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Autore: messy01    20/10/2015    0 recensioni
Melissa, dopo essere stata salvata dai fratelli Winchester dall'attacco di suo padre diventato vampiro, scopre di essere figlia di Kate Argent, appartenente alla famiglia di cacciatori di licantropi Argent più famosa d'Europa. Di conseguenza Allison Argent era sua cugina, non solo sua stretta amica. Dopo vari avvenimenti scopre di essersi innamorata lentamente, inconsciamente, profondamente e pericolosamente, di Dean Winchester, ma qualcosa cercherà di impedire il loro amore. Che cosa sarà?
-Per un secondo prova a ricordare qual è la sensazione. Tutte quelle volte che sei a scuola e vedi lui in piedi, in fondo al corridoio e tu che non respiri fino a che non lo abbracci. O quelle volte in classe in cui non smetti di guardare l'orologio perché sai che lui è là fuori che aspetta solo te. Te la ricordi quella sensazione?- Allison Argent by Teen Wolf
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Impala, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Terza stagione, Quarta stagione
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-Datemi un eroe e ne scriverò una tragedia- Francis Scott Fitzgerald

Melissa si alzò dal letto spaventata. Aveva appena sentito la porta dell’auto di suo padre sbattere, ritornato come al solito dalla sua routine, che comprendeva sgolarsi cinque bottiglie di bourbon tutte le sere.
Corse fuori dalla sua stanza diretta verso le camere delle sue sorelle.
Entrò nella stanza e iniziò a parlare alle sue tre sorelle.
-Mi raccomando, spegnete la luce e non fiatate, se potete fate finta di dormire. Chiudetevi a chiave, andrà tutto bene.- disse.
-E tu che farai?- chiese sua sorella maggiore Cristina.
-Non vi dovete preoccupare di me, starò bene come tutte le altre volte che questa cosa succede, finchè fa male a me va bene. Basta che non tocchi voi. Non c’è tempo, devo scendere da lui, o salirà qui.
Diede alle sue sorelle un abbraccio veloce, poi si chiuse la porta alle sue spalle.
Sentì la chiave nella toppa girarsi, segno che la porta era ormai bloccata.
-Melissa! Vieni giù, stasera ho sete di te e il tuo sangue!- urlò suo padre ubriaco.
Melissa spaventata fece un respiro profondo, poi si avviò giù dalle scale ed entrò in cucina.
Vide suo padre barcollante con una bottiglia di bourbon in mano, quasi vuota. La stanza era buia nella notte inoltrata, illuminata solo dalla luce della luna.
Suo padre finì la bottiglia e, sgolato l’ultimo sorso, gliela lanciò addosso.
Melissa si abbassò di colpo verso il pavimento, cercando di evitare i mille vetri che si erano creati dalla collisione del vetro con il muro. Si coprì con la mano dai frantumi evitando di fare andare qualche scheggia negli occhi.
-Potevi accecarmi! – disse Melissa stufa delle sevizie subite.
-Tu pensi che me ne importi qualcosa?- disse avvicinandosi velocemente a lei.
Melissa cercò di indietreggiare, ma l’unica cosa che riuscì a fare era lasciarsi andare e subire tutto un’altra volta.
Suo padre le tirò un pugno in faccia, e poi un altro e un altro ancora, sbattendola per terra. Poi, iniziò a prenderla a calci.
Melissa cercava ogni volta di tenere gli addominali contratti per alleviare il dolore, ma l’unica cosa che realmente stava facendo era sentire ogni singolo colpo inferto come un’accoltellata fatale.
Dopo quel tempo che sembrava un’infinità, suo padre smise di picchiarla.
Il dolore si propagava dallo stomaco verso l’interno, come se volesse scavare un buco dentro di lei.
Suo padre poi, le inflisse un ultimo colpo fatale, un calcio alle costole. Sentì che qualcosa dentro di lei si era rotto, probabilmente qualche costola.
-Sai, penso che andrò a bere il sangue delle tue sorelle.- disse.
Ma perché suo padre parlava in questo modo strano? Quando si ubriacava diceva sempre cose folli, ma non come queste.
Melissa cercò di rialzarsi.
-No, non toccarle.- sussurrò, così piano che quasi lei non riuscì a sentire.
Ma suo padre, in un battito di ciglia, era scomparso.
Melissa si rialzò su un braccio, poi un altro, ma sentì il dolore alle costole propagarsi per il petto, facendola cadere a terra. Ma non poteva abbandonare le sue sorelle così. Cercò di nuovo di alzarsi, ma di nuovo cadde a terra.
Sentì al piano di sopra la porta rompersi, segno che lui oramai era entrato.
Melissa andò nel panico e cercò di rialzarsi, questa volta si alzò su una gamba, poi l’altra, poi barcollò e cadde di nuovo a terra, presa da una fitta di dolore.
Sentì le urla strazianti delle sue sorelle, sentì come suoni di ossa rotte e di cuori infranti.
Sentì dei tonfi a terra, poi le urla cessarono. Non poteva fare più nulla, aveva cercato di proteggere le uniche persone a cui voleva bene, l’unica parte della famiglia che le rimaneva dopo che sua madre era morta.
Suo padre tornò con la bocca sporca di sangue, le mani insanguinate e gli occhi neri, come se si fosse trasformato in un mostro.
-Che cosa sei? Stai lontano da me.- disse. L’adrenalina tornò a scorrergli nel sangue e lì trovo il coraggio di sopportare il dolore e rialzarsi in piedi.
-Sono un vampiro, ecco cosa sono.- disse.
-Sempre che esistessero veramente, tu non sei un vampiro, tu sei un mostro.- disse Melissa.
-Be allora farai la fine delle tue sorelle, e di tua madre.- disse suo padre avidamente.
-Uccidimi, non mi importa!- urlò fiera delle sue parole.
Suo padre la afferrò, le inclinò il collo e sfoderò i denti.
Melissa chiuse gli occhi, aspettando il momento dell’impatto, ma l’unica cosa che riuscì a sentire fu il rumore di un miracolo.
La porta si aprì di colpo, ed entrarono un uomo sui quarant’anni e due ragazzi più giovani.
Tutti e tre spararono contemporaneamente, centrando il bersaglio.
I proiettili andarono a conficcarsi tutti e tre nella testa di suo padre.
Melissa riaprì gli occhi incredula. Sentì suo padre stramazzare a terra, morto.
Il suo cuore le batteva a mille, non riusciva a respirare, non riusciva a muoversi, e la testa le girava a forza dell’adrenalina.
Il ragazzo più alto, capelli castani e occhi verdi, si stava dirigendo verso il corpo steso a terra.
Melissa improvvisamente riuscì a muoversi, fece un respiro profondo per rallentare il battito cardiaco, e mosse una gamba, ma barcollò e per un miracolo non cadde a terra.
Il ragazzo leggermente più basso, con capelli castano chiaro quasi biondo scuro, e occhi verdi intenso, la afferrò al volo.
-Ehi, ehi, ehi dolcezza, non cadere.- disse.
Melissa respirava affannosamente, incontrò gli occhi del ragazzo. Per un attimo sentì come se si fosse fermato il tempo.
-Sono Dean e lui è mio fratello Sam Winchester. Lui invece è Chris Argent, e siamo cacciatori di cose sovrannaturali, Chris prevalentemente di licantropi.
Melissa si rese conto di quanto belli fossero gli occhi di Dean, e quasi imbarazzata distolse lo sguardo.
Riprese l’equilibrio e rallentò il respiro, non riusciva a parlare.
-Tu devi essere Melissa,- disse Chris. –Abbiamo molto da raccontarci noi due.
-Sammy, muoviti con quel vampiro.- urlò quasi Dean.
Melissa aprì la bocca per annuire ma quello che disse fu tutt’altro.
-Le mie sorelle.
 
POV. Melissa
Mi diressi fuori dalle cucina, poi su per le scale. Ma Dean mi superò.
-Figlio di…- disse ma si interruppe, vedendo che ero entrata nella stanza.
Sapete quella sensazione come se stessi affogando continuamente? Ecco quella.
Aprii la bocca disgustata alla scena che avevo davanti. Inspirai faticosamente.
-O mio Dio- dissi. Mi misi una mano sulla bocca e caddi sulle mie ginocchia.
I corpi delle mie tre sorelle morte erano lì, a terra davanti a me, privi di vita e con la gola squarciata.
Non riuscivo a respirare.
Arrivarono anche Sam e Chris al piano di sopra.
-Vieni andiamo via da questa stanza.- disse Chris, tenendomi i  piedi.
Non so bene come descriverlo, sapete quando avete quella sensazione che qualcosa di brutto stia per capitare e vi sentite come se tutto fosse troppo perfetto, e poi quando vi viene data la notizia che qualcuno è morto, capisci che cos’era quella sensazione? Be per me era così in quel momento.
 
Mi sedetti sullo scalino del marciapiede, respirando affannosamente.
L’ansia mi stava divorando, ma l’aria fresca della notte mi aiutava a calmarmi. Chris era rimasto in piedi dietro di me, sentivo i suoi occhi su di me.
Sapete quando una delle poche cose per cui vivete vi viene portata via, quando non riuscite a respirare e avete paura di piangere perché se iniziate non siete sicuri di poter fermarvi?
Sentii dei passi da dietro di me. Sam uscì di casa e si mise a parlare con Chris, ma non ascoltai. Non mi importava quello che dicevano.
Volevo con tutta me stessa, ma non ci riuscivo, non riuscivo a piangere. Sono sempre stata una di quelle persone che quando hanno un problema si tengono tutto dentro, e che quando poi non riescono più a sopportare nulla, buttano fuori tutto, io invece continuavo sempre a tenere tutto dentro anche quando scoppiava qualcosa dentro di me.
Sam si avvicinò a me e si inginocchiò alla mia altezza.
-Melissa, ti dobbiamo portare in un posto sicuro, prima che la polizia arrivi, sei d’accordo?- chiese guardandomi negli occhi.
-Va bene,- dissi trovando non so dove la forza di parlare.- Ma devo prendere una cosa.
-Non ti preoccupare di vestiti o robe varie, possiamo procurartene noi.- disse Sam speranzoso.
-Non si tratta di vestiti, è una cosa più importante.- dissi alzandomi in piedi.
-Va bene, ma fai in fretta.- disse Chris.
Feci un respiro profondo, poi rientrai dentro alla casa della mia infanzia, piena di ricordi e sentimenti, da dove era nata la mia vita e dove era oramai finita.
Salii le scale lentamente continuando ripetutamente a respirare profondamente.
Quasi in cima alle scale incontrai lo sguardo di Dean e, vedendomi cercò di sbarrarmi la strada.
-Melissa, è meglio se vai sotto. Andremo via tra poco e ti porteremo al sicuro.
-Devo prendere una cosa. - dissi.
Cercai di avanzare oltre ma riuscii a schivare il passaggio e mi diressi nella mia camera.
Entrai nella stanza e mi avvicinai al comodino. Slegai dalla lampada un nastro di cotone rosso.
-Che cos’è?- chiese Dean entrando nella stanza.
-E’ una promessa. Io e la mia migliore amica lo abbiamo fatto uno ciascuno, promettendo che la nostra amicizia non finisca mai, anche se fossimo state lontane migliaia di chilometri per un tempo infinito.
-Devi volerle bene.- disse Dean avvicinandosi a me. Indossava una giacca di pelle marrone, con sotto una maglia nera, un paio di jeans con uno strappo su un ginocchio e un paio di stivali marroni.
-Sì, è come una sorella per me. E’ l’unica persona che mi rimane.- dissi. Abbassai lo sguardo sul nastro tra le mie mani, e ci passai un dito sopra.
-Dean, muovetevi dobbiamo andare!- urlò Sam da sotto.
Presi la mia giacca di pelle nera dalla sedia e me la infilai.
Uscii dalla stanza e subito dopo da quella casa, piena di orrori terribili, e anche se a me non sembrava, sapevo che quello era un nuovo inizio.
 
   
 
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