Da Grande…
-Gojyo!- Goku aveva bussato alla sua stanza alzando la
voce per farsi sentire. –Gojyo, ci sei?- il chiasso svanì e udì alcuni passi
dirigersi verso la porta. Il ragazzo sfogliò ancora le riviste tra le mani
prima di vedere la maniglia abbassarsi.
Goku: -Gojyo, ti ringrazio delle riviste, ma ha detto Sanzo che se le leggo
div…-
La porta si aprì e sulla soglia gli si parò una figura slanciata e molto alta.
Goku: -…ento…- alzò la testa e fissò sbalordito il volto inespressivo di Shien
che lo guardava dall’alto in basso
Shien: -…-
Goku: -…cieco.-
Shien: -Stai cercando Gojyo? Te lo chiamo subito.- e lo lasciò sulla porta
Goku: -… che forse tutti i torti non li ha…- commentò tra sé e sé
-Ah, Goku! Sei tu! Entra, dai!- lo richiamò il rosso seduto sul letto con la
chitarra tra le gambe e il plettro in bocca –Hai bisogno di qualcosa?-
Goku: -No…- balbettò entrando e agitando la mano per far diradare la nebbia di
fumo che s’era venuta a creare -… sono venuto a ridarti queste.- e poggiò le
riviste porno sulla scrivania
Gojyo: -Ehhh?- esordì basito lasciando il plettro cadere a terra –Perché mai?-
Goku: -Sanzo ha detto che non devo leggerle.-
Gojyo: -Uff, quel maledetto! Ora mi sente!- si alzò provocatorio
Goku: -No, non importa, Gojyo… lascia stare!-
Gojyo: -No! Mi sono rotto dei suoi metodi!- e lasciò la stanza adirato. Goku
rimase lì, impalato, rammaricato per l’ennesima lite che avrebbe causato.
-Ciao, Goku…- bisbigliò ammiccante Homura.
Goku: -C-ciao, Ho…- lo guardò intimidito
Il moretto se ne stava appollaiato sulla scrivania con una gamba ciondolante e
poggiava il mento sul ginocchio dell’altra: -Come stai?- fece l’occhiolino
Goku: -B-ene! Ciao!- e sgattaiolò fuori dalla camera in fretta e furia
Goku giunse nel salotto dove trovò il kappa infuriato e
urlante e Sanzo comodamente seduto sul divano a leggere il suo giornale.
Gojyo: -Non puoi tenere quel ragazzo sotto una campana di vetro!- gridò
puntando il dito su Goku
Sanzo: -Non so di cosa tu stia parlando…- rispose pacato
Gojyo: -Non fare il finto tonto! Credi che puoi trattarlo come più ti piace?-
Sanzo: -Certo che no.- continuò senza staccare gli occhi dal giornale
Gojyo: -Ah, no?- poggiò la mano su una spalla di Goku –Andiamo, Goku…
chiediglielo…-
Goku: -Che… che cosa?- domandò impaurito
Gojyo: -Me ne hai parlato ieri. Avanti, ora è il momento giusto per
chiederglielo…-
Goku: -Ma… ma io…-
Gojyo: -Avanti…-
Goku si avvicinò intimorito al poliziotto che stava continuando a leggere.
Pensò che in quelle condizioni ce l’avrebbe fatta a strappargli un permesso che
in genere i genitori concedono ai figli adolescenti.
Goku: -Sanzo… io volevo chiederti…-
Sanzo: -Che cosa?- domandò voltandosi verso di lui.
Goku: -Emh… magari un’altra volta!- girò i tacchi nella speranza di una veloce
fuga
Gojyo: -Eh, no!- disse bloccandolo
Goku: -Uff…- sbuffò –Sanzo, posso andare alla festa di Glen, domani sera?-
Sanzo: -No.-
Goku: -Ecco! Lo sapevo!- batté i piedi per terra –Ma perché?-
Sanzo: -Perché è un ragazzo del quinto anno e ci saranno persone molto più
grandi di te.-
Goku: -Ma Nataku ci va!-
Sanzo: -Non approvo i metodi di suo padre, lo sai. E poi non mi sembra che
Nataku vada male a scuola…-
Goku: -Mi sembra di essere migliorato a matematica, o no?-
Sanzo: -è vero, ma pago profumatamente quello scienziato pazzo per farti dare
ripetizioni. E la mia risposta resta comunque NO!-
In fondo alla stanza, Hakkai se la rideva mentre lavava i piatti, e ogni tanto
prestava orecchio al battibecco.
Gojyo: -Dai, Sanzo! Vado io con lui!-
Sanzo: -Preferisco affidare Goku ad una banda terroristica piuttosto che a te!-
Hakkai: -Ahah, Sanzo non esagerare!- intervenne continuando a svolgere le sue
faccende
Gojyo: -Grazie, Hakkai, almeno tu mi comprendi…-
Hakkai: -Almeno di una cosa puoi andare sicuro: non lo stuprerà mai.- aggiunse
poi
Gojyo: -Appunto, non lo stupre… ehi, Hakkai da che parte stai?-
Ma il moretto riprese a fischiettare allegramente mentre insaponava l’ennesimo
piatto.
Sanzo: -Sentiamo, e come ce lo porteresti Goku alla festa?-
Gojyo: -Mi presti la macchina, ovvio.-
Sanzo: -Ah. E io ti farei guidare la mia auto nuova?-
Gojyo: -Guarda che io l’ho conseguita la patente!-
Sanzo: -Non lo metto in dubbio! L’hai conseguita quattro, e dico QUATTRO, volte
se è per questo.-
Gojyo: -Umh…-
Sanzo: -Non te lo ricordi? La prima volta graffiasti tutta la fiancata sinistra
della macchina di tuo fratello e lui prese la tua patente insieme a tutti i
tuoi cd degli Iron Maden e fece un bel falò. La seconda ti schiantasti, sulla
principale, contro il cartellone pubblicitario dopo esserti sbronzato con i
tuoi amici Emo che sono di là…-
Gojyo: -Cartellone pubblicitario?-
Sanzo: -Sì, quello dell’intimo…-
Gojyo: -Ah, già… che gran tette quella bionda…-
Sanzo: -E poi quando tornasti alle quattro del mattino a casa. Era buio pesto,
tu rincoglionito come al solito, facesti retromarcia e parcheggiasti la mia
auto sulla bisarca del tuo vicino di casa. La ritrovai in Svizzera tre giorni
dopo. Ti strappai la patente personalmente. Una delle più grandi soddisfazioni
della vita: farla in frantumi davanti ai tuoi occhi lucidi!-
Gojyo: -Puoi ripetere questa storia quanto vuoi! Non mi fa alcun effetto,
adesso! Hakkai, difendimi, per piacere!-
Hakkai: -Riguardo cosa?- si voltò a guardare il rosso mentre era ancora immerso
nei suoi pensieri
Gojyo: -Beh… stavamo parlando di auto e…-
Hakkai: -Ha ragione Sanzo.- lo interruppe subito
Gojyo: -Ma se non sai nemmeno cosa ti volevo dire!-
Hakkai: -Non importa…-
Gojyo: -Ma da che parte stai?! Io volevo solo prendere la macchina domani
sera!-
Hakkai: -Beh, non è che te la meriteresti poi molto. I tuoi voti non brillano…-
Gojyo: -Ancora con questa storia? Io non vado a ripetizione di matematica!-
Hakkai: -è vero. Ma ti ricordi l’ultimo esame che hai fatto?-
Gojyo: -Umh…- iniziò a pensare
L’ultimo esame:
Professore: -Signor Sha Gojyo, ecco a lei.- disse porgendogli un’immagine
Gojyo la guardò strabuzzando gli occhi: -Ma… ma è nuda!-
Professore: -Lo so. Mi dica cosa ne pensa.- sorrise
Gojyo: -Beh…è provocante, ma…ma lei mi permette di guardarla così serenamente?-
Professore: -Certo che glie lo permetto. Perché non le piace?- chiese perplesso
Gojyo: -Sì, bella donna sua moglie… ma non è il mio tipo.-
Professore: -Ma… ma che cosa sta dicendo?!- sbottò indignato
Gojyo: -Beh, non ho niente in contrario alle messicane, è che preferisco le
spagnole…- (Levatevi dalla testa i doppi sensi)
Professore: -Ma che messicana? Questa è la Maya di Goya!-
Gojyo: -Ah…- continuò sbigottito -… mi sembrava una faccia conosciuta…-
Professore: -Se ne vada!-
Gojyo: -Emh… quando posso tornare?-
Professore: -Quando mi sarò dimenticato la sua faccia!-
Gojyo: -Vabeh, per una volta che c’è stato un malinteso
la vogliamo fare così lunga?-
Hakkai: -Malinteso? Una volta? Ti ricordi a lezione di disegno?-
Gojyo: -La lezione di disegno hai detto?-
Lezione di disegno:
Gojyo se ne stava davanti al suo foglio bianco con la matita alla mano in
attesa di direttive. Studiava attentamente il soggetto da ritrarre: un nudo
femminile. Era entrato nell’atmosfera giusta, era nel nirvana degli artisti e tutto
il resto era svanito.
Professoressa: -Bene, cominciate dalle pere, mi raccomando le linee: sinuose e
aggraziate.-
Gojyo si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio: -Le pere… le pere… le
pere…- sussurava fra sé -… ah, intende il seno!-
Otto minuti dopo.
Professoressa: -Mi raccomando di ombreggiare bene i piccioli.-
Gojyo: -I piccioli? Ah, intende i capezzoli… Ma perché deve parlare in codice?-
Quattro minuti dopo.
Professoressa: -Per quanto riguarda le fossette delle mele: non troppo marcate
ma comunque visibili.-
Gojyo: -Mele… mele… saranno le natiche-
Undici minuti dopo.
Professoressa: -La banana deve stare eretta, così da proiettare l’ombra.-
Gojyo: -La banana deve… La banana?!- borbottò tra sé –Professoressa, scusi! Ma
quale banana?-
La donna arrivò in aiuto del rosso che, appena vide il disegno, lo guardò
storto.
Professoressa: -Scusi, lei frequenta il secondo anno?-
Gojyo: -Sì, sto seguendo il suo corso, perché?-
La professoressa indicò dall’altra parte della stanza: -Perché sto tenendo una
lezione sulla natura morta!-
Gojyo: -Eh-eheh…- sorrise imbarazzatissimo -…forse ho sbagliato qualcosina…-
Professoressa: -Beh, non so. A me sembra che qui di morto ci sia ben poco!-
Sanzo sbottò in una grassa risata, di quelle che
sfottono per il resto della vita. Il rosso, ferito nell’orgoglio, prese Goku
per il polso: -Andiamocene, qui non ci capiscono!- e filarono via.
Hakkai rimase perplesso a contemplare la scena, poi scosse le spalle e tornò ad
asciugare i piatti.
La serata passò tranquillamente, almeno per Sanzo. A tavola non volò una mosca:
Goku era abbattuto, Gojyo teso ed adirato e Hakkai… beh, Hakki sorrideva come sempre. Ma non perché non si rendesse conto della
situazione o perché fosse stupido, anzi, astutamente aveva deciso di far finta
di nulla, così, almeno lui, si sarebbe risparmiato tutto questo.
La mattina dopo, il rosso teneva sempre il
broncio e, pur di non vedere le facce dei coinquilini più grandi, si infilò tre
buondì in bocca contemporaneamente e afferrò Goku, che stava per addentare una
fetta di torta ai mirtilli (eh, sì… Hakkai si dà da fare. Quest’affermazione la
potete prendere nel senso che vi pare).
Goku: -Ehi, voglio fare colazione!-
Gojyo: -Andiamo, o faremo tardi.-
Sanzo: -Ma come?- domandò facendo cadere la fetta biscottata con la marmellata
alle arance –Non vi accompagno io?-
Gojyo: -No! Te la puoi tenere tutta per te la tua macchina! Io e Goku andremo
in pullman, non è vero Goku?-
Goku: -Ma io voglio andare con Sanzo…-
Gojyo: -Goku, un minimo di dignità, per piacere!-
Goku: -Hai ragione…- si alzò donando un ultimo sguardo alla sua torta.
I due uscirono e il biondino si rigirava tra le dita quella maledetta fetta
biscottata.
Hakkai sorrise mentre era intento a imburrare una fetta di pane: -Bella
giornata, non trovi?-
Sanzo si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio: -Un giorno tutto questo
ti si ritorcerà contro se continui così.-
Hakkai: -Suor Maddalena mi diceva sempre: “ricordati, Gono, se ti fai i fatti
tuoi, campi cent’anni!”. Eh, che donna, che era…-
Sanzo: -Che fine ha fatto?-
Hakkai: -è rimasta coinvolta in una sparatoria tra bande mafiose che avevano in
corso una faida da anni a trentasette anni.-
Sanzo: -E che ci faceva?-
Hakkai: -Non lo so. Io mi sono fatto i fatti miei…-
Sanzo: -Giustamente.-
La giornata proseguì come al solito. Alla
sera, si presentò un barlume di liberazione per Goku e Gojyo: Sanzo aveva il
turno di notte.
Goku se ne stava arrampicato sulla sedia cercando di capire gli esercizi sulla
nomenclatura che Hakkai tentava di insegnargli.
Sanzo: -Allora io vado, buona serata!-
Il rosso, che se ne stava in canottiera a guardare la tv con la lattina di
birra nella mano, lo salutò con un rutto senza nemmeno voltarsi.
Hakkai cercò di calmare il poliziotto che già aveva tolto la sicura dalla sua
pistola.
La serata proseguì tranquillamente quando il telefono prese a squillare.
Hakkai: -Pronto? Chi parla?... Ah, sei tu! Dimmi!... Stasera? Una riunione
stasera?... Sì, ho capito che è per l’aggiornamento del… Ma stasera sono coi
ragazzi e…-
Gojyo alzò un braccio con tanto di lattina di birra: -Hakkai, non sei nostra
madre…-
Hakkai: -Senti, ripensandoci… Vengo alla riunione… Sì, prendo la giacca e
parto. A dopo!- e riattaccò
Gojyo: -Allora esci?-
Hakkai: -Sì, starò via dalle tre alle quattro ore. Mi posso fidare?-
Gojyo: -Saremo due angeli.-
Hakkai: -Ok, allora ciao!-
Il moretto non se lo fece ripetere due volte e sparì dietro la porta
principale, lasciando Goku alle prese con l’acido cloridrico.
Gojyo: -Uno… due… tre… quattro… […] quarantasette… quarantotto… quarantanove… e
cinquanta!- corse alla finestra per vedere Hakkai salire sulla sua auto e
partire.
Gojyo: -Bene, Goku! Preparati che usciamo!-
Goku: -Eh? E dove vorresti andare?-
Gojyo fece penzolare dalle dita una chiave: -Non volevi andare ad una festa?-
sorrise
Goku: -Ma quelle sono le chiavi della macchina di Sanzo!-
Gojyo: -Già, è andato a lavoro con l’auto di servizio. Allora? Vogliamo
andare?-
Goku: -Non ci metteremo nei casini? E poi è una festa di carnevale e noi non
abbiamo nemmeno un vestito.-
Gojyo: -Vestito? Basta un po’ di inventiva!- esclamò entrando letteralmente nel
suo armadio e mettendolo in subbuglio, -Tieni!- porse al ragazzo una camicia a
quadri
Goku: -Perché ci dobbiamo mettere queste camice?-
Gojyo: -Fidati di me. Adesso infilati questo cappello.-
I due si presentarono allo specchio con due orride camice a quadri, Goku ci
stava tre volte dentro. Sulla testa avevano un enorme cappello con un laccio
legato sotto il mento.
Goku: -E chi dovremmo rappresentare?- chiese perplesso
Gojyo: -Come chi? Siamo i cowboy del film “I segreti di Brockback Mountain”!-
Goku si voltò abbattuto: -Ma questi che abbiamo in testa sono sombreri!-
Gojyo: -Non fare il pignolo e usciamo! Abbiamo tre ore di puro divertimento!
Magari rimorchio anche… Goku, com’è il mio alito?- aprì la bocca sul suo naso
Goku: -Puzza tremendamente di birra.-
Gojyo: -Allora è perfetto!- sorrise fiero
Arrivati alla festa i due si guardarono
intorno perplessi. La casa traboccava di gente e non si capiva niente a causa
della musica ad alto volume.
Gojyo: -Ma tu le conosci tutte ‘ste persone?-
Goku: -Veramente no… alcuni non mi sembrano nemmeno adolescenti…-
Gojyo: -Già…Ehi, Gossov!- alzò la mano attirando l’attenzione di un energumeno
Gossov: -Gojyo!- lo salutò tirandogli una piccola pacca sulla schiena da farlo
cadere a terra
Gojyo: -Goku, ti presento un mio compagno d’asilo!-
Goku: -D’asilo? Ha la tua età?-
Gojyo: -No, sciocco…- sorrise -… era ripetente! Gossov adesso ha ventisei
anni!-
Gossov: -Ventisette… E tu piccoletto?-
Goku: -Io ho diciassette anni, sono un amico di Glen. Ma inizio a credere di
aver sbagliato casa.-
Gossov: -Glen è mio cugino! Guarda è laggiù!- indicò la cucina
Goku: -Ehi, grazie! Ci vediamo dopo, Gojyo?-
Gojyo: -Va bene, divertiti! Non fare nulla che io non farei!- gli urlò dietro
Gossov: -Cos’è che non faresti?-
Gojyo: -Umh… andare con un uomo…-
Nataku: -Allora sei venuto!-
Goku: -Sì…- rispose appoggiandosi al marmo della cucina -…ma sono venuto con
Gojyo, non so se mi spiego…-
Nataku: -Tranquillo, io non vi ho visto.-
Glen: -Ehi, amico!- salutò Goku con un braccio intorno alle sue spalle –Beviti
qualcosa!-
Goku: -Succo alla pera?-
Glen: -Ceeerto, tieni il tuo…- gesticolando con l’indice e il medio -… “succo
alla pera”! però devi buttarlo giù tutto d’un fiato.-
Goku: -Ok! Nataku, tu non bevi?-
Nataku: -Lo sai com’è mio padre. Non posso mangiare e bere niente che non sia
acqua senza il suo permesso. Altrimenti addio campionato regionale di lotta
libera.-
Goku: -Ah, è vero! Allora bevo alla tua!- esclamò ingoiandosi la bevanda del
bicchierino. All’inizio guardò confuso l’amico, poi storse un po’ la bocca e
qualche gocciolone iniziò a rigargli il viso.
Glen: -Ehi, t’è piaciuto il rum?-
Il ragazzo lo guardò con i lacrimoni agli occhi e iniziò a gridare: -ACQUA! Ho
bisogno di ACQUA!-
Iniziò a saltellare come una scimmia (ok, me la potevo risparmiare) in qua e in
là quando, finalmente, si appropriò della bottiglia che aveva in mano un
ragazzo, -ACQUA! Finalmente ecco l’acqua!- e si attaccò alla bottiglia di vetro
tracannandosi il suo contenuto
Glen: -Goku, no…- tentava di fermarlo -… quella non è…- ma non finì la frase
che il ragazzo lasciò la bottiglia cadere a terra -…acqua…-
Nataku: -Tutto a posto, Goku?- chiese preoccupato
Goku diventò paonazzo e iniziò a sputare fiamme.
Nataku: -Ma che gli è preso?!-
Glen: -Vorrei vedere te dopo esserti scolato un’intera bottiglia di grappa…-
Nataku: -Accidenti…-
Sanzo: -Uff, se proprio devo alzare il culo
dal mio ufficio, vorrei che fosse per cose degne di nota. Non per placare gli
animi di una festa troppo rumorosa.- fece notare seccato mentre si accingeva a
suonare al campanello della casa
-Ehi!- richiamò l’attenzione il suo collega –Guarda quello che vomita sui
cerchi in lega di quella macchina! Sembra la tua Sanzo!- rideva
Il biondino si girò con gli occhi sgranati a vedere: -NO! Quella non sembra la
mia auto. Quella È la mia auto!-
-Oh-ops…-
Sanzo non aspettò oltre e buttò giù la porta calpestando il poveraccio che
stava per aprire loro, -Dove sei, dannato scherzo della natura colorato di
rosso?! Scherzo? Ma che dico? Sei un ERRORE della natura!-
Un ragazzino gli si avvicinò: -Scusi, ma di chi sta parlando?-
Sanzo: -Di un kappa, alto all’incirca così, con una grandissima faccia da
idiota e due antenne che gli arrivano fin qui…-
-Non so di chi stia parlando, mi spiace…-
Sanzo: -Anna dai capelli rossi un po’ troppo cresciuta che corre dietro a tutte
le ragazze.-
-Ah! Quello vestito da gay! È di sopra.-
Sanzo, dunque, iniziò la traversata del mare di persone che affollava la casa
per raggiungere le scale, quando ad un certo punto una bionda vestita da
olandesina gli saltò al collo.
-Ciao bel poliziotto, che ci fai tutto solo?-
Sanzo: -Sono venuto a prendere i cattivi.- rispose seccato
-Io sono una bambina molto cattiva! Mi porti via con lei, la prego!-
Sanzo: -Guardi, signorina… io sono un poliziotto vero.- le fece vedere la
pistola
-Certo… e io sono nata veramente a Rotterdam…- insinuò maliziosa poggiando la
bocca sulla canna dell’arma. Sanzo la guardò basito e indignato. Insomma,
immaginatevi voi: Sanzo aveva tra le braccia una ragazza sbronza che stava
facendo un servizietto alla sua pistola. Quella che spara, intendo.
Quella che spara proiettili veri, insomma.
Il biondino si guardò attorno e si accertò che nessuno lo stesse guardando, poi
indietreggiò e tirò una testata in mezzo agli occhi della ragazza facendola
svenire. Dopo aver convinto un gruppo di studenti che lui non era un membro dei
village people, Sanzo aprì la porta con un boato. Trovò una coppia a letto e la
ragazza che si trovava in biancheria sopra il partner alzò la testa colpita dal
frastuono.
Gojyo: -Che c’è? È arrivato il tuo ragazzo?-
-No, forse il tuo…-
Gojyo: -Te l’ho già detto: io non sono gay…- alzò la testa e vide Sanzo sulla
porta con il fumo che gli usciva dalle orecchie –Eh-eheh…non è come sembra!-
-Meno male non eri gay…- storse la bocca la morettina
Sanzo: -Ah, no? Lei è inciampata e tu sei caduto? Mi devi una spiegazione!-
Gojyo: -No, è che…ehi, cosa ci fa una bionda aggrappata alla tua caviglia?-
Sanzo: -Non cambiare argomento! Ti avevo detto di non prendere la mia auto!-
Gojyo: -Emh…Perché? C’è anche la tua macchina alla festa?-
Sanzo: -Non fare lo spiritoso! Io ti ammazzo!-
-Ma che animi caldi che abbiamo… - intervenne la ragazza –Perché non mi
ammanetti al letto, bel poliziotto? Ci divertiamo tutti e tre insieme…-
Sanzo: -No! Io ammanetto lui e poi lo apro in due come una mela!-
-Accidenti, di due nemmeno un etero mi è capitato…-
Gojyo: -Guarda bellezza, che lui mi apre in due veramente, non era una metafora
erotica…-
Dopo che ebbe dato il tempo a Gojyo di rivestirsi e aver accertato che la
ragazza fosse maggiorenne, Sanzo si scrollò la biondina dalla caviglia e la
rinchiuse nel bagno.
Sanzo: -Allora? Dov’è Goku?-
Gojyo: -Chi?-
Sanzo: -Goku.-
Gojyo: -Non conosco nessun Goku.-
Sanzo: -…-
Gojyo: -Ahhh, quel Goku! Perché pensi che io lo sappia?-
Sanzo: -Non sono idiota. Era lui che voleva venire a questa festa.-
Gojyo: -Anche questo è vero… per quanto riguarda la seconda frase. Non sono
molto d’accordo sulla prima.-
Di tutta risposta, Sanzo gli tirò un’harisennata (eh, già… se l’è portato pure
in questa storia) da fargli fare tutte le scale col mento. I due cominciarono a
cercare Goku nella mischia.
Sanzo: -Goku? Dove sei?-
Gojyo: -Goku, dobbiamo battere in ritirata! Il nemico ci ha scoperto!-
Sanzo: -Finiscila.-
Gojyo: -Che c’è? Ehi, c’è una rissa!- esclamò esaltato –Proviamo a cercare là!-
Sanzo: -Ma dai! Le risse in queste feste sono molto comuni! Non credo che
Goku…-
Gojyo: -Però non sono molto comuni le risse dove l’intera squadra di football
della scuola viene scaraventata fuori dalla finestra…-
I due si precipitarono a vedere e trovarono Goku ormai barcollante alle prese
con l’ennesima testa calda e Nataku a guardargli le spalle, ormai tutti avevano
paura di lui.
Sanzo: -Goku!-
Nataku: -Signor Hoshi!- esclamò sollevato –Non è colpa nostra: Goku ha bevuto
un po’ troppo e dei ragazzi più grandi hanno cominciato ad infastidirci e…-
Sanzo: -Non importa, vieni che ti porto a casa.-
In quel momento, Goku schiantò a terra dormiente e tutti si fermarono a vedere
la sua faccia spiaccicata sul pavimento che russava.
Gossov: -Ehi, Gojyo!- prese Goku per i pantaloni e lo sollevò –Questo cosino è
tuo?-
Gojyo: -Sì.- allargò le braccia per accogliere il ragazzino, ma la finezza di
Gossov non gli era un mistero, di fatti quest’ultimo glie lo scaraventò contro
facendogli perdere l’equilibrio.
Gossov: -Ve ne andate di già, Gojyo?-
Gojyo: -Sì, andiamo a…-
Sanzo: -…al fresco.-
Gojyo: -…al frescosa?!-
Sanzo: -Hai capito bene.- sentenziò mettendogli le manette al polso
-Che diamine succede?- chiese Goku aprendo
pian piano gli occhi
Gojyo: -Indovina un po’…- rispose abbattuto con i gomiti poggiati sulle
ginocchia
Goku: -Ahi! Che mal di testa!- si resse la fronte
Gojyo: -è normale, si chiama “sintomo post-sbornia”-
Goku: -Ma… ma questa è una cella!- esclamò aggrappandosi alle sbarre
Gojyo: -Ci ha portato qui il tuo paparino perché gli abbiamo disubbidito!-
Goku: -Ho capito, ho capito…- si tappò le orecchie -… ma non urlare che mi
assordi.-
Sanzo: -Allora?- comparì soddisfatto davanti alla cella –Come stanno i miei
fuori legge?-
Gojyo: -Per quanto ci terrai qui?-
Sanzo: -Per ventiquattro ore.-
Goku: -Ma io ho scuola domani!-
Sanzo: -Non ti preoccupare per domani…-
Goku: -Meno male…-
Sanzo: -Perché se non ci sarà qualcuno che paga la cauzione, perderai tre
giorni di scuola.-
Goku: -Che?!-
Gojyo: -Vuoi tenerci qui per tre giorni?!-
Sanzo: -No. Io voglio tenervici per sempre… ma mi accontenterò di ventiquattro
ore.-
Gojyo: -Maledetto. Il tuo è abuso di potere, lo sai? Comunque con Hakkai non te
la prendi nemmeno un po’? è uscito fregandosene di noi!-
Sanzo: -Ma se sei tu il primo a dire che non hai bisogno di una babysitter! E
comunque Hakkai mi ha mandato questo.- prese il cellulare e lo mostrò al rosso
Mittente: Hakkai
Data: 18 febbraio ’09
Ore: 23:12
Sanzo, sono uscito per un’improvvisa riunione. Se capita qualcosa a quei due
non è colpa mia. A domani 0_^!
Gojyo: -Cioè… cioè…- balbettava sbalordito
-… ti ha fatto anche lo smile!-
Sanzo: -Bene, signori miei! Potete fare una telefonata a chi volete, secondo il
regolamento. Goku, vieni.-
Il ragazzo si alzò ma fu subito bloccato dal rosso: -Goku, sfruttala bene
questa telefonata, mi raccomando.-
Goku: -Sì, sì… ho capi…- e cadde a terra dopo aver sbattuto il naso contro le
sbarre
Gojyo: -Ecco… come non detto…-
Il poliziotto condusse Goku all’apparecchio telefonico e si girò di spalle in
attesa . Goku collassò sulla cornetta e miracolosamente riuscì a premere dei
tasti. Dunque, tempo cinque secondi, il cellulare di Sanzo iniziò a squillare.
Sanzo: -Pronto?-
Goku: -Pronto, Sanzo?-
Sanzo: -Dimmi.-
Goku: -è successa una cosa, però non arrabbiarti…-
Sanzo: -Cos’è successo?-
Goku: -Sono in prigione.-
Sanzo: -In prigione?! E cosa ci fai lì?!-
Goku: -Ma guarda, è successa una cosa strana! Ero ad una festa, ho iniziato a
bere dell’acqua e non capito più niente. Poi sei arrivato tu e ci hai portato…-
Sanzo: -Vi ho portato dove? Goku? Mi sa che c’è la linea disturbata…- si voltò
e vide il ragazzo che lo stava guardando storto
Goku: -Che fai? Mi sfotti anche?!-
Sanzo: -Chi? Io? No! Andiamo, è il turno di Gojyo.-
Goku: -Sì, è meglio, và…-
I due tornarono alla cella e il più giovane si sedette amareggiato in un
angolo.
Gojyo: -Chi hai chiamato?-
Goku: -…-
Gojyo: -… allora?-
Goku: -…-
Gojyo: -Non dirmi che hai chiamato questo qui!- esclamò puntando il dito sul
biondino
Sanzo: -Proprio così. E ora questo qui ti prende per un orecchio e ti porta di
là.- e trascinò il rosso al telefono.
Gojyo: -Tsk…- lanciò un’occhiataccia mentre componeva il numero -… pronto,
Hakkai?-
Hakkai: -Shhh, un po’ di silenzio! Sono al telefono!-
Gojyo: -Hakkai, mi senti?-
Hakkai: -Ah, Gojyo…sei tu? Dimmi!-
Gojyo: -Ho bisogno di un favore, dovresti venire a prendermi in centrale… Ma
cos’è tutto questo baccano?-
Hakkai: -Eh? Ah, è una riunione molto accesa e interessante…-
Gojyo: -Una riunione con la musica dance in sottofondo?-
Hakkai: -Eh, sì… stiamo parlando di un nuovo tipo di bypass che agisce sul vaso
di pressione arterioso in modo che il ventricolo si svuoti completamente alla
contrazione del cuore e pompare conseguentemente altro…- ma fu interrotto dal
collega che gli gridò dietro: -Ehi, Hakkai! Non sparare troppe cavolate perché
tanto la gente non ci capisce niente…-
Hakkai: -Hai ragione, Ni… questo modello è sperimentale e dobbiamo
perfezionarlo…-
Gojyo: -Guarda Hakkai che l’ho sentito! Vienimi a prendere!-
Hakkai: -Come hai detto, Gojyo? Non ti sento, la discussione è molto sentita.
Scusa, la mia assistente mi chiama per un altro bicchie… test! A domani!-
Gojyo: -No! Hakkai, aspet…! Dannazione, ha riattaccato!-
Sanzo: -Allora?- domandò sorridendo –Verranno a prenderti?-
Gojyo: -Non ridere! Tu lo sapevi!-
Il poliziotto riaccompagnò il rosso in cella con un grande appagamento nel
petto.
Gojyo: -Ti propongo una sfida!- esordì aggrappandosi alle sbarre
Sanzo: -No.-
Gojyo: -Che c’è? Hai paura? Scontriamoci, corpo a corpo, se vinco mi liberi!-
Sanzo: -Accetto.-
Gojyo: -Davvero?-
Sanzo: -Sì. Però ho finito il mio turno, quindi torno a casa.-
Gojyo: -Ma come?! E la sfida?-
Sanzo: -Se vuoi, puoi farla con il mio collega che è appena arrivato.-
Gojyo: -Certo! Batterò anche lui!- sghignazzò rimboccandosi le mani
Sanzo: -Ok.- si voltò e poggiò una mano vicino alla bocca –Gato, vieni a
duellare!-
Gato: -Sì, capo!- esclamò giungendo davanti alla cella.
Gojyo fu oscurato dalla sua mole e fissandolo iniziò a balbettare: -L-lo sai
che ti dico, Sanzo? C-che io e Goku vogliamo fare la nuova esperienza che è
quella di passare una notte in cella e stare insieme per approfondire la nostra
amicizia! Vero, Goku?-
L’amico lo guardò e poi vomitò anche l’anima.
Gojyo: -Appunto. Insieme: io, Goku e il suo vomito.-
Sanzo: -Va bene, non insisto. Buonanotte!- prese la giacca e lasciò l’edificio.
La sera dopo tutto procedette bene: Hakkai
sorrideva, stavolta non più per far finta di niente, ma per la serata passata,
Sanzo non parlava con nessuno come al solito e Gojyo se ne stava in silenzio a
leccarsi le ferite.
Goku si avvicinò al biondino a testa bassa: -Sanzo…-
Sanzo: -Che c’è?-
Goku: -Io volevo chiederti scusa…-
Gojyo aprì le orecchie e si mise a pensare che forse tutti i torti, Goku non li
aveva.
Sanzo: -E per cosa?-
Goku: -Per ieri sera.-
Sanzo: -Vedi…- inspirò -… se io ti proibisco di andare ad una festa è perché so
in che pericoli potresti cacciarti.-
Goku: -Hai ragione.-
Sanzo: -Comunque, ho deciso di essere meno rigido. Puoi guidare la mia
macchina, Gojyo.-
Gojyo: -Eh?- alzò la testa sorpreso –Davvero?-
Sanzo: -Sì, ma solo con il mio permesso! E dovrai stare molto attento o ti
ucciderò!-
Goku: -Grazie, Sanzo.-
Sanzo: -No, non ringraziarmi. La prossima volta ti prenderò per le orecchie e
ti scarterò come una caramella, intesi?- lo fissò col dito puntato e poi si
voltò verso Gojyo
Gojyo: -Non ti aspettare ringraziamenti! Non mi aspetto molto da uno che non
permette di leggere riviste porno ad un adolescente.-
Sanzo: -Io non ho mai detto a Goku di non leggere riviste porno.-
Gojyo: -Cosa?- chiese perplesso –Ma Goku! Tu mi hai detto così!-
Goku: -Beh, Sanzo mi ha detto: “Se le leggi, diventerai come Gojyo”.-
Gojyo: -E allora? Dov’è il problema?-
Goku: -Sanzo ti detesta e, se poi divento come te, non voglio che detesti anche
me!-
Gojyo: -Brutta scimmia bugiarda!- si scaraventò addosso il ragazzo
Goku: -Lasciami, ero-kappa!-
Sanzo: -Non cominciate a litigare!- sentenziò brandendo l’harisen
-Ehhh…- sospirò Hakkai sorseggiandosi il suo the tranquillamente -… un altro
capitolo intero, e quei tre non hanno imparato niente.-
Ringrazio davvero tutti coloro che hanno recensito e inserito
questa storia nei preferiti. Spero che questo capitolo vi abbia strappato
qualche sorriso e non tolto tempo inutilmente.
Ho scoperto che Desperate Househusbands è anche il titolo di una pellicola gay
hard.
Non so se mettere al corrente i ragazzi di questo fatto.
Ci penserò su…