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Autore: amimy    19/02/2009    3 recensioni
E se non fosse stato Zack l’apprendista di Gormogon? E se lo spietato criminale fosse stato un’altra persona, una persona emersa direttamente dal passato di Temperance, che le si ripresenterà davanti assieme alla certezza di aver commesso un enorme errore, forse perfino fatale? Temperance riuscirà a mantenere il suo leggendario contegno e a fare ciò che va fatto, o per una volta l’emozione avrà il sopravvento e le farà sacrificare tutto ciò che le è rimasto, compresa se stessa?
Tratto dal prologo:“L’uomo avanzava con passo svelto e ansioso lungo le strade silenziose, attendendo impazientemente il momento in cui la notte avrebbe finalmente abbracciato la città. Perché sarebbe stato in quel momento che la sua vera vita sarebbe potuta riprendere, come succedeva tutte le notti da qualche mese a quel momento. Proseguì lungo le vie, osservando le finestre chiuse delle case, già pregustando il momento in cui avrebbe rivisto il suo Maestro. “
Genere: Thriller, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Seeley Booth, Temperance Brennan, Zack Addy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Issues


Le automobili si rincorrevano strombazzando attraverso le strade di Wasghington D.C., i pedoni chiacchieravano animatamente fra di loro, i bambini giocavano spensieratamente nei parchi. Un frammento di vita quotidiana, un giorno normale, rassicurante, caotico.

Ma c’era un luogo, un solo luogo, in mezzo a tutta questa vitalità, che non veniva toccato dalla confusione e dalla spensieratezza. Il Jeffersonian Institute, che spiccava fiero fra le case della città, differenziandosi da tutto il resto e lasciando che gli sguardi gli scivolassero addosso.

A una prima occhiata, appariva un palazzo austero e imponente, quasi riflettesse l’importanza dei lavori che venivano svolti al suo interno. Ma se ci si avvicinava, magari osservando da una finestra, si riusciva quasi a percepire l’ondata di emozioni di cui era intriso quell’edificio: passione, concentrazione, amicizia, dedizione, perfino amore.

Se vi si entrava, addirittura si potevano sentire le risate basse e controllate di chi si svagava un po’ estraniandosi dal proprio lavoro, le chiacchiere sommesse, le discussioni professionali. Un altro tipo di routine, un altro tipo di vita e di emozioni. Un’oasi dentro un intero oceano di vitalità. Ma in quel giorno in particolare, quel giorno essenziale e portatore di grandi cambiamenti, si udivano le congetture, i sospetti, le speranze, le preoccupazioni e i timori degli scienziati che vi lavoravano.

Salendo le scale, poi, ecco apparire un’incredibile varietà di persone ed espressioni: le facce serie e professionali degli agenti del FBI, i visi curiosi e intelligenti degli scienziati, i volti impassibili che tradivano solo una punta di interesse dei civili implicati nel caso. Un gruppetto di persone, in particolare, attirava l’attenzione per la varietà e le differenze delle persone che lo componevano e per con la conversazione particolarmente accesa che stonava in quel clima apparentemente professionale.

<< Non potete esserne certi! So che non avrebbe mai fatto una cosa del genere. E voi sareste i suoi amici? È ferito e invece di sostenerlo stiamo qui a fare inutili congetture e creare sospetti su di lui! >> esclamò esasperata Cam, vicina al culmine della sopportazione.

Non avrebbe mai potuto nemmeno prendere in considerazione l’idea che potesse davvero essere Zack l’apprendista di Gormogon. Mai. Ma a quanto pareva, i suoi compagni non la vedevano nello stesso modo: tutti i legami di amicizia che si erano creati tra di loro allora, erano solo falsità? Davvero solo per lei era inconcepibile pensare a Zack come un assassino spietato?

Mai avrebbe sospettato che sarebbe arrivato il momento in cui il loro inseparabile e affiatato gruppo sarebbe stato così nettamente in disaccordo, e temeva che quella lite avrebbe potuto minare la loro serenità e rovinare definitivamente i legami di quella loro piccola squadra. Ma d'altronde, non poteva nemmeno permettere che la persona che le era più vicina venisse considerata l’assassino a cui davano tutti la caccia. E si era ritrovata a dover scegliere.

<< Cam, lui aveva più possibilità di tutti noi di accedere al laboratorio, conosceva le sostanze che maneggiava meglio di chiunque altro ed è stato lui a proporre l’esperimento. Mi dispiace, ma le nostre sono le conclusioni più logiche. >> disse a bassa voce la dottoressa Brennan.

<< Conclusioni! Le vostre ipotesi non sono prove, tu stessa l’hai ripetuto molte volte. Non capite? Dobbiamo indagare, cercare qualunque cosa, ma qualcosa! Anzi, sapete una cosa? Zack è il mio migliore amico, e non intendo arrendermi. Se voi non mi aiuterete, farò da sola. Vi dimostrerò che ho ragione. >> continuò Cam, più furiosa che mai.

Si sentiva ferita nel profondo, tradita dalle uniche persone di cui si fidava. Da anni non provava più quella tristezza profonda che può nascere solo da un simile tradimento e ciò la faceva sentire più vulnerabile che mai. Appena finì di pronunciare quelle parole, si voltò di scatto e lasciò rapidamente il corridoio, infilandosi in una porta aperta e tentando di lasciarsi alle spalle quell’orribile discussione.

<< Ha ragione lei. Zack è nostro amico e c’è qualcosa che mi dice che ci stiamo sbagliando. Temperance, so che dirai che il mio sesto senso non è una prova, ma per una volta ti chiedo di avere in me un po’di fiducia. Prometto che farò tutto quanto è in mio potere per dimostrarti che Zack non è coinvolto. >> disse piano Angela, con la voce quasi implorante.

Lei più di tutti aveva sempre temuto che un caso coinvolgente e pressante come quello di Gormogon avrebbe potuto creare tensioni fra di loro, e ora che i suoi timori avevano avuto conferma stava a lei decidere chi sostenere, anche a costo di essere sola contro tutti. Inoltre l’unità del gruppo aveva per lei più importanza della giustizia, del Bene stesso. Con un’ultima occhiata triste alla sua migliore amica, anche Angela si affrettò a voltarsi per raggiungere Cam. Come la sua amica, anche lei sentiva che avrebbe fatto qualunque cosa pur di ricostruire i legami del gruppo.

Eppure, nonostante la sua determinazione, c’era qualcosa che la turbava facendo vacillare la sua sicurezza: sperava nell’approvazione di Temperance più che in ogni altra cosa e il suo silenzio aveva il peso dell’intero universo.

<< Pensate che abbiano ragione? >> domandò a un tratto Jack Hodgins, lisciandosi nervosamente le pieghe della camicia. << Non sta a noi decidere se hanno ragione oppure no. I nostri lavori consistono nell’obiettare o verificare i fatti concreti, non nel giudicare delle ipotesi. >> intervenne Catherine in quel momento, dando voce ai pensieri che nessuno aveva osato esprimere.

O forse si trattava semplicemente del fatto che nessuno tranne lei aveva deciso di rischiare di assumersi la responsabilità di un’eventuale ipotesi scorretta, mettendo ancor più a repentaglio la loro amicizia. Ma Catherine non aveva particolari affetti verso di loro, e la sua carriera le aveva insegnato a mettere la verità al primo posto fra le priorità.

Un pesante silenzio carico di rancore e dubbi calò sugli scienziati, mentre ognuno di loro si chiedeva se si fosse schierato dalla parte giusta. Dopottutto la lealtà e l’amicizia erano sentimenti non trascurabili, nemmeno in un’indagine per omicidio.

Ma ad un tratto, quando ormai stavano tutti pensando di lasciare quel corridoio opprimente tornare alle proprio occupazioni quotidiane e sfuggire a quella situazione imbarazzante, una voce carica di soddisfazione ruppe il silenzio, seguita da un frenetico rumore di passi.

<< Avevamo ragione! >> esclamò Cam, con un’espressione esausta ma compiaciuta sul volto. Un attimo dopo Angela la raggiunse, stringendo fra le mani un sacchettino trasparente con un’allegria soddisfatta, quasi infantile. << Possiamo dimostrare che non è Zack l’apprendista di Gormogon. >>


ilaria8: Sono molto contenta che la mia ff ti sembri interessante! Come ti è sembrato questo capitolo? Spero ti sia piaciuto! Ciao!
olghisch: Ciao! Grazie mille per i complimenti! Comunque l'espressione che ti piaceva l'ho inventata io, non mi ricordo se te l'ho già detto perciò te lo dico anche adesso! Davvero, Grazie di cuore! Ti è piaciuto questo capitolo?Spero di sì!
E grazie mille anche a chefame93 per aver messo questa storia fra le preferite! Sono molto contenta! Al prossimo capitolo a tutti, ciao!

   
 
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