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Autore: voidsiilviasw    19/10/2015    1 recensioni
Ci saranno tante cosa al quale Thomas dovrà abituarsi e altrettante di cui dovrà fare a meno.
Le cose o le persone perse in genere non tornano, ciò che perdi non ritorna su un piatto d'argento.
La mancanza è come un'opera d'arte preziosa: sta dietro una bacheca di vetro ed è insieme a ciò di cui hai più bisogno in assoluto ma tu sei lo spettatore e di conseguenza non puoi afferrarla.
Sei un passo dal raggiungerla ma cento dal prenderla. La mancanza delle assenze è straziante e questo Thomas lo sapeva, era come se fosse rinchiuso in una gabbia e avesse visto qualcosa di bello ma sapeva di non poterlo raggiungere, sapeva tutto questo e sapere di sapere lo tormentava notte e giorno fino a quando...
Genere: Angst, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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“Il coso rileva un'ansia ed un'agitazione più elevata del solito.”
“Coso?”
“Si vabbè il computer, hai capito! Guarda!”
“Oh merda, dovunque sia Thomas sta succedendo qualcosa. Non va bene.”
“La tua intelligenza mi sorprende, sei davvero intuitiva! Wow.”
“Fa poco lo spiritoso, biondino zoppo.”
“Mi è piaciuta questa battuta! Stai migliorando col sarcasmo.”
“Dopo che ho avuto a che fare con te per cinque anni ci ho preso la mano sai com'è! “
“Eh beh. Posso chiederti una cosa?”
“Dimmi.”
“Perchè non lo chiami più con il nomignolo?”
“Mancanza di abitudine, suppongo.”
“Mah, sei cambiata.”
“Sono stanca Newt.”
“Lo so. Vorrei solo che stessi meglio.”
“Non preoccuparti, concentriamoci su Thomas.”
“Cosa possiamo fare? Se peggiora si frigge il cervello e tutto va beatamente in merda.”
“Non ha ancora raggiunto la soglia massima, se vediamo che aumenta vertiginosamente facciamo qualcosa altrimenti..”
“Altrimenti lo lasciamo morire? Bell'idea del caspio! Davvero!”
“Non so cos'altro fare, ti ricordo che non sono più esperta come prima in questo campo.”
“Va al diavolo guarda.”
“Newt.”
“Se muore per colpa tua, per colpa nostra, ti ammazzo. Non mi interessa se sei mia amica o se stai male, io ti ammazzo con le mie mani. Thomas non deve morire per un nostro errore.”
“Newt, lui non morirà.”
“Se continua così ci credo poco. Come fai a stare così calma?”
“Si chiama autocontrollo, mai sentita questa parola?
“Mi dai sui nervi.”
“Fidati di me. Comunque va bene, messaggio ricevuto forte e chiaro.”
“Umh, bene così. Vado di là a prendere del cibo. Vuoi qualcosa?”

*

“Brenda è tornata.” Disse Minho tutto d'un fiato.
Gally rivolse lo sguardo subito a Thomas sperando non si stesse sentendo male, visto la mezza crisi di prima temeva il peggio. L'amico aveva la bocca spalancata e tremava, sembrava che volesse dire qualcosa ma che allo stesso tempo non trovasse le parole.
Thomas sentì una scarica di eccitazione lungo la schiena, un brivido di piacere, gioia e nervosismo gli percorse il cuore. Brenda era tornata, Jorge era tornato, ma soprattutto Newt era tornato. A stento ci credeva, voleva correre incontro all'amico ed abbracciarlo forte. Dicono che la gente prova le cosiddette 'farfalle nello stomaco' ogni volta che vede qualcuno di estremamente bello o prova qualcosa; quello che percepiva Thomas non erano quattro semplici farfalle, era un esercito enorme di farfalle. Non stava più nelle pelle, aveva ansia ovunque, forse anche la sua ansia aveva ansia a sua volta.

*

“Eh senti, abbiamo un problema grosso. Guarda i livelli!”
“Merda, che cavolo sta succedendo a quel ragazzo? Perchè è così agitato, se non si calma andrà a farsi fottere lui, il suo cervello e tutto il lavoro che abbiamo fatto per risistemare quest'arnese maledetto!”
“Non ti ho mai vista così incazzata.”
“Se muore per colpa mia non potrei mai sopportarlo. Ho già fatto abbastanza casini in passato.”
“Oh chi è che non aveva autocontrollo? Tra me e te non so chi sia messo peggio con la testa.”
“Che situazione veramente orrenda. La prossima volta lasciami morire.”
“Perchè dici questo?”
“Perchè sarebbe stato meglio così.”
“Ehy, su dai. Non sarei qui se tu non ci fossi, forse sarei a zonzo per la terra a morire di fame insieme alla gente che muore come le mosche.”
“Non sei messo meglio con me.”
“Abbiamo quasi trovato una caspio di cura! La W.I.C.K.E.D non c'era riuscita mentre tu..”
“Mentre io?”
“Tu hai fatto miracoli con poco. E' vero che sei intuitiva anche se ogni tanto fai delle considerazioni senza senso.”
“Sei molto gentile, Newt.”
“Dico solo la verità, ora al lavoro!”
“Giusto pensiamo a Thomas. Dobbiamo calmarlo.”
“Come?”
“Manda questo messaggio, dovrebbe funzionare. Eri la prima persona del quale lui si fosse mai veramente fidato. Thomas ha fatto tante cose brutte ma altrettante belle, posso assicurarti che ho ragione quando dico che a te ci tiene.”
A quelle parole Newt sorrise come non faceva da anni, credeva a quelle parole, lui credeva in lei.
“Mi ricordo ancora di te e Thomas da bambini, sai che ci facevano fare dei test al computer e via dicendo no? Eravate sempre vicini, ridevate e questi ricordi sono sepolti nella mente di Thomas.”
“Nah, mandiamo una cosa migliore.”
“Cioè?”
“Ho una mia idea!”

“Bene così, Newt.”
“Però vorrei sapere..”
“Cosa?”
“Vorrei sapere la parte oscura di Tommy, vorrei che mi dicessi ciò che lui non è mai stato capace di dirmi, sai no...la memoria persa.”
“Va bene.” tagliò lei il discorso mettendosi subito a lavorare.

*

“Minho, dov'è Brenda? Ho bisogno di parlarle.” disse Thomas molto nervosamente, stava urlando.
“Stai calmo, vi sono corso incontro come un pazzo; dammi cinque minuti razza di pive.” rispose Minho con una smorfia.
Thomas iniziò a fare avanti e indietro vicino all'amico, continuava a passarsi le mani tra i capelli e sul naso in modo molto frenetico quasi ossessivo, era nervoso e non vedeva l'ora di ricevere delle risposte. Gally sedeva su una roccia non molto distante e osservava. Thomas si sentiva quello sguardo addosso, era un po' fastidiosa la sensazione di essere al centro dell'attenzione di qualcuno, sopratutto se quel qualcuno era Gally.
Si passò le mani in tasca tentando di cercare l'impossibile quando ritrovò il sassolino bianco che aveva attirato la sua attenzione poche ore prima.
Mentre aspettava che Minho si riprendesse dalla corsa frenetica, iniziò a guardare con più attenzione lo strano pezzetto di roccia.
Anche se si era quasi dimenticato di averlo raccolto, la superficie era tale e quale a come la ricordava; non sapeva perchè ma quell'insignificante sasso aveva acquisito un valore particolare. Era bianco all'esterno e sicuramente se lo avesse spaccato dentro avrebbe visto delle colorazioni più cupe e scure perchè si potevano intravede a malapena. In parte questo sassolino gli ricordava Teresa, candida ed indifesa proprio come l'esterno ma con all'interno un animo forte e misterioso da risultare indecifrabile.
“Perchè pensi a Teresa? Fra poco vedi Newt, ci manca solo ravvivare altri fantasmi del passato.” si disse Thomas.
Nonostante il sasso gli ricordasse lei decise di tenerlo, non si sa mai.
Lo ripose nella tasca e tornò a concentrarsi su Minho.
“Mi dici dove caspio è Brenda?”
“Oh ma stai calmo?” rispose l'asiatico con un tono piuttosto irritato.
“Dimmi solo dov'è.”
“E' nella mensa a mangiare, è stato un viaggio lungo. C'è anche Jorge.”
“Dov'è Newt?” penso Thomas. Non fece domande, non voleva aspettare un minuto di più, doveva trovarli assolutamente. Basta aspettare, doveva agire.
Si incamminò verso le cucine con Gally, quest'ultimo era tornato silenzioso proprio come prima, si limitava semplicemente a camminare e a tacere. “Non dev'essere stato facile” pensò Thomas ricordando la confessione dell'amico avvenuta poco tempo prima.
Il cielo stava cambiando, era sempre più cupo e tenebroso, il sole calava e il cielo si tingeva di vari colori rosati. Ventate di freddo provenienti dal mare animavano le frasche degli alberi circostanti l'accampamento, sembrava che la natura stesse parlando quando d'un tratto un fischio assordante rimbombò in tutta la valle: La voce del vento aveva attutito ogni altro rumore. Pace, quiete e silenzio ora regnavano come sovrani indiscussi.
Thomas spalancò le porte della mensa con rabbia e sempre con rabbia si diresse verso Brenda la quale era seduta ad un tavolo ridendo e mangiando con altre persone.
“Brenda. Dove sei stata?” Domandò Gally precedendo Thomas sul tempo.
“Sono andata con Jorge in quel posto, Minho dovrebbe avertelo detto.”
“Ah si, com'è andata? Avete trovato qualcosa?”
“Si, sembra che tutto si stia riprendendo e che l'eruzione abbia trovato un valido nemico. La gente comincia a guarire, non del tutto, ma si riprende. Certo quelli andati sono irrecuperabili, ma quelli messi meglio guariscono.”
“Perchè non sono stato informato di queste cose?” Si intromise Thomas ancora più rabbioso di prima.
“Tu eri sparito. Ti vai sempre a rintanare nella tua grotta, ti nascondi nelle tue paure. Non vuoi farti trovar e noi non ti cerchiamo.” disse Aris.
Avrebbe voluto tirare un bel cazzotto a quel ragazzo dal visino così innocente, se prima gli stava simpatico ora non lo trovava per niente divertente.
“Si ma almeno dopo che son tornato potevate avvertirmi.”
“Ma testa di caspio, ti ho avvertito!” Disse Minho che ormai li aveva raggiungi dentro al casolare.
“Quando?”
“L'altro giorno poco prima che ti venisse un attacco isterico e che scappassi nel bosco.”
“Scherzi?” domandò Thomas spalancando gli occhi. Aveva un'espressione strana e piena di rabbia, voleva capire dove fosse Newt. Nella mensa non c'era e questo lo irritò il doppio.
“No amico.” disse Minho.
Proprio in quel momento, in quell'istante accadde l'inaspettato.
“Tommy, sono Newt. Vieni a cercarmi.” Una voce parlò nella mente del ragazzo, una voce familiarissima, gli mancava sentire quel tono così calmo e tranquillo.
“Ma che...Che sta succedendo. Dove sei? Chi sei? Newt.” Gridò Thomas davanti a tutti i presenti.
“Che cosa stai dicendo?” Domandarono stupiti Minho e Brenda.
“Sta solo perdendo le staffe, guardatelo. Ormai è mezzo pazzo.” Disse Aris tra un boccone di cervo e l'altro.
“Non sono pazzo, pive che non sei altro!”
“Tommy. Ho bisogno che mi ascolti. Devi calmarti.” La voce continuò a parlare nella mente del ragazzo, sembrava così reale ma altrettanto distante.
Forse davvero stava impazzendo.
“Io e...no niente. Io sono vivo. Cercami. Tommy, ti sto aspettando. Ti prego, cercami.” concluse la voce ambigua.
Thomas si accasciò al suolo gemendo, le lacrime iniziarono a cadere senza fine, tremava più di prima, doveva contare per calmarsi ma stavolta non riuscì a mantenere i nervi saldi.
Guardò malamente i suoi amici che ormai si erano riuniti intorno a lui e stavano farfugliando parole lontane, una mano si allungò per aiutare Thomas ad alzarsi ma lui la respinse quasi fosse un serpente velenoso. Si alzò di scatto, non vedeva nulla, aveva gli occhi gonfi e respirava a fatica, doveva prendere assolutamente aria o gli sarebbe di nuovo venuto un attacco. Si aprì un varco tra la folla e corse fuori, poi una volta fuori si lasciò cadere al suolo urlando come un matto. Non gli importava delle cose che avrebbero detto gli altri, non gli interessava più niente delle amicizie costruite in quei cinque anni di sopravvivenza, gli interessava solo di Newt e di quella voce nella sua testa.
Con rabbia iniziò a strappare l'erba, a divincolarsi gridando il nome di Newt, sentiva i passi degli amici avvicinarsi a gran velocità.
Tra le voci che parlavano distinse chiaramente quella di Gally che stava tentando di allontanare la folla e quella di Minho che imprecava contro ogni cosa possibile.
“Tommy, ti devi calmare o finirai per morire.” parlò di nuovo la voce famigliare.
“Tu non sei reale. Esci dalla mia mente.” continuò ad urlare Thomas mentre piangeva inginocchiato sulla nuda terra con lo sguardo rivolto verso il basso.
“E' finto solo se pensi che lo sia. Ascoltami Tommy.”
“Smettila di chiamarmi Tommy. Chi sei tu. Chi sei. Esci dalla mia testa. Tu non sei lui, tu non sei Newt.”
“Che dice adesso e soprattutto con chi parla?” Domandò Aris.
“Sono proprio Newt invece. Sono vivo e devi venirmi a cercare, non so dove sei. Ho bisogno di te.” disse la voce prima di sparire nuovamente.
Da quando era uscito dalla mensa fino a quel momento Thomas aveva sempre tenuto gli occhi chiusi ed ora li aveva aperti. Il primo viso nitido che vide fu quello di Gally, questo stava parlando ma le parole erano attutite e sembravano rumori di sottofondo, Minho stava scuotendo Thomas dalle gambe e urlando qualcosa, sembrava molto preoccupato ma allo stesso tempo nevrotico.
Con molta calma Thomas si alzò aiutato da i due amici che precedentemente lo avevano scosso ripetutamente per riportarlo alla realtà.
“Thomas perché hai nominato Newt? Non lo menzionavi da anni.” Disse Brenda rompendo il ghiaccio e la tensione che si era formata.
“Io..Io l'ho fatto?” rispose Thomas stordito.
“Si testa di caspio, hai nominato Newt. Perchè!” Urlò Minho, sembrava nervoso anzi era davvero nervoso.
“Ehy amico non c'è bisogno di alterarsi tanto!” Alla conversazione si aggiunse Frypan.
Doveva tornare..Doveva essere con te Brenda! Minho mi aveva detto questo!”
“Ma che diavolo stai dicendo Thomas?” L'asiatico squadrò l'amico con aria interrogativa. Thomas stava davvero impazzendo.
“Ma si, hai detto che Brenda sarebbe andata a cercare Newt perchè era ancora vivo!”
“Che io ricordi lui è rimasto nel palazzo degli spaccati. Che intendi con 'ancora vivo'?” domandò Minho.
“Niente, niente. Lui doveva tornare, tutto sarebbe andato a posto.” Doveva restare calmo, cinque anni a mantenere il segreto e ora stava sputtanando tutto ai quattro venti. La conversazione stava prendendo una piega inaspettata, se fosse continuata sarebbe finita molto male, ma ovviamente niente va mai per il verso giusto.
“No ora me lo dici, Thomas. Basta giochetti con me.”
“Direi che possiamo concluderla qui.” Disse Gally senza nemmeno pensarci due volte, forse sperava di riaggiustare le cose, ma tutto fu vano. La tensione era troppa ed il discorso già avviato.
“Thomas, Thomas puoi parlarmi? Sai Newt era mio amico, vorrei sapere che caspio stai dicendo.” La voce di Minho si fece sempre più tagliente, suonava quasi male, sembrava la voce di un pazzo.
“Non posso..Ho fatto una promessa!”
“A chi?” chiese Frypan intromettendosi ancora una volta.
“Per dio, a Newt!” Thomas stava camminando avanti e indietro con la testa fra le mani, a stento riusciva a controllare il dolore che lo divorava dentro. Voleva urlare ma come poteva con tutta quella gente vicina?
Minho si avvicinò all'amico, si abbasso tanto da essere vicino all'orecchio dell'amico per parlargli a bassa voce. L'asiatico non aveva una bella faccia, aveva le vene del collo in rilievo e uno sguardo da pazzo. Da lì a breve avrebbe perso completamente la testa, detestava non sapere le cose.
“Tommy. Oh Tommy, dimmi che caspio hai fatto.” disse Minho con una voce strana, non aveva mai parlato così, c'era un lieve accenno di risata ma anche di rabbia.
Lo sguardo di Thomas si riempì di paura, le sue pupille si dilatarono, il cuore iniziò a battere a mille allora. Poteva sentire le vene pulsare e la gola bruciargli.
'Tommy, Tommy, Tommy.' quel nome risuonò nella sua mente come una voce che si ripete in un canyon. Una forza sovrumana, mai provata prima, si impossessò del suo corpo, sentiva l'adrenalina salire, la rabbia aumentare e come se avesse avuto la potenza di duecento carri armati Thomas sferrò un pugno in piena faccia a Minho.










Vorrei ringraziare tutte le persone che seguono questa mia prima fan fiction. Spero sia di vostro gradimento!
Un abbraccio special a Eleonora, Volk, Dalia e Susanna che mi sostengono sempre. Un bacio a TUTTE le CuloPesche! Siete le migliori.
Il prossimo capitolo penso sarà l'ultimo.
Ho già in mente di scrivere una prossima ff sempre sui newtmas.
Non disperate per questo finale. Il peggio deve ancora venire.
Un bacio,
Silvia.
 

   
 
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