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Autore: Yutsu Tsuki    20/10/2015    3 recensioni
“Improvvisamente mi accorgo che non dovrebbe andare così. Io in questo momento dovrei seguire il consiglio di Rosalya; dovrei dichiarami a lui, non rispondere con lo stesso tono alle sue provocazioni! Ma con lui è inevitabile. Come puoi confidargli di essere innamorata, quando fa così l'arrogante?!”
 
“«Cosa sarebbe dovuto succedere?» sbuffo, sforzandomi di apparire indifferente.
Castiel non risponde. Continua a scrutarmi col suo sguardo di ghiaccio. Ma è ghiaccio bollente, perché riesce a sciogliermi come un gelato al sole.
Rimaniamo a fissarci per svariati secondi, senza dirci nulla. Ad un tratto comincio a sentire caldo per davvero.
Non riesco a capire: non si è mai comportato in questo modo. Che ha intenzione di fare?!”

- - - Attenzione, Spoiler episodio 27! - - -
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Priya
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Devil in Paradise'
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PREMESSA
(leggetela, altrimenti stanotte vi sgozzo♡)


E buonasera a tutti.
Innanzitutto vorrei scusarmi se tardo ancora a pubblicare l’ultimo capitolo di NaC, ma in questo periodo non ho un millilitro di ispirazione (perché sì, si misura in litri). Una scena l’ho scritta, ma tutto quello che viene prima e dopo è buio totale...ma non preoccupatevi, prima o poi lo finirò!
Per ovviare a questa carenza, appunto, ho cercato di scrivere qualcosa. Qualsiasi cosa, sperando che servisse per smuovermi .-. Ed è così che ne è uscita sta roba. Vi dico subito che si tratta di una breviiiissima long, di tre capitoli, per la precisione. Ci avevo pensato mentre giocavo all’episodio 27 (l’ultimo uscito, attualmente), e, per una buona volta, sono riuscita a terminarla. In realtà potrebbe benissimo essere una one-shot divisa in tre scene... Però verrebbe troppo lunga per i miei gusti, quindi preferisco dividerla. Non cambia niente alla fine.
Due cose da dire, prima di lasciarvi alla lettura. L’inizio della fic coincide circa con la fine dell’episodio e continua nel momento subito successivo alla fine, quindi in pratica sarebbe anche una specie di impossibile seguito o episodio 28... Anche se naturalmente non potrebbe mai accadere questo nel gioco.
Direi che si tratta di un Missing Moment, ma anche di What if?, sia perché ho voluto variare la fine, sia perché qui la dolcetta è completamente diversa da quella trota della storia vera (scusate il termine ma ci vuole, eh). Noterete, per l’appunto, che non tutto del secondo capitolo coincide con quello che è accaduto realmente, ma questo perché mi piace variare la storia vera, mettere del mio, e non attenermi paro paro alla trama insulsa del gioco. Immagino si sia notata un po’ anche nelle altre storie che ho scritto, questa mia caratteristica xD
Comunque non per questo i personaggi sono OoC (almeno credo). Cioè, sicuramente la dolcetta lo è, tuttavia è giusto che ognuno le attribuisca il carattere che vuole; quindi non mi sembra il caso di mettere OoC come avvertimento.
E poi per sicurezza ho anche settato come nota “Spoiler”, nel caso qualcuno non avesse visto l’episodio 27. Anzi, vi consiglio di leggerla solo se lo avete fatto, altrimenti non si capisce niente (e, non c'entra niente, ma vi consiglio pure di leggerlo di sera. Capirete poi perché ;)).

E basta. Concludo dicendo che dedico questa storia a mia cugina. Dovrebbero esserci due o tre riferimenti a lei, quindi spero che li noti xD
Detto questo, auguro a tutte una buona lettura♡














I




Una Luna enorme sovrasta i palazzi grigi e silenziosi sotto casa mia. Tutt’intorno è calmo e fermo: non un alito di vento scuote le chiome bluastre degli alberi; non un evento improvviso rompe la quiete della notte.
Sembra che il tempo si sia fermato.

Dopo la lunghissima giornata che ho appena passato, sarebbe logico crollare a letto come un orso in letargo, ma è inutile: non ce la faccio ad addormentarmi. Troppi pensieri per la testa. Troppe domande che non avranno mai una risposta, troppa stanchezza da smaltire, ansie e paure...

Ma ormai ci sono abituata. Accade tutte le volte che non riesco a prendere sonno. Scendo dal letto portandomi dietro il cuscino, vado a sedermi sulla scrivania, per avere una visione più completa, e poi mi metto a contemplare il mondo fuori dalla finestra.
Dal settimo piano ho la possibilità di ammirare tutta la città sottostante. È ancora sveglia, viva. La sento pulsare di energia e di luce. La guardo muoversi più lentamente che di giorno, ma con più fascino.
Vederla così immobile e senza difese mi fa sentire potente. È come se di notte ne diventassi la regina e ottenessi il controllo su di essa e su tutti coloro che la attraversano.

Le poche persone che scorgo passeggiare lungo il marciapiede sono solo delle macchiette. Così come le auto che di tanto in tanto attraversano lo spiraglio di strada che si intravede oltre la schiera di palazzi sulla destra.
Ognuno pensa solo a se stesso, senza dar retta a ciò che li circonda. Camminano con passo svelto, forse perché hanno fretta di tornare a casa; oppure perché hanno perso la capacità di fermarsi ad osservare.
Per questo motivo non accade quasi mai nulla di interessante.
Ma d’altronde cosa dovrebbe accadere a quest’ora della notte? Se devo dirla tutta, non m’importa nemmeno, perché mi basta godere di questo fantastico panorama, che è l’unico in grado di tranquillizzarmi e di concedermi un po’ di sollievo.

Amo quest’atmosfera. Potrei stare tutta la vita seduta qui ad osservarla.
Certo, non è del tutto perfetta. Lo sarebbe se fosse presente anche un buon suono di sottofondo, e purtroppo il vetro della finestra impedisce di udire i rumori esterni.
Ma va bene anche così.

Come non detto, scorgo dei rapidi movimenti alla mia estrema sinistra. Mi affaccio e con la mia vista da falco individuo una persona. Sembra una donna... che corre in modo goffo lungo la via, seguita da un’altra macchietta, dall’aria però più maschile. La donna sta per inciampare, e presto l’altro la raggiunge... Ma non fa in tempo a rimettersi in piedi: l’uomo le è addosso e la afferra da dietro! La trascina ancor più a sinistra, uscendo dal mio campo visivo.
Schiaccio la guancia contro la finestra per vedere meglio. Lei si è rialzata, ancora traballante. L’uomo le è davanti, la tiene per i fianchi. Poi si avvicinano e infine, dopo essersi guardati a lungo, si baciano, appassionatamente.
In fretta mi ritraggo dal gelo del vetro, che ormai mi è salito fino al cervello.

Mi sforzo di pensare subito ad altro, ma so che è impossibile impedire alla mia mente di vagare verso quella persona. E, come sempre, fa male. Ogni volta che succede mi sento come se un pezzetto del mio cuore si staccasse.
Come diavolo mi è venuto in mente di innamorarmi proprio di lui?
Di tutti gli studenti del liceo, è senza dubbio il più difficile da trattare. Se gli fai un complimento, hai sempre il timore di sembrare troppo interessata. Se lo offendi, ovviamente si incazza.
L’unica soluzione è mantenere una via di mezzo. Fare battutine, astenersi dalle frecciatine, e non ficcare il naso nei suoi affari. Solo così puoi ottenere un dialogo quantomeno civile e privo di insulti.
Se pensi, poi, che in questo modo potrai evitare di subire le sue, di frecciatine, ovviamente ti sbagli.
“Ti punzecchia perché gli piaci”, dice Rosalya. Certo, certo. Peccato, però, che ogni volta che teniamo una conversazione, lui non faccia altro che prendersi gioco di me. È palese che non abbia mai mostrato interesse nei miei confronti! O se così fosse, l’avrà fatto solo per illudermi e potermi prendere ancora di più in giro. E intanto quella che fa la figura della bimbetta sono io.

Ma perché dovevo cadere proprio nella sua, di trappola? Che cos’ha di così tanto speciale da smuovere tutte le mie viscere ogni volta che lo guardo?
Sinceramente, non lo sopporto.
Non sopporto non capire perché mi piaccia. Soprattutto, mi dà fastidio non poter sapere quello che pensa. Che cosa passa per quella sua testolina infuocata.
E se anche fosse davvero interessato a me, che diamine aspetta a farsi avanti?! Perché devo essere io a farlo?
Ci ho provato, ma ho sempre fallito. Che pretende, Rosalya? che vada da lui tutta tranquilla e gli dica con nonchalance “Ciao, Cass. Tu mi piaci”?! Probabilmente scoppierebbe a ridermi in faccia - o comunque credo sia la reazione più consona alla sua persona. E qualora succeda, credimi, mi vorrei sotterrare all’istante.

La seconda opzione proposta dalla mia utilissima amica è quella di invitarlo ad un’uscita a quattro con lei e il suo ragazzo... potrebbe anche essere un’idea, ma non mi convince affatto. Prevedo già quello che accadrebbe. Comincerebbe a parlare con Leigh, ignorandomi completamente e dando per scontato che sarei lì solo in veste di sua semplice compagna di classe. Ed io, sia per l’irritazione, sia per la sua stessa presenza, finirei con lo stare muta per tutto il tempo.
Comprensiva sì, ma scema no.

Basta, ho deciso. Domani, alla fine delle lezioni, glielo dirò. In ogni caso farò una pessima figura, ma se non butto fuori quello che provo, finirò per passare tutte le notti della mia vita insonne.
Non che mi dispiaccia questo panorama, ma rimetterci la salute a causa di un ragazzo, per di più Castiel, è senza ombra di dubbio una mossa da sceme.

Meno male che, almeno per oggi, c’è ancora la mia cara città notturna a consolarmi.
Dalla strada dove poco prima si era svolta quella scena incredibilmente strappalacrime alzo gli occhi lungo gli edifici, percorro con lo sguardo le ultime finestre ancora illuminate, per poi arrivare alla volta celeste.
Non so se sia dovuto alle nuvole o alle troppe luci, ma non si vede una stella. Ecco, ho sempre provato un certo timore di fronte al cielo completamente buio. È come se avvertissi una sorta di smarrimento in assenza di astri a fare da guida.

Mi stringo nel cuscino, appoggiandomi completamente a lui e chiudendo gli occhi. Non so se riuscirò mai ad addormentarmi, ma almeno una cosa è certa.
Quella di domani sarà la giornata più importante della mia vita.







Come avete potuto notare da questo primo capitolo, lo stile è stradiverso da quello che ho di solito. È perché ho voluto provare qualcosa di nuovo... non solo grammaticalmente, ma anche a livello visivo: ho diviso i paragrafi del testo per dare più respiro, cosa che di solito non faccio mai.
Ah, scusate se il titolo è orrido T___T Non trovavo niente di meglio...
Spero che per ora quello che avete letto vi sia piaciuto :) Il prossimo capitolo comunque sarà più movimentato.

Grazie per la visione e alla prossima ;)




   
 
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