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Autore: DraconisOlmo3022    21/10/2015    2 recensioni
Tratto dalla storia:
Poi 3 anni dopo la morte di mio padre conobbi lui che con i suoi occhi verdi e il suo bellissimo sorriso mi rubò il cuore e l'anima. Eravamo nella stessa classe del primo Superiore. Non ci potevo credere quando il giorno di Halloween del 2010 , 1 mese e mezzo dopo il nostro primo incontro mi disse che si era innamorato di me e ci mettemmo insieme.
Finchè nell'estate di 2 anni fa mi lasciò dicendomi che lo faceva solo per il mio bene. Da quel momento crollai nel buio
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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CAPITOLO 2

“TINI!” la voce di mia madre mi sveglia dai miei pensieri. Velocemente mi rimetto sotto le coperte e faccio finta di dormire.Sento la porta aprirsi e qualcuno comincia a scuotermi.
“Forza! E’ ora di alzarsi abbiamo il volo alle 12” mi dice mia madre.
Io mi alzo e faccio finta di fare uno sbadiglio. Non mi ero accorta che fossero già le 8. Guardo la mia ormai ex stanza. E’ tutta vuota.Mia madre aveva già fatto portare tutti i mobili nella nostra casa a Buenos Aires. Poggiati all’angolo c'è solo qualche borsone con dentro dei vestiti e il contenitore della chitarra e  quello della tastiera. Prendo il mio diario rosa e scrivo:

28 agosto 2014
Caro diario,
oggi tornerò a Buenos Aires sono così emozionata! Ma la cosa che mi preoccupa è quando rivedrò lui.

“TINI! POTRAI SCRIVERE IL TUO DIARIO PIU’ TARDI ! MUOVITI MANCHI SOLO TU!” urla mia madre mentre esce dalla camera prendendo i borsoni con dentro i miei vestiti.
“Agli ordini comandante” dico io mettendo il diario nella mia borsetta. Prendo una maglietta bianca e un paio di jeans corti che avevo preso ieri sera e vado in bagno a farmi la doccia. Dopo 10 minuti mi vesto e mi lego i capelli in una coda. Prendo i contenitori della chitarra e della tastiera. Osservo per l’ultima volta la mia camera e scendo le scale che mi portano al piano di sotto. Mio fratello è già in macchina mentre ascolta la musica con gli auricolari mentre Angelica fa i capricci perché non vuole partire e mamma la sta convincendo. Io vado in cucina ,bevo un po di latte dal cartone e mangio una cucchiaiata di cereali. Nel frattempo suona il campanello , sento la porta aprirsi.
“Ciao zia!” sento la voce di Clara , “Esmeralda!” questa è la voce di Diego.
Io subito corro verso l’ingresso e li abbraccio.
“Lo shatush ti dona mia bella e dolce Tini” mi dice Diego facendomi l’occhiolino.
Io gli sorrido. “ Dai Angelica! Dobbiamo andare “ urla mia madre a mia sorella che subito esce dal bagno e raggiunge mio fratello in macchina.
Io, Diego e Clara la seguiamo mentre mia madre chiude a chiave la porta di casa. Metto le mie cose nel cofano e mi dirigo verso Diego e Clara che stanno già salutando tutti.
“Buon viaggio cucciola!” dice Diego abbracciandomi. “Ciao Dieguito!” rispondo io ridendo.Dopo mi stacco da Diego e abbraccio Clara.
“Ciao cuginona” dico abbracciandola. “Ciao Tini!” mi risponde Clara.
“Mi raccomando se quel coglione ti da fastidio. Non esitare a chiamarci che lo metteremo subito a posto!” mi dice Diego ridacchiando. Io gli sorrido e gli rispondo con un altro abbraccio. Avevo dimenticato che lui sapeva tutta la storia del ragazzo dagli occhi color smeraldo.
Io e mia madre saliamo in macchina. Do un ultimo sguardo alla mia ex casa e saluto di nuovo Clara e Diego dal finestrino. Mia madre mette in moto e prima di partire annuncia “ Arriviamo Buenos Aires!”.
Sono le 12.40. Sono sull’aereo e sono a dir poco emozionata. Rivedrò tutti i miei amici , la mia vecchia scuola e soprattutto rivedrò lui. Adesso sono molto stanca e mi addormento.
Arriviamo a Buenos Aires alle 00:10 secondo l’orario di Madrid ma in Argentina c’è il fuso orario quindi qui sono le 19:10. Arriviamo nella nostra vecchia casa alle 20.Mia madre prende le chiavi e apre la porta.Mentre la mamma sistema i bagagli io mi incanto nel rivedere la mia vecchia casa. Quanti ricordi!
Mi avvicino al pianoforte del salone con cui papà si esercitava e qui io e lui componemmo una canzone quando avevo 10 anni. Mi siedo sullo sgabello e comincio a suonare e a cantare.
 
Es seguro que me oíste hablar
de lo que se puede hacer,
de la magia que tiene cantar
y de ser quien quieres ser
Ya no importa qué pueda pasar,
sino lo que tú has de hacer,
el color que uses al pintar,
lo que pienses y el pincel

Sé que existen duendes y hadas
y que intentar es mejor que nada
No te detengas, no guardes nada
Vuela más alto y verás

Voy donde sopla el viento
Hoy digo lo que siento
Soy mi mejor momento
y donde quiera yo voy

Es seguro que me oíste hablar
Vale más ser que tener
De soñar, de amor y de caer
Levantarse y renacer

Sé que existen duendes y hadas
y que intentar es mejor que nada
No te detengas, no guardes nada
Vuela más alto y verás

Voy donde sopla el viento
Hoy digo lo que siento
Soy mi mejor momento
y donde quiera yo voy.


Quando finisco mi volto e vedo mia madre che mi guarda commossa e poi mi abbraccia.
“Manca molto a tutti! Lo sai Tini?” mi chiede lei.
“Si mamma” le rispondo e ricambio l’abbraccio.
Dopo aver mangiato un po di pasta , andiamo tutti a dormire. Salgo a vedere la mia vecchia camera. Non era cambiata per niente. Vedo che mamma aveva già sistemato la tastiera e la chitarra e mi addormento ripensando a ciò che ho vissuto oggi.
Mi sveglio e guardo l’orario dal telefono. Sono le 8.35. Mi lavo , mi vesto e faccio colazione. Oggi devo fare l’esame di recupero per poter frequentare il liceo musicale. Salgo in camera e mi siedo su uno sgabello davanti alla tastiera. Comincio a suonare e a cantare la canzone che avevo composto , Supercreativa.

Inexpresiva o automaticada
Supercreativa o muy apasionada
Hacer todo por saber quien eres
Seguir tu camino
Si asi lo prefieries
Se que te gusta ser transparente
Ser diferente entre tanta gente
Seguir un sueño y no detenerse
Tu luz brilla y ya se enciende
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
Hago mi camino y descubro quien soy
Vivo como siento y eso me hace cambiar
Soy diferente, única, única
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
Hago mi camino y descubro quien soy
Vivo como siento y eso me hace cambiar
Soy diferente, única, única
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
Hago mi camino y descubro quien soy
Yo no soy un zombi
Yo no soy yo no soy un robot
Sin chip ni código de barras
Cantando todo el tiempo
Voy tocando mi guitarra
Hacerlo todo para superarse
Ser libre en este mundo
Lleno de disfraces
Se que te gusta ser transparente
Ser diferente entre tanta gente
Seguir un sueño y no detenerse
Tu luz brilla y ya se enciende
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
Hago mi camino y descubro quien soy
Vivo como siento y eso me hace cambiar
Soy diferente, única, única
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
Hago mi camino y descubro quien soy
Vivo como siento y eso me hace cambiar
Soy diferente, única, única
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
Hago mi camino y descubro quien soy
Vivo como siento y eso me hace cambiar
Soy diferente, única, única
Yo no soy un zombi
Yo no soy un robot
 
Questa canzone mi rispecchia moltissimo ed è proprio per questo motivo che la porto all’esame perché quando suono , canto e ballo voglio esprimere me stessa.
 
Fino alle 12 non faccio altro che esercitarmi alla tastiera e alla chitarra ma soprattutto ripeto tutte le regole di solfeggio finchè sono sicura di saperle. Poi scendo le scale ed entro in salotto dove vedo mia madre e i miei fratelli vedere la tv. Ho voglia di fare una passeggiata per rivedere la mia amata Buenos Aires.
“Mamma io vado a fare un giretto per la città” le dico.
“Perché non vai a trovare Lodo e le dici che siamo tornati a vivere qui?” mi propone mia madre.
Giusto. Ho dimenticato che Lodo e i miei amici non sanno che tornerò a vivere a Buenos Aires. Però potrei farle una sorpresa.
“Hai ragione ! Vado subito a trovarla. E’ pur sempre la mia migliore amica!” dico
“D’accordo! Ma torna prima dell’ora di pranzo” mi ordina mamma.
“Va bene! A dopo” dico prendendo la mia borsetta e uscendo dal portone di casa.
Vado per tutto il viale alberato che mi porta a casa di Lodovica. Quanti ricordi in questa strada! Mi ricordo io , Lodo e Cande che giocavamo a rincorrerci e a nasconderci dietro questi alberi. Mentre ci penso un sorriso nostalgico compare sulle mie labbra.
In 5 minuti arrivo davanti al giardino di casa Comello. Suono il campanello ed apre la porta una signora sulla quarantina con i capelli corvini.
“Chi sei?” chiede lei.
“Signora Comello! Non mi riconosce? Sono Martina Stoessel , la figlia di Esmeralda Ferrara!”
“Tini? Dio mio quanto sei cresciuta! Sbaglio o sei diventata bionda?” mi sorride lei
“Si” rispondo io. Ormai quella domanda la facevano tutti
“Benissimo. Entra pure , Lodo sarà felicissima di vederti”
Mentre entro vedo la signora Comello che scompare nel corridoio. Mentre aspetto vedo le foto di Lodo quando era piccolissima. Non era cambiata affatto. Nel frattempo una ragazza con i capelli neri corvini con un fiocco in testa e un vestito estivo rosso a pois compare correndo dal corridoio.
“TINIIII!!!!” urla lei saltandomi letteralmente addosso.
“Ciao Lodo!” dico io ridacchiando e ricambiando l’abbraccio.
“Quando sei arrivata?” mi chiede lei staccandosi da me.
“Ieri sera! Ufficialmente torniamo a vivere a Buenos Aires!” annuncio.
“Cosa? AAAAAAAA” urla lei saltandomi di nuovo addosso.
“A proposito” dice lei “Ti sei fatta bionda?”
“Si ho fatto lo shatush 2 giorni fa” le sorrido.
“Si infatti hai ancora la radice castana” dice lei osservando la mia testa.”Dai vieni in camera mia!” dice poi.
Io la seguo. Sono così felice di essere tornata però mi spaventa soprattutto il momento in cui incontrerò lui.
 
ALLORA VI E’ PIACIUTO QUESTO CAPITOLO? LODO VI STA SIMPATICA?  A ME  MOLTO! COMUNQUE L’INCONTRO TRA TINI E “LUI” SI STA AVVICINANDO E POI NEL PROSSIMO CAPITOLO CI SARA’ L’ESAME DI RECUPERO DI MARTINA PER TORNARE AL LICEO MUSICALE. CE LA FARA’ A SUPERARLO? BOH CHI LO SA ;). COMUNQUE SPERO CHE QUESTA STORIA VI STIA PIACENDO. MI RACCOMANDO RECENSITE E COMMENTATE. ALLA PROSSIMA!!! CIAUUU ;)
 
 
   
 
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