, sei nel mio territorio adesso. Qua sono io che faccio le regole” ribatté Tom, ma si vedeva che stava scherzando “Va bene, basta ragazzi. Che ne dite se vi portiamo a vedere casa?” propose Elizabeth sedando quello che sarebbe diventato un piccolo dibattito “Certo” la seguì Georg.

Ancora lunghi passi, un lungo corridoio e poi una grossa porta blindata che Hellboy aprì senza nemmeno pensarci. Dietro di essa c’era un’ampia casa costituita da tre stanze: in quella più grande (la prima che si vedeva appena entrati) c’era il letto matrimoniale, alcune televisioni di diverse generazioni e una porta che nascondeva il bagno; delle altre due stanze (identiche per misura), una fungeva da camera da letto per i gemelli; l’altra invece era arredata a mo’ di salotto con tanto di libreria (sicuramente tutti libri di Lyz) e un divano-letto che sarebbe servito ai due fratelli come sistemazione temporanea fino all’indomani. Mancava la cucina perché, come i gemelli spiegarono a Georg e Gustav, ci pensava la cucina che serviva l’intero edificio a portar loro da mangiare.

Nel resto della giornata la nuova famiglia stette nella casa: a Hellboy e ai gemelli ci voleva un po’ di riposo dopo la corsa fatta per le strade di Berlino, e Georg e Gustav ne approfittarono per ambientarsi e per sistemare al meglio la loro nuova camera.

Poi si fece la sera, e venne per tutti l’ora di andare a dormire; o forse no. Non riuscendo a dormire, o piuttosto non volendo dormire, Georg lasciò la sua camera e si intrufolò nella stanza dei gemelli. Nonostante ci fossero due letti, Bill e Tom stavano dormendo l’uno abbracciato all’altro sul letto che aveva una sponda attaccata al muro (probabilmente era il letto di Tom, dato che i vestiti sulla testiera di fondo erano i suoi): Bill stava dormendo con la testa appoggiata alla scapola destra del fratello, Tom invece teneva Bill vicino a sé con il braccio destro e, a sua volta, aveva appoggiato la guancia sulla fronte del gemello. Sebbene i due dormissero come angeli innocenti, Georg percepiva un’aura di guardia provenire da loro, soprattutto da Tom.

“Non riesci a dormire?” la figura esile di Elizabeth gli era scivolata vicino dalla stanza matrimoniale, la donna indossava un baby- doll azzurro in seta e dei pantaloncini neri in cotone “No, in effetti no. Non ho la fortuna di Gustav, lui riuscirebbe a dormire anche in aperta campagna” rispose Georg mentre osservava Tom muoversi leggermente (che si fosse accorto della loro presenza?) “A volte dormono così, in alcune occasioni li lascio sui loro letti e li ritrovo su uno solo” con la mano Lyz accompagnò Georg nella sua camera, Gustav si era aggiudicato tutta la coperta in appena cinque minuti.
“A proposito di quello che avete fatto prima, io…” stava per ringraziarla per averli accolti con loro “Non c’è problema, lo abbiamo fatto volentieri, solo dovrete farvi il callo a sopportare i miei gemelli: sono un po’ irrequieti a volte, ma non sono cattivi. Mentre dormivate, in aereo, mi hanno confessato che gli siete simpatici” sussurrò la fata, poi diede un’occhiata fugace all’orologio digitale, era tardi “Sarà meglio che tu ora vada a dormire, domani sarà una giornata intensa” aggiunse Lyz lasciandolo nella sua camera.

 
  
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