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Autore: Rory_chan    19/02/2009    3 recensioni
Cinque flashfic incentrate sulla coppia ShikaIno e altre cinque sulla coppia KibaIno, si susseguiranno alternate.
1#ShikaIno: Thoughts of You: «stai tentando di distruggermi, vero?»
«non ci sarebbe nulla di più gustoso, per me, sentirtelo dire».
2#KibaIno: Animal I've Become: «sei un ninfomane, un pervertito e un animale, cazzo» affermò decisa Ino, sudata e stremata fra le lenzuola, lo sguardo ceruleo che lo accusava ironicamente.
{Dedicata a Lully, per il sonetto xD}
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Shikamaru Nara
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Thoughts Of You – Barlowgirls

Collage of Our Memories

 

 

Thoughts Of You – Barlowgirls.

[ShikaIno-time]

I want to say so much more

so with these simple words… I'll try

 

Ino si guardò allo specchio, osservando con accuratezza il suo riflesso ordinato e pulito.

I capelli di grano le ricadevano lisci e morbidi sulle spalle scoperte del top viola, gli occhi di cielo si rispecchiavano nelle loro copie, belle ugualmente. Tentò di sorridere, piegando in modo quasi imbarazzato l’angolo destro della bocca, dipingendo sul suo viso una smorfia.

«che idiota!» sibilò, imbarazzata dalla sua stessa immagine con quell’espressione così ebete. Sbuffò, decidendo di infilare arrabbiata le mani fra i capelli, stringendoli in un’alta coda di cavallo.

«Tenti di parlarmi a gesti?» borbottò atono Shikamaru, dietro di lei, seduto sul suo letto. Non la guardava – ed Ino sospirò, sollevata – ma era evidente che egli stesse attento a percepire ogni suo minimo respiro.

«lo sai che i silenzi dicono più delle parole, Shikamaru Nara?» trillò infastidita la Yamanaka, squadrandolo di sottecchi attraverso lo specchio. Il ragazzo scrollò le spalle, alzandosi dalla sua postazione e, con lentezza, camminando verso la compagna di team.

«dipende dalla situazione, Ino» le sussurrò con voce stanca, pigra, ma con un’innaturale nota di sensualità che non gli era mai appartenuta. La giovane sentì la pelle rabbrividirle, e le guance colorarsi appena. Purtroppo era da giorni che andava avanti così.

«stai tentando di distruggermi, vero?»

«non ci sarebbe nulla di più gustoso, per me, sentirtelo dire».

Ino s’imbronciò, riducendo gli occhi splendidamente azzurri in due fessure irritate.

«non mi sentirai mai dire che mi piaci!» scattò, chiudendo subito la bocca, impallidendo.

Shikamaru sorrise, schioccando la lingua.

«seccatura».

Il silenzio che ci fu dopo, fu solo il primo di molti altri, tutti carichi della stessa passione.

 

 

Animal I’ve Become – Three Days Grace.

[KibaIno-time]

Help me believe it’s not the real me
Somebody help me tame this animal I have become

 

Le morse con foga il collo, facendo scivolare i canini leggermente più lunghi del normale sulla pelle candida, macchiandola con segni rossi fin troppo evidenti ad un occhio esterno.

Non vi badò, piuttosto fece scendere velocemente le mani lungo quei fianchi snelli che aveva l’onore di plasmare a suo piacimento, infilando con voracità quest’ultime sotto la maglietta leggera, saggiando la pelle morbida e profumata.

«Kiba… piano» miagolò Ino, trattenendo a stento dei gemiti chiudendo con forza le labbra, stringendo i denti in modo tale da non dargli tutta quella soddisfazione.

«Taci Yamanaka, ti supplico» riuscì a dire, preso dalla frenesia di spogliarla, di avere quel corpo solo e soltanto per sé. Non vi dubitava su quello; sebbene molti pensassero che Ino civettasse con molti ragazzi, l’unico con il quale si era ‘spinta oltre’ era proprio lui. E non trattenne un ghigno vittorioso, nel costatarlo. Sentì le sue unghie perfettamente curate graffiargli la schiena, fargli un male che non aveva mai provato prima; una sensazione dolorosamente piacevole.

Continuò il suo lavoro, fino a quando il sole non li tradì; amanti segreti – anche se pomiciare in pubblico non li aiutava di certo a mantenere quel ‘segreto’ – preferivano non far sapere in giro del loro cosiddetto amore. Non che lo fosse, per carità. Del semplice divertimento, comportava del semplice sesso.

«sei un ninfomane, un pervertito e un animale, cazzo» affermò decisa Ino, sudata e stremata fra le lenzuola, lo sguardo ceruleo che lo accusava ironicamente.

Kiba alzò le spalle. Fin quando glieli faceva lei, quei complimenti, andava bene.

 

 

Luna – Moonspell.

[ShikaIno-time]

On the eve of self destruction
On the eve of all can be… Thinking about you

 

Sentì i piedi intorpiditi dal freddo e le mani divenire di un colorito decisamente preoccupante.

«merda» sbottò, frustrato, volgendo di fretta lo sguardo indietro. Il vento tagliente gli feriva il viso, seccava la pelle e faceva in modo che questa si rompesse nei punti più delicati non appena un gesto era troppo azzardato. E faceva troppo, inevitabilmente e fastidiosamente male.

Choji, dietro di lui, arrancava disperatamente qualche passo, fin troppo stanco per potergli stare dietro.

«Choji… Choji, muoviti. Se ci facciamo raggiungere siamo fottuti» affermò risoluto Shikamaru, fermandosi giusto un istante per girarsi meglio e aspettare il compagno, in evidente difficoltà.

«Shikamaru, lo vuoi capire che siamo già fottuti?» ringhiò Choji, fermandosi e alzando il busto,piegato precedentemente per il troppo sforzo. Il Nara deglutì, impressionato dalla vena pessimistica di Choji.

«siamo a non so quanti chilometri da Konoha, in una foresta sperduta in mezzo al niente, con dei jonin che ci stanno alle calcagna e fa dannatamente freddo! Siamo morti Shikamaru, morti» spiegò con affanno l’Akimichi, chiudendo gli occhi e trattenendo a stento le lacrime di rassegnazione.

Shikamaru abbassò lo sguardo sull’erba, sospirando.

«va’ avanti Choji. Io li trattengo»

«non se ne parla. Se devo morire, voglio morire combattendo con te»

«ti raggiungerò». Lo sguardo che Shikamaru lanciò all’amico non ammetteva repliche. Choji sapeva che non lo avrebbe mai raggiunto, sapeva che sarebbe morto per salvarlo, sapeva che non era un codardo come tutti pensavano. Come lei pensava.

«Ino ti vuole a casa vivo e vegeto. Le dirò che stai arrivando»

«certo». Come Choji era andato via, i jonin erano arrivati. Sette contro uno.

E mentre Shikamaru moriva, sorrideva, imperterrito. Il pensiero rivolto al cielo che amava guardare – e la guardava negli occhi – l’erba che amava sfiorare con i polpastrelli delle dita – e le sfiorava i capelli.

Sarebbe morto col solo rimpianto di non averle mai detto che in fondo, era una seccatura piacevole, Ino.

 

 

San Sebastian – Sonata Arctica.

[KibaIno-time]

When I'm old and gray, I remember that day
When she came, that perfect dame and she blew me away

 

«papà! Papà… allora, continui quella storia o no?» domandò una ragazza piuttosto altezzosa, fissando il padre con sguardo severo e con una punta di malizia adolescenziale: ciò che non portava nulla di buono.

«okay, okay. Dunque, dove eravamo arrivati? Ah sì, avevo appena adocchiato quella pollastrella bionda e mi stavo apprestando a conoscerla. Era assurdamente bella. Aveva lunghi e setosi capelli biondi, che non so come, profumavano solo a guardarli. Ogni volta che li vedevo mi veniva da toccarli. Una volta lo feci – confessò puntando lo sguardo in aria, come per rievocare i ricordi. Sorrise, beffardo – la guancia mi fa ancora male. Mi stampò cinque dita con una tale precisione che Tenten, in confronto, è una schiappa. Ovviamente mi vendicai. Dissi a tutti che quella ragazza era mia. Insomma… mia» continuò l’uomo, crucciando le sopracciglia con fare perplesso.

«insomma, avevi detto che te l’eri portata a letto?» buttò lì la ragazza, guardandolo divertita.

«esattamente. Per l’amor dei Kami, non lo avessi mai fatto! Certo, a distanza di anni rimpiangi certe azioni, soprattutto quando ti rendi conto a quanto sei stato vicino alla morte. Ino aveva tirato giù di tutto: mi aveva aizzato contro tutti i suoi amici, Sakura in crisi isterica – e ti dico, già è pericolosa quando è normale, figurati quando è in crisi, santo Sasuke – e poi mi aveva anche aspettato fuori dall’accademia per regolare i conti. Oh, eccome se li abbiamo regolati, quei conti».

La giovane ninja inarcò le sopracciglia castane, passandosi una mano fra i capelli nocciola e puntando lo sguardo turchese sul padre. Scrollò le spalle, sconsolata.

«la tua storia mi sconvolge ogni parola di più, lo sai, Kiba Inuzuka?» domandò superba la figlia, sorridendo. Kiba piegò gli angoli delle labbra all’insù, con l’aria di chi la sa lunga.

«ah, dovresti solo desiderarla una storia come quella di tuo padre e tua madre, cara».

 

 

She’s like Heroin – System of a Down.

[ShikaIno-time]

She’s like heroin, Sipping through a little glass
I’m looking for some help I need someone to save my ass

 

Aprì un occhio. Lo chiuse.

Lo riaprì, affaticato, dando un’occhiata di traverso alla sveglia che segnava un’ora imprecisata e che non gli interessava neanche sapere. Si alzò dal letto, impigrito dal troppo poltrire sul materasso, e passò davanti al bagno, pensando se fosse il caso di lavarsi la faccia con quell’acqua così fredda e irritante.

Pensandoci bene su, decise che sì, sarebbe stato il caso.

Si infilò il giubbotto da chunin, ed uscì di casa prima che sua madre potesse richiamarlo dentro.

Guardò l’ora, e questa volta dovette guardarla davvero: le undici del mattino.

Sapeva con certezza che a mezzogiorno avrebbe dovuto incontrare Asuma-sensei per un’emozionante quanto quotidiana partitella a shoji, al posto di allenarsi come di dovere.  Aveva un’ora libera.

E, all’improvviso, ne sentì il bisogno.

Impellente, rovente, terribilmente urgente di sentirla.

Di sentire la sua pelle di pesca strofinare contro il suo corpo.

Di sentire i suoi capelli di sole accarezzargli il viso.

Di sentire i suoi baci sulle labbra.

E senza pensarci troppo, si diresse spedito a casa Yamanaka per combinare chissà che cosa.

Aveva trovato il modo di passare quell’ora, ma ancora non aveva trovato il modo di liberarsi di quell’umiliante e deprimente bisogno vitale di rivedere Ino Yamanaka.

 

 

Gli Angeli – Vasco Rossi.

[KibaIno-time]

Qui è logico cambiare mille volte idea

Ed è facile sentirsi da buttare via

 

Il vento soffiava pacato, leggero, accarezzando in un sospiro le guance un poco arrossate della giovane ninja. Le mani ricadevano inermi lungo i fianchi, le dita sfioravano senza volerlo il kit di kunai e shuriken legato alla coscia. Le unghie – precedentemente laccate di un rosso accesso – scheggiate.

«Se sei felice… non importa. Non importa, lo sapevo sarebbe successo».

Il vento riusciva a seccare molte cose con la sua potenza; con il tempo aveva anche seccato le lacrime di Sakura che aspettava Sasuke. Ma in quel momento, quelle di Ino, erano vivide più che mai.

Si lasciò cadere senza la grazia che era solita avere sul prato, trattenendo fra le dita lunghe i fili verdi, strappandone alcuni, inebriandosi del loro odore, della terra bagnata dalle sue lacrime.

«…dopotutto è logico cambiare idea. Non potevo mica costringerti a stare con me, no?».

Ino abbassò la testa, sentendo i capelli di grano cadere sul volto, congiungersi all’erba nel terreno.

Quando aveva cominciato, si era detta che sarebbe passato tutto e subito.

Avrebbe aspettato Shikamaru, consolandosi con qualcuno che fosse alla sua altezza.

Finalmente Shikamaru era suo, eppure non lo sentiva per niente tale.

Kiba Inuzuka deteneva ancora [e per sempre] quel primato.

 

 

 

The Beauty and the Beast – Nightwish.

[ShikaIno-time]

However cruel the mirror of sins

Remember beauty is found within.

 

Ino, su quel lettino asettico dell’ospedale, non sorrideva.

Lo trovava così irritante e fastidioso che solo vederlo riflesso sul volto di qualche suo amico, la innervosiva a tal punto di divenire acida, e di sbatterli fuori da quella stanza fin troppo piccola per lei.

«Non ti preoccupare, Ino. Farò tutto, tutto il possibile per guarirti» le sussurrava complice Sakura, ogni qual volta andasse a trovarla. Lei annuiva, stirando sulle labbra rotte un’ombra di sorriso, e la mandava via, annoiata. Tante volte se lo era sentito dire, eppure era lì da un mese, con i capelli biondi divenuti ormai opachi, con ciocche lunghe in diversa misura, il viso pieno di ematomi e lividi, sia gravi che superficiali. Non appena Sakura se ne andava, era solita aprire il primo cassettino del comodino posto affianco al letto, e prendere il piccolo specchio che le avevano regalato Choji e Shikamaru il giorno di chissà quale suo compleanno. Si guardava, provando a sorridere, ad imbronciarsi, a rimanere neutra: solo un volto sfigurato le mandava smorfie in risposta, e non ricevendo mai nessun risultato migliore ogni volta che si guardava in quello specchio, lo infilava di tutta fretta nel cassetto.

Non lo avrebbe più guardato. Ma lo avrebbe ripreso il giorno dopo. 

«piantala di vedere quello che non sei, seccatura» mugolò assonnato Shikamaru, mollemente seduto sullo sgabello accanto a lei, le mani dietro la testa e gli occhi socchiusi.

«cosa non sono? Beh, a me sembra di essere un mostro. Chissà, magari tu non hai notato le differenze…» sibilò indispettita, gonfiando le guance violacee e rivolgendogli uno sguardo carico di sprezzo. Shikamaru aprì un occhio, sporgendo la mascella in avanti.

«Sì, infatti. Un mostro. A me non importa come sei fuori. Dentro mi piaci comunque».

Ino inarcò le sopracciglia rade, spalancando la bocca, sorpresa.

Ma da quel giorno, nei restanti che passò all’ospedale, non prese più quello specchio.

 

 

 

Just Feel Better – Santana

[KibaIno-time]

You know I can't see through the haze around me
And I do anything to just feel better

 

«penso che Shino sia un idiota».

«sì, me lo dici sempre. Adesso sta’ zitto».

Le dita snelle dalla pelle perfettamente liscia e curata di Ino carezzarono con una dolcezza involontaria il braccio di Kiba. Quest’ultimo roteò gli occhi verso l’alto, assumendo un’espressione che aveva un ché di broncio infantile. Osservava silenzioso i movimenti della Kunoichi, chiudendo gli occhi non appena avvertiva più dolore del normale. Capacitandosi di stare zitto solo in quel momento, non si premurò di tacere durante la fasciatura del torace ferito.

«se solo si decidesse ad invitare Shiho! Penso che insieme sarebbero fantastici» continuò l’Inuzuka, strizzando gli occhi dopo che Ino strinse – di proposito – la fasciatura sul petto.

«lo penso anche io» borbottò Ino sbrigativa, arrotolando la benda intorno alla pelle abbronzata del compagno. Emanava uno strano calore; confortante, quasi fosse l’emblema della libertà.

Un lieve rossore s’impossessò delle guance della Yamanaka che, spostando veloce lo sguardo ceruleo sul ripiano dove stavano gli oggetti da medico, evitò di indagare oltre sul corpo del neo-jonin.

«e tu, Yamanaka – cominciò Kiba, con voce suadente e resa appositamente bassa – quando ti decidi a scavare in quella coltre di nebbia che hai nella mente, e accorgerti di amarmi senza limiti?» domandò semplicemente, quasi fosse la cosa più normale del mondo.

Ino spalancò la bocca inorridita – si capiva così tanto? – ma la richiuse, senza troppi preamboli.

«e tu, Inuzuka, quando ti decidi a tenere il becco chiuso ed evitare di sparare stronzate?».

Entrambi, però, sorridevano.

 

 

Letter to Dana – Sonata Arctica.

[ShikaIno-time]

And I think that I told you, I'd wait for you forever
Now I know someone else's holding you

 

Shikamaru non lo aveva mai perdonato a Tsunade-sama.

Sebbene sapesse fin troppo bene che la colpa non fosse della donna – ma sua, sua, sempre e solo sua. Che sciocco – era stato più facile odiare qualcun altro per una colpa che non aveva mai commesso, che se stessi, reali artefici del proprio odio. Dopo la morte di Asuma ne aveva sentito l’impellente ed insostenibile bisogno: abbandonare tutto. Soprattutto Konoha. E così aveva fatto. 

Non lo aveva detto nessuno, e nessuno lo aveva sospettato; neanche Choji, colui che passava più tempo con lui, e nemmeno Ino, con la quale condivideva più di una semplice amicizia, che si stava trasformando in qualcosa di più intimo. Non avrebbe mai creduto che potesse essere così semplice annegare i propri dispiaceri nella solitudine. Aveva persino cominciato a provare una vaga compassione per Sasuke Uchiha.

Senza alcun copri fronte a stringergli il braccio e fargli provare quel piacevole ‘calore’ di casa, si era nascosto vicino alle mura d’entrata del villaggio della foglia.

Ino – alta, magra sebbene il lieve gonfiore sul ventre, gli occhi sempre così assurdamente azzurri ed i capelli brillanti e biondi – rimaneva ferma, in piedi, guardando oltre l’orizzonte.

Come se stesse aspettando qualcuno, pensò divertito Shikamaru, attento a non farsi vedere. Ma sapeva bene che in realtà la Yamanaka stesse facendo la guardia al portone principale, e non lo stava aspettando. Sorrise dolorosamente, deglutendo a fatica l’amarezza.

«mamma! Zio Choji mi ha rubato le patatine!» trillò una vocetta stridula, appartenente ad un piccolo ragazzino che non avrebbe potuto avere più di cinque anni.

Ne era passato di tempo.

Ino sbuffò, spazientita.

«ti ho detto mille volte di non venire quando sto di guardia! Vai dal tuo amichetto Fugaku e fatti dare un altro pacchetto di patatine. Sakura non dovrebbe farsi problemi, spero» borbottò stizzita, volgendo il bambino verso le porte del villaggio. Girandosi avvistò Genma, pronto a darle il cambio.

Ino si girò un’ultima volta verso l’orizzonte e aspettò, aspettò, aspettò.

Sapeva che lui c’era, Shikamaru era lì. Ma non riuscì mai a trovarlo.

 

 

Whispers in the Dark – Skillet

[KibaIno-time]

I will be the one that’s gonna find you

I will be the one that’s gonna guide you

 

Gli alberi a Konoha non seccavano mai.

La temperatura era sempre mite, ottima per la vegetazione e per la fauna, ottima per permettere ad ogni bambino di giocare nel parco principale del paese.

Sakura era rannicchiata sotto ad un albero, le lacrime seccate poco più sotto agli occhi, le mani congiunte davanti al viso, quasi a coprirlo interamente. Le iridi verdi scrutavano, voraci, attraverso le fessure create dall’incrocio delle mani gli altri bambini che giocavano a nascondino.

La sua attenzione era completamente catturata da una ragazzina bionda, gli occhi azzurri, pelle chiara e movimenti agili; bellissima. Ella correva, affannata, un sorriso stampato sulle labbra vagamente incrinato dalla stancante corsa, cercando impaziente un posto adatto per nascondersi.

Infine, un albero particolarmente robusto pare fece il caso suo.

«finito! Adesso vi cerco e…».

Un bambino dai vivaci occhi dorati sorrideva, mostrando una malizia tipica di chi ha scovato l’amico nascosto ed è pronto a sorprenderlo.

«ah! Yamanaka! Presa!».

«mollami razza di bifolco!» strillò Ino, allungando la mano libera da quella dell’amico, e spalmandola non troppo gentilmente sulla sua guancia, in uno schiaffo da primato mondiale.

«non mi farò più scovare da te, hai capito? È stata solo fortuna la tua, fortuna!».

«ma dai, Ino, non lo sai che ovunque tu sarai il mio cuore mi condurrà da te? Ti troverò sempre!» esclamò seriamente divertito il bambino dagli strani segni rossi sulle guance, alludendo una carezza sospesa alla bambina, che lo premiò con un altro schiaffo.

Sakura rise, e rideva anche in quel momento, a distanza di dieci anni davanti a quella stessa scena, notando come – strano scherzo del destino – la profezia di Kiba si fosse avverata.

 

 

 

 

 

 

Finalmente sono finite!

Sono cinque flash KibaIno e cinque ShikaIno, le due coppie preferite di Lully, LullaH, Luly, LullubuH o Sakurina, se vogliamo essere puntigliosi. Diciamo che non ho mai scritto così tanto su due coppie che non sono il SasuSaku o… SakuSasu. Uhm. Però, a causa di un sonetto, mi è toccato xD.

Dunque è dedicata alla mia SasukA.

Perché le nostre conversazioni di msn sono dei deliri assurdi, perché le nostre fanfic sono dei deliri assurdi, perché i nostri viaggi in treno (insieme alla mamma xD) sono dei deliri assurdi.

Perché il nostro fangherlaggio è un delirio assurdo xD. 

 

Spero che possa piacere pure alle altre ShikaIno e KibaIno fans <3.

Rory.

 

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, né tanto meno le bellissime parole delle bellissime canzoni qui citate. Non ci guadagno assolutamente nulla se non pomeriggi di scleri e da blocco-scrittore.

(Se Kiba mi appartenesse a quest’ora non perderebbe il suo tempo con Ino, seppiatelo u.u)

 

 

  
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