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Autore: Aldore1n    20/10/2015    1 recensioni
Anno 3000. I giovani cavalieri di bronzo del futuro continuano la loro avventura per salvare dalle grinfia del male la nuova dea Atena. Riusciranno Liam, Kenzo , Dimitri e Rebecca a sconfiggere i terribili Cavalieri Naturali e i loro Generali? Secondo libro della mia trilogia sui Cavalieri Dello Zodiaco, celebre manga del maestro Masami Kurumada. Tutto è nuovo, dai personaggi alle skill, per quest, la storia, si può definire un'originale. Ciò che conservo meticolosamente è la filosofia del fumetto. Non vi aspettate il continuo della serie tv. Tutto è nuovo! Bruciate il vostro Cosmo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saori Kido
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 9
IL PASSATO RIEMERGE! UNA SCONCERTANTE RIVELAZIONE!
 
Molti uomini scampati alla morte hanno testimoniato, una volta fuori pericolo, di un momento ben preciso, a volte fugace, in cui la mente effettua quello che i vecchi sensei giapponesi chiamano "Kokoro no Hiyaku" ovvero una sorta di "Salto della Mente". Durante questo brevissimo istante, dove il cuore aumenta i suoi battiti, martellando come un assolo di batteria, in cui il suono della grancassa vibra fino alla gola, la psiche rivive alcune scene della vita passata. Molti affermano di rivedere un'intera esistenza, o i momenti più importanti di essa, altri, solo un frammento ben delineato. Kenzo effettuò il suo salto nel tempo un istante prima che il poderoso pugno destro di Efialte lo raggiungesse. Le sue pupille si dilatarono, i contorni di ciò che aveva avanti sfumarono di colpo, divenendo di un bianco soffice, simile al candore di una nuvola. La mente viaggiò, scavando nel subconscio, superando le barriere spazio temporali. Il giovane Saint si ritrovò nuovamente un ragazzino. Era solo nella foresta. Sotto di lui uno splendido specchio d'acqua cristallino. Alcuni pesci ,di vario colore ,lambivano la sponda del laghetto, pizzicando con le piccole labbra fra la flora acquatica. Aveva le mani fasciate da quella che doveva essere stata una benda bianca, consumata, forse, da chissà quale tremendo allenamento. Ad un tratto udì una voce familiare giungere dal bosco alle sue spalle. Quando si voltò  per vedere chi stesse per arrivare ,fu rapito dalla suggestiva bellezza di una montagna enorme che si erigeva monumentale sullo sfondo, con la punta immersa in una densa coltre di stratocumuli grigi e minacciosi. 
« Kenzo. Kenzo!» gridava quella voce, con tono sempre maggiore « Kenzo, vieni. Il sensei Masami ci ha convocati tutti alla "Roccia Sospesa"» .
Si trattava di un altro bambino, del tutto calvo. Aveva una casacca scura con una cintola rossa in vita che spiccava in mezzo al verdeggiante bosco. Anche il giovanissimo Kenzo era vestito in modo simile. I suoi capelli neri e lisci non arrivavano ancora alle spalle. Udendo il messaggio che portava il suo piccolo compagno, cominciò una lunga corsa attraverso i grandi abeti sempreverdi e i pini profumati, voltando , improvvisamente, prima di un grande dirupo. Costeggiando attentamente il bordo del precipizio, giunse, poco dopo, su una sporgenza  rocciosa che, come una terrazza gigantesca, sormontava un'ampia vallata. Alle spalle del costone sospeso, un'enorme e bellissima cascata, rombando come una tempesta, si tuffava nel vuoto, spumeggiando e schizzando microscopiche goccioline d'acqua. Un folto gruppo di bambini, pressoché tutti della stessa età e vestiti in modo quasi identico, erano inquadrati a formare una griglia precisissima. Se ne stavano dritti sull'attenti, quasi fossero dei fantocci. Le mani erano posizionate rigorosamente dietro la schiena e le gambe leggermente divaricate. Nessuno osava muoversi o parlare. Il silenzio regnava incontrastato, disturbato solo dal fluire delle acque impetuose. Anche Kenzo prese posizione nello schieramento. Ad un tratto, all'apice della sporgenza, su di un grosso e contorto masso granitico, comparvero due uomini in kimono. Sulla sinistra vi era il sensei Masami della scuola "Doragon" (Drago), un uomo che, nonostante l'età avanzata, preservava un fisico lineare e slanciato. Sul suo mento spiccava un pizzetto di barba nera ispida, mentre sul capo, a coprire i lunghi capelli ormai più grigi che neri, un sugegasa in paglia a punta, tipico delle popolazioni asiatiche. Accanto all'atletico sensei vi era il maestro Kiemon della scuola Himitsu no Geijutsu (Arti Segrete), un omino basso e macilento, curvato dall'età. La sua lunga barba bianca, sottile e delicata, sembrava crescere da un'eternità. Anche lui indossava il tipico cappello a punta che copriva la totale calvizia. I due si avvicinarono all'estremità della roccia , osservando i discepoli inchinarsi tutti contemporaneamente, quasi come se quei bambini fossero un tutt'uno.  Il primo a pronunciarsi fu quello che sembrava essere il più vecchio, ovvero il maestro Kiemon:
« Giovani gakusei (allievi)»disse con voce rauca, ma decisa « molto tempo è passato da quando i vostri genitori vi hanno portato in questo sacro luogo. Ho visto le lacrime nei loro occhi, ho percepito il dolore che avevano nel cuore quando si sono separati per sempre da voi, con la speranza che , un giorno non molto lontano, voi tutti sareste divenuti i nuovi difensori delle antiche culture giapponesi, i guerrieri senza macchia e senza paura che avrebbero difeso gli innocenti dalle barbarie dell'uomo moderno. Oggi, seppur molti di voi non ce l'hanno fatta a superare i nostri tremendi addestramenti, vedo davanti a me quella speranza divenire sempre più realtà. Da una scintilla si genera una fiamma e dalla fiamma divamperà grande l'incendio» poi fece silenzio e
contemporaneamente lanciò un breve sguardo al  sensei Masami, il quale si fece avanti.
« Giovani gakusei, il venerabile maestro non sbaglia. Oggi la scintilla dovrà divenire fiamma, la fiamma della speranza. Tempi oscuri minacciano il nostro mondo. Il male, sotto varie forme, deve essere debellato. Vi abbiamo fatto radunare qui perché è giunto il momento di mettervi alla prova. Fra un attimo il venerabile maestro chiamerà due fra  di voi che reputiamo i più pronti. Coloro che verranno scelti affronteranno la "Sacra Cascata". Chi sopravvivrà verrà con me per divenire un Saint, un sacro guerriero di Atena ».
Un lieve mormorio sembrava serpeggiare fra i giovani allievi. Uno di loro strattonò lievemente la casacca nera di Kenzo, che ruotò gli occhi verso di lui, rimanendo glaciale come una statua di marmo.
« Sicuramente sarai tu ad essere selezionato » bisbigliò il ragazzino dalla testa calva, sorridendo al compagno.
« Che torni il silenzio in questo luogo sacro!» urlò minaccioso il maestro Kiemon « Masami sensei, preferirei che scegliesse lei l'adepto militante nella sua scuola » continuò.
« E sia ,venerabile maestro. Venga qui Kenzo, mio allievo prediletto» .
Senza essere minimamente sorpreso, Kenzo avanzò diligentemente ,scavalcando gli altri bambini guerriero.
« Venerabile Kiemon, la mia scelta è fatta. Lascio a lei la parola» fece Masami.
« Si faccia avanti Jin, il mio miglior allievo » .
Jin era un bambino dall'aria calma e pacata. I suoi grandi  occhi marroni sembravano emanare una sorta di malinconica solitudine. Aveva folti capelli arancio scuro che svolazzavano per via del vento provocato dalla cascata. Kenzo si inchinò al cospetto dei due uomini sulla roccia e ne rivolse un ulteriore a Jin, il quale non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Fu nuovamente il maestro Kiemon a parlare ed a rompere gli indugi:
« La scelta è stata fatta. Masami Sensei, vuole introdurre lei la prova? » .
« Come desidera venerabile maestro. Kenzo, Jin» continuò rivolgendo lo sguardo ai due gakusei « mille anni or sono , in questo stesso luogo, sotto questa stessa cascata, un'altro sensei ordinò al suo allievo prediletto di eseguire la stessa prova che ora vi chiederò di tentare a superare. Sappiate che quel ragazzo viene ricordato nelle nostre leggende come un eroe leggendario, un uomo che ha dedicato la propria vita alla sacra dea Atena e al popolo terrestre. Spero che un giorno, uno di voi due segua le stesse orme di quell'uomo, difendendo la pace col proprio sangue. Detto ciò, io vi ordino di fermare il flusso di questa cascata e di invertirne il senso!» un nuovo mormorio di sottofondo partì, ma fu subito placato dall'austero sguardo dei due uomini sulla roccia « So che una caduta potrà esservi fatale ,ma avete dimostrato di avere tutte le basi per riuscire nell'impresa. Siete coscienti della forza del vostro Cosmo interiore. Coraggio ora, mostratemi i frutti dei vostri sacrifici» .
« Agli ordini sensei! » urlarono all'unisono i due ragazzini prescelti.
« Col permesso del venerabile maestro e del suo, sensei Masami, vorrei essere il primo a tentare» fece Kenzo, chinando il capo e curvando la schiena in segno di rispetto.
« Come desideri Kenzo, se per il tuo maestro non ci sono obiezioni, puoi procedere» rispose Kiemon.
« Nessuna obiezione, puoi cominciare quando vuoi e che le stelle siano con te » concluse Masami.
Il giovane Kenzo si avvicinò al bordo estremo del precipizio. Di fronte a lui la furia dell'acqua creava correnti turbinanti. Molto più in basso, a valle della cascata, spuntoni di roccia marrone fuoriuscivano dalla superficie dell'acqua spumeggiante. Il vento aumentò nettamente spingendo dal basso verso l'alto. Il ragazzino chiuse gli occhi, cercando la concentrazione giusta.
"Devo stare calmo, ascoltare il mio Cosmo interiore scorrere dentro me, come queste sacre acque" pensò.
Una sottile coltre energetica cominciò a vorticare intorno al suo corpo, mentre tutti gli altri gakusei trattenevano il respiro. Molti sono scomparsi cadendo nel dirupo, annegando nei gorghi del fiume sottostante, ma questo non fermò Kenzo nel suo arduo intento. Quando il momento giusto giunse, il giovane aprì gli occhi, saltò come mai aveva fatto prima e ,urlando a squarciagola , colpì col suo piccolo pugno destro la superficie della cascata. L'acqua ebbe come un sussulto e ,come in una fotografia istantanea, tutto si arrestò. La cascata si era come congelata , ma ad un tratto, quando il miracolo sembrava avvenuto, la potenza della natura prese il sopravvento. Avvinghiato dalla corrente, come se un braccio enorme lo avesse afferrato, il povero Kenzo venne trascinato giù nella valle. La sua prova era fallita. Uno dei bambini ruppe le righe, cercando di correre in aiuto del compagno, ma venne immediatamente bloccato dagli altri e dall'urlo del sensei Masami.
« Nessuno muova un dito. Sapete benissimo che deve cavarsela da solo! Kenzo ha fallito, coraggio Jin, tocca a te! ».
L'allievo del sensei Masami riuscì a salvarsi miracolosamente. La sua testolina nera, avvolta da un groviglio di capelli neri zuppi fece capolino fra i flutti. Agile come un gatto, Kenzo cominciò a risalire la parete rocciosa di fronte alla cascata, approfittando di alcune sporgenze naturali. Rischiò di cadere numerose volte, poiché il granito franava facilmente sotto il suo peso. Quando fu , più o meno, a metà salita, sentì Jin urlare e il suo Cosmo divampare.
« Himitsu no Geijutsu (Arti Segrete) : Bakuhatsu (Esplosione)! » tuonò l'allievo del maestro Kiemon, balzando dal bordo della parete » .
Kenzo restò a guardare in posizione precaria coi muscoli delle braccia indolenziti  per la fatica. Vide il suo sfidante colpire la pancia della cascata con una forza mai vista prima. Lo scorrere impetuoso delle acque cessò immediatamente. Alcune carpe colorate sbucarono improvvisamente da varie parti della rapida, cercando di liberarsi dalla stasi in cui erano rimaste intrappolate. Alcuni brevi istanti dopo, il flusso naturale della cascata mutò, e le turbinose acque cominciarono lentamente a risalire, vincendo la forza di gravità. Quando tutto sembrava concludersi per il meglio, qualcosa andò storto. Kenzo vide Jin perdere il controllo e cominciare a cadere verso il basso, sommerso dalla furia della sacra cascata, ritornata normale. Capitombolando inesorabilmente verso la valle, Jin impattò violentemente su uno spuntone acuminato, nascosto appena sotto il manto della rapida. La pelle, all'altezza della schiena, venne lacerata assieme alla casacca scura, in maniera netta e profonda. Jin emise un unico e breve gemito di dolore, prima di scomparire nel bacino ai piedi della valle. La spuma bianca e candida cambiò rapidamente colore, mescolandosi al sangue del giovane allievo e divenendo di un rosso acceso.
" Devo fare qualcosa o per lui sarà la fine! " Pensò Kenzo e d'impulso si ritrovò a saltare nuovamente nel fiume sottostante.
La corrente lo trascinò più volte verso il fondo. I polmoni bruciavano e muscoli erano dolenti per via della scalata, ma il giovane allievo del sensei Masami non cedeva. Con delle ampie bracciate riuscì a riemergere e a rimanere a galla il tempo necessario per individuare Jin. Il fiume lo stava portando alla deriva, scuotendolo e rovesciandolo più volte. Kenzo capì che il giovane allievo era privo di sensi e se non lo avrebbe salvato, sarebbe sicuramente morto. Decise di farsi trascinare a fondo dalla corrente. Con i piedi toccò il fondo, un misto di sabbia e ciottoli, alcuni anche molto grossi e acuminati. Alcuni tagli si aprirono sulle gambe lasciando sfuggire fiotti di sangue rossastro. Kenzo strinse i denti e facendo forza sulle sue leve si proiettò in avanti con tutta l'energia e l'aria che aveva. Grazie alla propulsione ottenuta riuscì a guadagnare metri preziosi. Poche bracciate e finalmente, con la mano sinistra, agguantò un lembo dei calzoni del povero ragazzino. Strinse, come mai aveva fatto prima d'ora, portando il corpo esanime a se. Lo abbracciò e con un'ulteriore spinta cercò di risalire. Tuttavia, la forza delle acque era troppa e le energie residue si erano ormai assottigliate. Pochi istanti ed anche l'aria finì. Kenzo aprì la bocca e inspirò. L'acqua penetrò fino ai polmoni, fredda e tagliente. 
"Questa è la mia fine" disse fra se, stringendo gli occhi. " No, non può essere, devo reagire!" meditò, lottando contro la morte. Poi accadde il miracolo. Kenzo bruciò al massimo il suo Cosmo. Nell'impeto energetico la sua casacca logora si strappò in mille frammenti. La sua aura avvampò, forte come mai prima di allora. 
"Stelle, vi prego, datemi la forza di salvare Jin!" urlò nella sua mente, scatenando tutto il suo Cosmo e concentrandolo nel pugno destro. A sua insaputa, al centro della sua schiena, comparve un grande tatuaggio colorato a forma di carpa. Kenzo colpì il fondo del fiume e subito la corrente si placò. Poco dopo, il flusso delle acque invertì la sua rotta, tornando verso la cascata, sempre più forte, sempre più impetuosa. Il giovane allievo, ridotto allo stremo delle forze, avvinghiò il compagno privo di sensi. Il turbinio delle acque li proiettò nella cascata, facendoli risalire, fino ad essere sputati fuori una volta all'apice. Masami saltò a prendere i due discepoli prima che cadessero nuovamente a valle, afferrandoli saldamente e riportandoli sulla roccia sospesa. Kenzo perse i sensi poco dopo.
Si risvegliò in un letto morbido. La testa girava ancora provocandogli una sensazione simile alle vertigini. L'aria profumava di incenso curativo. Alzò il capo dai cuscini e notò di avere le gambe fasciate. Voltandosi alla sua destra, vide un'altro letto vuoto accanto al suo. Le coperte e le lenzuola bianche erano disfatte, segno che qualcuno aveva da poco abbandonato il giaciglio. Il sensei Masami entrò poco dopo, passando dalla larga porta scorrevole di legno .
« Vedo che sei finalmente sveglio » disse con la sua voce severa « Non appena te la senti, prepara le tue cose. Partiremo immediatamente per l'addestramento» .
« Non capisco » rispose Kenzo, confuso e disorientato « Io ho fallito la mia prova » .
« Fallito dici? Eppure era il tuo Cosmo quello che ho sentito esplodere e fermare la cascata. Sei stato tu a salvare Jin, o sbaglio?» continuò il maestro voltato di spalle.
Il giovane allievo non rispose. Quella stessa sera fu pronto a lasciare il suo luogo d'addestramento. Molti gakusei vennero a salutarlo, ma Kenzo ne cercava in particolare uno. Notò Jin , ancora claudicante, allontanarsi dalla folla avvinghiato ad un bastone. Una breve corsa e fu da lui. Quando cercò di toccargli una spalla, Jin lo evitò, schivando in un'altra direzione.
« Non osare toccarmi! Va via!» disse con voce carica d'odio e risentimento.
« Cosa c'è che non va? Io volevo solo assicurarmi che...» rispose, prima di venire interrotto bruscamente.
«  Stessi bene? No! Non sto bene! Non per la ferita o per i lividi, ma per quello che hai fatto» .
« Cosa dici? Io ho cercato solo di salvarti la vita » .
« Infatti! » tuonò gridando ed attirando l'attenzione di tutti gli altri allievi « Dovevi lasciarmi morire in quelle acque, come un vero gakusei che si rispetti! Guardami ora! Ferito e claudicante. Il venerabile maestro Kiemon non vuole nemmeno concedermi udienza. Per lui sono un fallimento, un oltraggio alla sua infinita saggezza» .
« Sono sicuro che ti sbagli e che ben presto ti parlerà. Tu sei il suo... » nuovamente venne interrotto energicamente.
« Taci! Io ti odio» continuò lasciando cadere il bastone che lo sosteneva  « Ti odio Kenzo della scuola Doragon! Sappi che un giorno te la farò pagare cara, anche se tu dovessi diventare un Saint leggendario» con ambo le mani afferrò il colletto della casacca nera del suo interlocutore « Va ora! Va ad allenarti col tuo sensei, ma ricorda ciò che ti ho promesso» concluse, lasciando la presa e cercando di allontanarsi senza crollare a terra.
"Al tal punto disprezzi la vita Jin? Il mio cuore piange" pensò Kenzo, tornando sui suoi passi "Spero solo di farti cambiare idea, quando ci rincontreremo. Ti prometto che avrò la forza necessaria per farlo!".
Il salto della mente finì in quel momento, con quel preciso pensiero che ancora echeggiava nella mente. Efialte, ovvero Jin della scuola  Himitsu no Geijutsu, il ragazzino carico d'odio, divenuto uomo ormai fatto ed esperto guerriero, colpì col suo pugno destro, sede della potentissima Lancia Titanica.
Kenzo fece appena in tempo a parare con lo scudo del Drago, la protezione più resistente fra tutte quelle dei Saint di Atena. Tuttavia, come preannunciato dal cavaliere Naturale, nulla può arrestare la potenza della lancia. Il suo bersaglio viene sempre raggiunto e sempre abbattuto. Lo scudo si frantumò nel centro, dividendosi in spessi frammenti acuminati. Dopo fu il turno del braccio sinistro. L'onda d'urto che si generò alla fine sbalzò Kenzo all'indietro. Atterrò sul crespo tronco di un lungo e grande pino alle sue spalle. Efialte rise in maniera grottesca. Il suo sguardo sembrava posseduto dall'euforia.
« Non c'è nulla da dire Kenzo, sei proprio un guerriero eccellente. Sacrificando il tuo scudo e il tuo braccio sinistro ti sei salvato» fece avvicinandosi all'albero sotto cui giaceva l'avversario.
"Quanto odio ancora cova costui nei miei confronti. La sua potenza distruttiva è smisurata. Il mio scudo del Drago, nulla ha potuto contro di lui. Cosa posso fare ora?" pensò cercando di rialzarsi faticosamente.
« Ah,ah,ah! Guarda come sei ridotto Kenzo, il grande allievo di Masami sensei, la grande promessa del Giappone. Te l'avevo detto che avresti dovuto lasciarmi morire quel giorno. Avresti salvato molte più vite!» .
« Cosa vuoi dire ?» chiese a fatica, con le parole che uscivano un po' per volta « Non vorrai farmi credere che...» .
« Ah,ah,ah! Arguto, arguto come sempre! Forse sei davvero un prodigio » disse sferrando un calcio netto al volto del Saint che perse il suo diadema.
"Sput!" Kenzo sputò il sangue che impastava la sua bocca mentre ,ancora una volta, si rialzava.
« Il maestro Masami mi aveva accennato che qualcuno aveva sterminato tutti i nostri compagni e i nuovi gakusei. Mai avrei pensato che la tua follia arrivasse a tali livelli!» esclamò il sacro guerriero di Atena.
« Follia dici? Loro erano la testimonianza del mio fallimento. Per non parlare poi del venerabile Kiemon. Quel maledetto vecchiaccio! Nemmeno in punto di morte ha voluto parlare con me!» .
« Hai ucciso il tuo stesso maestro?!» .
« Esattamente » fece colpendolo nuovamente con un ulteriore calcio « Sapessi come mi guardava quando lo attaccai con le sue stesse tecniche e sapessi quanto ha sofferto! Dopo che tu lasciasti il campo di addestramento decisi di andarmene. Mi allenai da solo, giorno dopo giorno, aspettando il giorno in cui ti avrei rincontrato. Poi, qualche tempo fa, affamato ed assetato, trovai una cava di Polaris con degli uomini. Li feci fuori tutti, rubando tutto il cibo che avevano. Poi apparve un uomo, un tipo strano che disse che se lo avessi seguito mi avrebbe dato l'opportunità di realizzare il mio sogno nascosto. Gli risi in faccia e cercai di colpirlo. Quell'uomo mi bloccò con la sola forza della mente. Mi sussurrò nell'orecchio quel sogno... Non so come ,ma lui sapeva. Mi proclamò Cavaliere Naturale della Lancia, donandomi ulteriore forza. Indossando, per la prima volta, la Natural Armour sentivo il sangue ribollire dal potere. Lasciai che mi manovrassero per i loro scopi, fino a quando non ti trovai. Ed eccoci qui! Tu un Saint di Atena, forte e valoroso, io uno spietato servo di Artemide!» .
« Hai venduto la tua anima all'oscurità Jin, ma io so che nel profondo del tuo cuore non sei malvagio. Lascia che ti aiut...» un altro colpo al volto troncò le parole del cavaliere.
« Taci ho detto! Ora ti ucciderò come Kiemon e tutti gli altri sciocchi. Sterminerò una volta per tutte la causa della mia vergogna. Preparati Kenzo, senza il tuo scudo sei perduto» .
Il Saint si alzò nuovamente con non poche difficoltà. Una volta in piedi ,cominciò a staccare i pezzi della sua Cloth , uno alla volta, lasciando solo il cinturone e i cosciali. Poi, con uno strattone secco, strappò via la parte superiore della tuta da combattimento, quasi come se fosse fatta di carta.
« Sei forse uscito di senno? » chiese Jin sbigottito «Così facendo nulla potrà contrastare la mia Lancia Titanica » .
« Dici, cavaliere? » fece Kenzo sciogliendosi la treccia e lasciando che il vento trasportasse le lunghe ciocche corvine alle spalle « Ti sbagli. Quello uscito di senno sei tu che hai estirpato vite innocenti per cercare di correggere  i tuoi errori. Ho sbagliato Jin! Ho sbagliato a salvarti quel giorno. Dovevo morire con te. Almeno non saresti diventato il vile assassino che sei, ma ora sono qui a porre rimedio a quell'errore!».
Sulla larga e muscolosa schiena di Kenzo, il grande tatuaggio a forma di carpa aumentò di nitidezza. Attorno al suo corpo il Cosmo divampava potente sferzando la terra intorno a lui.
« Attento Jin, tenterò il tutto per tutto con il colpo che il mio maestro mi ha tramandato, dovesse costarmi la vita ». 
« Ah,ah,ah! E sia Saint del Dragone, ma anche io mi priverò della corazza. Così, almeno, saranno le mie semplici mani a strapparti il cuore! » fece, mentre con uno spasmo dei muscoli del corpo, si liberava di tutte le componenti della sua Natural Armour « Le stelle decideranno il nostro destino, come già una volta in passato. Anche io userò la mia tecnica più potente, acquisita con anni di duro sacrificio » rispose liberando d'un colpo tutta la sua aura vermiglia. Sulla sua larga schiena spiccava una lunga e frastagliata cicatrice rosea.
"Maestro, compagni, perdonatemi se dovessi perdere la vita in questo scontro" disse fra se Kenzo , cominciando a portare i pugni verso il busto.
I capelli si impennarono improvvisamente, sospinti da una forza ascensionale. Alle sue spalle apparve un enorme drago che apriva le sue enormi fauci. Jin era lì che attendeva, completamente ebbro di euforia omicida. Anche lui concentrò al massimo i suoi poteri prima di sferrare la sua tecnica ultima.
« Himitsu no Geijutsu : Bakuhatsu! (Arti segrete: Esplosione) » urlò il cavaliere Naturale.
«Perdonami Jin se non sono riuscito a salvarti! Elevati mio Cosmo, fino ai limiti estremi dell'universo. Concedimi il Settimo Senso! Rozan : Doragon no Bomankan! ( Arti Rozan : Pienezza del Dragone) » tuonò Kenzo, rischiando il tutto per tutto.
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
Un saluto a tutti i miei followers e a tutti quelli che per la prima volta mi leggono. Come sempre vi ringrazio per tutto l'affetto e la forza che mi trasmettete. Vi lascio un paio di avvisi. N1, come per il cap 8, la correzione grammaticale e di sintassi non è completa poichè la mia ghost-reader ha gravi problemi. Aspettandola , mi scuso anticipatamente per gli errori che verranno al più presto aggiornati e rivisitati. 2) Vi volevo avvisare che giovedì 22 ottobre alle 19 parto col mio spettacolo live streaming "Saint Seiya Tolk Show" che potrete seguire su Periscope cercando @SaintSeiyaTolkShow oppure sul canale ufficiale YouTube sempre iscrivendovi al canale Saint Seiya Tolk Show. Tutte le info sono comunque sul blog ufficiale www.saintseiyanextgeneration.wordpress.com . Vi saluto e vi do appuntamento per il cap 10 a martedì 3 novembre. Bruciate il vostro Cosmo . ( Ps, un abbraccio a Sasha98).
   
 
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