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Autore: Gilraen88    07/03/2005    13 recensioni
Ciao a tutti ! Volevo innanzi tutto informarvi che questa è una traduzione e l'originale, in inglese, appartiene a Cinnamon. Draco avrebbe mai potuto immaginare che le ripercussioni, createsi dall'aver rubato il diario di Harry ed averlo infilato nella tasca dei suoi pantaloni, fossero così estreme ?? Una trama disastrosa, il rituale d'accoppiamento Serpeverde, incantesimi doppiogiochisti e molto altro.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Beneath you

Autore: Cinnamon

Traduttrice: Gilraen88

Rating: R

Categoria: slash

 

NOTA DELLA TRADUTTRICE.

Ciao tutti !

Ecco a voi un’altra fic.

L’originale è inglese e vi premetto che non tiene conto dei fatti accaduti nel quinto libro.

Ho fatto il possibile per renderla al meglio in italiano e spero ne sia uscito qualcosa di decente.

Vi lascio l’e-mail di Cinnamon, l’autrice di questa fic, nel caso la voleste contattare (ovviamente in inglese) : shadowmysts@hotmail.com

Ora non voglio annoiarvi troppo, perciò vi auguro buona lettura

 

 

Beneath You

 

Cap.1, Parte I

 

 

 

I am not yours, not lost in you,
Not lost, although I long to be
Lost as a candle lit at noon,
Lost as a snowflake in the sea.

You love me, and I find you still
A spirit beautiful and bright,
Yet I am I, who long to be
Lost as a light is lost in light.

Oh plunge me deep in love -- put out
My senses, leave me deaf and blind,
Swept by the tempest of your love,
A taper in a rushing wind.


--‘I Am Not Yours’, Sarah Teasdale

 

 

“Bello” non era una parola che Harry usasse spesso e certamente non era la parola che avrebbe usato per descrivere l’autunno.

L’autunno non gli piaceva: le foglie morte sul terreno che scricchiolavano quando le calpestavi, gli alberi che giorno dopo giorno diventavano sempre più spogli e il denso odore dell’umidità che aleggiava pesantemente nell’aria fredda, facevano sì che quella stagione fosse per lui il peggior periodo dell’anno.

Solamente l’inizio della stagione di Quidditch migliorava un po’ la situazione, soprattutto se i primi risultati erano positivi, ed ovviamente lo erano.

La primavera era più di suo gusto, poiché rappresentava più un inizio che una fine e tutto rinasceva a nuova vita.

Harry amava l’odore di trifoglio nell’aria, rendendosi conto che fosse proprio quello ciò che gli piaceva maggiormente della primavera.

Gli piaceva quell’odore, ma non voleva sprecare tempo per deciderne il perché; non c’era abbastanza tempo nel mondo per trovare spiegazioni per tutto ed Harry aveva già deciso che il profumo di trifoglio era una di quelle cose a cui non voleva trovare una ragione. Era una cosa troppo futile a cui pensare.

Mentre camminava nel buio verso il castello,Harry stava invece pensando al Quidditch.

La prima partita della stagione era fra Grifondoro e Serpeverde ed era stata fissata per il giorno seguente.

Era fermamente determinato a non permettere alla casa avversaria di posizionarsi in cima alla classifica vincendo questa partita.

L’unico suono era lo scricchiolio delle foglie sotto le sue scarpe, mentre il vento stormiva fra gli alberi.

Harry, per la prima volta, pensò che rimanere lì fuori non fosse una brillante idea.

Era appena tornato dalla gita ad Hogsmeade, dove lui, Ron ed Hermione erano andati ai Tre Manici di Scopa a bere burrobirra, divertendosi parecchio.

C’era comunque il Quidditch a cui pensare, perciò era tornato un po’ prima del tramonto, lasciando i suoi amici per dirigersi al castello; dopotutto doveva essere ben riposato per battere i Serpeverde.

Harry aveva appena notato con sollievo di essere quasi in vista del castello, quando uno strano rumore vicino a lui lo fece rimanere immobile, aguzzando la vista.

Suonava molto simile al lamento di un animale ferito.

Harry afferò la bacchetta, nel caso ne avesse bisogno, poi seguì il rumore, incamminandosi per il sentiero fra gli alberi.

Quando la causa del rumore si rivelò alla luce della luna, si bloccò bruscamente.

- Cosa diavolo stai facendo qui ? – chiese con un tono di voce che denotava come in realtà non fosse molto convinto di volerlo sapere.

Draco Malfoy trasalì al suono della voce di Harry e lentamente tirò fuori la testa dal tronco cavo di un albero, poi si girò, puntando con insolenza il suo sguardo verso il nuovo venuto.

- Sono ubriaco – disse, calcando ogni sillaba.

Harry sorrise divertito: - Questo può spiegare perché tu abbia scambiato questo povero albero per una persona e ti sia messo ad infastidirlo. Penso che tu l’abbia confuso per un Serpeverde e posso anche immaginare come tu possa aver commesso quest’errore: è disgustoso come voi Serpeverde. –

Gli occhi di Malfoy, già appannati per aver bevuto troppo Whiskey Incendiario, si restrinsero.

- No – disse con voce impastata – sono ubriaco e tu sei soltanto un’illusione mandatami per tormentarmi. –

Reprimendo una risata, Harry sogghignò: -Dannazzione, Malfoy, riesci a sembrare un farabutto effeminato anche quando sei ubriaco. –

Malfoy scosse la testa, perse l’equilibrio e cadde appoggiato al tronco, poi infilò un braccio nel cavo dell’albero e ricominciò a frugarci dentro.

- Vaffanculo, Potter – disse con voce stanca, voltando le spalle ad Harry.

- Cosa stai facendo ? – chiese ancora il moretto.

- Sto cercando altro Whiskey – borbottò Malfoy.

- Oh… - Harry per un attimo pensò di dirgli che ovviamente ne aveva già bevuto abbastanza, ma l’occasione di giocare la partita di Quidditch l’indomani contro un Draco assai poco lucido per i postumi della sbornia era troppo bella per lasciarsela sfuggire.

- Non vuoi sapere perché ? – disse Malfoy da sopra la sua spalla, armeggiando con una bottiglia che era troppo alta per passare attraverso il buco nel tronco – Perché ho bevuto, intendo. –

- Non particolarmente. – rispose Harry, ma Malfoy nemmeno da ubriaco aveva intenzione di stare zitto.

- Mio padre ha detto che devo stare ad Hogwarts per natale. –

Harry alzò gli occhi al cielo: - Povero Malfoy ! Onestamente mi piange il cuore, sono davvero preoccupato – disse in tono sarcastico.

- Non credere Potter che siano tutti come te; il fatto che tu sia obbligato a passare qui le vacanze non vuol dire che anche gli altri vogliano fare la stessa cosa. –

- Ci sono posti peggiori.. – disse Harry con una scrollata di spalle, girandosi per andarsene.

- Hai ragione Potter – disse Malfoy tristemente – ci sono posti peggiori, ma tu non sei costretto a dividere la stanza con Tiger che praticamente ogni notte si porta a letto Pansy, dimenticando che tu dormi nel letto a fianco – bevette un sorso di Whiskey.

Harry si era girato, osservando il Serpeverde in modo critico, leggermente divertito.

- Malfoy, per favore risparmiami i dettagli. Non mi aspettavo che tu potessi essere così patetico: tu ti ubriachi nella foresta, mentre il tuo compagno si scopa Pansy nella tua stanza…brutta situazione. –

- Questo è il posto segreto in cui lo nascondo – disse Malafoy con un cenno del capo, indicando il buco nel tronco – nessuno lo conosce. –

Harry spostò lo sguardo nel punto indicatogli dal biondo: - Io lo conosco. –

Il Serpeverde ci pensò per un attimo, poi con arroganza si avvicinò di più ad Harry con un sorrisetto furbo.

 - Suppongo che ora non sia più così segreto. Vorrà dire che diventerà il posto in cui metterò le cose che vorrò farti trovare, ma certamente non ce ne saranno molte. – pensieroso inghiottì un altro sorso di Whiskey  - Troverò un’altro posto, perché sono sicuro che qui verresti a rubare la mia scorta di liquore. –

Ora Draco era talmente vicino ad Harry che quest’ultimo poteva sentire l’odore di Whiskey nel suo respiro e sui vestiti, e, storcendo il naso, fece un passo indietro.

- Io non bevo Whiskey, Malfoy, la tua scorta è al sicuro. –

- Ah, sì – rispose questo con voce annoiata dalla quale traspariva però un triste divertimento – il Modello di Bontà e Perfezione difficilmente si abbassa a bere Whiskey come noi semplici mortali, ma d’altra parte un Grifondoro, per giunta Mezzosangue, non riuscirebbe ad apprezzare un liquore di qualità superiore come questo, quindi la tua ignoranza è perdonabile. –

L’intero discorso fatto con quella voce impastata suonava molto ridicolo e faceva sembrare Malfoy molto più piccolo, quasi un bambino.

- Va a farti fottere, Malfoy ! – disse sprezzante Harry, persino stanco di vederlo ubriaco umiliarsi in quel modo.

Si era appena girato per andarsene, quando Malfoy gli afferrò un braccio.

- Tu pensi di essere meglio di noi – sibilò Draco – tu e i tuoi piccoli amici, gli Eroi e i Campioni della scuola. –

- Superiori a te ? Oh andiamo, tu sei un Malfoy, chi mai potrebbe credere di essere migliore di te ? – disse Harry sarcastico.

- Tu, a quanto pare, e sbagli a crederlo – disse con asprezza il biondino – non sei migliore…sei come tutti gli altri. –

Harry lo fissò da sopra la spalla e disse con freddezza: - Sono come tutti gli altri, Malfoy, ma comunque sono molto migliore di te. – si liberò dalla sua stretta, sbattendolo a terra con facilità, e si allontanò senza guardarsi indietro.

Malfoy lo maledisse e gli urlò contro tutti gli insulti che gli vennero in mente, ma Harry, mentre se ne andava, non gli prestò attenzione.

 

Alla fine Malfoy tornò al castello e crollò sul letto, nel tentativo di farsi passare la sbornia.

Harry , invece, non si curò di ciò che era accaduto prima e spese un’ora, prima di andare a letto, a studiare le varie tattiche che la squadra aveva elaborato durante gli allenamenti, sperando di collaudarle contro i Serpeverde il giorno seguente.

Quando ebbe finito aprì il diario che tenevano lui, Ron ed Hermione e annotò alcune righe sull’incontro con Malfoy nella foresta; era sicuro che Ron l’avrebbe trovato divertente.

Il diario era stato un’idea di Hermione.

Quando ne avevano voglia scrivevano messaggi, pensieri e a volte anche niente di più che scarabocchi.

Era un modo per sentirsi uniti, proprio quando il settimo anno minacciava di sopraffarli.

Dopo aver scritto per un po’ avrebbe dovuto darlo ad uno dei suoi amici che avrebbe commentato quello scritto da lui e avrebbe aggiunto qualcosa di suo se ne aveva voglia.

Per adesso il diario era per la maggior parte pieno di barzellette, commenti su varie classi e su professori, proteste sui compiti troppo abbondanti e persino alcune cose serie come pronostici su quale sarebbe stata la prossima mossa di Voldemort e discorsi su Sirius.

Harry smise di scrivere, mise da parte la sua penna d’oca, poi si arrampicò sul letto.

Quando Ron entrò nella stanza, il moretto si era già addormentato.

 

 

§§§§

 

 

Essendosi alzato molto presto, Harry arrivò sul campo da Quidditch prima dell’alba ed occupò le prime ore della mattinata volando pigramente in circolo per il campo, cercando si farsi un’idea sulle condizioni atmosferiche, sul vento e sulla visibilità.

Pensò anche a cosa modificare negli schemi di gioco nel caso fosse stato necessario.

Era una gelida giornata d’ottobre, con una coltre di nuvole abbastanza spessa da bloccare i raggi del sole, ma non abbastanza scura di preannunciare pioggia: condizioni perfette per il Quidditch.

Harry arrivò in Sala Grande per la colazione, desideroso di vincere la partita, anzi, sicuro che sarebbe stata una vittoria grifondoro.

-         Grande partita oggi, vero Harry ? Massacrerete i Serpeverde ! – esordì allegramente Ron quando il suo migliore amico entrò nella sala.

Davis Connely, portiere grifondoro da ormai cinque anni, aveva sentito le parole del rosso, così aggiunse sorridendo: - Certo che vinceremo, amico ! Dopotutto non lo facciamo sempre ? –

-         Con Harry come Cercatore – si vantò Seamus, che giocava nel ruolo di Cacciatore – non perderemo mai ! –

Gli altri Grifondoro applaudirono e l’intero tavolo serpeverde si girò per fissarli con sguardo torvo.

-         Buona fortuna, Grifondoro – augurarono alcuni Corvonero ed Harry gli rivolse un sorriso.

Era solo un gioco dopotutto ed il Quidditch era sempre qualcosa per cui valeva la pena sorridere, specialmente se si trattava di massacrare i Serpeverde come facevano sempre.

 

 

§§§§

 

 

Tutta la scuola aveva preso posto nello stadio per assistere alla partita ed Harry si posizionò in campo.

Gridò alcune parole d’incoraggiamento ai suoi compagni di squadra, poiché era diventato Capitano dopo che Angelina aveva superato i M.A.G.O.

La partita ebbe inizio e gli occhi di Harry iniziarono a scrutare il campo nel tentativo di vedere il boccino, mentre osservava distrattamente la progressione della pluffa.

Lanciò occhiate divertite a Malfoy che sembrava stesse per crollare e cadere dalla scopa: certamente non sembrava essere in grado di offrire una qualunque competizione nel prendere il boccino.

In ogni caso il moretto sapeva che era meglio non sottovalutarlo, perché quello sarebbe potuto essere benissimo un perfetto comportamento serpeverde : mostrarsi in pessime condizioni solo per dare l’illusione di una sicura vittoria, per poi sconfiggerlo prendendo facilmente il boccino.

Un bolide per poco non fece cadere Draco dalla scopa ed Harry rise.

Facendosi scuro in volto il Serpeverde lo guardò con rabbia, ma un attimo dopo, distogliendo lo sguardo dal suo avversario, vide uno scintillio dorato sopra di lui.

Nello stesso istante lo vide anche Harry ed entrambi salirono per raggiungerlo.

Malfoy con risoluta determinazione fece di tutto per non cadere dalla scopa, in modo da umiliare Harry battendolo proprio quando riusciva appena a tenere la colazione nello stomaco; d’altro canto Harry con divertimento prese nota del pessimo stato in cui si trovava Draco.

Il boccino guizzò via  ed il moretto imprecò silenziosamente.

Grifondoro e Serpeverde erano pari per punteggio ora ed Harry cominciò ad essere irrequieto.

Stava per alzarsi un po’ nella speranza di avere una visuale maggiore, quando Malfoy improvvisamente si lanciò in picchiata ed egli lo seguì istintivamente.

La sua scopa era più veloce e, data la condizione dell’avversario, anche la sua tecnica era migliore.

Malfoy infatti aveva cominciato ad oscillare, con le mani troppo tremanti per stringere saldamente il manico di scopa.

Harry lo raggiunse con facilità.

Adesso stavano volando vicini, così vicini da rischiare una collisione, ma non gli importava; i suoi occhi irrequieti scrutavano il campo in cerca del boccino.

Mancava poco a terra, quando Harry si rese conto che Malfoy aveva finto di vedere il boccino per seminarlo e si maledisse per non essersene accorto prima.

Malfoy, sentendo le imprecazioni, sogghignò.

Ancora pochi secondi e si sarebbero schiantati al suolo.

Harry sterzò per interrompere la picchiata, ma era troppo vicino a Malfoy e questo non accennava a spostarsi.

Il moretto lo spinse, facendogli perdere l’equilibrio.

Il Serpeverde, già in posizione precaria, scivolò lateralmente, gridando ed aggrappandosi alla scopa.

Le code si scontrarono.

Harry cercò di correggere la traiettoria, ma non avrebbe fatto più in tempo.

Pochi secondi più tardi entrambi precipitarono violentemente, sbattendo contro il terreno con il crepitio di ossa e scope rotte.

Il dolore dilaniò la mente di Harry che, prima di svenire, urlò.

Accanto a lui, fratturato e sanguinante, Malfoy mormorò: - Sei debole, Potter. – poi anche lui perse conoscenza.

 

 

§§§§

 

 

Draco era tormentato da sogni dove ombra scure, fitte come ragnatele, si muovevano al di sopra del suo viso, fredde e dure come ali di pipistrello.

Non importava quanto duramente le combattesse, loro non se ne andavano.

Si alzò, stropicciandosi il viso, e gli ci vollero alcuni secondi per rendersi conto che quelle ombre non erano reali, poi il suo corpo dolorante gli ricordò cos’era accaduto e dove si trovava.

Gemette leggermente, facendo una smorfia.

Madama Chips aveva aggiustato le sue ossa rotte e medicato i tagli e le abrasioni, ma era ancora psicologicamente provato dall’incidente e quella era l’unica cosa che l’infermiera non poteva curare.

Mettendosi lentamente a sedere Draco si scostò i capelli dagl’occhi, stupendosi di quanto si sentisse debole e sporco.

Stava per chiamare Madama Chips per chiedere il permesso di tornare alla sua Sala Comune, quando una voce vicino a lui lo spaventò.

Era Potter che ancora incosciente parlava nel sonno.

-         Non toccarmi. – mormorò confusamente questo.

Draco, guardandolo, sorrise compiaciuto.

-         Non dirmi che il Bambino Sopravvissuto ha gli incubi ! – sussurrò Draco a se stesso ed il suo sorriso si allargò vedendo il Grifondoro agitarsi nel sonno.

-         Di che cosa ha paura Potter, l’Esempio della Perfezione ? Voldemort ? Mio padre ? – lo schernì – Faresti bene ad essere spaventato, Potter. –

Le labbra di Harry erano strette in una linea sottile e la sua faccia era diventata terribilmente pallida; era agitato e si muoveva, sempre più irrequieto, mentre stringeva i pugni.

-         Non farlo – piagnucolò – Ginny, non toccarmi. –

Draco per poco non si strozzò con la propria saliva.

Uno scoppio di risa eruppe dalla sua gola, echeggiando così forte nella stanza vuota da rischiare di svegliare Harry.

Sebbene questo non si fosse mosso, tuttavia il rumore era servito ad allontanare l’incubo.

Infatti il moretto aveva smesso di agitarsi, sospirando e rilassando i pugni.

Draco si detestò per aver indirettamente aiutato Potter.

Prima che Malfoy potesse gustarsi appieno il fatto che Harry avesse incubi in cui Ginny lo toccava, piuttosto che assistere in sogno alla propria morte per mano di Voldemort, la porta venne aperta ed una lama di luce illuminò la stanza in penombra.

-         Harry ? – chiamò Hermione preoccupata – Sei sveglio, Harry ? –

 La Granger aprì un po’ di più la porta e quando vide Draco strillò spaventata, poi fissò a sua volta il Serpeverde, nonostante avesse l’aspetto di chi volesse girarsi e scappare.

-         Libri, Granger ? – disse Draco con voce strascicata, spostando lo sguardo sulla pila di libri che la ragazza teneva fra le braccia – Gli stai portando dei libri ? –

Hermione lanciò un’occhiata nervosa ai volumi che aveva portato, poi di nuovo a lui – Sì, sono i suoi compiti. – disse.

-         Oh, certamente…entra e lasciali qui. I compiti sono veramente importanti, specialmente per una persona priva di sensi. Gli hai davvero portato qualcosa con cui passarsi il tempo, lo sai ? –

La ragazza si fece scura in volto – Non ho paura di te. –

Draco sorrise lentamente – Certo che no ! – la schernì.

Hermione annuì, sebbene non fosse certa se Draco si stesse prendendo gioco di lei o dicesse seriamente.

-         Lascerò i libri qui…quando si sveglia digli… - non potè finire la frase perché Malfoy l’interruppe – No. –

-         Non sai nemmeno cosa stavo dicendo ! – protestò lei.

-         Non gli dirò nulla. Perché dovrei dirgli qualcosa ? Io non lo sopporto, ricordi ? Lascia i libri e vattene, mi stai facendo sentire peggio di come stavo prima e ti assicuro che non è positivo. –

-         Sei sempre così sgradevole quando ti svegli ? – disse lei con asprezza, sbattendo i libri sul tavolo accanto al letto di Harry.

-         Non sono sgradevole, Granger – replicò il biondino con noncuranza – Sono onesto. Ora sbrigati ! –

Lei lo guardò con astio, poi si girò e si mise a rovistare nelle tasche della tunica, tirandone fuori un libricino rilegato in pelle.

Lanciando un’occhiata nervosa al Serpeverde, lo appoggiò sopra i compiti che aveva portato e se ne andò.

Non era passato nemmeno un minuto da quando Hermione era uscita che Draco si alzò dal letto con circospezione, dirigendosi verso il tavolino, talmente curioso da dimenticarsi le fitte che il muoversi gli procurava.

Afferrò il libretto e si spostò accanto alla finestra, dove la luce era migliore, esaminando attentamente la consunta copertina.

-         Un diario ? – sussurrò, non tanto stupito che Potter tenesse un diario, anche se per la verità era un’hobby piuttosto femminile, ma impressionato dal fatto che lui, il figlio del braccio destro di Voldemort, fosse stato così fortunato da trovarlo e di avere la possibilità di sbirciare nei pensieri più intimi del suo nemico.

-         Che carina, Potter, la Granger ti ha portato il diario. –

-         Cosa ? – chiese Harry, appena svegliatosi, barcollando giù dal letto.

Il moretto guardò storto Malfoy.

Draco fece scivolare velocemente il diario nei pantaloni e sorrise, un sorriso affascinante nello stile Serpeverde, mentre pensava “il diario di Potter nei miei pantaloni. Il diario di Potter nei miei pantaloni. Oh, merda ! Che cosa sto facendo ?”

-         Niente – rispose all’altro che continuava a fissarlo.

Potter si guardò attorno, ancora sospettoso, cercando i suoi occhiali.

-         Che cosa è successo ? – la sua voce suonava più roca e profonda del solito.

-         Un piccolo incidente mentre giovavamo a Quidditch. – replicò Draco con leggerezza.

Potter  si mise gli occhiali e i suoi occhi si ridussero ad una fessura – Oh, certo, ora ricordo. Tu eri ubriaco e per poco non mi hai ucciso. – lo accusò.

-         Potter se tu non fossi stato così stupido da cadere nella mia finta non ci saremmo scontrati – lo rimproverò Draco, poi aggiunse – Se per caso torna Madama Chips dille che mi sentivo meglio e che me ne sono andato. –

-         Non porto i tuoi messaggi a nessuno – disse con asprezza Harry.

Per un attimo Draco ne fu profondamente contrariato, ma poi sorrise malizioso – Io e te siamo più simili di quanto tu possa pensare, Potter, perché questo è quello che ho appena risposto anch’io alla Granger. - .

Il Serpeverde uscì dalla stanza prima che Harry potesse ribattere che l’incidente non era avvenuto per colpa sua e non fece nemmeno in tempo a chiedergli cosa Hermione volesse dirgli.

Draco ridacchiò per l’intero tragitto fino alla Sala Comune dei Serpeverde.

 

 

%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

Allora vi è piaciuto ?

Malfoy ha rubato il diario del trio ed immagino che si divertirà un casino a leggerlo….probabilmente mi contorcerei dalla risate anch’io….e voi ?

Altra questione piuttosto misteriosa: Harry ha davvero paura di farsi toccare da Ginny ? Perché ?……bo……

Spremete le meningi e fate qualche ipotesi se vi va. J

….lasciatemi un commentino….please….

 

  
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