Libri > Trilogia di Bartimeus
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Autore: Mayo Samurai    20/10/2015    3 recensioni
Raccolta di One shot tutte BartNat, seguendo la traccia amorevolmente offerta da internet, alias la "100 word challenge".
Cento capitoli per cento prompt.
Sperando di riuscire a completare la sfida, vediamo almeno di iniziarla!
Buona lettura!
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bartimeus, Nathaniel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CASA




“Well I woke to the sound of silence the cries 
Were cutting like knives in a fist fight
And I found you with a bottle of wine
Your head in the curtains and heart like the fourth of July”

Nathaniel sta cantando.
Nathaniel non sa cantare.
“Sei stonato come le campane, perché mi torturi così?” Mi viene voglia di chiedergli vedendolo trotterellare a pochi passi da me.
Trotterellare, sì, perché quello non può essere definito camminare né tantomeno saltellare.
E’ più un singulto, qualcosa di molto patetico.
Vorrei filmarlo, così da fargli provare le pene che sto affondando io.
Nathaniel non alza molto il gomito, ma quando lo fa gli effetti sono disastrosi.
Contro ogni evidenza riesce a reggere un paio di bicchieri, anche se mi chiedo che fine faccia l’alcool in un corpo così magro, ma ci vuole poco perché superi la linea e si ubriachi.
Almeno non è molesto.
Anzi, sì, lo è, ma più allegro, e quindi quasi sopportabile.
Il freddo mi morde le mani, anche se sono nascoste nelle tasche, e accelero il passo per mettermi accanto a lui prima che poggi un piede in fallo e si spacchi il naso sul selciato.
Canticchia a mezza voce, con le palpebre semichiuse e un timido sorriso da ebete stampato sul volto.
Per non parlare del rossore del viso, ma diamogli atto, è una serata molto fredda.
E’ completamente fuori dal mondo, andato.
Ma e’ una cosa positiva.
Sta dimenticando gli attacchi di panico, le chiamate notturne e le giornate che durano anni.
Mi chiedo se si rende conto che ci sono anch’io, qui fuori.



Batte i piedi a terra come se fossero le bacchette su un tamburo, iniziando ad allungare il passo.
E’ difficile stargli dietro, ho le gambe corte, mentre Nathaniel sembra fatto di rami lunghissimi.
Aspetta, adesso ha alzato la voce, mi ha quasi spaventato, che diamine sta cantando?

”-But I like to think
I can cheat it all
To make up for the times, I've been cheated on!”

Lo raggiungo di nuovo e alzo lo sguardo, lanciandogli un’occhiata veloce: sta camminando col collo completamente scoperto e il naso all’insù, cantando.

“And it's nice to know
When I was left for dead
I was found and now I don't roam these streets
I am not the ghost you want of me!”

Oh.
Con mezzo salto si volta verso di me, sorridendo in un modo così infantile che per un attimo mi saltano tutti i nervi.
No, no, smettila stupido idiota, smettila.
Senza perdere il ritmo mi afferra le mani, strattonandole dalle tasche finchè non cedo e lo seguo in una breve serie di giravolte scoordinate e goffe.

“Woah my head is on fire!
But my legs are fine
After all they are mine.
Lay your clothes down on the floor
Close the door
Hold the phone
Show me how 
No one's ever gonna stop us now!”

Alza le braccia al cielo, poi le getta attorno al mio collo, affondando il viso nell’incavo della spalla.
Lo sento scivolare lentamente, in qualcosa di molto cartonesco, e intanto si stringe a me, coi piedi che strisciando sull’asfalto finchè non è in bilico, con le gambe tese.
Per fortuna non pesa molto.
Strofina il naso contro il mio collo, lo sento anche se ho la sciarpa ben avvolta, e ricomincia a borbottare qualcosa, dondolandosi leggermente.

“-We are shining stars
We are invincible
We are who we are
On our darkest day
When we're miles away
So we'll come, we will find our way home”

Sbuffo spazientito, e tenendogli il viso con entrambe le mani gli alzo la testa, ritrovandomi a guardarlo dritto negli occhi.
Mi guarda per pochi attimi, e sorridendo felice libero da ogni vincolo, inizia a baciarmi ovunque: sulle labbra, sulle guance, sulla fronte e sul mento, mormorando il ritornello di quella stupida canzone.
E’ in quel momento che gli cingo la vita con entrambe le braccia, anziché limitarmi ad aggrapparmi a lui.
Stupido idiota ubriaco.
Sono baci scialbi, la maggiorparte sono le labbra di Nathaniel che mi bagnano le guancie.
Sospiro quando si ferma con la fronte poggiata contro la mia e gli occhi chiusi: ha smesso di borbottare, e per ora compie grandi respiri.
Poi si stacca un attimo e mi fissa dritto negli occhi.
Sono chiari, senza nuvole e limpidi come l’aria.
Le mie mani tornano ai lati del suo viso, e gli carezzo gli zigomi, premendo con forza i pollici sulla pelle.
Stupido stupido stupido.
Non chiude gli occhi, rimane ad osservarmi assorto, come un bambino concentrato.
E vedo Nathaniel.
“Solo stasera.” Dico.
Lo bacio di nuovo, come si deve, e mi allontano solo quando mi serve aria.
“Solo stasera, ti riporto a casa, ok?”
Mi viene in mente la strofa adatta, e mentre Nathaniel mi mostra un timido sorriso e annuisce, torna sui suoi piedi malfermi pronto a camminare di nuovo.
Di solito le sue mani sono fredde, ma quando stringo la sinistra, la sento calda e sospiro di nuovo, avvertendo le spalle di Nathaniel toccare le mie ad ogni passo.

“So if by the time the bar closes
and you fell like falling down
I’ll carry you home tonight.”












PERCHE’ LE CANZONI DEI FUN SONO BELLE-



Bho.



Vi voglio bene.


E comunque “Carry On” è la theme song di Nathaniel, o comunque quella canzone di cui avrebbe grandissimo bisogno.
   
 
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